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Contestualizzazione della ricerca nel paradigma di riferimento e

adottate

La visione generale dei paradigmi offerta nei paragrafi precedenti deve essere interpretata come propedeutica ai fini del necessario inquadramento ontologico, epistemologico e metodologico della ricerca di cui in questa sede si vogliono illustrare i risultati.

L’obiettivo generale della ricerca è quello di spiegare come possanorelazionarsi la leadership femminile e la vision organizzativa. Da una parte, dunque, comprendere quali possano essere i modi in cui la leadership femminile può elaborare vision organizzative, e, dall’altra, come la vision si manifesti efficace ai fini dell’agire organizzativo e indagarne l’influenza reciproca

Le teorie di riferimento in merito ai temi della leadership femminile e della vision organizzativa sono già state oggetto dei capitolo precedenti. Questa è tuttavia la sede preposta perché vengano a definirsi le intenzioni di definizione e verifica di nuove proposizioni teoriche e testarne il carattere innovativo. Se le verifiche fatte su proposizioni nate in virtù dell’analisi delle teorie esistenti risultassero vere, si potrebbe giungere alla

317 Fattore, 2005, p. 13.

318 “La capacità di realizzare la distinzione tra il conoscere ed il valutare, cioè tra l’adempimento

del dovere scientifico di vedere la realtà dei fatti e l’adempimento del dovere pratico di difendere i propri ideali – questo è il principio al quale dobbiamo attenerci più saldamente” (Weber, 1904, cit. in Rossi 1974, pp. 106-107).

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conclusione che le stesse possono avere l’ardire di aggiungervi un ulteriore aspetto all’oggetto dello studio e far considerare plausibilmente veritiera e svolta in maniera corretta da un punto di vista metodologico l’intera ricerca.

La volontà dunque insita nella ricerca è quella di riuscire ad osservare la realtà per poter riuscire a spiegare le intuizioni avute e individuare una loro plausibile veridicità sulla base della teoria analizzata di riferimento. Non si cercherà di enunciare nuove teorie derivanti dalla realtà studiata e nemmeno si condurrà un’indagine in cui vi è interazione tra lo studioso e l’oggetto studiato.

Le intenzioni sono dunque quelle di portare avanti uno studio con un approccio postpositivista, per il tramite di processi deduttivi, attraverso l’uso di tecniche, tuttavia,

non puramente quantitative nonostante l’uso delle variabili319, allo scopo di trovare delle

nuove leggi, attraverso processi di generalizzazioni, tuttavia aperte alla revisione320.

Perché possano essere facilmente individuabili le ragioni di tali scelte, sia di natura paradigmatica che metodologica, segue una classificazione delle stesse ripercorrendo le fasi metodologiche fornite finora a carattere introduttivo.

A) Sulla questione ontologica:

chiedendosi quale possa essere la natura della realtà che è oggetto dello studio, si è riconosciuta alla stessa e alle sue rappresentazioni, che in questo caso assumono la declinazionidella leadership femminile e della vision organizzativa, la possibilità di una conoscenza parziale, imperfetta, non deterministica, abbracciando così la posizione del “realismo critico” proprio del postpositivismo.

B) Sulla questione epistemologica:

si presume la non interferenza dell’agire dello studioso tuttavia non si farà ricorso a tecniche puramente quantitative. Non vi è interdipendenza tra chi sta approntando la ricerca e l’oggetto della stessae il considerare in questi termini la questione pone lo studio ancora una volta nella prospettiva postpositivista. Non si ricorre inoltre all’intervento diretto dello studioso nelle dinamiche di indagine e la generalizzazione che si ha

319 Si rimanda ai paragrafi 3.2.5.1. 320 Corbetta, 2003.

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l’intenzione di offrire è indirizzata a fornire leggi provvisorie oggetto di revisione ma che al contempo ne individuino il significato profondo.

C) Sulla questione metodologica:

le intenzioni sono quelle di indagare i fenomeni non considerandoli tuttavia oggetto dell’empirismo classico né tanto meno solo come risultato di processi di comprensione del significato attribuito dal soggetto alla propria azione. Si è scelto per questo motivo, riconoscendo il distacco tra studioso e oggetto dello studio, e tuttavia la possibilità di indagare meno superficialmente e in modo oggettivo la realtà, una tecnica non puramente quantitativa con considerevoli aperture a collocarla tra quelle qualitative. È bene specificare come la ricerca qualitativa sia indirizzata a

a. Comprendere un fenomeno attraverso la prospettiva interna del significato che le

persone danno alle loro esperienze e non da quella esterna del ricercatore321

b. Spiegare un fenomeno dove vi sia una carenza teorica, dove non si è espresso

pienamente attraverso la costruzione induttiva di astrazioni, teorie e ipotesi. I ricercatori qualitativi, infatti, “non sperano di trovare dati a conferma di una teoria, ma di trovare una teoria che spieghi i loro dati322”

c. Generare un prodotto descrittivo in grado di trasmettere la conoscenza sul

fenomeno attraverso l’uso di parole, descrizioni e illustrazioni piuttosto che di numeri32.

È bene ora distinguere, grazie anche all’intervento chiarificatore di Corbetta323, tra

metodologia della ricerca e tecniche per conseguire i risultati. Se sulla metodologia si è già detto nel paragrafo 3.1, in questa sede è bene precisare che le tecniche, invece, sono “le specifiche procedure operative di cui una disciplina scientifica si avvale per

l’acquisizione ed il controllo dei propri risultati empirici324”. Vi si individuano gli

strumenti pratici perché si conseguano i risultati della ricerca. Nello studio che in questa sede si vuole presentare, ricalcando la collocazione nel paradigma post-positivista, le tecniche non saranno quelle di natura puramente quantitativa, facendo eco alla possibilità

di un’apertura di tale approccio verso le tecniche qualitative325. La scelta infatti è ricaduta

sull’intervista strutturata che viene considerata “il più genuino – e probabilmente unico –

321 Sherman & Webb, 1988, p. 7. 322Goets & LeCompte, 1984, p. 4. 323 Corbetta, 2003, Vol. III . 324Corbetta, 2003, Vol. III, p. 7 325Corbetta, 2003, Vol. I, p. 30

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caso di tecnica che in effetti cerca di mediare fra i due approcci326”conducendo un’analisi

di studio di casi.

Riassumendo quanto detto finora e giungendo dunque alla contestualizzazione metodologica della ricerca, si può dire che l’intento della stessa è quello di individuare, qualora esistesse, una relazione tra la capacità visionaria della leadership femminile e l’efficacia delle vision agendo attraverso una strategia di ricerca come quello dello studio di casi che si avvale della tecnica dell’intervista strutturata come giusto compromesso tra approcci quantitativo e qualitativo delle tecniche di indagine.