• Non ci sono risultati.

Appendice n.3: La Strategia di sicurezza dell’Unione Europea

III. IMPLICAZIONI PER LE POLITICHE EUROPEE

L’Unione Europea ha compiuto progressi verso l’istituzione di un politica estera coerente e un meccanismo di gestione delle crisi efficace. Possediamo strumenti che possono essere usati efficacemente, come abbiamo dimostrato nei Balcani e altrove. Dobbiamo tuttavia diventare più attivi, più coerenti e più capaci se vogliamo fornire un contributo adeguato alle nostre potenzialità. E dobbiamo lavorare insieme agli altri.

Più attivi nel perseguire i nostri obiettivi strategici. Ciò vale per tutta la gamma degli strumenti per la gestione delle crisi e la prevenzione dei conflitti a nostra disposizione, comprese le attività politiche, diplomatiche, militari e civili, nonché quelle commerciali e dello sviluppo. Sono necessarie politiche più attive per contrastare minacce nuove e dinamiche. Dobbiamo sviluppare una cultura strategica che promuova un intervento tempestivo, rapido e, ove necessaria, robusto.

Dobbiamo avere la capacità di sostenere diverse operazioni simultaneamente, considerato che siamo un’Unione di 25 membri che spende più di 160 miliardi di euro per la difesa.

Potremmo fornire un contributo di particolare valore qualora sviluppassimo operazioni coinvolgenti capacità sia militari sia civili.

L’UE dovrebbe sostenere le Nazioni Unite nel momento in cui risponde alle minacce alla pace e alla sicurezza internazionale. L’UE si è impegnata a rafforzare la cooperazione con l’ONU al fine di aiutare i Paesi che escono da un conflitto ed anche a rafforzare il suo sostegno all’ONU nelle situazioni di gestione delle crisi nel breve periodo.

Dobbiamo essere capaci di agire prima che collassino i Paesi intorno a noi, quando cogliamo i segnali di una proliferazione e prima che ergano le crisi umanitarie. L’impegno nella prevenzione ci può evitare problemi più gravi nel futuro. Un’Unione Europea aumenterà il suo peso politico se si assumerà maggiori responsabilità e sarà più attiva.

Più capace: è possibile aumentare le capacità dell’Europa, sebbene ci vorrà del tempo per sviluppare completamente le nostre potenzialità. Le azioni in corso – in particolare l’istituzione di un’agenzia della difesa – ci stanno portando nella direzione giusta.

Sono necessarie più risorse per la difesa e un loro utilizzo più efficace al fine di aumentare la flessibilità e la mobilità delle nostre forze militari e di renderle capaci di affrontare le nuove minacce.

L’uso sistematico di risorse comuni e condivise ridurrà le sovrapposizioni ed aumenterà le nostre capacità nel medio termine.

Nella maggior parte degli interventi di dimensioni rilevanti, l’efficienza militare è stata seguita dal caos nel settore civile. Abbiamo bisogno di aumentare la nostra capacità di convogliare tutte le risorse civili necessarie a sostenere le situazioni di crisi e le fasi successive alla crisi.

Una diplomazia più robusta: abbiamo bisogno di un sistema che combini le risorse degli Stati membri con quelle delle istituzioni UE. La gestione di problemi lontani e che coinvolgono Paesi stranieri richiedono migliori capacità di comprensione e comunicazione.

La valutazione comune della minaccia è la base migliore di un’eventuale azione comune.

Essa richiede il miglioramento dello scambio d’intelligence tra gli Stati membri e con i Paesi amici e alleati.

Nel momento in cui aumentiamo le capacità in diversi settori, dovremmo anche pensare ad aumentare la gamma delle missioni. Questo potrebbe comprendere le operazioni congiunte di disarmo, il sostegno dei Paesi terzi nella lotta al terrorismo e la riforma del comparto sicurezza. Le ultime due dovrebbero essere parte di operazioni più ampie di costruzione delle istituzioni statuali.

Gli accordi permanenti NATO-UE, in particolare Berlin Plus, rafforzano le capacità operative dell’UE e forniscono la cornice per una compartecipazione strategica tra le due organizzazioni nella gestione delle crisi. Ciò riflette la nostra comune determinazione ad affrontare le sfide del nuovo secolo.

Più coerenti. La ragione alla base della Politica Estera e di Sicurezza Comune e dalla Politica Europea di Sicurezza e Difesa è che siamo più forti quando agiamo insieme. Nel

corso degli ultimi anni abbiamo costruito una serie di strumenti differenti, ciascuno dei quali con la sua struttura e la sua ragion d’essere.

La sfido odierna consiste nel radunare strumenti e capacità di varia natura: i programmi europei di assistenza e il Fondo per lo Sviluppo Europeo, le capacità militari e civili degli Stati membri e altri strumenti ancora. Tutti questi possono avere un impatto sulla nostra sicurezza e su quella dei Paesi terzi. La sicurezza è il primo requisito dello sviluppo.

Gli sforzi diplomatici nonché le politiche commerciali, ambientali e dello sviluppo dovrebbero seguire un’agenda comune. In tempo di crisi l’unità di comando è una risorsa insostituibile.

La lotta al terrorismo e al crimine organizzato richiedono necessariamente un miglior coordinamento tra l’azione esterna e le politiche degli Affari interni e della Giustizia.

È necessaria una maggior coerenza con riferimento sia agli strumenti UE sia alle attività esterne dei sigli Stati membri.

C’è bisogno anche di politiche coerenti a livello regionale, soprattutto nella gestione dei conflitti. Spesso i problemi non possono essere risolti dal singolo Paese o senza un sostegno regionale, come testimoniato dalle diverse esperienze nei Balani e nell’Africa Occidentale.

Lavorare con i partner. Sono pochissimi i problemi che possiamo risolvere da soli, ammessi che ve ne siano. Le minacce appena descritte sono minacce comuni, condivise con i nostri partner più stretti. La cooperazione internazionale è una necessità. Dobbiamo perseguire i nostri obiettivi mediante sia la cooperazione multilaterale nelle organizzazioni internazionali sia la compartecipazione con gli attori principali.

La relazioni transatlantica è insostituibile. Quando agiscono insieme, l’Unione Europea e gli Stati Uniti possono diventare una forza formidabile per il bene del mondo. Il nostro obiettivo dovrebbe essere una compartecipazione efficace ed equilibrata con gli USA.

Questo è una motivazione ulteriore affinché l’Europa continui a costruire le sua capacità e ad aumentare la loro coerenza.

Dovremmo continuare a lavorare per istituire relazioni più strette con la Russia, la quale rappresenta un fattore importante per la nostra sicurezza e la nostra prosperità. Il rispetto verso valori comuni rinforzerà l’avanzamento verso una compartecipazione strategica.

La nostra storia, la nostra geografia e i nostri legami culturali ci collegano con ogni parte del mondo: con i nostri vicini in Medio Oriente e con i nostri partner in Africa, in America Latina e in Asia. Queste relazioni sono una risorsa importante che va mantenuta e incrementata. Dovremmo concentrarci in particolare sullo sviluppo di iniziative strategiche comuni con il Giappone, la Cina, il Canada e l’India così come con tutti coloro i quali condividono i nostri obiettivi e i nostri valori e che sono pronti ad agire in loro sostegno.

Conclusioni

Il nostro è un mondo fatto da nuovi pericoli ma anche da nuove opportunità. L’unione Europea ha le potenzialità per fornire un contributo rilevante sia nel contrasto delle minacce sia nella realizzazione delle opportunità. Un’Unione Europea capace e attiva può influenzare gli eventi su vasta scala. Nel fare ciò, essa contribuirebbe all’istituzione di un sistema multilaterale efficace che a sua volte condurrebbe ad un mondo più giusto, unito e sicuro.

FONTE: Cfr. Consiglio dell’Unione Europea, A secure Europe in a better world – European security strategy, 12 dicembre 2003, Bruxelles, p.8, <http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cmsUpload/78367.pdf> (ultimo accesso: 6 ottobre 2009).

Rapporto sull’attuazione della Strategia di Sicurezza Europea – Fornire sicurezza in un mondo in evoluzione

Bruxelles, 11 dicembre 2008

(estratto)

Sintesi

A cinque anni dall’adozione della Strategia di Sicurezza Europea, sull’Unione Europea gravano responsabilità senza precedenti nella storia di quest’ultima.

L’UE rimane un elemento di stabilità. L’Allargamento ha diffuso la democrazia e la prosperità nel nostro continente. I Balani si stanno evolvendo nella direzione giusta. La nostra politica di vicinato ha creato una cornice solida per la relazioni con i partner del sud e dell’est, a cui si aggiunge la dimensione nuova dell’Unione per il Mediterraneo e il Partenariato orientale. (…)

Tuttavia, a vent’anni dalla fine della Guerra Fredda, l’Europa si trova ad affrontare minacce e sfide sempre più complesse.

I conflitti in Medio Oriente e altrove rimangono irrisolti mentre altri sono esplosi nel nostro estero vicino. Il collasso degli Stati influenza la sicurezza alimentando crimine, immigrazione illegale e, di recente, la pirateria. Il terrorismo e il crimine organizzato si sono evoluti in una nuova minaccia che coinvolge le nostre società dall’interno. Il programma nucleare iraniano ha compiuto progressi significativi e rappresenta un pericolo sia per la stabilità della regione sia per il sistema di non-proliferazione nel suo complesso (corsivo aggiunto).

(…)

L’UE fornisce già il suo contributo per un mondo migliore, attingendo ad una gamma unica di strumenti. Abbiamo lavorato per costruire la sicurezza umana riducendo la povertà e le diseguaglianze, promuovendo il buon governo delle società e i diritti umani, fornendo assistenza allo sviluppo e affrontando le cause profonde dei conflitti e dell’insicurezza.

L’UE rimane il principale Paese donatore nei confronti dei Paesi in difficoltà. Una stabilizzazione duratura richiede un impegno di lungo periodo.

Nell’ultimo decennio la Politica Estera di Sicurezza e Difesa, parte integrante della nostra Politica Estera e di Sicurezza Comune, è cresciuta in termini di esperienza e capacità e oggi conta oltre 20 missioni dispiegate in risposta alle crisi, le quali spaziano della costruzione della pace nell’Aceh del dopo-tsunami alla protezione dei rifugiati in Chad (corsivo aggiunto).

Tali successi sono il risultato del peculiare approccio europeo in materia di politica estera e di sicurezza, ma non c’è spazio per l’autocompiacimento. Dobbiamo essere in grado di modellare gli eventi se vogliamo assicurare la sicurezza e soddisfare le aspettative dei nostri cittadini. Ciò significa pensare in modo più strategico ed acquisire più efficacia e visibilità nel mondo esterno. I risultati migliori li otteniamo quando agiamo in modo tempestivo e coerente, con il sostegno di capacità adeguate e delle opinione pubbliche.

Tutti gli attori regionali che condividono l’interesse per la pace devono essere vincolati reciprocamente da soluzioni durature dei conflitti. I Governi sovrani devono rispondere delle conseguenze delle loro azioni e devono condividere la responsabilità di proteggere le popolazioni dal genocidio, dai crimini di guerra, dalla pulizia etnica e dai crimini contro l’umanità (corsivo aggiunto).

È importante che i Paesi rispettino i principi fondamentali della Carta dell’ONU e i principi e gli obblighi dell’OSCE. Dobbiamo affermare chiaramente che il rispetto della sovranità, dell’indipendenza e dell’integrità territoriale degli Stati e la risoluzione pacifica delle controversie sono principi irrinunciabili. In nessun luogo del mondo si deve accettare la minaccia o l’uso della forza militare quale mezzo di risoluzione delle controversie territoriali (corsivo aggiunto).

L’Europa deve guidare il rinnovamento dell’ordine multilaterale a livello globale. L’ONU è al vertice del sistema internazionale. Tutto ciò che l’UE ha fatto nel settore della sicurezza è stato collegato con gli obiettivi dell’ONU. È un momento unico per rilanciare il multilateralismo, per lavorare con gli Stati Uniti e con gli altri partner nel mondo. Dal punto di vista dell’Europa, il partenariato transatlantico resta un pilastro insostituibile fondato

sulla nostra storia e sulle nostre responsabilità condivise. L’UE e la NATO devono approfondire il loro partenariato strategico al fine di una cooperazione migliore nella gestione delle crisi (corsivo aggiunto).

L’UE ha compiuto progressi sostanziali negli ultimi cinque anni. Ci viene riconosciuto un ruolo importante nel miglioramento del mondo. Tuttavia bisogna continuare a lavorare per attuare la Strategia di Sicurezza Europea, nonostante tutti i risultati già raggiunti.

Dobbiamo essere più capaci, più coerenti e più attivi se vogliamo sviluppare tutte le nostre potenzialità

Introduzione

Il Consiglio Europeo ha adottato la Strategia di Sicurezza Europea (SSE) nel dicembre del 2003. Per la prima volta, essa ha stabilito i principi ed indicato chiaramente gli obiettivi per promuovere gli interessi di sicurezza europei sulla base dei nostri valori fondamentali.

Essa adotta un approccio completo e continua a mantenere la sua piena validità.