• Non ci sono risultati.

C. Edizione dei testi »

I.3 Le musiche:

A. Criteri di edizione

La presente edizione consiste nella trascrizione in notazione moderna di tutti i brani contenuti nell’esemplare Varie musiche di Gioambattista da Gagliano. Libro primo. Novamente composto, et dato in luce. Con privilegio, Alessandro Vincenti, Venezia, 1623 già descritto nelle Fonti (I. 1). La trascrizione è stata condotta sulla base delle norme qui di seguito elencate.

Norme generali, indicazioni di tactus, valori ritmici

Nella trascrizione i segni delle note e delle pause propri della notazione mensurale bianca sono stati adeguati all’uso moderno secondo il seguente schema:

Brevis Semibrevis Minima Semiminima Fusa Semifusa

Le parti finali delle composizoni presentano nella stampa la breve o, talvolta, la longa, con funzione di durata temporale indeterminata. Si è optato per utilizzare sempre la breve.

Si adottano le chiavi moderne in luogo di quelle originali: chiave di violino per le voci di Soprano e Contralto, violino tenorizzata per la voce di Tenore, chiave di basso per la voce di Basso. L’unica eccezione è stata fatta per il brano n. 25 (O notte amata), per cui si è reso necessario adottare la chiave di violino tenorizzata per la voce di Contralto.

193

La chiave originale viene indicata fuori dalla prima accollatura, seguita dall’incipit (prima misura).

Dopo l’indicazione delle chiavi moderne viene riportata l’originaria indicazione di tempus. Nella trascrizione delle note si mantengono i valori di durata originari. Le stanghette di battuta, presenti nella stampa e sempre corrispondenti alla corretta durata della misura (, ³½, þ¼), vengono riportate come nell’originale; si conservano anche le doppie barrette a conclusione delle singole sezioni di un brano.

Si mantengono, laddove presenti, le legature di valore tra note della medesima altezza nella stessa misura, sia nella parte vocale sia in quella del basso continuo. Le legature di valore o di portamento non presenti nella stampa vengono segnalate mediante una linea tratteggiata.

In queste raccolte Giovanni Battista da Gagliano utilizza i seguenti segni di tactus: per i passi in tempo ordinario (per il quale si adotta la misura moderna di , spartendo alla semibreve), ³½, ³½ (per i quali si utilizza la battuta di ³½, ovvero tre minime a misura) e þ¼ (sei semiminime a misura) per quelli in proporzione. I segni ³½ e þ¼ indicano passaggi, nel corso di un brano, dal tempo binario a quello ternario; tali modifiche del tempus vengono riportate nella trascrizione così come appaiono nell’originale.

Il brano n. 11 presenta l’unico caso di segno ○³½, da intendersi con lo stesso effetto del ³½, ovvero con un tactus di tre minime.

In presenza del color alla linea vocale (n. 11, batt. 8 e 5; n. 21, batt. 13; n. 25 batt. 13, I voce, e 56) o al continuo (n. 4, batt. 24-25) si riportano le note al corrispettivo valore delle note bianche. Si contrassegna l’inizio e la fine dell’episodio con trattini angolari┌ ┐posti sopra il rigo in corrispondenza delle note interessate.

194

Per il segno di ritornello (signum reinceptionis), utilizzato all’inizio e alla fine di una singola sezione da ripetere, o apposto al termine (ma mai all’inizio) di molte canzonette polistrofiche (che presuppongono l’utilizzo dello stesso disegno musicale per le diverse strofe), si introduce la moderna grafia

La stampa di Gagliano non segnala a livello di notazione musicale alcun tipo di abbellimento vocale.

Quanto ai gruppi dei tratti d’unione, non essendo questi presenti – come di prassi – nella stampa originale, si è scelto di separare crome, semicrome, ecc. sillabiche (una nota per sillaba) da crome, semicrome, ecc. melismatiche (due o più note per ogni sillaba) e usate nel continuo, che vengono invece unite con un unico tratto d’unione.

La numerazione dei titoli, assente nella fonte, è stata introdotta con l’impiego di parentesi quadre. È stata inserita inoltre la numerazione delle misure.

Norme per le alterazioni e per il basso continuo

Si riportano in chiave solamente le alterazioni indicate in chiave dal testimone.

Si adegua l’uso delle alterazioni al moderno sistema di notazione: l’alterazione presente su una nota ha valore, se non diversamente segnalato, per tutta la misura. Si eliminano pertanto le alterazioni originali quando pleonastiche.

Sono state sostituite con il moderno $ le seguenti alterazioni originali:

il preposto alle note Si e Mi per derogare dai princìpi della solmisazione o per evitare dubbi nel cantante;

195

il che determina nel basso continuo l’armonia maggiore riferita alle note Sol o Do (armonia di Sol con Si $ e armonia di Do con Mi $);

il che determina nel basso continuo l’armonia minore riferita alle note Re, La o Mi (armonia di Re con Fa $, armonia di La con Do $, armonia di Mi con Sol $), ove il contesto o le misure precedenti potrebbero invece suggerire l’uso della terza maggiore.

La presenza del segno di bequadro nel testimone è segnalata di volta in volta nell’Apparato critico.

Le alterazioni proposte vengono segnalate sopra la nota interessata, fuori dal rigo, in corpo minore e valgono solo per la nota stessa. Se precauzionali vengono poste, sopra la nota e in corpo minore, tra parentesi tonde.

La numerica del basso continuo è stata posta, secondo l’uso moderno, sotto le note interessate (diversamente dall’originale, che la riporta sopra). Le integrazioni proposte si danno tra parentesi quadre.

Nel basso continuo, le alterazioni segnate nel testimone davanti a una nota ma in un rigo o in uno spazio diverso, dunque non riferite realmente a quella nota, indicano l’alterazione della terza dell’accordo. In altri casi, per segnalare la terza alterata la stampa ricorre a un’alterazione posta direttamente sopra le note (la collocazione più o meno corretta e la scelta di inserirla all’interno o sopra il pentagramma è legata a motivi tipografici). Pertanto in tutti questi casi si pone solo l’indicazione di #, @, $ sotto la nota interessata (all’altezza della numerica).

Norme per il testo poetico sotto le note

Per il testo poetico si fa riferimento all’edizione che se ne è qui procurata alle pp. 182-191. È stata pertanto adottata la medesima tipologia di interventi sulla veste grafica, fatta eccezione che per il sistema delle lettere maiuscole, che in questo caso sono state mantenute quando segnalano, sotto le note musicali, l’inizio del verso. Si utilizza la minuscola solo nel caso in cui l’inizio del verso sia ripetuto prima di essere stato interamente enunciato.

196

La divisione delle parole in sillabe segue l’uso moderno della lingua italiana. Si elimina inoltre la punteggiatura, spesso usata in modo discontinuo e incoerente, fatta eccezione per le interiezioni e per la segnalazione del discorso diretto, inserita, all’occorrenza, secondo i criteri moderni.

Le sillabe all’interno di parole si congiungono tramite uno o più trattini. La sinalefe si segnala con il segno _ che viene posto tra la vocale finale di una parola e quella iniziale della parola successiva.

Le indicazioni verbali presenti nella stampa (es. ‘Ritornello’) vengono riportate in corpo tondo; singole nostre integrazioni vengono invece indicate in corpo tondo tra parentesi tonde.

197