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LA MANCANZA DI FORMAZIONE ANTICENDIO DEL CAPOTURNO EMERGENZA ROCCO MARZO

LE CONDIZIONI GENERALI DELLO STABILIMENTO DI TORINO NEL DICEMBRE 2007

LA MANCANZA DI FORMAZIONE ANTICENDIO DEL CAPOTURNO EMERGENZA ROCCO MARZO

L’art. 21 del D.Lgs. 626/94 impone al datore di lavoro l’obbligo di informare il lavoratore sui rischi anche specifici cui è esposto con riferimento all’attività che gli è assegnata; l’art. 22 impone l’obbligo di formare il lavoratore, in corsi da tenere durante l’orario di lavoro, in maniera sufficiente ed adeguata, circa i rischi riconnessi alla attività assegnatagli, con le ulteriori precisazioni che tale formazione deve essere periodica e sempre attualizzata rispetto a nuovi rischi insorti e reiterata in caso di eventuale cambiamento di mansioni.

Nel 2007 la TKAST, almeno formalmente, sembra aderire a tale impostazione normativa e ritenere che la sicurezza antincendio si alimenti proprio a partire dalla corretta informazione e formazione del personale.

Nella già citata Relazione al bilancio TKAG al 30.9.2007397 si legge infatti, con riferimento alla controllata TKAST, che Sono proseguite le attività di sicurezza previste dal programma TK Best, che si concentra sul comportamento dei lavoratori. Sono state organizzate speciali campagne di conoscenza sui temi della sicurezza, con inoltre un esteso programma antincendio.

Ma la stessa relazione contiene un'eccezione a questo investimento in formazione anticendio: In seguito alla decisione della società…di trasferire l'area produttiva di Torino, non sono stati effettuati investimenti significativi su quest'area.

Eppure, a partire dal settembre 2007, e cioè dopo la pausa di agosto, la dirigenza era del tutto consapevole che la situazione di rischio incendi dello stabilimento di Torino era oltremodo grave, proprio per la fuoriuscita di personale esperto. Lo dimostrano:

• La già citata missiva datata 17.10.07 di Raffaele SALERNO, direttore dello stabilimento, che, stimolato dal già riportato richiamo inviatogli dall’ASL in data 17.9.07398, invia una missiva ai capiturno rimasti per la produzione e per conoscenza a VILLELLA, FERRUCCI e CORTAZZI. La lettera non investe in nessuna nuova procedura prevenzionale (ad esempio nuovi corsi di formazione durante l’orario di lavoro) ma si limita a caricare sulle spalle dei capiturno la responsabilità in caso di infortunio. Essa comunque dimostra platealmente come SALERNO fosse consapevole che i rischi si erano innalzati proprio per l’allontanamento dei dipendenti più esperti e al conseguente rimescolamento del personale rimasto su tutti gli impianti, anche non conosciuti: ”A seguito degli spostamenti di personale tra i vari impianti, dovuti alla flessione degli ordini e ai vari trasferimenti o

397 Sequestrata e rinvenibile in Fald. 104

398 Riportato nel capitolo 6

130 licenziamenti, si accentua la necessità di verificare la conoscenza e la giusta applicazione delle procedure di lavoro. Vi ricordo che la formazione e l’addestramento operativo del personale è indispensabile per prevenire gli infortuni sul lavoro, ed è compito vostro verificarne l’apprendimento. Vi sollecito pertanto ad illustrare a verificare a pretendere la giusta applicazione delle modalità e procedure di lavoro”.

• E il complesso probatorio (documentale/testimoniale) di cui si è già detto che dimostra la modifica al Piano di Emergenza diramata da CAFUERI il 3.12.07 attraverso l’attribuzione ai quattro Capi turno rimasti anche della competenza dell’Emergenza. Infatti, nello scritto diramato il 5.12 ai responsabili della Sorveglianza si legge: A seguito delle dimissioni dei capi turno manutenzione, è stato necessario modificare il piano di emergenza interno. In particolare è stata data la responsabilità del piano di emergenza al capo turno produzione.

Abbiamo anche già detto che, nello stesso giorno 5.12 in cui CAFUERI dirama agli addetti alla Sorveglianza la modifica del Piano di Emergenza ed Evacuazione, a poche ore di distanza dall'incendio mortale, Daniele MARANO si dimette, perché non si sente formato, non in grado di cumulare tante responsabilità: nel processo dirà399: Ho cessato di lavorare il giorno 5 dicembre perché la situazione era ingestibile. Sono andati via GARAVELLA e CHIAROLLA e mi è stata consegnata la radio. Non ho accettato il discorso di “toh, qua c’è la radio”. Alle 17. 00 me ne sono andato e ho salutato tutti i colleghi. Non si può fare il capoturno per tre reparti. Mi ha spaventato la partenza dei due addetti agli impianti elettrici. Io ho fatto i corsi dai vigili del fuoco ma non mi sentivo di ricevere la radio per la gestione della emergenze.

Ma la circostanza più macroscopica di mancata formazione del personale sta nel fatto che il nominato Capoturno dell'Emergenza Rocco MARZO non avesse frequentato nessun corso specializzato in prevenzione incendi. Lo ammette lo stesso FERRUCCI, responsabile del personale nello stabilimento di Terni e Torino: dice400 che ai primi di luglio 2007, con la chiusura di altri impianti, si formalizza l'idea di accorpamento al compito di capo turno laminazione di quello finimento e previsione di un unico capo turno di produzione su tutta l’area con SALERNO; lo stesso FERRUCCI fa collocare il comunicato in bacheca. A settembre, con l’uscita dei due capoturno manutenzione, si presenta un nuovo problema e insieme a SALERNO si decide di mantenere la struttura e di fare un capo turno unico. Quanto all'assegnazione della competenza al capoturno anche di quella di emergenza (decisione alla base dell’ordine diramato da CAFUERI ai capiturno il 3.12.07), FERRUCCI dice di aver convenuto insieme a SALERNO di affidarla anche a MARZO (che lo stesso FERRUCCI aveva convinto a non andare in pensione) benchè egli non avesse seguito un corso specifico antincendio. La decisone, secondo FERRUCCI, era stata presa perché SALERNO e CAFUERI conoscevano bene MARZO e sapevano che aveva seguito vari corsi interni e aveva buone attitudini. Era comunque in programma di fargli seguire un corso specifico perché la formazione dei capiturno sarebbe stata in effetti strettamente necessaria.

399 Ud. 18.9.2009

400 Ud. 12.3.2010

131 MARZO è stato coralmente indicato da tutti gli operai sentiti come indubbiamente molto competente per ciò che atteneva la linea di finitura cui era stato per tanti anni adibito. Va da sé, peraltro, che il responsabile dell’emergenza per tutto lo stabilimento e tutte le linee debba non solo essere formato espressamente per i rischi di incendio ma conoscere anche bene il funzionamento di tutti gli impianti, sui quali sarà chiamato ad operare in condizioni estreme. Ebbene, MARZO non conosceva tutte le linee se è vero che Salvatore ABISSO, capoturno trattamento ricottura e decapaggio sia sulla linea 4 che 5 dal 1993 ha detto401 che quando MARZO era diventato capoturno dell' emergenza gli aveva chiesto di spiegargli un po' le linee di trattamento perché non ne sapeva niente, e lui aveva avuto a disposizione solo mezz'ora. La non conoscenza delle linee di produzione da parte dei neo nominati il 3.12.07 Capi Turno Emergenza è confermata da Vincenzo SABATINO che dice402 che, nel diventare capoturno per tutto lo stabilimento dal dicembre 2007, non conosceva assolutamente l'area di trattamento per la quale era stato preparato da un capoturno andato in pensione, tal LUCIFERO; non conosceva l'area di laminazione, per la quale aveva avuto qualche ragguaglio da Giuseppe MARTINI.

401 Ud. 14.7.09

402 Ud. 5.5.2009

132

133 Quella che si è proposta è l’eloquente tabella403 che contiene lo stato della formazione antincendio di tutti i dipendenti della TKAST coinvolti a vario titolo la notte del 6.12.07 nell’incendio.

E veniamo al resto del testimoniale indicato sull’argomento formazione:

• Davide GIOVANNINI, responsabile reparto ecologia sino a febbraio 2009 dice 404di essere diventato su disposizione di Cosimo CAFUERI, dopo l’allontanamento di Camillo LUCENTI (andato via dall'azienda il 30.4. 2007) responsabile delle ispezioni di sicurezza sugli impianti e responsabile ecologia. Il suo apprendistato in tema di emergenza era avvenuto affiancando per circa 1 mese LUCENTI, da cui era stato informato che sarebbe andato via dalla fabbrica solo 1 settimana prima che ciò avvenisse. Era stato proprio GIOVANNINI a formare i capiturno produzione destinati a diventare capiturno manutenzione ed emergenza e l’aveva fatto spiegando loro l'uso della radio e la necessità che fossero sempre reperibili. Dopo il 6.12.07 GIOVANNINI era stato nominato RSPP ma era durato solo una settimana perché la ASL l’aveva ritenuto non competente e dunque era tornato CAFUERI.

• Il capoturno Daniele MARANO405 , che si dimette proprio nel pomeriggio del 5.12.07 per essere stato investito anche della competenza d'emergenza, racconta nel processo di averlo fatto per considerazioni più complessive: rientrato a lavorare nell’ottobre 2007, era già rimasto disorientato dal fatto di aver trovato solo altri 3 capiturno. Ne aveva parlato a MARZO dicendo che, appena avesse trovato qualche altro lavoro, sarebbe andato via perché non si sentiva la competenza per essere capoturno produzione dell’intero stabilimento, avendo lavorato e conoscendo solo la linea 4 e quelle di trattamento e non avendo ricevuto un’adeguata formazione.

• Il capoturno Giuseppe MARTINI, dipendente dal 1979 e dal 96 capoturno laminazione, ha detto406 che nell'ultimo periodo era stato incaricato di svolgere il compito di capoturno di produzione per l'intero stabilimento, anche se non conosceva gli altri impianti. Il 5.12.07 era stato incaricato, insieme a MARANO e SABATINO, da CAFUERI di svolgere anche le funzioni di capoturno emergenza: gli era stato spiegato come si svolgeva il servizio e cioè i collegamenti via radio, la Squadra ecologica e la Squadra di sorveglianza.

• Vincent DILIBERTO, manutentore meccanico fino al 1.11.2007 407 e SCHINGARO Nicola, addetto linea 5408 dicono che nell'ultimo periodo i lavoratori venivano spostati in varie mansioni [evidentemente senza alcuna previa formazione].

403 Dati tratti dai documenti aziendali rinvenibili in Fald. 19 pp. 363 e ss. A ciò si aggiunga che nessuno di coloro che avevano partecipato ai corsi di formazione risulta aver conseguito l’attestato di idoneità tecnica (di cui all’art. 3 L.

28.11.96 n. 609) perché nessuno risulta aver sostenuto l’esame di cui al punto c) della circ. Ministero Interno del 12.3.97 prot. 770/6104

404 Ud. 17.12.09

405 Ud. 18.9.2009

406 Ud. 17.3.2009

407 Ud. 15.7.09

408 Ud. 15.7.2009

134 Il processo ha raccolto istruttoria anche per ciò che attiene l’organizzazione dei corsi di formazione antincendio degli operai, la cui indicazione era demandata per legge al RSPP CAFUERI ma la cui organizzazione veniva svolta degli uffici di Terni.

Sono state acquisite le schede relative alla frequenza da parte dei dipendenti di tali corsi409, e acquisiti documenti TK sul rischio incendi410.

• E’ stato sentito in generale sul punto il teste Michelangelo VISENTIN, in forza alla ASL, che ha riferito411 che c’era stato un corso di più giorni a Pavia, seguito da attestato finale;

poi ve ne erano stati altri, nel periodo 2001-2007, organizzati in azienda con istruttori Vigili del Fuoco: ha riferito che dei 204 lavoratori iscritti solo 105 avevano completato il corso, 99 si erano assentati (66 per più di un giorno, 36 senza partecipare alla prova pratica di uso degli estintori). Nessuno dei lavoratori che aveva seguito il corso era stato sottoposto ad esame finale. Le assenze dei lavoratori dal corso erano tollerate dall’azienda.

• Antonietta TOTA, segretaria dell’ ufficio personale, ha detto412 che fra le sue competenze vi era anche quella di organizzare i corsi sulla sicurezza per i dipendenti. A regime, i vari settori segnalavano le varie esigenze –in termini di sicurezza antincendio, di formazione professionale, ovvero specifica ex D.Lg. 334/99 sui grandi rischi industriali- e spettava a lei riunirli, prevedere un budget complessivo che poi veniva spedito a Terni ove il Dott.

FERRUCCI lo approvava413. Allora spettava a lei convocare i lavoratori e avvisarli dell’obbligo di seguire i corsi e sollecitare i capiturno a fare altrettanto. I corsi si tenevano fuori dall’orario di lavoro e venivano retribuiti con paga ordinaria. All’inizio i corsi erano stati molto frequentati ma poi progressivamente sempre di meno, fino all’80% di meno. La difficoltà di convincere i lavoratori nasceva anche dal fatto che i corsi erano collocati a fine turno ed era difficile trattenere gli operai. Non sa di sanzioni date agli operai che risultavano assenti. All’inizio i vigili del fuoco cui era stato chiesto di rilasciare gli attestati avevano chiesto tempo per organizzarsi.

L’ultimo corso antincendio era stato tenuto, con adesione molto scarsa, nel febbraio 2007 e questo perché, a partire dall’aprile 2007 la dirigenza aveva dichiarato di voler chiudere lo stabilimento.

• Arturo FERRUCCI414, responsabile del personale nello stabilimento di Terni e Torino, ha ammesso che i corsi antincendio avvenivano fuori dall’orario, ma l’ha giustificato come risultato di un accordo sindacale, intervenuto prima che egli entrasse in TK, per non far perdere agli operai la maggiorazione turni.

409 Per gli Anni 2003-2006 v. Fald. 40. In generale per il percorso formativo del personale dal 2002 al 2007 in Fald.

16/B. Vedi ibidem anche verbali di riunioni di sicurezza e riunioni antinfortunistiche relativi a dipendenti coinvolti nell'incendio, corsi tenuti a Pavia con certificati di partecipazione al corso in fald. 18, programmi formativi per capiturno a Terni (teste CHIAROLLA) in fald. 18, verbale addestramento addetti squadra emergenza in fald. 19, verbali di incontri sulla sicurezza tenuti dal 14.5.07 al 3.6.07 in fald. 19 p. 443- e tenuti dai vigili del fuoco ibidem pp.

468 e ss.

410 Fald. 19

411 Ud. 5.5.09

412 Ud. 10.2.2010

413 Tale competenza di FERRUCCI è stata confermata da VILLELLA e FERRUCCI stesso

414 Ud. 12.3.2010

135

• Pietro BARBETTA, primo addetto alla linea 4, ha dichiarato415 di aver fatto un addestramento circa 4 anni prima che era consistito nell’imparare come stendere le manichette, impugnare la lancia, una simulazione con estintore a polvere. Aveva chiesto di avere l’attestato di abilitazione ma l’azienda si era rifiutata di chiederlo ai vigili del fuoco.

Le riunioni periodiche sulla sicurezza venivano tenute –fino a dicembre del 2006- da CAFUERI periodicamente, nella palazzina uffici, ma con scarsa partecipazione perché successive alla fine dell’orario di lavoro. Nell’ultimo periodo erano tenute dal capo turno, durante le ore di lavoro, impianto per impianto.

• Mauro PONTIN416, facente parte del Servizio ecologia e della Squadra di emergenza il 5.12.07, ha dichiarato che mentre stava seguendo il corso, era stato richiamato al lavoro dalla signora TOTA; era stato poi addetto nel settembre 2007 alla Squadra antincendio senza aver dunque completato il relativo corso, che poi aveva seguito solo nel febbraio 2008.

• Massimo ZARA, addetto allo skinpass ha riferito417 di aver seguito il corso nel 2001-2002 e di non aver ottenuto l’attestato di frequenza da parte dell’azienda: anzi CAFUERI gli aveva detto che se lo voleva doveva rivolgersi ai vigili del fuoco, pagarsi il corso e farselo rilasciare da loro. Ciò è stato confermato da Francesco FONTANA, vigile del fuoco418.

• Salvatore PAPPALARDO, Area EAS, con esperienza a Krefeld, dice419 che una volta le riunioni venivano tenute da CAFUERI insieme al capoturno. Ultimamente invece le teneva solo il capoturno alle 2 di notte nell’ora di pausa. Davanti alle schede con la sua firma riportanti le frequenze di corsi tenute da Camillo LUCENTI il teste riconosce la propria firma ma non ricorda di aver fatto con lui dei corsi. Aggiunge che queste schede giravano e si firmavano.

• Antonio BOCCUZZI dice420 che le riunioni effettuate con CAFUERI non erano efficaci e che lui gliel’aveva anche segnalato, perché durante il turno non era permesso a tutti di sentire quello che veniva detto.

• Rocco MORANO, addetto alla APL5, ha detto421 di ricordare di aver partecipato ad un’unica riunione sulla sicurezza effettuata, molto tempo prima, durante l’orario di lavoro e fermando l’impianto. Le altre erano state riunioni di 15-30 minuti fatte da un capoturno durante il turno: la necessità di seguire la lavorazione di saldatura e imbocco, il rischio che si rompesse la carta rendevano discontinua la partecipazione degli addetti malgrado che il capoturno chiedesse attenzione e segnalasse i rischi.

• Roberto CHIAROLLA, capoturno manutenzione prima del settembre 2007, dice 422 che egli teneva le riunioni genericamente antinfortunistiche ogni tre mesi. Le faceva alla sua squadra a volte con l’ausilio del responsabile della sicurezza e duravano circa un’oretta.

415 Ud. 13.2.09

416 Ud. 5.3.09

417 Ud. 14.7.09

418 Ud. 9.6.09

419 Ud. 11.3.09

420 Ud. 3.3.09, 5.3.09

421 Ud. 17.3.09

422 Ud. 17.3.09

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• Massimiliano BIANCO, capoturno manutenzione dal 2004 al 30.6.07 dice 423 di aver tenuto le riunioni sulla sicurezza solo con la sua squadra e senza nessun altro, neppure i capoturno di produzione.

• Giuseppe CARAVELLI capoturno manutenzione a Torino e responsabile della squadra di emergenza fino al 7.11.07 (teste indagato falsa testimonianza e che ha chiesto di essere risentito)ha detto424di aver effettuato riunioni di sicurezza con la sua squadra di manutentori con cadenza trimestrale.

• Giuseppe MARTINI, capoturno emergenza, ha detto425 che, al laminatoio, si svolgevano 4 riunioni di sicurezza all'anno ad impianto fermo.

• L’ing. Camillo LUCENTI dice 426 che le riunioni di sicurezza –fino al 30.4.07, momento in cui si dimette- si tenevano almeno trimestralmente con ogni squadra. Egli stesso partecipava a volte -non di notte- a riunioni tenute dai capiturno.

• Gianluca DONADIO (prima addetto reparto rettifiche dal 2002, in cassa integrazione da aprile a settembre 2007, poi negli ultimi mesi del 2007 spostato al finimento, allo sendzimir, al magazzino) ha detto427 di essere stato spostato a questi nuovi lavori senza alcuna formazione. Con Camillo LUCENTI aveva fatto una riunione quando era entrato in servizio nel 2002 e un'altra poco prima che LUCENTI andasse via.

• Giuseppe LOMBARDO, dipendente dal 2004, addetto al Sendzimir 62 ha detto428 che non aveva seguito alcun corso antincendio perché il giorno in cui si sarebbe tenuto non poteva e non era stato più chiamato. Negli ultimi tempi si era trovato a lavorare in linee del tutto sconosciute dove non sapeva neppure dove mettere le mani.

• Pietro FERRARA, dipendente dal 2002 in officina meccanica (già di ditta esterna di pulizia) ha detto 429 di aver partecipato a riunioni di sicurezza in officina anche con LUCENTI.

• Vincenzo BELLOFATTO, addetto alla squadra di emergenza in quanto vigile del fuoco durante il servizio militare, ha detto430 che simulazioni venivano effettuate solo con i capiturno, gli addetti all'emergenza, alla manutenzione e all'infermeria, mentre gli operai continuavano a lavorare.

• Salvatore ABISSO, capoturno trattamento ricottura e decapaggio sia sulla linea 4 che 5 dal 1993, ha detto431che riunioni di sicurezza venivano tenute dopo i turni di lavoro e i dipendenti si addormentavano dopo aver lavorato 8 ore. L'azienda aveva disposto che i capiturno le facessero durante le fermate dell'impianto ma per lui era stato difficile farle in quanto continuamente interrotto da vari problemi.

423 Ud. 19.3.2009

424 Ud. 11 e 17.3.09 e 5.10.2010

425 Ud. 17.3.2009

426 Ud. 29.4.09

427 Ud. 3.3.09

428 Ud. 5.5.09

429 Ud. 5.5.2009

430 Ud. 7.7.09

431 Ud. 14.7.09

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• Davide GIOVANNINI, responsabile reparto ecologia sino a febbraio 2009 dice 432di aver tenuto delle riunioni per la sicurezza ma di non averle documentate per mancanza di tempo.

11. I CONTROLLI PREVENTIVI PER I RISCHI DI INCENDIO NELLO STABILIMENTO DA PARTE DEI VIGILI DEL FUOCO EX D.LGS. 626/94:

ASSENZA DI UN CERTIFICATO PREVENZIONE INCENDI DELLO