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Oltre agli ambienti confraternali, tra i luoghi principali cui erano destinati le “Nuove musiche” di carattere spirituale vi furono alcuni conventi e monasteri, in particolari quelli legati all’ambiente granducale a tal punto da

110 Come vedremo, emblematico è il caso della Compagnia dell’Arcangelo Raffaello.

111 Eisenbichler ha riscontrato come, nel caso della Compagnia dell’Arcangelo Raffaello, un luogo

utilizzato per le rappresentazioni fosse costituito dall’abitazione del guardiano Giulio Guazzini, che apparteneva al sodalizio e che ben si prestava a un impiego teatrale. Si veda EISENBICHLER 1998, pp. 230-231.

112 Come ha dimostrato Ludovica Sebregondi, ad esempio, la congregazione di San Francesco dei

Vanchetoni organizzava ogni anno alla fine di settembre una festa in una villa posseduta a Fiesole, occasione per la quale veniva allestito un palco e recitata una rappresentazione devota (SEBREGONDI 2000, pp. 346-347).

113 Per alcune confraternite esisteva infatti un legame profondo tra queste e la corte. La Compagnia

dell’Arcangelo Raffaello godeva ad esempio del patrocinio dei Cardinali medicei: numerose erano le visite dei membri della famiglia granducale a eventi speciali che si svolgevano in questo luogo, tra cui la festa dell’Arcangelo, protettore della confraternita.

114 È bene infatti ricordare che spesso, in corrispondenza dei periodi più pericolosi dell’anno per la

salute dell’animo, ovvero il carnevale e i mesi estivi, si cercava di tenere occupati i giovani per mezzo di rappresentazioni edificanti, di sermoni, preghiere e processioni, per evitare che costoro approdassero con più facilità in luoghi o contesti dissoluti.

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divenire «talvolta simili a delle ennesime piccole corti frequentate da parenti, amici e servitori».115

È questo, ad esempio, il caso fiorentino del convento femminile domenicano di Santa Croce, conosciuto come “La Crocetta”, nell’attuale Via Laura, fondato nel 1513 da Suor Domenica del Paradiso (1473-1553), ampliato e ristrutturato da Giulio Parigi dal 1619:116 come emerge dai documenti rinvenuti da Kelley Harness, in questo luogo si tenevano abitualmente spettacoli, commedie ed esecuzioni di musiche, di argomento soprattutto spirituale.117 Usi musicali alla Crocetta sono documentati già dai primi anni della sua esistenza, ma fu soprattutto dal 1593 al 1647 che il convento visse uno stretto legame con la corte. I libri di pagamento del convento rivelano inoltre che le cifre più alte furono spese proprio per le attività musicali, per cantanti e strumentisti, in particolare in occasione delle feste religiose legate a questo ordine (il 3 maggio, Invenzione della Croce, e il 14 settembre,

115 PAOLI 2008, p. 67. Sul fenomeno dell’attività spettacolare e musicale all’interno delle istituzioni

religiose in Italia nel Cinque e Seicento si vedano WEAVER 2002, I monasteri femminili 2005 e Soror mea,

Sponsa mea 2009.

116 Il convento doveva il suo nome alla piccola croce rossa cucita sull’abito delle monache. Domenica

Narducci, detta del Paradiso dal nome del borgo fiorentino in cui nacque, donna di povere origini, insieme alla sua grande spiritualità non mancò di introdurre all’interno del convento alcune attività, come la lavorazione dei tessuti e il ricamo con fili d’oro e d’argento, che fornirono un importante sostegno economico alle suore. Per quanto domenicana, non ebbe simpatie per Girolamo Savonarola, dando vita a un nuovo ordine carismatico e riuscendo a entrare nelle grazie della famiglia Medici, che le permisero di acquistare il terreno di via Laura su cui edificare il convento e che scelsero di destinare proprio quel luogo all’educazione di diverse donne della famiglia. Nel 1619, infatti, per volere di Cosimo II de’ Medici, venne eretto nelle sue vicinanze un palazzo progettato da Giulio Parigi. In questo edificio visse dal 1621 al 1633, anno della sua morte, Maria Maddalena de’ Medici, figlia del granduca Ferdinando I e di Cristina di Lorena: nata con gravi problemi fisici, il monastero si sostituì per lei alla vita matrimoniale e alla corte. Alla Crocetta Maddalena continuò a coltivare gli interessi per l’attività musicale, strumentale e vocale; seppur in ritiro, la nuova residenza le permetteva inoltre di partecipare alla vita pubblica mediante due camminamenti sopraelevati (tutt’ora presenti), con cui accedeva rispettivamente alla chiesa della SS. Annunziata e al convento senza passare dalla strada. Dopo Maria Maddalena risiedettero alla Crocetta altre principesse: Claudia, la figlia più giovane di Cristina di Lorena, dal 1623 al 1626 (anno in cui sposò in seconde nozze l’Arciduca Leopoldo V d’Austria), Vittoria della Rovere dal 1623 al 1637, anno del suo matrimonio, e l’elettrice Palatina Anna, figlia di Cosimo II, dal 1628 al 1637. Come già la principessa Maria Maddalena, ogni fanciulla disponeva alla Crocetta della propria servitù e godeva di tutti i privilegi di corte. Soltanto dopo la morte di Cristina e il matrimonio di Vittoria della Rovere il convento domenicano cessò di essere il luogo destinato alle principesse non maritate. Soppresso nel 1808 durante la dominazione francese, il convento domenicano fu ripristinato nel 1816 con la Restaurazione, per poi essere nuovamente soppresso dal governo nel 1866. Il palazzo di Via Laura ove sorgeva il convento della Crocetta e l’allora Chiesa della Crocetta sono attualmente occupati da parte dell’Università di Firenze al numero 48 (Facoltà di Scienze della Formazione) e dall’Hotel Morandi alla Crocetta ai numeri 50 e 52. Su Domenica del Paradiso e la sua vicenda si rimanda a GAGLIARDI 2007 e alla bibliografia qui elencata; su Maria Maddalena e la religio principis della famiglia Medici si vedano ROSSI 2008 e ZARRI 2008.

117 L’argomento è stato trattato ampiamente in HARNESS 2006, pp. 209- 256; vengono riportati in

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Esaltazione della Croce).118 Tra i nomi che compaiono nella lista dei musicisti stipendiati dal 1617 al 1647 troviamo quelli di Orazio Grazi, Lorenzo Bandini, Filippo Vitali e i fratelli Gagliano.119 Il nome che ricorre più spesso è quello di Giovanni Battista da Gagliano, che risulta pagato in ben trentasette diverse occasioni, in particolare per festività quale quella dell’Esaltazione della Croce o per avvenimenti legati alla professione religiosa di qualche sorella:120 se certo si sarà trattato in gran parte di musica liturgica, ovvero di salmi e mottetti in latino, vi si tenevano con ogni probabilità anche esibizioni che prevedevano esecuzioni di brani in volgare a una o più voci, spirituali ma anche profani, secondo la moda musicale di quegli anni.121 È ciò che sembrerebbe emergere da alcune lettere, in una delle quali viene citata ad esempio l’esecuzione di musiche spirituali alla Crocetta a opera della cantante Emilia Grazi, allieva di Francesca Caccini.122

La stessa Francesca Caccini, insieme alla figlia Margherita, fu certamente impegnata alla Crocetta negli anni ’20 del Seicento, come evidenziano alcuni documenti archivistici:123 tanto in occasioni ufficiali di corte in veste di esecutrice virtuosa e di compositrice per alcune commedie spirituali che vi furono rappresentate, quanto in attività quotidiane non segnalate nei registri, ovvero l’educazione musicale di Vittoria della Rovere, destinata a diventare granduchessa, e di Anna.124 Rimanendo in ambiente religioso, alcune lettere rivelano poi che Francesca compose madrigali per le figlie di Virginio Orsini quando queste erano educande presso il monastero della Concezione di Firenze;125 sappiamo inoltre che, attraverso Michelangelo Buonarroti il

118 Ivi, p. 226 e sgg.

119 Poiché, nell’ambiente della corte, fu Cristina di Lorena la personalità più legata a Domenica del

Paradiso e al suo convento, è possibile che sia stata lei stessa a reperire i musicisti e a chiedere di prestare il loro servizio per la Crocetta; cfr. ivi, pp. 247-250.

120 Ivi, pp. 232-234.

121 Si veda COLE 2008, pp. 703 e sgg.

122 Documenti, Lettere, n. 37. Emilia era figlia di Orazio di Giuseppe Grazi, uno dei membri dei

Franciosini; appartenente alla classe degli artigiani, i genitori speravano evidentemente che Emilia diventasse una delle musiciste salariate (KIRKENDALE 1993, n. 93, pp. 349-350; HARNESS 2006, pp. 100-101; CUSICK 2009, pp. 84-85). In un’altra lettera al segretario di corte Curzio Picchena la Caccini accenna a una rappresentazione di una commedia con Zanni avvenuta alla Crocetta (Documenti, Lettere, n. 30).

123 HARNESS 2006, p. 296. 124 CUSICK 2009, pp. 266-268.

125 Il monastero femminile della SS. Concezione, o monastero Nuovo, situato in via della Scala e

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Giovane, Neri Alberti di Arezzo richiese alla Caccini quattro canzonette (comprensive della parte per la tastiera) per una suora della sua città;126 ancora, nel maggio del 1636 la Caccini scrive a Buonarroti il Giovane affermando che alcune monache le hanno richiesto «con molta instanza, certe canzonette spirituali, composte (dicono) da V.S. sopra il metro medesimo di certe canzonette di Mantova» che la cantante però non possiede, e che richiede pertanto al poeta.127 Come non ricordare poi suor Maria Vittoria Frescobaldi, famosa allieva in convento di Francesca Caccini, le cui note vicende biografiche – conosciute grazie ai carteggi tra la religiosa e Virgilio Orsini e tra quest’ultimo e la Caccini – testimoniano ancora una volta di come e quanto fosse vivo dietro le grate l’esercizio della musica anche a scopi non liturgici.128 Nell’agosto 1608 il segretario di corte Curzio Picchena scrive addirittura che Maria Cristina di Lorena ha desiderato che una fanciulla che risiede presso il monastero di Montedomini venga fatta uscire per cantare in un intermedio del Giudizio di Paride.129 Si tratta di una richiesta probabilmente non comune: se era normale infatti il servizio musicale prestato da laici entro le mura conventuali, non era consuetudine, a fini spettacolari, il movimento di ecclesiastici dal monastero verso l’esterno. Come sottolinea lo stesso Picchenna, tale richiesta non ottenne esito favorevole, in quanto la fanciulla «era gentildonna et non le pareva conveniente cantar in commedia».

fondato nel 1568 su progetto di Giulio Parigi per volere di Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I. L’educazione delle fanciulle prevedeva anche l’insegnamento del canto e degli strumenti a tastiera (è ciò che avvenne, ad esempio, con le tre figlie di Virginio Orsini e di Flavia Peretti, su cui si veda BELARDINI 2005, p. 50, nota n. 24). Il monastero venne soppresso (insieme all’ordine) dal governo francese nel 1810; sui suoi locali fu fondato nel 1824 l’Istituto della Santissima Annunziata, destinato all’educazione delle fanciulle, prima di essere trasferito al Poggio Imperiale. Oggi l’edifico è sede della “Scuola Marescialli e Brigadieri Carabinieri”.

126 CUSICK 2009, p. 83 e sgg.

127 Documenti, Lettere, n. 50. Non è possibile stabilire con certezza di quali suore si stia parlando e a che

ordine appartenessero; si trattava probabilmente di componimenti che avrebbero dovuto essere simili ad alcuni composti in precedenza (per essere intonati) da Buonarroti il Giovane per la corte di Mantova.

128 Su Suor Maria Vittoria Frescobaldi, la sua vita e il suo processo si veda BELARDINI 2005 e, della

stessa studiosa, la voce Frescobaldi, Maria Vittoria, in Dizionario biografico degli italiani, vol. L, 1998 (disponibile online all’indirizzo www.treccani.it/enciclopedia/maria-vittoria- frescobaldi_%28Dizionario-Biografico%29/). Sull’educazione musicale delle donne nei conventi cfr. BESUTTI 2003a.

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