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La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

1.3 Le evoluzioni del concetto di disabilità nei processi di sviluppo e di organizzazione sociale.

1.3.3 La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

I Disability Studies e i Disability Movements hanno avuto un’influenza significativa nella creazione di modelli alternativi a livello locale, nazionale ed internazionale.

L’United Nations Convention on the Rights of Persons with Disabilities (Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità), approvata il 13 Dicembre 2006, frutto del lavoro di cinque anni da parte di un

53 UPIAS, Fundamental principles of disability, London, Union of the Physically

Impaired Against Segregation, trad. it. Principi fondamentali della disabilità, 1976; M.J.Oliver,

Capitalismo disabilità e ideologia: una critica materialista del principio di normalizzazione, in

R. Medeghini (a cura di), Norma e normalità nei Disability studies. Riflessioni e analisi critica

Comitato nominato ad hoc dall’Assemblea Generale dell’ONU, ha visto giocare un ruolo estremamente importante e significativo delle persone disabili, come quello dei rappresentanti delle nazioni presenti in quella sede. La Convenzione, come in parte già anticipato, venne varata proprio con l’obiettivo di definire una nuova politica per la disabilità basata sui diritti umani, andando ad intervenire in tutti i campi della vita, mostrando da subito la portata del cambiamento introdotto: i diritti delle persone disabili rientrano a pieno titolo tra i diritti umani fondamentali. Una dichiarazione che indica la necessità di pensare alle persone disabili come appartenenti ad una precisa categoria sociale. Con tale proponimento, ad esempio, all’articolo 3 - lettera d - Principi generali, si precisa che uno dei Principi su cui si basa la Convenzione è quello riguardante “il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa”. Viene così introdotto il concetto di diversità umana: la condizione della persona disabile diviene la caratteristica della stessa. All’interno dell’ ‘umanità’ vi sono le caratteristiche dei singoli, cioè le diversità che possono essere etniche, culturali, sociali ma anche fisiche e di capacità funzionali, tutte insieme formanti gli aspetti dell’essere. È superata l’idea, come sostenuto dall’ICF, secondo la quale la condizione di salute è potenzialmente condizione di disabilità, in quanto tutto risiede nella diversità, un aspetto dell’umanità.

Per rafforzare il concetto di diritto umano, nello stesso articolo 3 vengono inoltre affermati principi innovativi: dignità, autonomia individuale, libertà di scelta, indipendenza delle persone; non discriminazione; piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società; accessibilità; eguaglianza tra gli uomini e le donne, e per i bambini con disabilità, rispetto per l’evoluzione delle “capacità” e del diritto a preservare la loro identità 54.

54 G.E.A.Griffo, La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e l’ICF, in G. Borgnolo (et al.) (a cura di), ICF e Convenzione ONU sui diritti delle persone con

La Convenzione, nei suoi aspetti innovativi, rimarca comunque la permanenza nella società della discriminazione, dei pregiudizi, degli ostacoli e delle barriere che vengono poste alle persone con disabilità, impedendo la loro piena ed efficace partecipazione, su una base di parità con gli altri.

Partecipazione che, intesa come proiezione nell’ambiente sociale, presuppone l’inclusione; partecipazione ed inclusione sono termini che si definiscono in parallelo, l’uno richiama e include l’altro, eliminando gli effetti della discriminazione e dell’esclusione. La partecipazione infatti “può attivarsi in contesti di esclusione o in ambiti ordinari, e la valutazione della qualità dell’inclusione risulta essenziale per identificare i fenomeni di esclusione” 55.

Fig.1.2: Schema Proposto da G.E.A. Griffo sul confronto tra il modello di disabilità basato sul rispetto dei diritti umani proposto dalla Convenzione ONU e il modello ICF

L’analisi dello schema sopra riportato porta a consideare che “i fattori sociali e ambientali, comprendenti barriere, ostacoli, discriminazioni, possono

disabilità. Nuove prospettive per l’inclusione, p.14..

55 G.E.A.Griffo, La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e l’ICF...op.cit., p.18.

produrre impoverimento delle capacità e delle performance delle persone con disabilità”56; in tal senso, intervenire per consentire il recupero dei pieni diritti, con pari dignità con gli altri cittadini, comporta, da un lato, un’azione di empowerment delle persone con disabilità e delle loro famiglie e, dall’altro, l’esigenza di attivare degli interventi che non siano limitati solo al recupero funzionale della persona. Risulta così chiaro il richiamo ai Disability Studies che avevano posto, come elemento centrale del movimento e della disciplina, il protagonismo e la partecipazione delle persone disabili, secondo il principio “niente su di noi, senza di noi” 57.

Data l’ampiezza e la valenza degli elementi introdotti, la Convenzione rappresenta un passaggio fondamentale nella trasformazione dell’esperienza delle persone con disabilità. Il percorso normativo che ha prodotto tale trasformazione ha così rimesso in discussione non solo le strategie ma anche le ideologie che hanno storicamente sostenuto determinati mutamenti sociali. In ciò acquista senso e valore il concetto del “vedere oltre l’impossibilità del cambiamento” ponendo al centro della riflessione il tipo di società in cui tutti noi intendiamo vivere. Quello che si è voluto evidenziare in questa sede è l’urgenza di superare un tipo di società in cui alle persone disabili vengono assegnati ruoli sociali dal valore predeterminato e predefinito, per arrivare ad una società in cui tutti gli individui, disabili compresi, hanno la possibilità di poter trasformare la società in cui vivono, valorizzandone i singoli ruoli, scelti in base alle opportunità incontrate.

56 G.E.A.Griffo, Ivi pp.18-19

57 J. L. Charlton, Nothing about us without us. Disability Oppression and Empowerment, Berkeley/Los Angels/London: University of California Press, 1999

CAPITOLO II

LA DIMENSIONE STORICA DELLA PEDAGOGIA SPECIALE.