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4. CAPITOLO 4 La costruzione della città: finanziamento e manodopera servile

4.1 Le modalità di finanziamento dei lavor

Il continuo flusso di beni che rifornisce le tesorerie dello stato grazie agli ingenti bottini di guerra ricopre un ruolo nodale nella ricostruzione dei metodi di finanziamento; tale attività non rappresenta una modalità isolata nel reperimento dei fondi, ma viene altresì correlata da due ulteriori soluzioni chiave: l’espropriazione dei terreni di Magganubba e l’ottenimento di una serie di prestiti demandati a cittadini privati per soddisfare le necessità della corona. Entrambi gli eventi sono attestati sia nella documentazione ufficiale, sia nella corrispondenza reale. Oltre alle iscrizioni reali, la documentazione ufficiale di Sargon II attualmente a nostra disposizione conta pochissimi riferimenti: uno di essi è la cosiddetta

Aššur Charter6,l’atto mediante il quale Sargon II avrebbe ristabilito, poco dopo la sua ascesa

al trono, i privilegi di esenzione contributiva ad Assur e Ḫarrān7, il cui documento legale

originario non è mai stato rinvenuto. L’unico decreto reale conservato dell’epoca di Sargon

4 Millard 1994; cfr. Kertai 2015: 83. 5 Battini 2000: 51-52.

6 Saggs 1975. 7 Fales 2001: 191.

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II conferma la volontà impellente del re di rendere formalmente legali tutte le operazioni di pianificazione: questo documento, datato al giorno nove del mese di Simānu, anno 713 a.C., autorizza l’espropriazione dei terreni destinati all’edificazione della nuova capitale e sottoposti a fornire regolari offerte al tempio di Assur a causa di un decreto vigente di Adad- nirari I.

Pertanto, il re neo-assiro dichiara che ai legittimi proprietari dei terreni della regione interessata siano forniti nuovi terreni nel distretto di Ninive, così da liberare i terreni di Magganubba dai residenti originari e, allo stesso tempo, esentare gli abitanti dalle tasse e garantire le regolari offerte destinate al tempio del maggiore dio assiro8.

Testo 179

Decreto reale promulgato da Sargon II per rinnovare una concessione terriera di Adad-nirari III. (linee r.7-27; r.30-v.1; v.4-7; v.10-12; colofone: v.28)

r.7-r.27) La città di Magganubba, [una città] che [si erge] come una torre (kīma dimti) nel

distretto di Ninive […] i suoi dintorni, nei suoi campi l’aratro era stato lasciato inutilizzato […] nei suoi terreni erbosi […] la vita delle genti di Ninive, che i principi precedenti [che hanno esercitato la regalità sull’Assiria prima di me] e che hanno gov[ernato i sudditi di Enlil …] nessuno tra loro [sapeva] come insediare quella terra. Con il mio ampio intelletto (ina ḫissat uzni palkâte) [… ho ordinato …] la costruzione di una città (ālu epēšu) e del tempio di Ea. Ho costruito quella città dal nulla (ālu šuātu eššiš epēšu) […] e ho posto al

8 “Nel 713 Sargon II espropriava 95 ettari di campagna nella sede della futura città, permutandoli con altrettanti nella provincia di Ninive. Il decreto si fonda su un provvedimento di Adad-nērārī III, che aveva esentato da imposte il terreno in oggetto, in cambi odi una fornitura annuale di grano al tempio di Assur; poiché la fornitura era nel frattempo venuta a mancare, l’opera di esproprio-permuta di Sargon II ottiene altresì lo scopo di ripristinare l’offerta al santuario nazionale” (Fales 2001: 192-193).

9 SAA 12 019; cfr. Fales 1990: 101; Fales 2001: 192.

Il testo viene riportato in sola traduzione a causa dell’estrema frammentarietà del documento; inoltre, il lessico e la fraseologia ivi utilizzata è del tutto analoga a quella presente nelle iscrizioni reali, per cui alcune espressioni sembrano ripetersi in maniera pedissequa. La discrepanza temporale fra la data di fondazione della città attestata nelle cronache e la data di emanazione del decreto è brevemente discussa nel capitolo dedicato alle fonti primarie (vd. supra, § 1.3.2); alle precedenti deduzioni si aggiunge l’ipotesi avanzata da K. Radner, secondo la quale “the town of the bakers, which Adad-nirari III had earlier exempted from taxes and given to certain families in order to provide the Aššur temple with offerings, became useless due to the expansion of the city of Maganuba into Sargon II’s new residence Dūr-Šarrukīn, exchanged thi land against fileds in the town of clergymen in the district of Nineveh” (Radner 2000: 243).

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suo interno […] e [le ho dato il nome] Dūr-Šarrukīn. I terreni che la circondano, in base ai documenti di acquisto […] ai suoi signori (proprietari?) […] così che non si verificasse alcuna ingiustizia […].

Il villaggio “dei fornai” (che) Adad-nirari, figlio di Šamši-Adad, re prima di me, aveva esentato dalle imposte e aveva affidato a Qanûnu, Aḫu-lāmur e Mannu-kī-abi. Egli ha imposto loro 1000 chilogrammi di grano (tritato?) come offerte agli dèi Assur e Bau, e ha sigillato la tavoletta. Quel villaggio (secondo la ricostruzione degli autori ˹URU˺) è tornato allo stato agreste e la gente che vi abitava è stata espulsa (con la zappa?) (…).

r.30-v.1) Ho ripulito 95 ettari di terreno per Assur e ho irrigato i campi della città “dei

ministri del culto”, nel distretto di Ninive, campo per campo. Li ho dati a Šulmu-šarri, Paršidu e Ubur-Issār, i figli di Aḫu-lāmur, a Riṣiṣu, il figlio di Qanûnu, e a Mannu-kī-abi e ai suoi figli. I 1000 chilogrammi di grano (tritato?), che Adad-nirari aveva decretato come offerte per il dio Assur, io ho confermato (…).

v.4-7) Le tasse sul grano di questo terreno non dovranno essere raccolte, le tasse sulla

paglia non dovranno essere incassate, (il terreno) è esente per tutto il tempo affinché si provveda al grano (tritato?) per Assur. Affinché le offerte per Assur non cessino e il decreto del re precedente non sia alterato, ho sigillato la tavoletta con il mio sigillo reale e l’ho data a loro.

v.10-12) Ho ricevuto 95 ettari di terreno dal villaggio “dei fornai”, in cambio della terra

del villaggio “dei ministri del culto”, come uno scambio dalle loro mani. Quel terreno ho suddiviso e l’ho assegnato alla provincia di Dūr-Šarrukīn (…).

v.28) Ninive, mese Simānu (III), giorno 9, eponimo di Aššur-bāni10, [governatore di Kal]ḫu, nono anno di regno di Sargon II, re d’Assiria.

Quindi, benché il trattato esalti il motivo del rinnovamento di un vecchio decreto reale come scopo precipuo dell’emissione del documento stesso, la realtà insita in questo testo ufficiale è chiaramente orientata a rendere a tutti gli effetti legale l’attività di espropriazione coatta dei terreni della regione di Magganubba, sfruttando pertanto la garanzia di una fornitura costante e ininterrotta delle prebende al tempio di Assur che, da questo momento, sarà prodotta nei nuovi terreni concessi come merce di scambio ai vecchi abitanti. Se il rinnovo della concessione terriera descritto in SAA 12 019 allude chiaramente a uno scambio “field

to field”11, le iscrizioni reali tendono a ribadire la validità dell’atto legale integrando la

10 PNA 1 / I, Aššur-bāni: 158. 11 Kataja – Whiting 1995: xxiv.

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soluzione sopracitata a un accomodamento alternativo: in questo modo, dal piano legale l’emendamento viene traslato su un piano puramente ideologico e chiaramente manipolato dall’esigenza di rendere legittima l’intera procedura di acquisizione dei terreni.

Testo 1812

Iscrizione reale tratta dai cilindri. (linee 50-52)

50) ki-ma zi-kir šu-mi-ia ša a-na na-ṣar

kit-ti ù mi-šá-ri šu-te-šur la le-’i-i la ḫa- bal en-ṣi im-bu-in-ni DINGIRmeš GALmeš 51) ka-sap A.ŠÀmeš URU šá-a-šú ki-i pi-i

ṭup-pa-a-te ša-a-a-ma-nu-te13

KÙ.BABBAR ù ZABARmeš a-na ENmeš-

šú-nu ú-tir-ma

52) áš-šu ri-ga-a-te la šub-ši-i ša ka-sap A.ŠÀ la ṣe-bu-ú A.ŠÀ mi-ḫir A.ŠÀ a-šar

pa-nu-šú-nu šak-nu ad-din-šú-nu-ti

50-52) In accordo con il significato (oppure “reputazione”) del mio nome che i grandi dèi hanno decretato per me, per tutelare la verità e la giustizia, per assicurare giustizia agli impotenti (e) non opprimere i deboli, ho restituito il prezzo (letteralmente “argento”) per i campi di quella città ai loro proprietari secondo il documento di acquisto (letteralmente “tavoletta”) in argento e in bronzo. Per non provocare alcuna ingiustizia, ho dato a coloro che non volevano l’argento per il terreno, ovunque lo volessero, un campo di pari valore per il campo (acquistato).

Il passo appena citato segue le linee 43-49 riportate in traslitterazione e traduzione nel Testo 714 e si profila come la conseguenza diretta dell’appello inoltrato a Šamaš, dio della giustizia:

solo attraverso l’intercessione dell’entità extraumana che patrocina gli atti legali e l’integrità giuridica il re ottiene l’abilità necessaria per dichiarare che l’acquisto dei terreni si è svolto

12 Fuchs 1994: 39-40; cfr. Baruchi-Unna – Cogan 2018-2018: 52.

13 F.M. Fales riporta, invece, la seguente traslitterazione: A.ŠÀmeš li-mi-ti-šú pi-i ṭup-pa-a-ti ša-a-a-ma-nu-ti “i campi nei suoi dintorni, in accordo con le tavolette di acquisto”. Il termine limītu indica i territori rurali che facevano parte dei “dintorni” delle città principali; pertanto, esso non suggerisce solo una collocazione geografica precisa o convenzionalmente condivisa, ma anche un’identificazione amministrativa e giuridica in relazione agli insediamenti limitrofi ai centri urbani di maggiori proporzioni (Fales 1990: 94).

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“regolarmente”, sulla base di accordi positivamente accolti dai legittimi proprietari e dai risvolti soddisfacenti per entrambe le parti.

Sebbene il decreto prevedesse una sola forma di ricompensa per i terreni acquistati, ovvero la soluzione “un campo equivalente a un (altro) campo” (eqlu miḫir eqli, oppure eqlu kīmu

eqli), le iscrizioni riferiscono l’avanzamento di una proposta alternativa che consiste

nell’erogare un contributo in argento o in bronzo dell’esatto valore del terreno al proprietario che rifiuta la prima forma di pagamento.

Presupponendo momentaneamente la potenziale veridicità delle affermazioni riportate all’interno delle iscrizioni, è pertanto possibile auspicare che tale soluzione fosse stata adottata dall’autorità imperiale al fine di regolarizzare l’intero processo di pianificazione che, difatti, applica tutte le possibili forme di remunerazione nei confronti di ogni singolo proprietario terriero. Eppure, una visione tanto idealizzata di questo episodio appare in ogni caso assai ardua non solo da verificare concretamente, giacché il punto di vista della cancelleria reale si limita alla narrazione estensiva di tutti gli artifici atti a giustificare la conformità legale delle azioni compiute dal sovrano, ma anche la sua stessa praticabilità si rivela dubbia, dato il profondo divario ideologico che intercorreva fra lo status del sovrano e quello di tutti i suoi sudditi. Ciononostante, sulla base della documentazione quotidiana, la prassi di permutare un campo per un altro lotto delle stesse dimensioni sembra concretizzarsi in una misura realmente ottemperata, come dimostra la lettera inviata da Ṭāb-ṣil-Ešārra, il governatore di Assur, a Sargon II:

Testo 1915

Lettera di Ṭāb-ṣil-Ešārra riguardo i terreni di Dūr-Šarrukīn. (linee r.6-14)

[…]

uruqu-ra-ni i-qa-bu-ni-šú

ina kurḫa-láḫ-ḫi è 4 lim A.ŠÀ

ina ŠÀ-bi LUGAL EN i-ti-ši a-na É-dPA ša uruBàD-MAN-GIN

[…]

C’è un campo di 4000 ettari di terreno arabile nel villaggio che chiamano Qurani, nel distretto di Ḫalaḫḫu, che i re, mio signore, ha preso e [ha

15 SAA 01 106: r.6-14; cfr. Fales 1984: 1-13; Fales 1990: 101; Lackenbacher 1990: 114; Matthiae 1994: 148; Fales 2001: 192. La compravendita dei terreni viene altresì attestata in un documento amministrativo, SAA 06 031, datato al 709 a.C., in cui lo scriba di Sargon II, Nabû-kabti-aḫḫēšu, acquista tutta una serie di terreni limitrofi alla nuova capitale imperiale.

149 [x x x x] LUGAL be-li

[x x mki]-˹ṣir˺-aš-šur ṭé-e-mu [x x x x x] ˹URU˺ ina ku-um URU [x x x x x] a-na GAR.KUR [x x x x x] di-ni

[…]

consegnato] al tempio di Nabû a Dūr- Šarrukīn (e così) il re, mio signore, [ha dato] l’ordine a Kiṣir-Aššur: “Dai al governatore (della terra) un villaggio (letteralmente “città”)16 in cambio di un altro villaggio”.

[…]

Questa lettera, inviata da uno dei più autorevoli esponenti dell’apparato amministrativo del regno di Sargon II, è la prova che “questa procedura appare essere stata attuata estensivamente, per dotare la capitale e le sue istituzioni di terreni agricoli”17.

Kiṣir-Aššur, altro personaggio ricorrente nel corpus epistolare legato alla costruzione della nuova città, è incaricato dal re di procedere alla permuta del campo, dimostrando pertanto che il governatore stesso di Dūr-Šarrukīn poteva essere insignito del compito di provvedere alle opportune soluzioni per la gestione dei territori di sua pertinenza giurisdizionale: in tal modo, il proprietario del summenzionato lotto di terra di 4.000 ettari nel distretto di Ḫalaḫḫu18 riceverà un terreno in cambio del suo villaggio (ālu ina kūm āli), sebbene la

seconda parte della lettera, purtroppo lacunosa, sembri riportare un fattore di problematicità che solo un ordine aggiuntivo del sovrano sarebbe stato in grado di attenuare.

Questa lettera dimostra inoltre che i terreni acquisiti per la costruzione di Dūr-Šarrukīn e per il futuro sostentamento della città si estendessero ben oltre il territorio di Magganubba. Dal momento che la nuova capitale mira a divenire il cuore pulsante di una nuova provincia, i cui terreni vengono gradualmente sottratti all’estensione territoriale della provincia di Ninive, l’intento di Sargon II sembra diretto a riformulare i termini di importanza geo- politica di tutte le principali città d’Assiria: da una parte, l’edificazione del nuovo centro urbano tende a rafforzare la posizione e il ruolo di Ninive nei rapporti politici e commerciali

16 “The lower limit of an ālu is reached and overstepped when the settlement loses its identity as such and reverts to mere ‘land’” (Fales 1990: 101).

17 Fales 2001: 192.

18 Sebbene in periodo medio-assiro il distretto di nome Ḫalaḫḫu costituisse una provincia assestante, non ci sono attestazioni che ricoprisse tale ruolo anche in periodo neo-assiro ma, al contrario, apparteneva con buona probabilità alla provincia di Ninive. L’avvio dei lavori per la costruzione del Forte di Sargon II implica l’integrazione di buona parte dei terreni limitrofi alla città, così da provocare l’annessione del distretto di Ḫalaḫḫu all’interno della nuova provincia di Dūr-Šarrukīn (Radner 2006-2008: 97).

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interni all’Assiria ed esteri, limitando di conseguenza il traffico di merci dirette o transitanti per le altre città come Assur, Kalḫu e Arbela; d’altra parte, i territori pertinenti alla regione di Ninive vengono intenzionalmente ridotti al fine di incrementare la nuova provincia di Dūr-Šarrukīn19.

In aggiunta all’esproprio dei terreni, la costruzione della città di Dūr-Šarrukīn si fonda inoltre sui prestiti in metalli preziosi forniti dai cittadini privati benestanti, in particolar modo i mercanti. Da questo contesto emerge la questione – opinabile e reiteratamente discussa – dell’estinzione dei debiti della corona a beneficio dei mercanti creditori, il cui evento sembra avvalersi di una singola ma sintomatica testimonianza proveniente dalla corrispondenza statale che, al contrario di quanto afferma Sargon II nelle proprie iscrizioni, delinea una condizione considerevolmente diversa:

Testo 2020

Lettera di un mittente anonimo (Šulmānu-[…]) per il saldo dei debiti. (linee r.4-20; v.1-15)

r.4-20) LUGAL EN iq-ti-[bi-a]

ma-a a-di dul-lu ša uru˹BÀD˺-[mMAN-GIN]

ú-gam-ma-ru-u-[ni]

ma-a me-me-ni ḫa-bul-li-[ka] la ú-šal-[lam]

ni-is-ḫu ša TA uruBÀD-[mMAN-GIN]

ra-ṣi-pu-u-[ni]

a-na DAM.QARmeš ú-[x x x]

me-me-ni ina UGU-ḫi-ia ˹la˺? [x x x]

5 me 70 MA.NA KUG.UD NA4[x x]21

ša MU.AN.NA an-[x x]

Il re, mio signore, mi aveva detto: “Nessuno ripagherà i tuoi prestiti fino a quando il lavoro a Dūr-Šarrukīn non sarà terminato”. (Ora) che la porzione di Dūr-Šarrukīn è stata costruita, hanno [rimborsato] i mercanti, ma nessuno ha [ricordato] di me (il re). 570 mine di argento [con il mio sigillo] e in scadenza entro quest’anno, non sono ancora state ripagate. Quando il re, mio signore, ha dato oro e [pietre preziose] alla mia persona, ho detto al re, mio

19 “The creation of a new province reduced the economical political possibilities of the affected provincial administration and of course concerned all landowners who owned property in the reign (…) There is the distinct possibilities that all of Dur-Šarruken’s lands were split off the Ninevite province” (Radner 2011a: 326). 20 SAA 01 159; r.4-15; v.9-15; cfr. Lackenbacher 1990: 70; Parpola 1995: 53-54; Fales 2001: 149. All’episodio di compravendita o permuta dei terreni di costruzione, è verosimilmente connesso un altro documento (SAA 01 028), il cui testo è purtroppo profondamente lacunoso; i pochi segni conservati suggeriscono la lettura di un ordine perentorio emanato nella forma di una sintetica circolare, probabilmente inoltrata da Sargon II stesso, nella quale si dispone la cessione di un terreno (A.ŠÀ).

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ú-di-ni la ú-[x x x]

ki-i LUGAL EN KUG.GI [NA4meš]

ina UGU-ḫi-ia id-di-nu-[ni] a-na LUGAL EN-a aq-ṭi-[bi] nu-uk AD-u-a- ma-[x x] ḫa-bul-li ša m[x x x]

v.1-8) ša mḫu-zi-ri ša [x x x]

ḫu-bu-[ul]

i-da-at AD-ia meš-il [x x x x] ú-sa-[lim]

ú-ma-a DUMUmeš-šú-nu i-ba-[áš-ši]

ma-a ša-bul-li ša AD [x] a-na ADmeš-ni ḫab-ba-lu-[u-ni]

šal-li-ma-an-na-[ši]

v.9-15) ki-ma uruBÀD.MAN.GIN ra-[ṣip gam-

mur]

LUGAL EN a-na É [x x x x]

ḫa-bul-li a-na [x x x] ú-šal-[lam]

LUGAL EN a-na m˹LUGAL˺-[x x x x x x]

meš-il píl-[ki-šu]

ina uruBÀD.mMAN.GIN [gam-mur]

signore, che mio padre aveva un (grande) debito nei confronti di […], Ḫuziru e […]. Dopo la morte di mio padre (lett.: dopo mio padre), ho pagato metà dei [suoi debiti], ma adesso i suoi figli [mi ordinano]: “Pagaci i debiti che tuo padre aveva con nostro padre!”. Quando Dūr-Šarrukīn [sarà completamente costruita] il re, mio signore nella casa (?) […] ricompenserà i debiti a […]. Il re, mio signore, può chiedere a Šarru-[ēmuranni]: metà della sua quota [lavoro] a Dūr-Šarrukīn [è terminata].

Le parole del mittente di questa lettera confermano chiaramente che una buona parte delle spese di costruzione fossero quindi a carico dei cittadini privati, ossia quegli individui che, come i mercanti, avevano una disponibilità economica tale da agire come finanziatori dell’immenso progetto edilizio. Nel corso della lettera il mittente, in chiaro atteggiamento di autocommiserazione, riporta alcune informazioni chiave circa la prassi adottata dalla corona per finanziare i lavori di costruzione:

1. L’ordine perentorio del sovrano decreta che il debito della corona non verrà mai saldato prima della conclusione dei lavori. Questo vincolo è plausibilmente inteso come la conclusione della quota lavoro (pilku) assegnata a ogni individuo durante il processo edilizio (linee r.4-8).

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2. Il mittente conferma che la sua quota lavoro è stata terminata, ma che il suo prestito, che ammonta a circa 575 chilogrammi di argento, non è ancora stato debitamente ripagato; inoltre, il tentativo di paragonare la sua infelice condizione alla soddisfazione ottenuta dagli altri mercanti, i quali sono stati correttamente rimborsati per il loro impegno, si delinea come un espediente necessario affinché l’amministrazione centrale proceda a rimediare al tale disagio (linee r.8-15).

3. Il mercante ci informa che il re fosse solito convertire oro e pietre preziose in moneta corrente (ki-i LUGAL EN KUG.GI NA4[meš] ina UGU-ḫi-ia id-di-nu-[ni]): “It is

conceivable that this money was needed for reimbursing the owners of the land, but it may have been needed for other purposes as well, like the acquisition of raw materials, products and services not available within the empire itself”22.

4. L’obiettivo del mittente, in uno stato mentale apparentemente disperato, sembra quello di muovere a compassione il re, motivando la sua incessante richiesta di saldo come l’unico sistema per sopravvivere a numerosi debiti contratti dai suoi predecessori con altri mercanti e che, allo stato attuale delle cose, gravano enormemente sulle sue spalle (linee r.18-v.8).

5. Il creditore privato ribadisce di aver completato il suo lavoro presso Dūr-Šarrukīn: sembra che questa sia l’unica motivazione concepibile per accelerare il procedimento di rimborso (linee v.9-15).

In uno scenario in cui la corona imperiale ha il potere di espropriare terreni e pretendere prestiti dai cittadini privati, per cui le iscrizioni reali e i decreti rappresentano l’unica fonte scritta di legiferazione universale, sia in termini puramente giuridici sia ideologici, la corrispondenza destinata alla corte reale ci rivela una visione più realistica e ordinaria della quotidianità. Malgrado il chiaro vincolo dell’epistolografia alle questioni di stato, alcune lettere testimoniano i sentimenti e le attitudini dei mittenti che, come nel caso di SAA 01 159, esprimono condizioni di disagio e frustrazione.

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