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Corrispondenza virtuale e incontri fisic

2. Mail Art = Eternal Network

2.10 Corrispondenza virtuale e incontri fisic

La Mail Art in un certo senso anticipa i legami creati virtualmente con i Social Network oggi, ma con una differenza, probabilmente il rapporto materiale con la carta durante la scrittura o il disegno, pittura, così come il tempo lasciato al naturale flusso della spedizione, determinano un forte legame reale e concreto che porta i mail-artisti ad instaurare veri e propri rapporti di amicizia. Non tutti sono disposti o vogliono incontrare i propri corrispondenti, ma in molti casi risulta assolutamente naturale per coloro che sono legati da una corrispondenza, seppur artistica, ad un certo punto incontrarsi.

Il fatto probabilmente di essere in contatto l’uno con l’altro tramite un indirizzo e non un semplice nome/fotografia su social network risulta qualcosa che stabilisce a priori un’apertura della propria sfera privata nei confronti di coloro che entrano in comunicazione; rispettando comunque chi non è altrettanto disposto all’incontro.

Keith Bates ad esempio risulta assolutamente contrario all’incontro, si dice contro il turismo da Mail Art, e realizza addirittura un’opera per sottolineare questa sua contrarietà, giocando con il

Uno degli esempi più suggestivi è quello dei meeting internazionali organizzati presso Villa 276

Fanna a Villorba in provincia di Treviso, a tal proposito si può leggere L.Z., Musica in

proprio nome, Bates, famoso per il Bates Motel di Psycho, avvisa scherzosamente coloro che volessero incontrarlo, ricordandogli la fine che i turisti facevano nel famoso motel hitchcockiano277, ma non solo, i suoi numerosi timbri svelano il suo desiderio di isolamento fisico dagli altri mailartisti.

Ad ogni modo, il virtuale è il legame primario che si instaura fra artisti di Mail Art che decidono molto spesso di instaurare corrispondenze creative proprio spinti dagli scambi che se ne possono trarre, dunque, dalle diversità che si possono scambiare a vicenda, diversità dovute alla geografia, quindi alla distanza, molto ampia,

Cfr. Baroni, Arte postale… cit., p. 77. Confronta anche con quanto riportato sul sito di Keith 277

Bates alla voce Mail Art and Tourism: http://keithbates.co.uk/proxy.html (consultato il 9 dicembre 2018).

Keith Bates

Timbri contro il Mail Art Tourism Sito web di Keith Bates

piuttosto che a differenze di personalità, insomma, il virtuale consente un avvicinamento dell’altro che non è invasivo ma è comunque molto più privato e intimo di quello che sarebbe tramite social network: un artista crea con le proprie mani o comunque passa attraverso le proprie mani un lavoro, o semplicemente uno scritto, che così come è da lui toccato, sarà poi toccato dal suo destinatario, insomma, un virtuale molto concreto.

Era il 1992, uno degli anni in cui i mailartisti nel mondo avevano stabilito di fare di tutto per incontrarsi e conoscersi di persona dopo anni di corrispondenza postale. Erano gli anni in cui la Mail Art si faceva come si diceva, con carta, forbici e colla. Al massimo con qualche timbro fatto a mano. Solo qualcuno muoveva i primi passi nell’uso del PC, a dire il vero snobbando gli altri. Era ed è bellissimo incontrarsi dal vivo; si incontrava una persona mai vista prima, ma che ben si conosceva: improbabile sbagliare.278

Durante una conversazione con Giancarlo Da Lio e sua figlia Giulia, presso l’Ambasciata di Venezia a Mestre279, spazio d’arte sperimentale, mi raccontano di un viaggio in Francia, durante il quale, insieme alla moglie, mamma e mailartist Tiziana Baracchi, ad un certo punto si recarono direttamente da un loro corrispondente del posto, avendone l’indirizzo, suonandogli il campanello, fortunatamente l’artista non la pensava come Keith Bates dunque la porta si aprì e ci fu l’incontro fisico delle menti mailartistiche che da parecchi anni si scambiavano corrispondenza in occasione di numerosi progetti.

Stessa cosa avvenne fra Emilio Morandi e Christo, nell’88 in occasione di un progetto sull’88 come anno e numero civico della sede dell’Associazione Linea Infinita di Bergamo, l’artista bulgaro

Tiziana Baracchi, Anni dopo anni, in Operazione GAC, edizioni Giulia, Venezia 2014. 278

Pubblicazione realizzata in occasione della Biennale di Venezia – dentrofuoriBiennale, evento parallelo.

Conversazione che avvenne il 6 ottobre 2018 in occasione di un incontro con Ryosuke Cohen 279

spedì una cartolina di un suo impacchettamento in cui le isole risultavano avere delle forme vicine agli 8280; per lunghi anni non ci fu più corrispondenza, Christo accrebbe anche la sua notorietà con numerosi progetti sempre più importanti, fino al 2016 in cui il progetto The floating Piers sul lago d’Iseo fra la provincia di Bergamo e Brescia lo portò nella zona della galleria di Morandi, situata a Ponte Nossa, e i due si incontrarono dopo ben 28 anni.281

I legami che questi artisti instaurano mettono in collegamento diverse parti del mondo, ma come fanno a comunicare se non parlano la stessa lingua? Google Traduttore è uno strumento importantissimo per loro, numerosi documenti come lettere, cartoline, inviti, vengono tradotte attraverso internet, certo è che nel complesso le traduzioni delle frasi non sono perfette, ma di certo si può comprendere il senso generale di uno scritto. Questi artisti a mano trascrivono lettere cartacee in una lingua e le traducono attraverso la connessione internet, ognuno riesce ad esprimersi al meglio parlando la propria lingua madre e sarà poi impegno del destinatario comprendere ciò che gli viene recapitato.

Quando si incontrano di persona, con qualche parola e qualche gesto, comunicano molto bene fra loro in maniera essenziale ma efficace, poiché non hanno in comune la lingua, ma hanno in comune un mestiere ed un sentire artistico, un vivere artistico, e una concezione del mondo.

Ho assistito a numerosi incontri fra mailartisti stranieri e posso affermare che probabilmente è proprio il fatto di essere, sentirsi e

Le notizie sono testimoniate anche da articoli di giornale che riprendono dichiarazioni fatte 280

da Emilio Morandi in occasione di alcune interviste. Per citarne uno, Mostra in omaggio a

Christo e Jean Claude, su “Bergamonews”: https://www.bergamonews.it/evento/a-ponte-nossa-

mostra-in-omaggio-a-christo-e-jeanne-claude/ (consultato il 8 dicembre 2018).

Durante i giorni di tirocinio presso Artestudio Morandi di Ponte Nossa tra luglio ed agosto 281

2018, Emilio Morandi e Franca Monzani mi raccontano moltissimo delle proprie avventure mailartistiche o semplicemente artistiche, tutto quanto è documentato e consultabile presso l’Archivio Artestudio Morandi, Ponte Nossa, Bergamo.

sapersi diversi in quei limiti geografici o linguistici che solo la posta e le prime forme tecnologiche riuscivano ad abbattere, che forse ha fatto nascere, vivere e resistere la Mail Art in questi personaggi, mentre oggi non ci sono barriere e ci si sente tutti molto più simili e più vicini, con meno cose da comunicarsi in una maniera che dovrebbe prendere in considerazione tempistiche molto lunghe alle quali non siamo assolutamente abituati oggi e a cui dunque rinunciamo facilmente.