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Appendice n.3: La Strategia di sicurezza dell’Unione Europea

I. IL CONTESTO DI SICUREZZA: SFIDE GLOBALI E MINACCI PRINCIPALI

Le sfide globali

Il contesto del dopo-Guerra Fredda è caratterizzato dalla crescente apertura dei confini e in esso gli aspetti interni ed esterni della sicurezza sono legati in modo indissolubile. I flussi commerciali e gli investimenti, lo sviluppo della tecnologia e la diffusione della democrazia hanno comportato un aumento della libertà e della prosperità per molte persone. Altri hanno percepito la globalizzazione come una causa di frustrazione e ingiustizia. Questi sviluppi hanno anche aumentato le possibilità dei gruppi non-statali di svolgere un ruolo nelle relazioni internazionali. Essi hanno inoltre aumentato la dipendenza dell’Europa – e quindi anche la sua vulnerabilità – dalle infrastrutture interconnesse dei trasporti, dell’energia, dell’informazione e di altri settori.

Dal 1990 quasi 4 milioni di persone sono morte a causa delle guerre, 90% delle quali erano civili. Oltre 18 milioni di persone in tutto il mondo hanno abbandonato le loro case a causa dei conflitti.

Nella gran parte del mondo in via di sviluppo, la povertà e le malattie hanno provocato sofferenze indicibili ed hanno alimentato un bisogno di sicurezza impellente. Quasi 3 milioni di persone, vale a dire metà della popolazione mondiale vive con meno di 2 euro al giorno. Ogni anno 45 milioni di persone muoiono per fame e malnutrizione. L’AIDS è

oramai diventato una delle più devastanti pandemie della storia umana e contribuisce allo sgretolamento delle società. Le nuove malattie possono diffondersi rapidamente e diventare minacce globali. L’Africa sub-sahariana è più povera oggi di quanto non lo fosse 10 anni fa. In molti casi il fallimento economico è legato a problemi politici e conflitti violenti.

La sicurezza è un requisito dello sviluppo. I conflitti distruggono le infrastrutture, comprese quelli sociali; essi incoraggiano inoltre la conflittualità, scoraggiano gli investimenti e rendono impossibile una normale attività economica. Una serie di Paesi e regioni sono intrappolati nel circolo vizioso fatto di conflitto, insicurezza e povertà. La competizione per l’accaparramento delle risorse naturali – in particolare dell’acqua – provocherà probabilmente ulteriori turbolenze e movimenti migratori in diverse regioni; e nei prossimi dieci anni essa sarà probabilmente aggravata dal riscaldamento globale.

La dipendenza energetica è una fonte di particolare preoccupazione per l’Europa.

L’Europa è il più grande importatore mondiale di petrolio e gas. Le importazioni rappresentano circa il 50% del consumo odierno di energia. Tale cifra aumenterà al 70%

nel 2030. La maggior parte delle importazioni di energia provengono dal Golfo, dalla Russia e dal Nord Africa.

Le minacce principali

Oggigiorno sono improbabili aggressioni su vasta scala contro gli Stati membri. L’Europa si trova di fronte invece nuove minacce che sono varie, meno visibili e meno prevedibili.

Terrorismo: il terrorismo mette in pericolo le vite umane; impone costi esosi; cerca di pregiudicare l’apertura e la tolleranza delle nostre società e rappresenta una crescente minaccia strategica per l’Europa nel suo complesso. I movimenti terroristici sono sempre più ricchi di risorse, connessi da rete elettroniche e sono disposti ad usare una violenza illimitata per provocare stragi.

La più recente ondata terroristica ha portata globale ed è legata all’estremismo religioso violento. Esso sorge da cause complesse, che comprendono le pressioni esercitate dalla

modernizzazione, dalle crisi politiche, culturali e sociali e dall’alienazione dei giovani che vivono in società straniere.

L’Europa è sia un obiettivo sia una base logistica per tale terrorismo: i Paesi europei sono bersagli e hanno subito attentati. Sono state scoperte delle basi logistiche per le cellule di al-Qaida nel Regno Unito, in Italia, in Germania, in Spagna e in Belgio. È necessaria un’azione di concertata a livello europeo.

La proliferazione delle Armi di Distruzione di Massa è potenzialmente la più grande minaccia contro la nostra sicurezza. I trattati internazionali e i regimi per il controllo delle esportazioni hanno rallentato la diffusione delle ADM e dei loro vettori. Oggigiorno stiamo però entrando in un periodo nuovo e pieno di insidie a causa del possibile avvio di una corsa al riarmo con ADM, soprattutto in Medio Oriente (corsivo aggiunto). Nei prossimi anni, i progressi nelle scienza biologiche potrebbe aumentare la potenza delle armi biologiche; esiste il pericolo fondato di attacchi con materiali chimici o biologici. La diffusione della tecnologia missilistica aggiunge un ulteriore elemento di instabilità e aumenta i rischi per l’Europa.

Lo scenario più inquietante è quello in cui gruppi terroristici acquisiscono armi di distruzione di massa. In tal caso, un piccolo gruppo di persone sarebbe capace di infliggere danni di proporzioni enormi, che in passato potevano essere inflitti solo dagli Stati e dagli eserciti.

Conflitti regionali: i problemi come quelli che riguardano il Kashmir, la regione dei Grandi Laghi e la penisola coreana influenzano direttamente o indirettamente gli interessi europei, cos’ come i conflitti a noi più vicini, soprattutto il conflitto in Medio Oriente (corsivo aggiunto). I conflitti violenti o congelati, tutt’ora in corso ai nostri confini, minacciano la stabilità regionale. Essi distruggono sia le vite umane sia le infrastrutture fisiche e sociali;

essi minacciano le minoranze, le libertà fondamentali e i diritti umani. I conflitti possono provocare estremismo, terrorismo e il collasso degli Stati; esso fornisce delle opportunità alla criminalità organizzata.

Il collasso dello Stato: il malgoverno – fatto di corruzione, abuso di potere, istituzioni deboli e mancanza di responsabilità – e il conflitto civile corrodono gli Stati dall’interno. In

alcuni casi ciò ha portato al collasso delle istituzioni statali. Gli esempi recenti più noti sono la Somalia, la Liberia e l’Afghanistan dominato dai Talebani. Il collasso dello Stato può essere associato con minacce ovvie quali la criminalità organizzata e il terrorismo. Il collasso statuale è un fenomeno allarmante che pregiudica il buongoverno a livello mondiale ed aumenta l’instabilità regionale.

La criminalità organizzata: l’Europa è un obiettivo primario del crimine organizzato.

Questa minaccia interna alla nostra sicurezza ha una dimensione esterna rilevante, ossia il traffico transfrontaliero di droga, donne, migranti illegali e armi, i quali rappresentano gran parte delle attività criminali. Può aver legami anche con il terrorismo.

Queste attività criminali sono spesso associate con Stati deboli o collassati. I proventi della droga hanno alimentato l’indebolimento delle strutture statuali in diversi Paesi produttori di droga. I proventi del commercio di pietre preziose, legname e armi piccole hanno alimentato conflitti in altre parti del mondo. Tutte questa attività pregiudicano lo Stato di diritto e lo stesso rodine sociale. In casi estremi il crimine organizzato più arrivare a dominare lo Stato. Il 90% dell’eroina che giunge in Europa deriva dai papaveri coltivati in Afghanistan, ove la droga finanzia gli eserciti privati. La maggior parte di esso è distribuito mediante reti criminali balcaniche, le quali sono anche responsabili di circa 200.000 delle 700.000 donne vittime del commercio del sesso a livello mondiale. Una nuova dimensione del crimine organizzato che merita particolare attenzione è l’aumento della pirateria marittima.

Considerando il complesso di tali e diversi fenomeni – un terrorismo risoluto ad esercitare la massima violenza possibile, la disponibilità di armi di distruzione di massa, il crimine organizzato, l’indebolimento del sistema statuale e la privatizzazione dell’uso della forza – ci potremmo trovare ad affrontare una minaccia decisamente radicale.