• Non ci sono risultati.

LA MODIFICA AD OTTOBRE 2007 DEL CONTRATTO DI PULIZIA INDUSTRIALE DIVENTATO A CHIAMATA

LE CONDIZIONI GENERALI DELLO STABILIMENTO DI TORINO NEL DICEMBRE 2007

LA MODIFICA AD OTTOBRE 2007 DEL CONTRATTO DI PULIZIA INDUSTRIALE DIVENTATO A CHIAMATA

Si ricorderà come nella drammatica telefonata che fece Pietro BARBETTA al Servizio 118 chiedendo aiuto la notte dell'incendio egli disse che nell'impianto in fiamme, a terra c’è della carta, dell’olio, di tutto, la cosa è gravissima.

E come, al primo arrivo dei vari organi di soccorso e polizia giudiziaria, la linea e lo stabilimento in generale si presentassero con notevoli quantità di carta e olio dispersi -v. foto in atti- (malgrado

326 Ud. 17.12.09

327 Ud. 24.2.2010

328 Ud. 24.2.2010

329 Ud. 5.3.09

118 che, come abbiamo già anticipato, il 7.12.07 l'azienda avesse convocato una task force di pulitori sulle altre linee).

Ebbene, un filone istruttorio scelto dall'Accusa è stato proprio quello di ricostruire la causa della presenza a terra nello stabilimento delle due sostanze combustibili che avevano alimentato l'incendio diventato poi mortale per lo scoppio del flessibile con olio idraulico.

Altro filone istruttorio è stato quello di ricostruire la variazione dei contratti della TKAST con due ditte esterne: la già citata Edileco (incaricata della pulizia industriale ivi ricompresa la aspirazione dell’olio disperso) e la Ecoindustria (incaricata della rimozione di rottami e carta)330.

Anche la Difesa ha contribuito a tale istruttoria, producendo cte documenti relativi alla diminuzione della produzione dello stabilimento di Torino, parametro ritenuto giustificativo331 del cambiamento di contratto in data 1.10.07 fra la TKAST e la ditta esterna di pulizia industriale Edileco (v. infra) e i documenti332già citati relativi al passaggio alla linea AP5 del combi aspiratore dell’olio tra le 16 e le 17 del 5.12.07 8e nei gg precedenti, 1,3 e 4 dicembre).

Sono stati sentiti numerosi testimoni.

• Enzo MANGIAROTTI, dipendente dal 1979, elettricista, da ultimo Gestore di manutenzione della APL5 ha detto333 che sulla APL5 c’erano perdite di olio, che era olio di sgocciolamento [di laminazione] e dai trafilamenti [idraulico]. E ha spiegato tecnicamente perché i flessibili di olio idraulico si fessuravano: si tagliavano le mollette334, che cadevano e avevano un effetto coltello sui dotti che rimanevano incisi e iniziavano a gocciolare. Era capitato che vi fosse una perdita in un giunto di un loopcar di entrata. I meccanici avevano detto che per cambiare quel giunto ci sarebbe voluto un tempo pazzesco. Dato che la linea doveva essere smontata, non aveva molto senso intervenire, e così avevano messo un contenitore –paciassa- per raccogliere l’olio della perdita. Quanto poi alla carta, questa si staccava e andava a finire da tutte le parti, si infilava in tutti i punti e diventava pericolosa.

Questo succedeva in alcuni giorni anche diverse volte. Quando la linea era proprio tanto piena di carta la si fermava per pulire. Questi fermi della lavorazione erano diventati più frequenti negli ultimi tempi perché c’era poca produzione e dunque gli operai avevano tutto il tempo per togliere la carta dalla linea.

• Pietro BARBETTA, leader della linea 4, dice335 che presso il suo impianto gli incendi erano frequentissimi, quasi giornalieri, soprattutto nella zona saldatura e avvenivano quasi sempre perché si depositavano sotto i macchinari carta e olio. Negli ultimi tempi gli impianti erano abbandonati a se stessi.

330 Contratto con Ecoindustrie, risalente al 27.10.04, è rimasto invariato, con una riduzione di ore lavorate del 8,9%, teste dip. Defeudis

331 V. relaz. ct difesa in fald. 18-c

332 Prodotti all’ud. 23.3.09

333 Ud. 17.12.09

334 Forse i serraggi

335 Ud. 13.2.09

119

• Giovanni PIGNALOSA, dipendente e anche sindacalista, ha detto336 che la pulizia veniva effettuata periodicamente dagli operai lungo la linea; in occasione delle visite dell'a.d.

ESPENHAHN nello stabilimento di Torino c'era una forte richiesta da parte del Direttore SALERNO che venisse effettuata una pulizia generale.

• Fabio SIMONETTA337 addetto alla linea 4 e 5, ha detto che la linea era comunque sporca, con tante chiazze d’olio e carta dappertutto. Anche gli addetti pulivano, sia con la linea ferma che in movimento.

• Roberto DI FIORE, primo addetto, responsabile del servizio ecologia e della squadra di emergenza ha dichiarato338 che l’olio era dovunque, e c’era carta oleata.

• Salvatore PAPPALARDO, Area EAS, ha detto339 di aver personalmente spento le fiamme che avevano attinto 2 carrelli e 1 muletto e che a volte dai flessibili usciva dell’olio; era poi normale che la carta prendesse fuoco perché ce n’era anche nelle fosse. Ha detto che nell’ultimo periodo non si curava più la pulizia e ha ricordato che in un caso in cui lui stava rimuovendo della carta con la scopa, il direttore dello stabilimento SALERNO l’aveva ripreso dicendo che non era ora di pulire. Secondo il teste, nell’ultimo periodo l’impresa esterna addetta alla pulizia di carta e olio si vedeva sempre più raramente.

• Antonio BOCCUZZI ha detto340 che in prossimità della briglia 1 vicina alla zona di saldatura della APL5 si formava un accumulo di carta che prendeva fuoco specie quando si dovevano lavorare nastri che erano di 4 mm invece che di 3,5 mm e quindi si doveva procedere ad una saldatura di rinforzo. Tempo addietro l’impresa esterna di pulizia passava tutti i giorni presso l’impianto. Invece nell’ultimo periodo, dal 2006, erano gli addetti alla linea incaricati della pulizia. E lo facevano ma non sempre, essendo impegnati nella produzione. A volte il capo reparto chiedeva agli addetti di pulire anche fermando l’impianto per rimuovere la carta. Ultimamente, con il venir meno dei capiturno, praticamente l’intera gestione dell’impianto era nelle mani degli addetti e soprattutto dei primi addetti, perché alcuni capiturno non avevano mai lavorato alle linee. Per esempio, Rocco MARZO aveva lavorato al finimento e non alle linee.

Ha pure ricordato che negli ultimi mesi c’era un allarme costante che riguardava il basso livello di olio [idraulico] per cui molto spesso gli addetti alla APL5 scendevano a caricare d’olio la centralina.

Per ciò che attiene al problema della carta che rimaneva adesa al nastro, BOCCUZZI ha spiegato che ciò avveniva perché, in assenza della lavorazione già sospesa dello Sendzimir 54, bisognava lavorare immediatamente il rotolo caldo appena uscito dallo Sendzimir 62.

• Giuseppe MARTINI, operaio dal 1979, dal 96 capoturno laminazione, poi capoturno emergenza ha detto341 che la pulizia era un’esigenza fondamentale strettamente legata alla sicurezza. Quanto alle perdite d’olio, erano sempre gli addetti alla linea a segnalarle e poi si faceva intervenire la ditta a rimuoverle e si individuava e rimuoveva la causa di tale perdita.

336 Ud. 11.3.09

337 ud. 31.3.10

338 Ud. 5.3.2009

339 Ud. 11.3.09

340 Ud. 3.3.09, 5.3.09

341 Ud. 17-19..3.2009

120 Ultimamente poteva capitare più spesso [che si incendiasse la carta] perchè il rotolo era un po’ più caldo. Il teste ha detto che rispetto alla pulizia l'impresa era venuta meno, nel senso che aveva ridotto il personale e il servizio non era più come quello di qualche mese prima. E ha ricordato che nel pomeriggio del 5.12.07 Antonio SCHIAVONE lo aveva avvertito, come capoturno, che aveva fermato l'impianto per effettuare la pulizia della carta.

• Roberto BELTRAME, responsabile degli operativi di manutenzione e coordinatore dei 4 capiturno manutenzione fino a giugno 2007, ha detto342 di aver visto più volte gli addetti alla linea diventare matti per agganciare la carta e farla riavvolgere, quello che riuscivano a fare lo facevano con grandissimo impegno. Quando non ci riuscivano, la carta rimaneva adesa al nastro d’acciaio e a volte bruciava nel forno oppure cadeva strada facendo. In quest’ultimo caso, se il luogo in cui era caduta era accessibile, doveva essere subito rimossa. Altrimenti, a fine svolgimento rotolo, avrebbero dovuto fermare la linea e pulire. Ha aggiunto che, teoricamente, il nastro avrebbe dovuto stazionare un certo numero di ore dopo la laminazione e prima dell’imbocco nella PL5 ma tante volte questo, purtroppo, non succedeva perché laminatoio e APL5 lavoravano just in time, cioè il nastro veniva scaricato e subito caricato.

• Daniele MARANO, dal 2003 posto al controllo fattori produttivi, ha spiegato343 che, per sopperire alla mancata produzione dello stabilimento distrutto di Krefeld, c’era stato un periodo (nel 2006) in cui era stata disposta una sovrapproduzione e questo comportava che, se a fine giornata non si fosse davvero prodotta la quantità di nastro preventivata, la si indicava formalmente nei documenti come già effettuata. Questo comportava che si lavorasse con ritmi serrati, inseguendo la quantità già contabilizzata. Tale situazione si era protratta fino al 2007. In queste condizioni fermare una linea per manutenzione o pulizia poteva diventare un problema.

• Salvatore ABISSO, capoturno trattamento ricottura e decapaggio sia sulla linea 4 che 5 dal 1993 dice344 che si usava la carta nuova solo per nastri con spessori sottili, e carta di recupero per gli altri. Questa carta di recupero non aveva la stessa consistenza di quella nuova e si rompeva più spesso. Quando non si riusciva a toglierla questa carta passava e se ne staccava un pezzo qua e un pezzo là e si riempiva tutta la linea di carta. I colleghi tedeschi che erano venuti a Torino avevano notato una differenza di pulizia notevole (Qui vivete in un altro pianeta dicevano). Dopo l'incendio del 2002 c'era stato per un certo periodo una cura maggiore nella pulizia, ma poi tutto era tornato come prima. SALERNO conosceva gli impianti e i rischi di incendio legati alla presenza della carta e olio non rimossi. Tutti sapevano dei rischi di incendio per la carta, anche perché incendi si verificavano spesso (grave quello di giugno che comunque riuscirono a domare gli addetti).

Dice di aver visto due volte ESPENHAHN in visita a Torino e lungo la Linea 5 con SALERNO e CAFUERI; parlava bene italiano; in occasione delle sue visite il reparto veniva messo a lucido.

342 Udd. 21 e 28.4.09

343 Ud. 18.9.09

344 Ud. 14.7.09

121

• Camillo LUCENTI, reparto ecologia dal febbraio 2002345, ha detto che lungo la APL5 era sempre presente olio. Ha detto che le cause dei focolai lungo la APL5 erano la presenza costante di olio e il fatto che il nastro, lungo chilometri, può oscillare nel suo movimento, andando a toccare le sponde dell’impianto e dunque produrre sfregamento, attrito e scintille che innescavano dei focolai sull’olio di laminazione e la carta interspira. Spesso capitava che per l’alta temperatura del rotolo e per i ritmi veloci di produzione la carta rimanesse attaccata al rotolo.

[Rispetto a queste ultime testimonianze si ricorderà come i ct del PM346 abbiano indicato una delle cause del fenomeno della carta adesa nel mancato rispetto di tempi di riposo nelle culle del nastro appena uscito dalla laminazione, con conseguenze sul fronte della sua temperatura e del mancato smaltimento dell’olio di laminazione].

• Rocco MORANO, operaio addetto alla APL5 ha detto347 che quando lui arrivò a lavorare nello stabilimento -1/2 anni prima dell’incendio- c’era una ditta esterna, la EDILECO, che effettuava quasi tutti i giorni l’aspirazione dell’olio. In seguito questa ditta era sparita. Così da ultimo nessuno aspirava più l’olio e sotto l’aspo di uscita della APL5 era un lago. Ha ricordato pure che avveniva che il computer segnalasse il basso livello di olio idraulico nella centralina e che si dovesse dunque andare a caricarne altro, il che sembrava strano in quanto l’olio [idraulico] avrebbe dovuto tornare nel circuito chiuso e dunque non essere perso.

Inoltre l’ambiente era sporco perché c’era l’olio [di laminazione] che colava dai rotoli e dalle varie perdite, più la carta infraspira che arrivava dalla laminazione.

• Roberto CHIAROLLA, capoturno manutenzione dal 2004 al settembre 2007, poi dimessosi ha detto348 che sulle linee c’erano perdite d’olio, e che le più gravi erano sulle linee 5 e 4.

• Giuseppe PERSEU, capoturno manutenzione dal 2005, ha ricordato349 perdite d’olio per le quali venivano chiamati dagli addetti agli impianti.

• Roberto BELTRAME, responsabile degli operativi di manutenzione e coordinatore dei 4 capiturno manutenzione fino a giugno 2007, ha detto350 che la presenza di olio di laminazione lungo la APL5 era normale, in quanto i nastri ne erano stati intrisi nella fase precedente per essere raffreddati.

• Massimiliano BIANCO, capoturno manutenzione dal 2004 al 30.6.07 ricorda351che intervenivano per perdite d’olio da una volta al giorno ad una alla settimana.

• Gianluca DONADIO dipendente dal 2002, addetto al reparto rettifiche, dice352 che sugli incendi intervenivano subito gli operai, con gli estintori o i carrelli, cioè con quello che aveva a disposizione. E aggiunge che la quantità d’olio era tale che, quando lui guidava i muletti verso i treni di laminazione, le ruote slittavano a terra e il muletto rimaneva fermo.

345 Ud. 29.4.09, con doc. acquisiti in fald. 18

346 MARMO ALLAMANO in Fald. 18/A

347 Ud. 17.3.09

348 Ud. 17.3.09

349 Ud. 19.3.09

350 Udd. 21 e 28.4.09

351 Ud. 19.3.2009

352 Ud. 5.5.09

122

• Salvatore ABISSO, capoturno trattamento ricottura e decapaggio sia sulla linea 4 che 5 dal 1993,dice353 che il consumo d’olio era pazzesco, c’erano troppe perdite e questo era anche un costo. Questo olio andava sotto l’impianto, nelle fosse, sotto le spianatrici.

• Antonino MICELI, dipendente dal 1978, addetto alla linea 4 fino al 1989, e poi dalla sua installazione, primo addetto alla APL5, dice354 che sulla linea 5, a differenza che nelle altre linee, si conviveva con la carta che sovente si infiammava e veniva spenta con l’idrante.

Erano gli addetti alla linea a rimuoverla, mentre la ditta esterna passava tutte le mattine. Ha ricordato che alle 8 di mattino lui procedeva a rimuovere la carta che si era accumulata sotto la linea, adoperando una pompa d’aria che la sospingeva nel corridoio (sistema ad aria soffiata), da dove veniva rimossa dalla ditta esterna. Quando vedeva che ce n’era troppa, fermava la linea e la faceva rimuovere perché era carta pericolosa in quanto piena d’olio.

Era capitato che la APL5 si fermasse per basso livello dell’olio [idraulico]. Ha dichiarato che quando si rompeva la carta il selettore si teneva in manuale.

• Leonardo VERDE, dipendente dal 1999, primo addetto alla APL5 ha detto355 che la sua squadra preferiva lavorare con il selettore carta in manuale perché, anche in automatico, poteva capitare che, pur rompendosi la carta, la sezione d’entrata non si fermassee così la carta poteva arrivare fino al forno con danneggiamento dell’acciaio e i capi si arrabbiavano.

Allora si preferiva usare il manuale che richiedeva maggiore attenzione e sicurezza che la carta non rimanesse adesa. Ha detto che quando c’era troppa carta sulla linea avvisava il capoturno, fermavano la linea e pulivano.

• Geraldo CAMPANELLO, dipendente dal 1995, capoturno trattamento fino al 15.6.07 dice356 che alla APL5 oltre alla carta c’era l’olio, sia di laminazione sia per perdite da flessibili, dalle tubazioni in rame. Infatti calava il livello dell’olio [nella centralina oleodinamica] e dunque perdite c’erano.

• Tommaso MANGINI, primo addetto, sulla APL5 dal 98 al 2003 ha detto357 che era compito degli addetti solo dare una pulita superficiale ma che era compito delle ditte esterne fare vere pulizie. Se c’era troppa carta o troppo olio non si poteva direttamente chiamare la ditta, ma solo avvisare il capoturno che, se lo riteneva, faceva fermare la lavorazione e faceva fare la pulizia agli addetti. La carta con l’olio era un problema soprattutto in briglia 1 dove era la saldatrice. Si manteneva sempre alta l’attenzione perché non si poteva sbagliare in quanto si era a contatto con materiali pericolosi come il metano.

• Massimo BONELLI, dipendente dal 1998 fino a ottobre 2008, ispettore meccanico sulla APL5, poi su altre linee, dice358 che capitava spesso che la carta non si staccasse.

• Savino RICCO, dipendente dal 1973, da ultimo fino a dicembre 2007 gestore reparto finimento e laminatoi ha detto359 che il consumo d’olio [idraulico] era dovuto solo a perdite in quanto i circuiti avrebbero dovuto essere chiusi.

353 Ud. 14.7.09

354 Ud. 27.10.09

355 Ud. 27.10.09

356 Ud. 17.11.09

357 Ud. 24.11.09

358 Ud. 1.12.09

359 Ud. 1.12.09

123

• Carlo GRIVA, capoturno del trattamento prima del settembre 2007, ha detto360 che la rimozione della carta era fatta in continuazione dagli addetti perché la linea si riempiva completamente di carta. A volte si fermava la linea anche per mezz’ora-un’ora per pulire.

• Pietro FERRARA, dipendente dal 2002 in officina meccanica (già di ditta esterna di pulizia) ha detto 361 che ultimamente per effettuare una manutenzione doveva per prima cosa pulire lui l'impianto.

• Carlo MARRAPODI, dipendente dal 2002, dopo cassa integrazione rientrato a ottobre 2007 e adibito a ruolo di rimpiazzo dice362di aver trovato al suo rientro un inferno: bidoni che si accumulavano, pieno di carta e olio nella fossa dello Skinpass 62. Quando era stato assunto gli avevano detto che si trattava di un posto a rischio e averlo ritrovato in quelle condizioni nell'ottobre 2007 gli aveva dato preoccupazione per la propria incolumità. Ne aveva parlato a CAFUERI mentre passava vicino allo Skinpass 62 e CAFUERI l'aveva spronato ad avere un po' di pazienza. Il giorno dopo in effetti aveva trovato lo skipass pulito. Aveva telefonato per segnalare la situazione di degrado col proprio cellulare all'ASL1 di Torino ma gli avevano detto di andare negli uffici, ritirare un modulo da rimandare poi con raccomandata.

Aveva parlato anche con i rappresentanti sindacali della carenza di sicurezza ma loro rispondevano Che l'accordo era stato fatto ed era così. Dice che attività di pulizia con fermate degli impianti avvenivano solo quando erano alle viste visite dell'ASL o dell'a.d.

ESPENHAHN.

• Salvatore ABISSO, capoturno trattamento ricottura e decapaggio sia sulla linea 4 che 5 dal 1993 ha detto363 che dal 2006 c'era stato un taglio generalizzato delle imprese di pulizia:

Luigi VERALDI, gli aveva detto nell'ultimo anno che non era più abilitato a chiamare l'EDILECO per aspirare l'olio e che avevano deciso di ridurre i costi e che doveva avvisare lui VERALDI.

• Massimo ZARA, addetto skinpass, in ferie imposte dall'azienda fino all'ottobre 2007 ha detto364 di essersi lamentato della scarsa pulizia dopo il suo rientro in fabbrica e di aver sentito dire da Raffaele SALERNO che dovevano essere loro operai a dover pulire, cosa che facevano ma quando potevano. La massima pulizia e il riordino degli impianti venivano fatti in vista dei controlli delle ASL o delle visite dell'a.d. ESPENHAHN.

• Antonio DEL GRASSO365, ha detto di non aver visto cambiare le condizioni di pulizia e manutenzione nello stabilimento dopo l’annuncio della chiusura, ma questo solo fino al 31.7.07.

• Francesco TRIDICO366, operaio, ha detto che era compito loro pulire la linea e che c’era una ditta esterna a fare le pulizie generali, pulendo a terra, quotidianamente.

• Vincent DILIBERTO, manutentore meccanico fino al 1.11.2007 367 e SCHINGARO Nicola, addetto linea 5368 dicono che erano diminuiti gli interventi di pulizia.

360 Ud. 24.2.2010

361 Ud. 5.5.2009

362 Ud. 7.7.09

363 Ud. 14.7.09

364 Ud. 14.7.09

365 Ud. 24-11.2009

366 Ud. 24.11.09

124

• Daniele MARANO (dal 3.12.07 uno dei 4 capiturno, dimessosi il 5.12) ha detto369che quando aveva fatto il capoturno a ottobre e novembre 2007 non ricordava più la presenza della ditta incaricata della pulizia, se non con poco personale.

• Luigi VERALDI370 responsabile reparto trattamento fino al 2005, ha detto371 che era compito degli addetti pulire in via ordinaria la linea e che quando vi erano accumuli grossi si fermava la linea e si procedeva a pulizia più radicale.

• Alfonso ALONGI, dipendente dal 2001, dal 2006 controllore del fattore produttivo372 ha detto che era compito degli addetti la rimozione della carta e che la ditta esterna passava poi tutti i giorni a fare la pulizia di routine.

Veniamo alla testimonianza forse più significativa, in quanto esterna al gruppo di dipendenti della fabbrica:

• Giovanni MATTIUZZO, titolare della EDILECO373, incaricata della pulizia dello stabilimento, ha spiegato374che dal 2000 al 30.9.2077, il suo contratto con la TKAST375, gestito dalla dirigenza di Terni, era di tipo global service nel senso che era previsto un canone mensile che stabiliva, per le pulizie tecnologiche, un capitolato tecnico con indicazione della singola linea. Fino al 30 settembre 2007 erano presenti in via stabile presso lo stabilimento per le sole pulizie tecnologiche 5-6 dipendenti della EDILECO che nei giorni feriali entravano in servizio dalle 6 o dalle 8 e nel sabato si fermavano solo la mattina, mentre per la domenica era previsto solo il ritiro di cassonetti. Nel servizio era prevista l'aspirazione delle chiazze d'olio maggiori che veniva effettuata, con apposito impianto combi, mensilmente per 20 interventi in tutto lo stabilimento e 4-5 solo sulla linea 5. Inoltre era prevista l'asciugatura delle chiazze d'olio più piccole con segatura, subito aspirata.

Ma il contratto era cambiato. Già dal giugno 2007 la direzione di Terni gli chiese una forte disponibilità ad essere elastici nel senso che il loro servizio si sarebbe incrementato in occasione dello smontaggio di una linea e sarebbe invece diminuito quando non ci fosse stato da smontare impianti, e comunque la produzione sarebbe diminuita. Quindi, a partire dal 1.10.2007 il contratto era stato modificato nel senso che non erano stati più previsti né un canone mensile né attività predeterminate, ma si era previsto l'intervento a chiamata con

Ma il contratto era cambiato. Già dal giugno 2007 la direzione di Terni gli chiese una forte disponibilità ad essere elastici nel senso che il loro servizio si sarebbe incrementato in occasione dello smontaggio di una linea e sarebbe invece diminuito quando non ci fosse stato da smontare impianti, e comunque la produzione sarebbe diminuita. Quindi, a partire dal 1.10.2007 il contratto era stato modificato nel senso che non erano stati più previsti né un canone mensile né attività predeterminate, ma si era previsto l'intervento a chiamata con