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il Capo Missione esercita il comando e il controllo della missione in teatro e amministra il personale, le risorse e le attività della missione su base quotidiana, sulla base delle

La cooperazione europea di sicurezza a sostegno del processo di pace

Il 4 maggio 1994 fu firmato l’accordo Gaza-Gerico il quale prevedeva che “la Polizia palestinese opererà sotto gli auspici dell’Autorità Palestinese e sarà responsabile per la

4) il Capo Missione esercita il comando e il controllo della missione in teatro e amministra il personale, le risorse e le attività della missione su base quotidiana, sulla base delle

direttive del Comandante Civile delle Operazioni.

EUPOL COPPS (European Union Police Mission for the Palestinian Territories)

Nel giugno 2004 il Consiglio Europeo (Bruxelles, 17-18 giugno 2004) affermava nelle sue conclusioni la sua “disponibilità immediata a sostenere l’Autorità Palestinese nell’assumersi la responsabilità per l’ordine pubblico e la giustizia e, in particolare, a migliorare la sua polizia civile e la sua capacità di imporre il rispetto della legge”. Nel novembre 2004 il Consiglio Europeo (Bruxelles, 4-5 novembre 2004) approvò nelle sue conclusioni un programma d’azione presentato dall’Alto Rappresentante PESC dell’UE Javier Solana che prevedeva azioni nei settori della sicurezza, delle riforme, delle elezioni e dell’economia da sostenere nel breve periodo: la responsabilità per l’attuazione del piano fu affidata al Rappresentante Speciale UE Marc Otte.

Su queste premesse, il 20 aprile 2005 fu istituito l’Ufficio di coordinamento dell’Unione Europea per il sostegno alla Polizia palestinese (European Union Co-ordinating Office for Palestinian Police Support, EU COOPS) all’interno dell’ufficio del Rappresentante Speciale Otte. L’ufficio era inizialmente costituito da 4 esperti di polizia dell’UE guidati da Jonathan McIvor, ed aveva la missione (1) di fornire consulenza al capo della Polizia Civile Palestinese, ai suoi alti comandanti e al ministro degli Interni palestinese, (2) garantire il collegamento con i promotori esterni, in particolare il Coordinatore di Sicurezza USA (USSC) e (3) coordinare le attività di assistenza e monitoraggio. EU COPPS era sostenuto da Spagna, Regno Unito, Olanda e Danimarca e nell’aprile 2005 aveva elaborato, insieme alla PCP, un Programma per lo sviluppo della Polizia Civile Palestinese (PCPDP) triennale (2006-2008) con il duplice obiettivo di formare un servizio di polizia moderno, democratico e responsabile nei confronti delle istituzioni palestinesi e di fornire una cornice adeguata per l’assistenza dei donatori. Il programma si articolava in due azioni distinte: la prima era il miglioramento nel breve periodo delle capacità operative della PCP, mentre la seconda era la riorganizzazione nel medio periodo della PCP.

Secondo quanto reso noto dall’UE, le considerazioni alla base della creazione di EU COPPS furono di due tipi: in primo luogo, “il riconoscimento che il sostengo alla polizia civile palestinese può contribuire a migliorare la vita del popolo palestinese sia riducendo la criminalità e l’insicurezza sia aiutando a creare le condizioni per lo sviluppo economico, così come assistendo l’ANP ad adempiere all’impegno assunto nella Roadmap di razionalizzare i suoi servizi di sicurezza e riformare le sue istituzioni”; in secondo luogo, la considerazione che “il ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza e parte della Cisgiordania

a partire dalla metà di agosto del 2005 rende più urgente il bisogno di un’attività di polizia più efficace nelle aree che ricadranno sotto la supervisione dell’ANP”.

Sulla base del lavoro fatto da EU COPPS, il 18 luglio 2005 il Consiglio Affari Generali decise che il sostegno UE alla polizia civile palestinese avrebbe assunto la forma di una missione civile PESD; di conseguenza, il 14 novembre 2005 il Consiglio adottò l’azione comune 2005/797/CFSP che istituiva la Missione di polizia dell’Unione Europea per i Territori Palestinesi (European Union Police Mission for the Palestinian Territories, EUPOL COPPS). EUPOL COPSS nacque quindi per attuare il programma d’azione triennale sotto la guida del Capo Missione McIvori; la carica di Capo Missione passò poi a Colin Smith (il 1° gennaio 2007) e infine a Paul Robert Kegan (1° gennaio 2009).

Nel triennio 2006-2008 la PCP ha ottenuto il sostegno in termini di uomini o finanziamenti da 38 Paesi europei (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia e Norvegia) ed ha goduto di un bilancio di € 13,9 milioni.

L’attività principale di EUPOL COPPS, tutt’ora in corso, si svolge sul campo della consulenza, la quale è fornita da due dipartimenti che impiegano 13 esperti di polizia: il primo dipartimento è composto da 9 “Consulenti sul campo” che visitano le installazioni di polizia palestinesi in Cisgiordania, valutano l’evoluzione delle capacità della PCP, svolgono la verifica contabile sul personale e le installazioni della PCP e gestiscono le forniture degli equipaggiamenti di base di cui la PCP ha bisogno; il secondo dipartimento è composto da 5 “Consulenti specialisti” che forniscono consulenza nei settori delle investigazioni criminali, delle funzioni di comando e controllo, delle attività di ordine pubblico, della gestione delle risorse umane e infrastrutturali, nelle comunicazioni e nei programmi di addestramento del personale.

Il 6 maggio 2008 il COPS ha esteso il personale della missione di EUPOL COPPS al fine di promuovere in senso ampio dello Stato di diritto con quattro obiettivi specifici, ossia (1) sviluppare una “legge sulla polizia civile” che fornisca le linee guide dell’azione della PCP, tutt’ora assente, (2) promuovere il rispetto dei principi dello Stato di diritto nelle carceri della PCP, (3) istituire all’interno della PCP un’unità specializzata nella protezione dei magistrati e delle aule di tribunale e nella gestione del trasporto dei detenuti, servizi attualmente carenti e infine (4) la lotta contro la violenza domestica e i “delitti d’onore”, che attualmente sfuggono alla gestione dei tribunali e sono gestiti nell’ambito della famiglia

“estesa” palestinese.

In sostanza, la missione UE di sostegno alla polizia civile palestinese ha l’obiettivo strategico di formare un servizio di polizia che sia al tempo stesso (1) garantisca il controllo dell’ANP sui Territori Palestinesi sia per contrastare le milizie ribelli sia per adempiere agli obblighi della Roadmap e (2) sia adeguato ai migliori standard internazionali di polizia in termini di democraticità e efficacia.

Il concetto da evidenziare è che la missione PESD sostiene la Polizia Civile Palestinese in quanto presenta le seguenti caratteristiche, ossia (1) è prevista dagli accordi stipulati tra Israeliani e Palestinesi e (2) ha funzioni esclusivamente di polizia quali la lotta al crimine e il mantenimento l’ordine pubblico. Queste caratteristiche la differenziano da altre agenzie di sicurezza palestinesi sorte dopo il 1994 che non erano previste dagli accordi israelo-palestinesi (come ad esempio l’Agenzia di Sicurezza Preventiva o l’Intelligence Militare) o avevano funzioni di polizia politica e d’intelligence (come l’Agenzia di Sicurezza Preventiva) oppure ancora avevano funzioni militari (come la Forza di Sicurezza Nazionale). Questa impostazione ha permesso alla PCP di sviluppare un’azione di polizia professionale e neutrale rispetto alle rivalità settarie tra gruppi palestinesi, mentre ad esempio la Sicurezza Preventiva tende ad agire come una forza anti-Hamas.

Dal punto di vista europeo, quindi, la PCP è un interlocutore legittimo e il sostegno ad essa è adeguato rispetto alla filosofia europea di sviluppare una capacità di polizia palestinese efficace e rispettosa dei principi dello Stato di diritto.

EUBAM Rafah (European Union Border Assistance Mission at Rafah Crossing Point)

EUBAM Rafah è la seconda missione civile PESD sviluppata nel 2005 sotto la guida italiana rappresentata dal Gen. Pietro Pistolese. Essa iniziò in un momento critico per lo sviluppo delle istituzioni palestinesi e dei rapporti israelo-palestinesi, visto che il governo di Ariel Sharon aveva appena terminato (nel settembre 2005) il ritiro unilaterale israeliano dalla Striscia di Gaza.

Il 15 novembre 2005 il Governo israeliano e l’ANP firmarono l’ “Accordo sul Movimento e l’Accesso” che prevedeva i principi di funzionamento del valico di Rafah, posto al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. Il 25 novembre iniziò la fase operativa della missione con l’obiettivo di fornire “un osservatore imparziale” sul valico di Rafah al fine di contribuire all’apertura del valico stesso e alla costruzione della fiducia tra il Governo israeliano e

l’ANP. I compiti della missione sono (1) monitorare, verificare e valutare le prestazioni dell’ANP nella gestione del valico, (2) fornire consulenza agli operatori doganali palestinesi al fine di migliorarne le capacità di gestione del valico e (3) gestire il collegamento tra le autorità di frontiera palestinesi, israeliane ed egiziane.

La missione si è trovata a gestire una parte cruciale dei rapporti israelo-palestinesi, dato che secondo gli Israeliani il corridoio di Filadelfia (che segna il confine tra la Striscia Gaza e l’Egitto) è luogo di traffico di militanti, armi e materiali sensibili utilizzati negli attacchi contro Israele provenienti dalla Striscia di Gaza. Tale traffico avviene mediante una fitta rete di tunnel sotterranei che passa sotto la frontiera.

La missione è rimasta operativa dal 25 novembre 2005 fino al 13 giugno 2007, giorno in cui è stata sospesa a causa della recrudescenza della violenza tra i miliziani palestinesi di Hamas e Fatah, e da allora ha mantenuta la capacità operativa senza peraltro poter riprendere le operazioni. L’11 novembre 2008 il COPS ha nominato il francese Alain Faugeras quale nuovo Capo Missione di EUBAM Rafah.

Conclusioni

Le due missioni PESD stanno proseguendo in modo disomogeneo, laddove EUPOL COPPS continua ad operare in Cisgiordania mentre EUBAM Rafah è attualmente sospesa, sebbene non terminata. Le due missioni PESD erano state avviate nel 2005 in seguito alla fine della seconda intifada (avvenuta con la tregua del marzo 2005) e il conseguente ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza. Dopo 5 anni di violenze tra Israeliani e Palestinesi il momento sembrava propizio per sviluppare il ruolo dell’UE nell’assistenza di sicurezza ai Palestinesi, un settore cruciale per la promozione del processo di pace israelo-palestinese. Le due missioni PESD garantivano per la prima volta un ruolo visibile dell’UE anche nel settore della sicurezza, nel momento in cui il potenziamento delle Forze di Sicurezza Palestinesi era cruciale sia per l’affermazione del governo dell’ANP sulle milizie rivali nei Territori Palestinesi sia per adempiere agli obblighi della Roadmap nei confronti di Israele. Così come si era verificato per la PESC, l’esistenza stessa delle missioni rappresenta di per sé un successo per l’UE, se si considera la difficoltà di far convergere le politiche nazionali europee in materie di difesa. Ancora una volta, le politiche europee venivano collaudate nell’ambito del conflitto israelo-palestinese. Tali considerazioni mantengono ancor oggi la loro validità.