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IL RUOLO DEI SINDACATI E DEI RAPPRESENTANTI PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI

LE CONDIZIONI GENERALI DELLO STABILIMENTO DI TORINO NEL DICEMBRE 2007

IL RUOLO DEI SINDACATI E DEI RAPPRESENTANTI PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI

Già nel marzo del 2005 circola riservatamente nella TKAST (meeting dei dirigenti italiani a Roma) una presentazione in power point259 di un progetto relativo alla chiusura (closure) dello stabilimento di Torino in cui si prevede l’inizio dello smantellamento dei suoi impianti (compresa la APL5) per il loro trasferimento nello stabilimento di Terni a dicembre 2005. Nell’allegato alla presentazione vi è il confronto fra i costi da sostenere per la chiusura dell’impianto e gli incassi per vendita del terreno e riduzione degli stock: il saldo è in attivo per 30 milioni di euro.

Il progetto di chiusura di Torino va avanti. E’ infatti stato sequestrato un piano aziendale riservato del 24.11.05260 in lingua tedesca denominato Standortoptimierung TKL-AST– in italiano Ottimizzazione dell’ubicazione TKL-AST- che affronta in maniera completa i problemi relativi allo smantellamento di Torino fino al dettaglio di individuare il sito fisico (Reparto dismesso di produzione dell’acciaio magnetico) a Terni in cui collocare la APL5 di Torino.

Si tratta di uno studio complesso in cui si analizza l’andamento della produzione mondiale dell’acciaio per concludere che vi è sovrapproduzione, si indica la soluzione nella riduzione dei costi, si analizza pure l’impatto della chiusura di Torino sul fronte delle perdite per scioperi e la

257 Ud. 17.12.09

258 Ud. 17.12.09

259 Sequestrata nel pc del dott. Paolo REGOLI, funzionario amministrativo di Terni ed in atti, v. fald. 130 perq. P. 348-350 tradotta in italiano fald. 17.c cart. 5 file doc.23 n. 1.2, foglio a-182.doc. V. p. 29-33 di relaz. ct. Rivella/Pedone in Fald. 18/A. Per l’analisi di tutta la documentazione sequestrata v. ct Rivella/Pedone

260 Fald. 116 pp. 193-259, riportato nelle pp. 34-42 di relaz. ct Rivella/Pedone in Fald. 18/A

100 capacità del mercato locale di riassorbire la manodopera in esubero; si conclude indicando nella chiusura dello stabilimento di Torino un risultato di produzione di 650 mila tonnellate di nastro a freddo all’anno, un risparmio di costi dell’ordine milioni di euro rispettivamente negli anni 2006, 07 e 08.

Le motivazioni di tale spostamento sono esplicitamente ricollegate a riduzione di costi (personale, costi logistici, risparmio sui costi energetici), alla dimensione subcritica ormai raggiunta da Torino dato che rimarrebbero solo pochi impianti in buone condizioni tecniche, ad una più ampia strategia industriale dell’intera holding.

In una riunione riservata del 2.12.2005261, gli imputati ESPENHAHN, PRIEGNITZ e PUCCI discutono fra di loro dei problemi gestionali di Torino e del relativo piano di investimento per gli anni 05-06, 06-07 e 07-08 e decidono che il responsabile controllo gestione BERKENHEIDE dovrà specificare gli investimenti per i prossimi anni insieme all'imputato MORONI (che, come vedremo, sarà in grado di inviare una lettera dettagliata in risposta a ESPENHAHN già in data 9.12.05262).

A dimostrazione di come la chiusura di Torino sia una risposta in termini di abbattimento dei costi assunta a livello dirigenziale più alto della TK al problema della sovrapproduzione contingente di acciaio ci penserà poi la Relazione al bilancio TKAG del 30.9.07, pubblicata sul proprio sito internet e acquisita263: essa riporta che nell'ultimo esercizio vi è stata una significativa riduzione delle vendite di acciaio inox dovuto a vari fattori di congiuntura complessiva e che, per contrastare tale situazione, la TKAST ha avviato la contromisura della ristrutturazione che prevede di concentrare a Terni tutte le produzioni. Ciò avverrà attraverso il trasferimento cadenzato delle unità di produzione di Torino per migliorare la competitività.

Per il periodo residuo di attività di Torino non viene manifestata alcuna attenzione ai problemi della sicurezza sul lavoro: infatti, per ciò che attiene gli investimenti a fini di sicurezza sul lavoro la bozza dà atto che la TKAST ha aderito alla campagna antincendio indetta da TKL pari a 13 milioni ripartiti fra i due esercizi 2006/07 e 2007/08 e che a maggio 2007 è stato avviato un progetto per aumentare la capacità di TKAST con l'approvazione di TKL e TKAG che prevede importanti investimenti nel sito produttivo di Terni [ma non Torino] da intraprendere nei prossimi due anni.

Conclusivamente la bozza afferma: “Oltre ad espandere la propria posizione in America del Nord, il segmento Stainless ha operato una ottimizzazione dei propri stabilimenti europei. A seguito della chiusura dello stabilimento di Torino, la controllata italiana TKAST sta trasformando lo stabilimento in una fabbrica integrata di acciaio inossidabile di livello mondiale”.

Sono acquisiti i documenti interni aziendali in cui la dirigenza della TKAST programma una serie di incontri riservati anche con autorità pubbliche torinesi in vista della chiusura di Torino264.

261 Documento sequestrato ripreso a P. 26 di ct Rivella/Pedone in Fald. 18/A

262 Fald. 123 p. 226-228

263 V. Fald. 104 contenente la Bozza di bilancio al 30.9.2007 e poi p. 7 di ct Rivella Pedone in Fald. 18/A

264 ct PM Rivella/Pedone in Fald. 18/A

101 Ma, ancora nel 2006, la notizia della chiusura dello stabilimento è conosciuta solo da una ristretta cerchia di alti dirigenti: infatti nel verbale del c.d.a della TKAST del 20.1.2006265 ESPENHAHN propone ed ottiene l’approvazione dell’installazione a Terni (nello stesso Reparto dismesso di produzione dell’acciaio magnetico che Standortoptimierung aveva indicato per ricevere la APL5 di Torino) di una nuova linea di ricottura e decapaggio per supplire alle deficienze delle attuali linee a caldo (nuova linea che produrrà proprio quelle stesse 650 mila tonnellate di nastro all’anno che Standortoptimierung aveva indicato quale risultato dell’accorpamento dei due stabilimenti). In altre parole, neppure al CdA ESPENHAHN dice che si sta studiando fattivamente la chiusura della fabbrica di Torino.

Secondo la testimonianza di Maurizio GRISANTI266, egli riceve da ESPENHAHN l’incarico di studiare l’impatto del trasferimento di tutta la produzione a Terni da effettuarsi fra la fine del 2005 e l’inizio 2006, ma poi tale studio si ferma.

Infatti il trasferimento subisce una serie di slittamenti.

Una prima volta dal dicembre 2005 (data prevista dalla presentazione in power point del marzo 2005) all’estate 2006: ciò risulta dal documentogià citato intitolato Einleitung che viene trovato a Terni nella borsa personale di ESPENHAHN e che contiene appunto i motivi di tale slittamento e cioè il contemporaneo svolgimento a Torino delle Olimpiadi della neve nel febbraio 2006.

Una seconda volta all’estate 2007 per un altro motivo: lo stesso Einleitung spiega infatti che, a seguito del disastroso incendio che ha bloccato nel giugno 2006 lo stabilimento di Krefeld di TK Nirosta (sul quale infra), è l’intera holding che ha bisogno di supplire alla mancata produzione a freddo tedesca con quella italiana (anche di Torino). Lo stesso GRISANTI testimonia267 di aver ricevuto di nuovo, a fine 2006-inizio 2007, da ESPENHAHN un nuovo incarico per studiare l’accorpamento delle lavorazioni a Terni, e di avervi lavorato a tempo pieno a partire da marzo 2007.

Infine, sempre Einleitung dà infine atto che la chiusura è definitivamente slittata, per i problemi di ricollocazione sul mercato delle maestranze licenziate e previo accordo con i sindacati (avvenuto anche grazie alla mediazione ministeriale) al settembre 2008. La chiusura avverrà con graduale arresto della produzione, nessun licenziamento e anzi offerta di lavori alternativi a tutti i lavoratori con standard più vantaggiosi di quelli operati normalmente in ambito TK.

Per ciò che attiene precisamente i tempi di arresto della lavorazione della APL5 in vista del suo smontaggio e trasferimento a Terni, esiste un documento sequestrato del 13.11.07268 in cui ESPENHAHN indica la data del febbraio 2008.

La notizia del progetto di chiusura trapela all’esterno della dirigenza più stretta nella primavera 2007: i sindacati e gli operai dello stabilimento di Torino indicono alcuni scioperi per chiedere chiarezza circa il destino dello stabilimento torinese e circa il futuro occupazionale dei suoi dipendenti.Giancarlo VILLELLA, dipendente TKAST e responsabile del personale per Torino (ma

265 P 974 di fald. 62 perquisizioni, in fasc. 1 di Fald. 27

266 Ud. 12.3.10

267 Ud. 12.3.10

268 Mail 13.11.07 di Manila BORDI a MORONI in fald. PM 123 pp. 314-315 trad. 2-42. E’ leggibile a p. 94 di relaz.

Rivella/Pedone Fald. 18/a n. 8

102 subordinato al responsabile di Terni, Arturo FERRUCCI), racconta nel processo269 che il 20 aprile si svolge a Terni una importante riunione in cui ESPENHAHN dà una serie di dati consuntivi dello stabilimento di Torino ma la riunione rimane interlocutoria circa il futuro delle maestranze; che il 7.6.07 a Roma c’è una riunione in Confindustria (presenti SALERNO e FERRUCCI) in cui c’è l'annuncio della chiusura dello stabilimento.

Infatti è acquisita la presentazione che ESPENHAHN fa innanzi alla Confindustria in cui spiega che TKAST deve diventare un unico ed efficiente sito integrato, per collocarsi al meglio nel confronto con i concorrenti internazionali e così ridurre del 20% il costo totale del processo di laminazione a freddo270.

Seguono scioperi fino ad arrivare al 23 luglio, giorno in cui, dopo varie mediazioni con R.S.U. al Ministero del Lavoro, si chiude l’accordo271 nel quale si definisce la chiusura dell'impianto entro 15 mesi; si fissa dunque la data a fine settembre del 2008 con impegni da parte dell’azienda circa il ricollocamento del personale.

Più precisamente, secondo il dirigente TKAST FERRUCCI, il 23 luglio l’accordo prevede l’assorbimento (entro i 15 mesi dalla chiusura) di tutti i lavoratori tra Terni e Milano; nel caso in cui ciò non fosse stato possibile, i lavoratori sarebbero stati collocati in C.I. con un intervento da parte dell’azienda all’80 per cento. La TKAST di fatto favorisce l’esodo dei dipendenti anche con incentivi.

Al momento dell’incendio, dicembre 2007, lo spostamento degli impianti da Torino a Terni è in piena fase di realizzazione: dall’estate è iniziato lo smontaggio del laminatoio Sendzimir 54 e della linea BA. La linea 1 è ferma, seppur non destinata a Terni. Continuano dunque a lavorare il laminatoio Sendzimir 62, le linee 4 e 5 e gli skinpass272.

Il dirigente Andrea CORTAZZI (responsabile della produzione e della manutenzione) ha detto 273 che al dicembre 2007 erano rimasti in funzione nel turno di notte solo 4 impianti (linee 4 e 5, Sendzimir 62 e Skinpass 62) dei complessivi 12 prima funzionanti.

***

Lo stabilimento di fatto si svuota rapidamente di impianti e di dipendenti.

Fra i documenti aziendali sequestrati ve ne sono numerosi che riguardano l’organico del personale in forza allo stabilimento di Torino nel corso degli anni.

Di tale personale si può dare un quadro riassuntivo 274, che per ora non distingue le competenze, che riguarda il momento dell'ottobre 2006, allorchè il programma di chiusura dello stabilimento di Torino era ancora riservato a livello della sola ristretta dirigenza.

269 Ud. 2.3.2010

270 v. fasc. 1 di Fald. 27

271 Ministro BERSANI, con diretto coinvolgimento dell’On. BORGHINI, per i doc. v. In fasc. 8 di Fald. 27

272 Impianti di laminazione minori. Test. Roberto CHIAROLLA, capoturno manutenzione ud. 17.3.09

273 Ud. 24.2.2010

274 Elaborato sui dati raccolti dalla Ct di Medicina Democratica

103 Persone impegnate nello

stabilimento

Ottobre 2006

Dirigenti 4

Quadri 8

Impiegati e tecnici amministrativi 64

Operai 326

Totale organico 402

Impianti funzionanti 12

Più precisamente, vi sono 275 :

• Un direttore dello stabilimento (l'imputato Raffaele SALERNO)

• Un responsabile della produzione (Andrea CORTAZZI)

• Due capireparto per la produzione (uno per il Trattamento compresa la APL5 e la Laminazione, e l'altro per il Finimento)276

Per la Prevenzione infortuni vi sono:

• Un Responsabile Sicurezza Protezione Prevenzione (RSPP) che è l'imputato Cosimo CAFUERI. Allegato al Documento di Valutazione dei rischi del 1.2.2006, per ciò che attiene il Servizio di Prevenzione, Anticendio e Pronto Soccorso, CAFUERI è indicato come Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (consulente del datore di lavoro ai sensi del D.Lgs. 626/94). Sempre in tale documento risulta che Responsabili dell'Emergenza sono complessivamente i 4 Capi turno Manutenzione BIANCO, PERSU, CARAVELLI, CHIAROLLA; addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione sono Adalberto DELINDATI e Camillo LUCENTI; addetti al Servizio di Prevenzione Incendi sono 12 dipendenti (addetti ecologia); addetti alle Squadre di Emergenza sono 20 elettricisti e 16 meccanici. Se ne deduce che per ciascun turno di lavoro nel febbraio 2006, il Servizio di Prevenzione, Antincendio e Pronto Soccorso risulta formato da 1 Capoturno, da 3 Addetti ecologia, da 5 Manutentori elettrici e da 4 Manutentori meccanici. Per un totale di 52 dipendenti.

Allegato al Documento di Valutazione dei rischi di incendio del 22.5.07 (momento in cui cominciano a trapelare le prime indiscrezioni sulla chiusura dello stabilimento di Torino), per ciò che attiene il Servizio di Prevenzione, Anticendio e Pronto Soccorso, CAFUERI è indicato come RSPP. Sempre in tale documento risulta che Responsabili dell'Emergenza sono complessivamente i 4 Capi turno Manutenzione e che gli addetti alle squadre di emergenza sono 44. Per un totale di 48 dipendenti.

Per ciò che attiene la produzione ci sono:

• Per ogni reparto 4 capiturno

275 Riportato attraverso la testimonianza di Andrea CORTAZZI sentito all'ud. 24.2.10, v. pure situazione al giugno 2007 in Fald. 41 pp. 123-149

276 Fino al giugno 2007 i capireparto sono stati 3 e diventano due per accorpamento di finimento e laminazione (v.

CORTAZZI ud. 24.2.10)

104

• Sotto ogni capoturno c'è un leader per ogni impianto, ovvero primo addetto cioè l'operatore più esperto

• Con il leader lavorano i vari addetti alla linea.

Per la manutenzione277,

sono previsti tre settori: la manutenzione programmata, quella di pronto intervento e quella elettronica-strumentazione-forni. Incaricato da CAFUERI (in quanto Responsabile dell'Area Ambiente, Sicurezza Ecologia) di organizzare le Ispezioni sugli impianti è l’ing. Camillo LUCENTI.

• Quelli di manutenzione programmata e quella di pronto intervento sono diretti da Roberto BELTRAME (i servizi di manutenzione programmata sono affidati ad un consorzio di ditte specializzate, ULISSE, costituito da SIMAV per l’ ingegneria, GAVAZZI per l’elettricità, B.S. per la meccanica)

• Quelli di manutenzione elettronica-strumentazione-forni sono diretti inizialmente da FONTANA, che poi esce dall'azienda tanto che anche questa competenza si somma a quella già affidata a BELTRAME

• Sotto BELTRAME ci sono 4 capiturno manutenzione (secondo CHIAROLLA278 essi costituiscono il pronto intervento quotidiano, sia elettrico che meccanico con ispezioni ai sistemi antincendi fissi, il controllo dell’ordine e della pulizia delle cabine elettriche e gestiscono la squadra emergenza),

• Per ogni impianto c'è il Gestore della manutenzione con compiti di indicare alla Manutenzione gli interventi da fare sulla base delle segnalazioni degli Ispettori (per la APL5 è Enzo MANGIAROTTI) e c'è un Ispettore per la manutenzione (per la APL5 è Antonio APRILE, fino al dicembre 2006 ispettore della manutenzione per 9 anni alla APL5).

• responsabile della manutenzione dapprima è l’ing. Camillo LUCENTI, poi Andrea LUDARINO279.

Preposto dal 2002 a organizzare ed eseguire le Ispezioni di manutenzione sistematiche sugli impianti è il già citato Ing. Camillo LUCENTI (componente dell'Area Ambiente, Sicurezza e Ecologia) che rimane nello stabilimento fino al 30.4.07. Secondo la sua testimonianza esisteva fino al 30.4.07 un programma stilato con la direzione secondo il quale ogni giorno ogni reparto veniva toccato dalle ispezioni (effettuate da LUCENTI stesso, dal capo turno e dal leader della linea) in ogni impianto (e i documenti sequestrati lo confermano).

Vediamo come si assottiglia l’organico a seguito della pubblicizzazione della decisione di dismissione dell’impianto precisando che, secondo Arturo FERRUCCI280, responsabile del

277 La programmazione e i verbali di ispezione degli impianti fino al 2006 sono rinvenibili nel fald. 15

278 capoturno manutenzione prima del settembre 2007, poi dimessosi v. Ud. 17.3.09

279 Sentito all'ud. 26.2.2010, che ha sostituito APRILE Antonio che vi aveva lavorato per 9 anni fino al dicembre 2006.

Lo stesso LUDARINO dichiara di essere attrezzista e non meccanico, di essere stato in cassa integrazione da giugno ad ottobre 2007 e di aver saputo cosa fare sulla APL5 solo il giorno in cui era arrivato in reparto. Cioè un giro sull’intera linea per verificare e riferire a MANGIAROTTI.

280 Ud. 12.3.2010

105 personale nello stabilimento di Terni e Torino, in generale la competenza ad assumere le decisioni in merito agli spostamenti del personale anche con cambio di funzioni era del Direttore dello stabilimento SALERNO insieme allo stesso FERRUCCI.

Persone impegnate nello

stabilimento

Ottobre 2006 Marzo 2007 30.11.07 % riduzione

ottobre

06/novembre 07

Dirigenti 4 4 3 25

Quadri 8 7 7 12

Impiegati e tecnici amministrativi

64 61 27 58

Operai 326 296 166 49

Totale organico 402 368 203 49

Impianti funzionanti

12 4,5 62,5

Specificamente per ciò che attiene l’ organico addetto al Servizio di Prevenzione e Anticendio, la situazione risulta radicalmente cambiata al 30.11.07, come risulta dai documenti sequestrati dall'ASL1 il 30.1.08 presso Cosimo CAFUERI: complessivamente i Responsabili dell'Emergenza sono 3, gli Addetti al Servizio di Prevenzione Incendi sono 10, gli addetti alle Squadre di Emergenza sono 8. Per un totale di 21 dipendenti.

Per quel che qui direttamente interessa, dunque, dal febbraio 2006 al 30.11.07 il numero complessivo degli addetti alle Squadre di Emergenza Incendi hanno subito una riduzione del 60%, passando da 52 a 21 unità.

Giancarlo VILLELLA281 responsabile del personale stabilimento di Torino, colloca la riduzione drastica di produzione e di organico a dopo le vacanze estive del 2007.

La modifica dell'organico non è solo quantitativa ma qualitativa. Come è infatti risultato pacificamente dalle testimonianze non solo degli operai ma di tutti i dipendenti citati anche dalle Difese degli imputati, escono via via dallo stabilimento coloro che hanno maturato gli anni sufficienti al pensionamento, ovvero coloro che, più specializzati, riescono a trovare collocazione in altre fabbriche. Il risultato è che rimangono coloro che hanno meno esperienza o specializzazione.

Dati salienti di tali spostamenti ed assottigliamenti sono che

• a fine aprile 2007, quando l'Ing. Camillo LUCENTI va via, viene sostituito da Davide GIOVANNINI il quale, sentito in dibattimento282, sosterrà di aver continuato ad effettuare come LUCENTI le ispezioni sugli impianti ma dovrà ammettere di non averne stilato i relativi verbali (che non sono stati ritrovati). Dopo il 6.12.07 lo stesso GIOVANNINI verrà nominato Responsabile Sicurezza Protezione Prevenzione (RSPP) al posto di CAFUERI

281 Ud. 2.3.2010

282 Ud. 17.12.09

106 ma poi, poiché non ha seguito i corsi relativi283, verrà ritenuto incompetente dalla ASL che rifiuterà la sua nomina;

• a giugno 2007 va via Roberto BELTRAME, Capo Manutenzione e addestratore dei capi manutenzione;

• il 15.6.07 va via Geraldo CAMPANELLO, dipendente dal 1995, Capoturno trattamento;

• nel luglio 2007 va via Angelo PIZZINGRILLI, dipendente dal 1995, Capoturno Laminatoi dal 2005, passato ad altra società TK;

• a settembre 2007 va via Roberto CHIAROLLA, Capoturno Manutenzione dal 2004;

• il 7.11.07 va via Giuseppe CARAVELLI, Capoturno Manutenzione e Responsabile della squadra di emergenza.

Soprattutto:

• a giugno 2007 (con la comunicazione della Cassa Integrazione per circa 100 dipendenti284), viene accorpato al compito di Capo turno laminazione quello di finimento285,

• a settembre 2007, dopo un iniziale tentativo di attribuire ai Gestori della manutenzione la funzione di Capiturno manutenzione, si decide di attribuire la Responsabilità della Manutenzione ai Capiturno della produzione286 ,

• fino ad arrivare al totale accorpamento nella figura del Capoturno di tutte le funzioni (Produzione, Manutenzione, Emergenza) il 3.12.07 (con una disposizione diramata oralmente ai Capiturno dall'imputato CAFUERI, v. infra).

Secondo VILLELLA, nell’ambito delle trattative e nei rapporti sindacali con le R.S.U. mai, nel corso di assemblee o comunicazioni anche da parte dei Rappresentanti per la Sicurezza dei Lavoratori ex D. Lgs. 626/94 (ZARA, BOCCUZZI e RUSSO) furono fatte richieste o segnalazioni legate a problemi della sicurezza sul lavoro. La preoccupazione che veniva espressa dai sindacati e dai lavoratori era piuttosto quella relativa al futuro occupazionale. Peraltro a settembre e poi a novembre 2007 si pose un problema di potenziamento dell’attività manutentiva; il sindacato a novembre in effetti chiese cosa la dirigenza intendesse fare per la sicurezza sul lavoro: venne risposto che la dirigenza avrebbe provveduto o richiamando manutentori in pensione, o accorpando le funzioni nei capiturno, o prendendo contatti con il consorzio (ULISSE) di ditte esterne che dal 1998 effettuavano la manutenzione programmata.

Secondo FERRUCCI, responsabile del personale nello stabilimento di Terni e Torino, le OOSS mai presentarono delle richieste o segnalazioni che riguardassero la sicurezza sul lavoro: solo una volta, ai primi di dicembre 2006, in un comunicato vi fecero riferimento chiedendo di poter tenere un'assemblea. La direzione non la concesse e questo determinò un contrasto con ricorso giudiziale da parte della FIOM. L'assemblea si tenne poi il 22 gennaio 2007 ma lì non venne più dibattuto il tema della sicurezza bensì solo problemi legati al TFR, etc..

283 per non aver superato l’esame finale per l’ottenimento dell’attestato cd modulo C che abilitava al ruolo di RSPP

284 Dato indicato da FERRUCCI

285 VILLELLA

286 V.per tutte testimonianza Andrea CORTAZZI

107 La Difesa degli imputati ha sottolineato in particolare che non vi era mai stata alcuna segnalazione di problemi legati alla sicurezza sul lavoro da parte dei tre Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. La Difesa ha sottolineato che tali figure, elette dai lavoratori, sono indicate dal D.Lgs.

626/94 come titolari del diritto ad essere consultati dal datore di lavoro in sede di stesura del Documento di Valutazione dei Rischi (e puntualmente Antonio BOCCUZZI, Pietro RUSSO e Massimo ZARA erano stati sentiti in occasione della sua stesura del 1.2.2006287) e sono titolari del diritto di verificare l'applicazione da parte del datore di lavoro delle misure di sicurezza e di protezione della salute, fino al ricorso alle autorità competenti.

La Difesa degli imputati ha inteso provare nel processo, attraverso varie testimonianze, che la dirigenza non aveva affatto ignorato ma anzi valorizzato tutte le segnalazioni che erano venute da sindacati e lavoratori in tema di prevenzione infortuni: aveva infatti istituito un progetto (Archimede) volto a raccogliere proprio nuove idee e proposte in proposito (ad esempio vennero

La Difesa degli imputati ha inteso provare nel processo, attraverso varie testimonianze, che la dirigenza non aveva affatto ignorato ma anzi valorizzato tutte le segnalazioni che erano venute da sindacati e lavoratori in tema di prevenzione infortuni: aveva infatti istituito un progetto (Archimede) volto a raccogliere proprio nuove idee e proposte in proposito (ad esempio vennero