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Costruzione degli indici di integrazione

L’applicazione della metodologia già implementata nell’ambito delle precedenti indagini ORIM consente di esprimere una valutazione quantitativa del livello di integrazione raggiunto da ciascun individuo incluso nella rilevazione, evidenziandone gli aspetti differenziali entro un contesto (economico, politico, culturale e sociale) in continuo mutamento.

87 Seguendo lo stesso procedimento, si è attribuito a ogni caso (unità statistica campionata) un punteggio di integrazione in relazione a ciascuna delle sei caratteristiche considerate. Tali pun- teggi, compresi tra -1 (per la condizione “peggiore”) e +1 (per quella “migliore”) sono stati pre- ventivamente determinati attraverso l’elaborazione delle frequenze con cui le modalità delle corrispondenti variabili erano presenti nel database. In pratica, per ciascuna modalità (della sca- la ordinale orientata in modo crescente rispetto al potenziale effetto positivo sul piano dell’integrazione) di ogni variabile il punteggio che le è stato attribuito si è ottenuto tramite la differenza tra la somma delle frequenze (relative) che competevano alle modalità precedenti e la somma delle frequenze (relative) che competevano alle modalità seguenti.

Successivamente i singoli punteggi sono stati sintetizzati in due punteggi medi attraverso il calcolo della media aritmetica dei valori corrispondenti alle variabili facenti capo a ognuno dei due ambiti considerati:

il primo punteggio medio, adottato come espressione dell’indice di integrazione econo-

mico-lavorativa, è stato costruito sulla base della regolarità e stabilità lavorativa, del li- vello di reddito e dell’adeguatezza tra la professione svolta e la formazione acquisita;

il secondo, inteso come indice di integrazione socio-territoriale, ha tenuto conto del tipo di abitazione, dello status giuridico-amministrativo e delle condizioni di stabilità a livel- lo residenziale.

Ciò ha reso possibile l’ulteriore calcolo del valore dell’indice di integrazione totale, ottenuto come media aritmetica semplice dei due indici di integrazione parziali35.

1.7.3.2 L’analisi dei risultati

Integrazione, territorio e casa

La mappa delle province lombarde declinata in termini di “livello di integrazione” della componente immigrata che vi risiede restituisce un’immagine, nel suo complesso, eterogenea.

Essa riflette l’interazione di una molteplicità di fattori, sia di natura oggettiva strettamente dipendenti dalle caratteristiche del luogo (la presenza di maggiori opportunità occupazionali, le facilitazioni nell’accesso alla casa o ai servizi pubblici), sia di natura soggettiva (come la dispo- nibilità di reti sociali, amicali e familiari cui appoggiarsi e fare riferimento).

35Va tenuto presente che, per le modalità con cui sono stati assegnati i punteggi, ogni variabile ha per definizione media zero, così come gli indicatori parziali e quello totale. Nel leggere i risultati proposti è dunque opportuno valutare, in corrispondenza di ogni categoria considerata, il segno del cor- rispondente punteggio medio e la sua distanza dallo zero come intensità del vantaggio o svantaggio rispetto al livello medio di tutta la popolazione immi- grata.

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Tabella 1.7.15 – Indici di integrazione della popolazione con almeno 15 anni di età proveniente da Paesi

a forte pressione migratoria e presente in Lombardia nel 2016, per provincia

Province Totale Economico-lavorativa Socio-territoriale Bergamo 0,025 0,043 0,007 Brescia 0,026 -0,006 0,057 Como -0,031 -0,025 -0,036 Cremona 0,045 0,057 0,033 Lecco 0,014 0,018 0,010 Lodi 0,004 -0,025 0,033 Mantova -0,021 -0,003 -0,040 Milano altri comuni 0,007 -0,016 0,030 Milano città -0,031 0,000 -0,062 Monza e Brianza 0,016 0,036 -0,004 Pavia -0,030 -0,039 -0,021 Sondrio -0,012 -0,043 0,019 Varese -0,002 -0,024 0,020 Totale 0,000 0,000 0,000

Fonte: elaborazioni Ismu-ORIM, 2016.

Attraverso il confronto tra i diversi ambiti territoriali emerge, rispetto all’indice totale, la leadership della provincia di Cremona il cui punteggio le conferisce il primato nella classifica corrispondente (+0,045), seguita da Brescia e Bergamo (rispettivamente in seconda e in terza posizione); mentre il capoluogo milanese e la provincia di Como mostrano la peggiore perfor- mance a livello territoriale (-0,031, cfr. Tabella 1.7.15). Gli stessi ambiti valutati da un punto di vista strettamente economico-lavorativo si posizionano su livelli pressoché analoghi: le provin- ce di Cremona, Bergamo, Monza-Brianza e Lecco mantengono un punteggio positivo entro un range che varia da +0,057 (Cremona) a +0,018 (Lecco), mentre la provincia di Lodi scivola in quart’ultima posizione (-0,025) con Pavia che regredisce ulteriormente attestandosi al penultimo posto (-0,039). La provincia di Sondrio mostra il punteggio di integrazione economico e lavora- tivo più basso (-0,043). La stessa analisi riferita all’indice socio-territoriale conferma, da un la- to, la posizione leader di Brescia (+0,057) e Cremona (+0,033); dall’altro, evidenzia il progres- so dei comuni milanesi extra-capoluogo che, nel loro insieme, conquistano il quarto posto (+0,030); mentre Monza-Brianza scivola in terreno negativo con un punteggio medio di -0,004. Il capoluogo milanese regredisce ulteriormente toccando quota -0,062.

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Tabella 1.7.16 – Indici di integrazione della popolazione con almeno 15 anni di età proveniente da Paesi

a forte pressione migratoria e presente in Lombardia nel 2016, per zona in cui si trova il quartiere di residenza

Quartiere di residenza Totale Economico-lavorativa Socio-territoriale In centro al paese/città/comune 0,009 0,007 0,010 In zona semicentrale del paese/città/comune 0,039 0,012 0,066 In zona periferica del paese/città/comune -0,020 -0,006 -0,035 Totale 0,000 0,000 0,000

Fonte: elaborazioni Ismu-ORIM, 2016.

Allorché se ne approfondisce l’analisi, emerge come i soggetti che abitano in zone semi- centrali del proprio comune si caratterizzino per i più alti indici di integrazione a livello totale (+0,039); mentre chi sta nelle zone periferiche mostra i valori mediamente più bassi (-0,020) (cfr. Tabella 1.7.16). Anche rispetto agli ambiti di integrazione che hanno contribuito a determi- narne i valori (quello economico-lavorativo e quello socio territoriale), i centri abitati più perife- rici dove si concentrano oltre la metà delle sistemazioni precarie (il 57,2% del sottoinsieme cor- rispondente) e quelle in condivisione con altri immigrati (44,6%) segnalano le maggiori critici- tà, con punteggi negativi compresi tra -0,006 a -0,035. Soffermandosi sugli aspetti abitativi, emerge altresì come la coppia coniugata o convivente (in presenza o meno di prole) realizzi i migliori risultati: chi condivide lo spazio domestico con il coniuge o partner risulta mediamente più integrato di chi vive da solo o con altri familiari (cfr. Tabella 1.7.17).

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Tabella 1.7.17 – Indici di integrazione della popolazione con almeno 15 anni di età proveniente da Paesi

a forte pressione migratoria e presente in Lombardia nel 2016, per condizione familiare in Italia

Condizione familiare in Italia Totale Economico- lavorativa Socio- territoriale Nucleo familiare 0,074 0,043 0,105 Altri familiari -0,030 -0,069 0,008 Solo/Senza familiari -0,174 -0,060 -0,289 Totale 0,000 0,000 0,000

Fonte: elaborazioni Ismu-ORIM, 2016.