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I CONTROLLI DA PARTE DELLA ASL: LA PREVIA CONOSCENZA DELLE VISITE DA PARTE DI CAFUERI

LE CONDIZIONI GENERALI DELLO STABILIMENTO DI TORINO NEL DICEMBRE 2007

I CONTROLLI DA PARTE DELLA ASL: LA PREVIA CONOSCENZA DELLE VISITE DA PARTE DI CAFUERI

E’ documentalmente appurato che lo stabilimento TK di Torino nel dicembre 2007 non aveva ottenuto dal competente Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino il prescritto certificato di prevenzione incendi.

L’istruttoria che si è svolta nel processo è riepilogata alle p. 178 e 179 della prima sentenza e ha portato a ricostruire che lo stabilimento, che aveva iniziato a lavorare dall’8.3.1985, era andato avanti in base a nulla osta provvisori 433che il Comando aveva rilasciato sulla base di studi prodotti dalla stessa TKAST (uno, in data 3.12.97, redatto dall’Ing. AGOSTINI) in cui venivano indicate alcune opere che l’azienda avrebbe realizzato. Il Comando aveva rilasciato il 24.6.98 il nulla osta provvisorio, subordinando il rilascio del certificato definitivo alla effettiva realizzazione degli interventi programmati

Dopo il disastroso incendio che si era verificato presso il Sendzimir 62 il 24.3.2002 (di cui alla sentenza definitiva di cui si è già detto), il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco aveva sollecitato il 24.6.02 l’azienda a realizzare le opere già programmate e la TKAST, nella persona del direttore Raffaele SALERNO, aveva risposto producendo il 12.12.03 uno studio a firma dell’ing. Bernardino QUETO in cui si davano per realizzati gli interventi sul Sendzimir 62 e si indicavano le altre opere ancora da realizzare negli altri settori dello stabilimento.

Il Comando dei Vigili del Fuoco aveva rilasciato un nuovo nulla osta provvisorio in data 23.12.03/14.1.2004 in cui si davano per realizzati i lavori relativi alla sola area danneggiata dall’incendio del 24.3.02 e si prendeva atto che l’azienda aveva dato massima priorità al miglioramento della rete idrica e all’apprestamento di vari impianti di rivelazione e spegnimento automatici/manuali. Per ciò che riguardava l’intero complesso, si richiedeva un piano

432 Ud. 17.12.09

433 Visibili in fasc. 1 di Fald. 27

138 programmatico dei lavori secondo un ragionevole scadenziario temporale. Nelle more, l’autorizzazione provvisoria all’attività produttiva era condizionata all’ aggiornamento della Valutazione dei rischi di incendio ed esplosioni tenendo presenti le caratteristiche delle sostanze impiegate per uso tecnologico e all’aggiornamento di un Piano di emergenza antincendio, tenute presenti le disposizioni di cui al D.Lvo 626/94.

Raffaele SALERNO aveva inviato una missiva ai Vigili del Fuoco in data 22.1.2004 con allegato crono programma di tutti gli interventi richiesti, da ultimarsi entro il dicembre 2005434.

In merito ai lavori da eseguirsi secondo tale cronoprogramma è stato sentito nel processo Giorgio RUZZA435, titolare della ditta SIRIES Sistemi Anticendio Srl: ha riferito che, nel 2004/05, la TKAST li chiamò a partecipare ad un appalto per la realizzazione di vari lavori in vista dell’ottenimento del certificato di prevenzioni incendi (lavori che riguardavano molti impianti e l’intero stabilimento fra cui la sostituzione presso la linea 5 dei vecchi impianti manuali con automatici); avevano visitato l’impianto e presentato la loro offerta (per 500.000 euro) ma poi la procedura di appalto si era fermata e i lavori non erano stati affatto realizzati436.

Erano seguite varie richieste di proroga di tali termini da parte della TKAST, fino a giungere al 10.1.2006 quando Raffaele SALERNO, su preparazione di CAFUERI437, aveva inviato un’ennesima missiva438 al Comando dei Vigili del Fuoco attestando che alcuni degli interventi previsti nel piano del 2003 (come l’anello idrico) erano stati realizzati e chiedendo, per l’onerosità tecnica ed economica di realizzazione degli altri ancora mancanti, lo slittamento del termine al dicembre 2007.

In realtà sono state sequestrate due lettere con questo medesimo contenuto ma diversa data di realizzazione delle opere (dicembre 2007 e dicembre 2006), entrambe firmate da SALERNO e riportanti la stessa data 10.1.2006: ma solo quella che indica il dicembre 2007 risulta essere stata inviata ai Vigili del Fuoco, mentre quella con data più ravvicinata no439. La circostanza, come sottolineato dal Difensore di SALERNO nella sua arringa in fase d’appello, potrebbe significare un’iniziale intenzione di SALERNO di fissare la realizzazione alla data più vicina, impedita poi da una disposizione contraria arrivata da Terni. Non sono sequestrate mail di questo contenuto ma certo i dirigenti potevano comunicare anche solo via telefono. E’ il caso poi di ricordare che nel dicembre 2006 solo una ristretta cerchia di dirigenti (fra cui oltre a ESPENHAHN, PUCCI e

434 Fald. 53 Perq pag. 9, in fotocopia a p. 132 di appello Espenhahn

435 Ud. 25.6.09

436 Sono state sequestrate varie offerte di lavori da parte di altre ditte: C.M.A. Sistemi Anticendio Srl offerta del 18.4.05 (non per la linea 5, Fald. 72/perq, p. 276), SES ASA Protection offerta del 27.4.06 (cabina elettrica, trasformatori e centraline oledinamiche linea 5 Fald. 72/perq.,p. 171), Italsistem del 1.6.06 (cabina elettrica, trasformatori e centraline oledinamiche linea 5 Fald. 72/perq. P. 141-170), CMA Sistemi Anticendio Srl offerta del 20.12.05 (cabina elettrica, trasformatori e centraline oledinamiche linea 5 Fald. 72/perq. P. 38-140), Siries Sistemi Anticendio offerta 28.11.05 (cabina elettrica, trasformatori e centraline oledinamiche linea 5 Fald. 72/perq.,p. 6-37), Tecno Engineering offerta del 22.7.05 (cabina elettrica, trasformatori e centraline oledinamiche linea 5 Fald. 72/perq., p. 272-275).

437 Dopo corrispondenza tecnica fra CAFUERI e l’ing. QUETO in data 10 e 23..06, : v. 223-224127 in Fald. 127/

PERQ e in fasc. 1 di Fald. 27.

438Fald. 53/PERQ p. 2 e 3

439 Si può leggere il tutto in Fald. 53 pp. 2 e 4

139 PRIEGNITZ vi era certo MORONI, v. infra) sapeva che al dicembre 2007 in realtà lo stabilimento di Torino sarebbe stato in piena fase di smantellamento e che dunque i lavori richiesti dai Vigili del Fuoco non sarebbero mai stati realizzati.

Nel corso di tali anni erano state nel frattempo scambiate, a margine di tali rapporti esterni con i Vigili del Fuoco, varie comunicazioni440 fra i dirigenti della TKAST, che sono state acquisite in atti Così,

• il 16.7.03 CAFUERI invia a MORONI una mail441 in cui allega l’aggiornamento dei preventivi per i lavori di messa a norma e sottolinea che la loro mancata realizzazione comprometterebbe l’ottenimento del C.P.I.

• il 23.1.04 Raffaele SALERNO comunica il cronoprogramma dei lavori concordato con i Vigili del Fuoco a Daniele MORONI e p.c. ESPENHAHN, chiedendo la collaborazione del primo per rispettare quanto concordato con i Vigili del Fuoco.

• il 28.9.04 CAFUERI spedisce a MORONI (e p.c. a SALERNO e a Mauro DONNINI) una missiva con l’indicazione delle spese (per 510.000 euro e 400/500.000 euro442) per le opere la cui realizzazione viene indicata come indispensabile entro il 31.12.05 secondo le linee concordate con i Vigili del Fuoco. CAFUERI sottolinea che è indispensabile l’intervento di MORONI, la cui disposizione è necessaria per poter proseguire nella trattativa col fornitore.

• l’11.10.05 CAFUERI scrive a PENNESI responsabile Area EAS di Terni443 (e p.c. a SALERNO e MORONI) chiedendo un suo sopralluogo a Torino per completare la valutazione tecnica delle offerte dei vari fornitori.

• Mentre dunque da Torino SALERNO e CAFUERI chiedono collaborazione agli uffici di Terni perché si dia il via libera alle opere prevenzionali per il C.P.I., il 9.12.05 MORONI scrive444 ad ESPENHAHN riservatamente come da accordi allegando l'elenco del costo delle attività più importanti sostenute o da sostenere per ammodernamenti, sostituzioni parti meccaniche, revisioni nello stabilimento di Torino nell'anno 2004/05(per la Linea 5: 14.000 per Impianto aspirazione fumi, 325.000 per Recupero fumi forno, 70.000 per Steam box) e il crono programma (da maggio a gennaio) di una serie di altre opere relative alla realizzazione di una torre fino al montaggio di una nuova linea [presumibilmente la BA dotata appunto di torre]; la lettera 9.12.05 di MORONI è chiaramente la risposta all’incarico che è stato a lui affidato nella già citata riunione riservata che hanno tenuto i tre consiglieri delegati ESPENHAHN, PUCCI e PRIEGNITZ il 2.12.05445, in cui hanno discusso dei problemi gestionali di Torino e del relativo piano di investimento per gli anni 05-06, 06-07 e 07-08 e hanno deciso che MORONI debba affiancare il responsabile controllo gestione BERKENHEIDE per specificare gli investimenti per i prossimi anni.

440 Leggibile in Fald. 28 Perq. Pp. 657-663

441 faldone 120 pagine 1-42

442 Vedasi appalti lanciati e offerte raccolte

443 Ud. 9.6.09

444 Fald. 123 p. 226-228

445 Documento sequestrato v. Fald. 3, 115 p. 12, ripreso a P. 26 di ct Rivella/Pedone in Fald. 18/A

140

• Il 20.7.2006 CAFUERI scrive una mail446 a PENNESI, in merito allo stato di avanzamento delle opere relative agli impianti antincendio di Torino e in allegato indica che la Fornitura acque affidabile non è implementabile perché il lay-out dello stabilimento non lo permette [si ricorderà come nel disastroso incendio torinese del 24.3.2002 i Vigili del Fuoco non avessero potuto attingere acqua dalla Dora ma avessero dovuto intervenire con propri camion di azoto; si ricorderà come la realizzazione dell’anello idrico risulterà inefficace la notte del 6.12.07 per spegnere l’incendio].

***

Nel frattempo, il 2 dicembre 2004 la Regione Piemonte organizza ex art. 6 del D.lgs. 334/99 (Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose, cd. legge Seveso) un sopralluogo nello stabilimento da parte di un funzionario preposto al settore grandi rischi ambientali, l’Ing. Milena ORSO GIACONE, poi sentita nel processo447. Al sopralluogo presenziano il gestore448 Raffaele SALERNO e il RSPP Cosimo CAFUERI. Avendo riscontrato nello stabilimento un quantitativo di acido fluoridrico (presente nelle vasche di decapaggio) superiore alle tabelle allegate al testo normativo, il funzionario attribuisce all’unità produttiva la qualifica di stabilimento a rischio di incidente rilevante ai sensi dell’art. 8 D.lgs. 334/99 , rispetto alla quale il gestore dello stabilimento è tenuto a redigere un Piano di sicurezza con indicazione delle specifiche opere di prevenzione da realizzare.

Già il 3.12.2004 la dirigenza TKAST dello stabilimento invia il prescritto rapporto di sicurezza449. Inizia un complesso procedimento tecnico/amministrativo con, da una parte, il gestore dello stabilimento Raffaele SALERNO, dall’altra, il Comitato Tecnico Regionale e il Comitato nominato dal Ministro dell’’Ambiente nelle rispettive competenze previste dal D.Lgs. 334/99.

Esso si articola attraverso la presentazione da parte dei tecnici della TKAST di vari documenti contenenti la valutazione dei rischi specifici e le opere da realizzare per evitarli, cui seguono vari sopralluoghi da parte degli organi pubblici (atti acquisiti nel processo, l’ultimo sopralluogo effettuato dal Comitato nominato dal Ministro dell’Ambiente è del 27.6.06, l’ultimo da parte del Comitato Tecnico Regionale è del 15 gennaio 2007; nel verbale del Comitato del 21.6.07 si rileva la presenza di perdite e ristagni d’olio, di carta o stracci e si impongono prescrizioni fra cui quella di togliere le perdite d’olio). Inoltre il CTR raccomanda una attenta attuazione del Sistema di Gestione della Sicurezza, con particolare riguardo alle operazioni finalizzate alla sicurezza in caso di eventi anomali, previsti in regime manuale nell’attuale assetto organizzativo dello stabilimento, come si evince dall’analisi dei rischi prodotta”.

Sul significato di quest' ultima prescrizione (“in caso di eventi anomali, previsti in regime manuale nell’attuale assetto organizzativo dello stabilimento”) ha testimoniato nel processo il suo autore, Michele FERRARO, Direttore Generale dei Vigili del Fuoco del Piemonte e Presidente del

446 faldone 119 pagine 519-524

447 Ud. 24.3.2010, doc. in fasc. 1 di Fald. 27

448 Figura prevista dal D.lgs. 334/99

449 Fald. 16

141 Comitato Tecnico Regionale, che ha spiegato che era proprio la condizione di provvisorietà in cui venivano svolte le lavorazioni in previsione della chiusura dello stabilimento ad affidare alcune azioni alla mano dei lavoratori anziché a dispositivi automatici. Da qui l’aumento del rischio e la ritenuta necessità da parte del CTR di inserire la prescrizione.

Altra prescrizione (punto 8) del verbale del 21.6.07 che indica il CTR è "tutte le zone in cui possono verificarsi i rilasci di soluzioni acide ed oli devono essere opportunamente impermeabilizzate e dotate di organi di convogliamento nell'impianto trattamento reflui" . Anche tale prescrizione è stata motivata in aula dal già citato FERRARO con l'importanza di smaltire i ristagni di olio.

Il procedimento sfocia nella relazione finale dell’8 dicembre 2007 del Comitato nominato dal Ministro dell’Ambiente450. La relazione contiene un giudizio positivo sullo stabilimento nel senso che dà atto che “la TKAST ha posto in atto tutte le misure necessarie per prevenire l’insorgere di situazioni che possono condurre a incidenti con possibili rilasci di sostanze tossiche o incendi.”

L’istruttoria condotta nel processo circa l’andamento di questo iter amministrativo non si è limitata all’acquisizione dei documenti ma si è articolata in varie testimonianze:

• L’ing. Alfredo ROMANO dedotto dalla Difesa ha precisato451 che tutti i documenti e gli studi che erano stati prodotti dalla TKAST avevano riguardato anche il rischio di incendio, ma solo in stretta relazione alla rilevata presenza di sostanze pericolose. Così, essendo esclusa un’interconnessione fra i flessibili con olio a pressione della APL5 e l’acido fluoridrico, non se ne era tenuto conto.

• Il vigile del fuoco Luca DE MARCO, membro di entrambi i Comitati, ha dichiarato452, con riferimento al sopralluogo sviluppatosi dal 5 al 27.6.06, che era stato loro consigliato dai rappresentanti dell’azienda, per evitare rischi, di effettuare la visita tutti insieme e in un percorso predeterminato e guidato. Tale percorso aveva ricompreso pure la APL5, rispetto alla quale la valutazione dei rischi era poi stata fatta solo sulla base dei documenti aziendali. Pietro BALBINO, funzionario regionale e membro del Comitato ministeriale, lo ha confermato453.

• Caterina DI BITONTO funzionario regionale e membro del Comitato ministeriale di cui poi ha redatto la relazione finale, non ha ricordato molto dei fatti454 riportandosi alla propria relazione e attestando che essa si riferiva al giugno 2006.

• Cristina ZONATO, funzionario ARPA ha riferito455 che il 21.6.2007 si tenne la seduta collegiale del Comitato Regionale in cui fu illustrato ed approvato il rapporto del gruppo di lavoro e indicate all’azienda alcune prescrizioni. Ultimata la seduta, vennero sentiti SALERNO e CAFUERI che stranamente non fecero alcuna obiezione rispetto agli interventi

450 Documenti acquisiti in Fald.153/119/PERQ.

451 Ud. 2.3.10

452 Ud. 16.3.10

453 Ud. 16.3.10

454 Ud. 12.5.10

455 Ud. 24.3.10

142 prescritti ma dichiararono che probabilmente essi non sarebbero stati realizzati perché lo stabilimento sarebbe stato chiuso entro l’anno.

• Ugo RICCOBONO, Comandante dei Vigili del Fuoco e membro del Comitato Regionale, ha detto456 con riferimento al sopralluogo del 15.1.2007 di aver visitato per 5-10 minuti anche la APL5 che non aveva attirato la sua attenzione perché secondo le informazioni ricevute dall’azienda non si presentava come zona a rischio incendi e perché non si vedevano i tubi che conducevano olio a pressione. In dibattimento il teste ha affermato che i rischi maggiori presentati non erano quelli ambientali ma quelli da incendio perché vi erano perdite d’olio e caratteristiche meccaniche e di temperatura atte a innescarle. Tanto che a marzo 2005 avevano rilevato l’incompletezza del rapporto di sicurezza già inviato dall’azienda perché mancante del versante rischio incendio.

• Massimo GIANNONE, funzionario regionale, segretario del Comitato Regionale e del gruppo di lavoro Sistema Gestione Sicurezza, che aveva accompagnato RICCOBONO nel sopralluogo 15.1.2007, non ricorda le linee e dice che fecero un giro in generale per lo stabilimento 457.

• Il già citato Michele FERRARO, Direttore Generale dei Vigili del Fuoco del Piemonte e Presidente Comitato Tecnico Regionale ha dichiarato458 che la presenza di perdite e ristagni d’olio, di carta o stracci rilevata nel verbale sopralluogo del 21.6.07 era una disattenzione molto grave tanto che meritò la prescrizione già indicata.

***

Anche la ASL TO1 ha competenza nel controllo dello stabilimento.

Sono stati individuati dal PM i nomi dei funzionari che avevano effettuato i controlli sullo stabilimento e sono stati sequestrati gli archivi informatici della loro posta elettronica459. I sopralluoghi nello stabilimento della TK di Torino si fermano a prima dell’estate 2007.

Vi è in atti460 una mail inviata da CAFUERI il 12.9.06 a capi reparto e capi turno e per conoscenza anche al direttore Raffaele SALERNO in cui vi è la prova che i dirigenti sapevano in anticipo le date di tali sopralluoghi e davano disposizioni perché le linee venissero tenute in ordine e il personale indossasse i presidi personali [così come abbiamo visto riferito da vari operai cui veniva ordinato previamente di tirare a lucido lo stabilimento]:

"Vi informo che venerdì 15 c.m. vi sarà una ispezione da parte di funzionari ASL.

L'ispezione riguarderà, probabilmente, il Sendzmir 42, impianti ecologici, abbattimento fumi, centrale termica, magazzino e uffici. Siete pregati pertanto di verificare che i suddetti impianti e/o locali siano mantenuti in ordine e che non vi siano problemi di sicurezza. Vi rammento che l'ispezione riguarda anche il personale presente, pertanto si raccomanda l'uso dei DPI [dispositivi di protezione individuale, nde] da parte vostra e dei vostri collaboratori."

456 Ud. 24.3.10

457 Ud. 24.3.10

458 Ud. 16.3.10

459 In Fald. 3/372/1/atti

460 Fald. 127 p. 222

143 La Difesa degli imputati ha citato a loro favore una serie di funzionari e dipendenti della ASL che, presentatisi all’ud. 2.3.2010, non hanno risposto avvalendosi della facoltà loro accordata dal fatto di essere stati nel frattempo indagati dalla Procura di Torino per reati di abuso d’ufficio e falso ideologico.

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