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In un contributo del 1987, M. Liverani afferma che l’impero assiro si configura come una rete di comunicazioni80: il corpus di lettere neo-assire, attestate pressoché

ininterrottamente per circa un secolo, seppur in maniera poco omogenea in rapporto ai singoli regni81, è probabilmente uno degli strumenti più funzionali per fare luce sull’aspetto

tangibile della “quotidianità” assira.

Rispetto alle altre tipologie di fonti, quali iscrizioni reali o testi letterari che gravitano attorno ai modelli ideologici o religiosi adottati dai singoli sovrani, la corrispondenza emerge come una fonte pratica e pragmatica redatta sistematicamente per rispondere alle esigenze di comunicazione fra il re e i suoi sottoposti; per questo, le lettere si rivelano una fonte di importanza inestimabile non solo come integrazione alla documentazione ufficiale, ma anche come strumento di indagine linguistica e culturale. Difatti, le lettere sono redatte in un

80 “The empire is not a spread of land but a network of communications, over which material goods are carried” (Liverani 1984: 86); cfr. Parpola 1987: xiii; Pongratz-Leisten 2013: 294.

81 Sulla base delle attestazioni finora disponibili ed edite, le lettere indicano un tipo di corrispondenza continua nell’arco cronologico che comprende gli ultimi anni del regno di Tiglatpileser III (744-727 a.C.) fino ad Assurbanipal (627-612 a.C.), con una parentesi poco chiara sull’epistolografia del periodo di Sennacherib (704- 681 a.C.), per cui si rimanda a Fales 2001: 101-102. In generale, tuttavia, le lettere neo-assire sono attestate in apparente stato di eterogeneità anche per alcuni predecessori di Tiglatpileser III e per Sīn-šarru-iskun (627-612 a.C.). Un contributo indispensabile che rimarca l’importanza del genere epistolare neo-assiro e, contestualmente, ne evidenzia limiti e problematiche, è l’articolo di S. Parpola 1981 nel volume Assyrian Royal

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linguaggio “aderente alla lingua parlata, al contrario di quella dei testi ufficiali che presenta una varietà dialettale diversa, totalmente irrigidita da una lunga tradizione”82.

Tuttavia, questo elemento non deve trarre in inganno lo studioso: i documenti della corrispondenza, conservati nei cosiddetti archivi di stato assiri, trattano sempre questioni di stato fondamentali per la stabilità della corona e rappresentano, di norma, un tipo di corrispondenza bilaterale tra la corte e i membri più autorevoli della burocrazia assira, lasciando poco spazio di interpretazione, se non per alcuni riferimenti tra le righe, alla suddivisione fra vita pubblica e vita privata. Si tratta, quindi, di una corrispondenza reale – o imperiale – atta a preservare il sistema di scambio di informazioni fra gli individui preposti alla gestione e all’affermazione del potere assiro su un territorio la cui estensione abbraccia tutto il Vicino Oriente antico, dalle coste del Mediterraneo all’Iran occidentale, dall’Anatolia fino al Golfo Persico83.

L’intero corpo di documenti comprende un repertorio estremamente ampio e variegato di argomentazioni dimostrando, sia per la quantità sia per la qualità del materiale a disposizione, l’incredibile maturità del sistema di comunicazione sulle lunghe distanze84. Il

nucleo di questo magistrale apparato è il re: alla sua cancelleria reale giungono tutte le lettere inviate da funzionari, ufficiali e governatori provinciali, laddove questa aveva l’incarico di inoltrare le risposte concernenti ordini e disposizioni d’azione.

A fronte dell’intero corpus epistolare, la corrispondenza di Sargon II rappresenta l’insieme più corposo in termini di quantità di materiale e di varietà di argomenti trattati.85 82 Fales 1992: 14.

83 “Queste missive ci forniscono uno spaccato “trasversale” dei meccanismi politici e amministrativi dell’impero, che completa e più spesso arricchisce le altre informazioni su quest’epoca” (Fales 1990: 116); Rif. Tav.1, Cap. 10.

84 “The ability to communicate quickly and reliably across vast distances turned out to be a key element in the cohesion of the empire. All Assyrian governors had to help maintain this imperia communication network, which was known as the “King’s Road” (ḫūl šarri). How much of the King’s Road a given governor was required to look after depended on the lay of the land and could result in an uneven distribution of the financial burden” (Radner 2014: 71).

85 Se Radner 2014: 64 stima quasi 1.200 lettere, Fales 2001: 100 e S. Parpola ne calcolano circa 1300: “this makes it the most extensive political correspondence of a major ruler extant from ancient Mesopotamia and probably from ancient times altogether. And considering the status of the correspondents, the nature and variety of topics covered in the correspondence, and not least the fact that Assyria under Sargon II dominated half of

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Le lettere sono state oggetto di raccolta e sistematizzazione capillare grazie all’intervento di studiosi come S. Parpola, G.B. Lanfranchi, A. Fuchs e M. Luukko, i quali si sono occupati dell’edizione in quattro volumi dell’intera corrispondenza attribuita al fondatore della dinastia sargonide. I volumi sono stati suddivisi in base alla provenienza del materiale, interamente redatto in dialetto neo-assiro eccetto una piccola percentuale in lingua neo- babilonese, e sono parte integrante della serie dedicata agli archivi di stato assiri (State

Archives of Assyria - SAA), all’interno del più vasto progetto di raccolta del materiale assiro

dal titolo The Neo-Assyrian Text Corpus Project, fondato e diretto da S. Parpola.

La corrispondenza di Sargon II è, pertanto, edita in traslitterazione e traduzione nei seguenti volumi: The Correspondence of Sargon II, Part I: Letters from Assyria and the West (SAA 01)86, The Correspondence of Sargon II, Part II: Letters from the Northern and Northeastern

Provinces (SAA 05)87, The Correspondence of Sargon II, Part III: Letters from Babylonia

and the Eastern Provinces (SAA 15)88, The Neo-Babylonian Correspondence of Sargon II

and Sennacherib (SAA 17)89 e, infine, The Correspondence of Tiglath-Pileser III and

Sargon II from Calah/Nimrud (SAA 19);90 trattandosi dell’edizione più recente e meglio

strutturata dei materiali di interesse per il presente studio, le lettere verranno citate sulla base della denominazione e della numerazione ivi attribuita.

Nell’ambito dell’intera corrispondenza di Sargon II, circa il dieci percento delle lettere possono essere attribuite alla costruzione della nuova capitale, Dūr-Šarrukīn91. Si tratta di the civilized world, it should without any further ado be clear that a highly significant collection of texts is in question” (Parpola 1987: xi).

86 Parpola 1987.

87 Lanfranchi – Parpola 1990. 88 Fuchs – Parpola 2001.

89 Dietrich 2003; in questo lotto di lettere redatte in dialetto babilonese, solo una missiva di Bēl-iqīša cita brevemente la città di Dūr-Šarrukīn, testimoniando così la presenza di operatori addetti all’attività divinatoria durante il processo di edificazione (SAA 17 027, v.4: mšu-la-a LÚ.ḪAL ina BÀD-LUGAL-GI-NA).

90 Per le edizioni cartacee dei testi, si veda Parpola 1987 (SAA 01), Lanfranchi – Parpola 1990 (SAA 05), Fuchs – Parpola 2001 (SAA 15), Dietrich 2003 (SAA 17) e Luukko 2013 (SAA 19). Per la versione online, provvista unicamente di traslitterazione e traduzione dei singoli testi, si riporta il link alla lista dei progetti registrati in ORACC (The Open Richly Annotated Cuneiform Corpus): http://oracc.museum.upenn.edu/projectlist.html.

91 “Ten percent of the entire letter corpus from the reign of Sargon II deals with the building of Dur-Sharrukin, including several letters written by the king himself. In total there are forty references to royal orders in these

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circa centoventicinque lettere che, con maggiore o minore probabilità di attribuzione, illustrano concretamente l’organizzazione di una complessa macchina edilizia che gestisce a controlla l’intero processo di costruzione. Sebbene le lettere siano prive di datazione e, in buona parte dei casi, il loro stato di conservazione sia la causa ineluttabile di profonde difficoltà di identificazione dei segni e di comprensione del testo, un’ipotetica ricostruzione dell’intero processo può essere affrontata sulla base della corrispondenza edita nei volumi SAA 01, SAA 05, SAA 15 e SAA 1992.

Parte dei testi sono stati ulteriormente presentati in traslitterazione e traduzione nei contributi di F.M. Fales New Assyrian Letters from Kuyunjik Collection, Cento lettere neo-assire.

Traslitterazione e traduzione e Il taglio e il trasporto di legname nelle lettere a Sargon II.93

Per rendere la classificazione delle fonti più agevole, nell’insieme del materiale epistolare verranno altresì inseriti due piccoli testi di difficile attribuzione tipologica, ND 02606 e ND 02651, pubblicati da B. Parker in Administrative Tablets from the North-West Palace,

Nimrud94.

La corrispondenza reale ricopre quindi il fulcro della presente ricerca, emergendo sia come punto di partenza, sia come principale strumento di indagine a cui saranno man mano integrate le informazioni desunte dalle altre tipologie di fonti epigrafiche. Essa consiste in un genere di epistolografia redatta per sopperire alla necessità di corrispondere sulle lunghe distanze, tra il re e gli amministratori “mossi da un’urgenza basilare, “situazionale”, di

texts. When labor or goods were needed, Sargon II himself made the request to officials from the entirety of the empire. He interfered with everything down to the discussion of architectural details. That he was driven to accomplish the work fast is demonstrated by the fact that it took only slighty more than ten years to finish, a very short period considering the vast size of the city involved” (Van de Mieroop 1999: 338; cfr. Parpola 1995).

92 Le prime pubblicazioni dei documenti epistolari sono reperibili in sola copia cuneiforme in Assyrian and

Babylonian Letters I-XIV di R.F. Harper (ABL; Harper 1892-1914). Successivamente, le lettere sono state

trascritte e tradotte da L. Waterman in Royal Correspondence of the Assyrian Empire I-IV (Waterman 1930- 1936), a cui segue State Letters of Assyria di R.H. Pfeiffer, che riporta tuttavia solo una ridotta selezione di testimoni (Pfeiffer 1935). Per le altre pubblicazioni precedenti a SAA si rimanda a Cuneiform Texts from

Babylonian Tablets 53 (CT 53; Parpola 1979), e Cuneifrom Texts from Nimrud 5 di H.W.F.Saggs (CTN 5;

Saggs 2001); per il solo lotto dedicato alle missive degli ummânu di corte, si annovera la magistrale opera di S. Parpola, Letters from Assyrian Scholars to the Kings Esarhaddon and Assurbanipal I-II (LAS - Parpola 1970-1983).

93 Fales 1980; Fales 1983; Fales 1983a. 94 Parker 1961.

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comunicare con il re”95; si tratta, difatti, di un tipo di fonte che incentra il suo contenuto su

questioni concrete, come l’organizzazione dei lavori e il reperimento di forza lavoro e materie prime, il cui obiettivo è di frequente legato alla risoluzione di problematiche occasionali di ogni sorta. Il maggior numero di lettere concernenti la costruzione della città di Dūr-Šarrukīn proviene dagli archivi statali di Ninive, mentre una minore percentuale giunge dai siti di Kalḫu e Khorsabad; in generale, i testimoni rinvenuti nella città di Sargon II sono molto pochi e non superano i dieci esemplari.

Tabella 1

La quantità di testo inscritto nelle missive, così come il numero di informazioni fornite all’interno di esse, varia a seconda del mittente e dell’argomento trattato: queste sono state compilate in poche linee di testo solo sul recto della tavoletta nei casi delle brevi comunicazioni oppure, più di frequente, sono inscritte su entrambi i lati della tavoletta, compresi i bordi marginali, per le notizie che necessitavano di descrizioni più elaborate e di una maggior cura dei dettagli nel corso dell’esposizione.

La maggior parte dei documenti epistolari presentano i resoconti dei governatori provinciali, ufficiali e dignitari di vario grado, concernenti le attività di costruzione della nuova città e inoltrati sotto forma di replica alle disposizioni precedentemente formulate dal sovrano stesso.

95 Fales 2001: 123.

Ninive KhorsabadKalhu

Grafico riepilogativo della distribuzione del corpus epistolare di Dur-Šarrukin nei siti di rinvenimento

Ninive Khorsabad Kalhu

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Sebbene in condizioni spesso frammentarie, i messaggi sono composti da una salutatio96

introduttiva di lunghezza variabile, in cui vengono esplicitati il destinatario e il mittente della lettera, e da un corpo di testo principale, all’interno del quale il mittente tende abitualmente a riportare l’ordine del re, introdotto dalla formula ša šarri bēlī išpuranni mā, (tradotto liberamente “riguardo ciò che il re, mio signore, mi ha scritto”). Il comando reale viene integrato nelle epistole degli ufficiali, consentendoci così di ricostruire parzialmente quelle volontà regie di cui non abbiamo alcuna traccia materiale.

L’utilizzo frequente di questa espressione, alla quale segue la risposta pertinente del mandante, può essere considerata una sorta di memorandum istantaneo per entrambe le parti implicate nell’attività di comunicazione e, inoltre, permette al ricevente di rispondere agli interrogativi reali punto per punto97.

In rapporto al numero complessivo di testi epistolari su Dūr-Šarrukīn, le lettere inviate dal sovrano – o dalla sua cancelleria reale – sono pervenute in quantità nettamente inferiori: è possibile enumerare un massimo di quattro lettere introdotte dalla locuzione abat šarri ana (“la parola del re a”)98, a cui si aggiungono i documenti ND 26026 e ND 2651, sebbene

entrambi privi di tale formula introduttiva.

Oltre al problema della conservazione della documentazione epistolare, qualora ci fosse stata una precisa volontà di preservare parte di questi testi in alternativa alla loro subitanea dismissione, in quanto si tratta di documenti validi per lo più nell’immediato, emerge una sostanziale impraticabilità di datazione delle singole fonti; invero, le lettere non riportano mai una data precisa, sia essa riferibile al momento della stesura del messaggio sia al tempo

96 La corrispondenza di Sargon II presenta un’innovazione peculiare nella sezione dedicata alla salutatio. Difatti, alcune lettere inoltrate da Ina-šār-Bēl-allak, come SAA 01 129 e SAA 01 130, implicano la richiesta intenzionale di benedizione alle divinità residenti in Dūr-Šarrukīn (r.5-12: [d]˹AG˺ dAMAR.UTU [a-na] LUGAL EN-ia [lik]-ru-bu [DINGIRmeš] a-ši-bu-tú [URU].˹BÀD˺.MAN.GI.NA [UDmeš] GÍD.DAmeš [a-na] ˹LUGAL˺ EN-ia [lid]-˹di˺-nu) fornendo, inoltre, un possibile appiglio cronologico per determinare la collocazione temporale dei documenti all’interno del processo costruttivo.

97 “Il suddito partiva da tale citazione “parola per parola” per formulare la propria risposta: dando così prova al re di aver ricevuto l’ordine, di averlo ben compreso e (implicitamente) di averlo eseguito al meglio. E, all’altro capo della catena epistolare, il sovrano otteneva, oltre all’informazione sull’esito dei suoi comandi, anche un utile promemoria sulla propria precedente formulazione dei comandi stessi.” (Fales 2001: 126). 98 SAA 01 004; SAA 01 025; SAA 01 026; SAA 01 027.

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necessario per la sua ricezione, ma possono raramente far riferimento a precisi eventi espressi con la sola menzione del giorno e del mese99.

Se, da una parte, l’assenza di datazione certa preclude l’ipotesi di una ricostruzione pedissequa delle singole fasi di edificazione della città, dall’altra permette di convalidare l’ipotesi che l’intero arco di tempo dedicato da Sargon II alla realizzazione della sua nuova capitale, dal 717 al 706 a.C., sia stato a tutti gli effetti un decennio prospero di comunicazioni fra l’amministrazione centrale e la periferia dello stato, il cui scambio di missive riporta una sorprendente eterogeneità di argomentazioni sul processo di edificazione urbana100.

Le lettere dimostrano come la nascita di Dūr-Šarrukīn sia stata determinata da un lungo processo di pianificazione e di edificazione urbana, entrambe fortemente volute dal sovrano a seguito di un intenso periodo di assestamento del potere centrale.

La corrispondenza sembra aver avuto luogo durante l’intero periodo di costruzione e tende a mettere in luce gli aspetti peculiari di una progettazione urbana di proporzioni monumentali e di un’organizzazione capillare di straordinaria efficienza:

“Queste missive forniscono il senso della lunghezza e della complessità dell’edificazione urbana a partire dalla progettazione e la supervisione dell’opera, al reperimento di forza-lavoro e materie prime e al convogliamento di esse alla città”101.

Non sempre la singola epistola riporta l’esplicazione di una tematica precisa e isolata; al contrario, le missive predispongono il destinatario a dedicare la propria attenzione a un numero variabile di argomentazioni. Una componente contenutistica così variegata impedisce di attuare una categorizzazione sigillata dei singoli documenti, ma contribuisce,

99 Le lettere possono fare riferimento al giorno, come nel caso di SAA 05 115 (v.5-6: UD 17 KAM NA4- dALAD-dLAMA ˹UGU˺ ÍD uq-ṭa-ri-ib), al mese come in SAA 05 298 (v.3-6: ina ITI.˹SIG4˺ LUGAL be-lí ina

pa-ni-˹ia˺ lid-gul dul6-lu a-na [LUGAL] lu-u-ša-ak-ši-di la-˹din˺), oppure a entrambi come nel caso di SAA 01 080 (r.12-13: 3 GIŠ.MÁmeš ina UD 1 KÁM ša ITI.BARAG ú-ga-mur).

100 Laddove Parpola 1995: 51 affronta il problema della datazione delle missive ipotizzando che la maggior parte di esse sia da attribuire a una datazione tarda, contribuendo pertanto a fornire informazioni nodali sulla fase finale della costruzione, Elayi 2018: 40 presuppone che le lettere possano essere datate a partire dal 717, anno dell’inizio del progetto, fino al 706 a.C., data di inaugurazione della città, coprendo difatti l’intero arco temporale dei lavori.

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malgrado tutto, alla decifrazione tanto del sistema organizzativo complessivo, quanto delle singole competenze102. Sulla base delle attestazioni a nostra disposizione, il lotto di lettere a

noi pervenuto dalle principali città assire rappresenterebbe la testimonianza di una porzione minima dell’intera corrispondenza originaria dedicata al progetto, eppure sufficiente a dimostrare come tutti gli ufficiali imperiali fossero, direttamente o indirettamente, implicati nelle operazioni di costruzione103.

Nel corso della storia degli studi, il destino venturo di Dūr-Šarrukīn a seguito della morte del Sargon II e dell’allontanamento di Sennacherib è stato a lungo incompreso o frainteso.

Lo stato di incompiutezza in cui versava la città all’epoca della dipartita del suo fondatore e la radicale decisione dell’erede al trono di non procedere al completamento delle sue sovrastrutture ha addotto gli studiosi a credere che la volontà di Sennacherib di disconoscere Dūr-Šarrukīn come capitale di stato equivalesse consequenzialmente al suo abbandono fisico e conclusivo104. L’omonima provincia, realizzata parallelamente alla decisione di fondare il

nuovo centro urbano, continua invece a esistere fino alla caduta dell’impero assiro e mantiene pertanto il suo ruolo di centro provinciale105.

102 “What makes Dūr-Šarrukīn unique among all ancient cities, however, is not its size, design or artistic execution, but megalomaniac drive and unparalleled organizational effort behind its construction (…) Thus, the entire project was completed within a period of slightly more than ten year – an incredible achievement considering the gigantic scale of the work and the level of technology available at the time” (Parpola 1995: 50).

103 Parpola 1995: 51; vd. Tab.2, infra, § 1.3.1.

104 “As the geopolitical advantages of a move from Dur-Šarruken to Nineveh are obvious the question arises whether Sennacherib would have moved to Nineveh also if his father had not died in a way that tainted his new city and necessitated its re-evaluation. The answer to this question must remain open but it is probable that Sennacherib who, unlike Sargon II, was not contested in his claim to the throne saw the old urban elites of central Assyria as far less of a danger to royal power than his father. As we have seen, when the decision was based primarily on location and long-distance traffic links Nineveh was by the late 8th century BC the natural choice for Assyria’s political centre” (Radner 2011a: 327).

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Le fonti epigrafiche confermano che il centro urbano fosse stato mantenuto attivo fino alla caduta definitiva dell’impero: alcuni testimoni della corrispondenza reale di Esarhaddon106

attestano che gli edifici palatini di Sargon II rimangono oggetto di manutenzione e ristrutturazioni e, di conseguenza, escludono in modo categorico la congettura del suo abbandono;107 analogamente, i santuari di Dūr-Šarrukīn continuano a ricevere le offerte

giornaliere e i loro dèi vengono contestualmente omaggiati con gli opportuni rituali. Tabella 2

Tab.2 - Il grafico rappresenta una suddivisione tematica in macro-gruppi realizzata sulla base del numero

complessivo di lettere concernenti la costruzione della nuova capitale di Sargon II. Presentando le principali tematiche trattate nel corpo delle lettere, lo schema intende pertanto fornire una prova visiva della mole di lavoro intrapreso da Sargon II e dai suoi sottoposti implicati nei lavori, premettendo che i numeri ivi riportati non corrispondono al quantitativo di lettere raccolte, ma ai temi citati in ognuna di esse, per cui ogni lettera può riferire a più tematiche contemporaneamente.

106 Cole – Machinist 1998 (per es., SAA 13 092, 095, 099, 105 e 114); Luukko – Van Buylaere 2002 (in particolar modo, SAA 16 079 e 093); Reynolds 2003 (SAA 18 013 e 154). Oltre alla corrispondenza, è opportuno segnare anche alcuni atti di compravendita databili in età tarda (da Assurbanipal a seguire) che ritraggono la città di Dūr-Šarrukīn come un centro amministrativo funzionante (per es., SAA 14 043, 069, 220, 471 e 477; Mattila 2002).

107 Barbanes 2003: 16, in cui l’autrice spiega che, nonostante il re avesse la possibilità di costruire una nuova capitale, le fondazioni precedenti non venivano mai completamente abbandonate, ma continuavano a essere occupate.

0 20 40 60

PROGETTAZIONE ORGANIZZAZIONE MATERIE PRIME COSTRUZIONE CULTO

Grafico dei principali temi trattati nelle lettere

Organizzazione territoriale e finanziamento Personale generico Personale specializzato Trasporto Problematiche e imprevisti Legname

Alberi e virgulti Pietra

Paglia e canne per mattoni Altro

Edifici e strutture Colossi

38 1.3.2 Le iscrizioni reali e i decreti reali

Diversamente della documentazione epistolare, le iscrizioni reali riportano informazioni storiche fortemente alterate dal fattore ideologico108, la cui oggettività fattuale

deve essere ricercata ed estratta tra le righe; esse sono redatti in dialetto babilonese letterario