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Covid, gli psicologi a Mario Draghi, anche noi in prima linea

Polemiche dopo la frase del Premier sui vaccini. "Non siamo 'furbetti', la priorità ce l'ha data il Governo". Parole

"suggerite da chi ritiene che la Psicologia sia un lusso" Dall’Ordine nazionale a quelli regionali, passando per il sindacato e le associazioni, gli psicologi non ci stanno a passare come “furbetti del vaccino” e rispondono al presidente del Consiglio Mario Draghi, ribadendo la loro centralità come operatori sanitari del sistema salute, soprattutto in epoca Covid. A suscitare la levata di scudi sono state le parole del premier che aveva citato “giovani psicologi di 35 anni”

tra le persone in fila per ottenere una dose, scavalcando di fatto gli anziani. “Gli psicologi – afferma Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn – hanno un ruolo fondamentale nella pandemia, in ragione di una forte crescita del disagio che questa genera. Le parole del premier rischiano di generare una contrapposizione tra professioni, svalorizzando il lavoro e la funzione che ricoprono”. Da quelli che lavorano negli ospedali con pazienti oncologici o cronici, a quelli che sono a scuola con i bambini diversamente abili; da quelli che prestano servizio nelle Rsa e negli hospice a quelli che lo fanno nei consultori, nel terzo settore o nelle carceri: gli psicologi, osserva il sindacato, sono “ancora più fondamentali con la pandemia, che ha visto il disagio psicologico dilagare, manifestando picchi di intensità mai conosciuti anche nell’infanzia e nell’adolescenza”. Eppure, precisa Fp Cgil Medici, “non si ha traccia di un piano di assunzioni nel Servizio sanitario nazionale, mentre si accusano i professionisti”. Gli fa eco il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi. “Nessuno di noi – commenta il presidente David Lazzari – ha chiesto di avere priorità, è stato il Governo a decidere le priorità vaccinali, ed in queste sono state incluse tutte le professioni sanitarie”. Quelle parole, prosegue, sono state forse “suggerite da chi ritiene che la Psicologia sia un lusso e non una componente della salute, della prevenzione e della cura”. Le persone che in Italia, ogni giorno, hanno bisogno di un aiuto psicologico, spiega Lazzari, “sono un popolo al quale sinora il Governo non ha dato risposte”. A sottolineare come gli psicologi siano

“operatori sanitari in prima linea” è anche la Fondazione Soleterre, Ong impegnata da inizio pandemia al Policlinico San Matteo di Pavia e che ha creato una Rete per il Supporto Psicologico Covid-19 operativa in 14 regioni. “La nostra presenza – spiega il presidente Damiano Rizzi – è un fattore protettivo per medici e infermieri che rischiano il tracollo psicologico” e “siamo presenti anche nei reparti Covid-19 per dare conforto ai malati e ai parenti dei deceduti”. Tag:

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Source: Corriere Del Trentino Country: Italy

Media: Printed

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Date: 2021/04/10 Pages: 5

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«Psicologi, l’obbligo l’ha voluto il governo»

TRENTO «La dichiarazionedi Draghi? È stato come lanciare un sasso in faccia a tutta la categoria degli psicologi». Non usa mezzi termini Francesco Marsilli, psicologo trentino di 35 anni, vaccinatoqualche settimana fa con Astrazeneca. Esattamenteilritrattodescrittodal premier italiano nel contestare chi ha ricevuto il vaccino prima degli anziani. Dottor Marsilli, come ha reagito ascoltando quelle parole? «È ridicolo: è stato lo stesso Draghi adestinareilvaccino agli operatori sanitari. Non abbiamo fatto i “furbetti” ma abbiamo seguito le indicazioni datedal premier. Addirittura l’ultimo decreto prevede che, se non c’èvaccinazione, gli psicologi possono essere sospesi dall’attività professionale». Quindi nessun «saltafila»? «Nessuno, solo la risposta aunobbligo dettatodal governo stesso. Ma c’èdipiù: David Lazzari, presidentedel Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (Cnop), ha spiegato come dall’Ordine non sia partita nessuna richiesta per inserire gli psicologi nelle categorie acui andavailvaccino.

Semplicemente, in quantooperatori sanitari, siamo stati inseriti automaticamente». Elei come ha reagitosapendo di essere incluso nella lista degli aventi diritto? «Sono stato contentissimo. Come molti non vedevol’ora di vaccinarmi, anche se non ho particolari patologie. Quando ho saputo che per la mia categoria era stato messo adisposizione uno specifico quantitativodivaccino eche quindi non lo stavo sottraendo aun70enne oaun’altra categoria a rischio, ma potevo usufruire di una dose appositamente riservata, non ho esitato. Anche perché il rischio altrimenti sarebbe stato quello di non poter più esercitare la professione». Come risponde a chi critica che gli psicologi hanno poco contatto con le persone? «Che è rimasto a una visione della professione molto antica. Negli ultimi decenni la figura dello psicologo si è molto evoluta, allontanandosi edifferenziandosi dall’immagine di chi riceve solo nello studio privatocon il pazientesdraiatosul lettino. Ora gli psicologi lavorano nei campi dell’educazione territoriale, nelle cooperative, seguono famiglie eminorenni triangolando scuole eservizi ed entrando in contatto diretto e ravvicinato con moltissime persone. In generale come èstato vissutoquestoattacco dai suoi colleghi? «Ci siamo sentiti tutti offesi.

Inoltrequesteparole arrivano in un momentostorico nel quale la nostra categoria è particolarmentenecessaria e messa sottopressione da richiestesemprepiù urgenti. Invece che un “bonus bici” il governo avrebbe dovutoistituireun“bonus psicologo”, per permettere a tutti di avere accesso a delle cure necessarie per superareledifficoltà. In contesti di emergenza come quello che stiamo vivendo non servono soluzioni palliativeche impiegano un sacco di soldi pubblici, ma risposte concrete e ragionate. In alcuni casi sono arrivato a dimezzare le mie parcelle per far sì che alcuni pazienti non fossero costretti a interrompere le sedute a causa delle difficoltà economiche». C. M. © RIPRODUZIONE RISERVATA PRIMOPIANO

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Gli operatori del sorriso allo stremo: "Regaliamo spensieratezza, non possiamo essere dimenticati"

La storia di tre professionisti del settore Intrattenimento fermi da ottobre scorso, senza ristori e senza prospettive per il futuro. "Il telefono non squilla più se non per prenotazioni per il 2022 (matrimoni), il calendario è completamente vuoto" SAN PIETRO VERNOTICO - Da Treviso, Brasile e Torino a San Pietro Vernotico per dare vita a un sogno:

creare divertimento per grandi e piccini. Un sogno lungo sette anni che la pandemia rischia di mandare in frantumi per sempre. Luciano Trenta, 43 anni, la moglie Luciany Reis Da Cruz 39 anni e Annalisa Madau, 45 anni, proprietari di una ditta che si occupa di intrattenimento con sede a San Pietro, dal 13 ottobre sono fermi. Il telefono non squilla più se non per prenotazioni per il 2022 (matrimoni), il calendario è completamente vuoto. Un settore quello dell’intrattenimento che continua a essere schiacciato dagli effetti della pandemia. Se le feste sono vietate è vietato anche il divertimento e chi si occupa di animazione da sei mesi è fermo. Senza risarcimenti, senza speranze per il futuro. “Lo scorso anno abbiamo ricevuto i ristori previsti, da novembre non percepiamo alcun tipo di aiuto economico - spiega Annalisa Madau - con questo nuovo sistema di ristori, sarà molto difficile ottenere qualche rimborso. Sappiamo che il nostro lavoro crea assembramenti e quindi sarà l’ultimo a ripartire, ma senza sostegni economici come dovremo fare? Non riusciremo ad andare avanti a lungo”. Due famiglie con bambini da sfamare. E almeno dieci giovani senza lavoro.

Come è noto le attività che si occupano di intrattenimento generano altro lavoro tra animazione, ballo, e altro. In questo caso circa quaranta giovani rischiano di perdere un’opportunità, la ditta in questione opera nei villaggi turistici, organizza campus per bambini oltre a intrattenimento per feste. Una situazione che vivono tutti i professionisti di questo settore e di altri. Molti rischiano di non alzare più la saracinesca del proprio negozio. Un dramma che tutte le Partite Iva coinvolte dalle chiusure stanno vivendo giorno per giorno e che stanno manifestando sotto diverse forme:

dalle proteste pacifiche, agli appelli sui Social Network, agli scontri veri e propri davanti alle sedi delle istituzioni. Si chiede a gran voce di lavorare, in sicurezza. Su questo aspetto, nessuno ha dubbi. Una situazione difficile che diventa drammatica quando a chiudere è l’unica fonte di guadagno per le famiglie. Annalisa, Luciany e Luciano trascorrono le loro giornate nella sede della loro attività commerciali, programmando il futuro “Per noi questo lavoro è come un figlio, curiamo amorevolmente ogni aspetto, ci aggiorniamo continuamente, organizziamo corsi di formazione per chi vuole intraprendere questa strada. Continuiamo a vederci regolarmente in sede progettando gli eventi futuri, ma senza certezze non faremo una buona fine. I soldi che avevamo a disposizione si stanno finendo, e senza soldi è difficile continuare con questa attività. Abbiamo scritto una lettera di sfogo sulla nostra pagina Facebook che abbiamo inviato anche al Governo. Vorremmo sapere che fine faremo, a chi rivolgerci per capire se dobbiamo già gettare la spugna e riorganizzarci o sperare in una ripartenza”. La lettera inviata al Governo Egregio Premier Mario Draghi, Egregio Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini, con questa lettera vogliamo solo ricordare che esistono ancora il settore dell’animazione, dello spettacolo, dell’arte e della danza, degli eventi, del Circo e dei giostrai (Spettacoli viaggianti) e del turismo e chiediamo che già nel primo Dpcm del governo Draghi vi ricordiate che da novembre 2020 non percepiamo nessun aiuto economico e non sappiamo per quanto tempo riusciremo a far fronte a questa gravissima crisi. Siamo consapevoli, che per la natura del nostro lavoro, noi creiamo assembramenti e quindi saremo indubbiamente l’ultimo settore che potrà ripartire, ma se non volete che questo settore muoia totalmente, ascoltateci, dateci gli strumenti, rielaborate protocolli di sicurezza, ma soprattutto riconosceteci aiuti economici. Forse anche voi credete che fare animazione e spettacolo sia da pagliacci o da buffoni (come lo pensano altre migliaia di persone), ma non è assolutamente così. Chi fa questo lavoro di mestiere è un professionista del settore, per lavorare con i bambini, i malati e gli anziani servono anni di studio in psicologia, pedagogia e scienze dell’educazione, per diventare artisti di strada, maghi, ballerini, musicisti e cantanti ci vogliono anni di studio specifici, allenamenti e costanti corsi di aggiornamento, per organizzare eventi, manifestazioni, matrimoni ci vogliono menti creative e manageriali ed investimenti economici e per lavorare nel turismo servono tutte queste caratteristiche, competenze sopra citate, capitali da investire e parallelamente produciamo infinite opportunità e posti di lavoro. Siamo quindi preparati, competenti, qualificati, professionisti, produttori, siamo artisti e manager, siamo investitori per garantire costantemente la qualità, l’avanguardia e l’originalità dei nostri servizi. Ed abbiamo un inconfutabile potere: grazie alla passione per il nostro lavoro regaliamo sorrisi, permettiamo alle persone di staccare la spina e distogliersi per qualche ora dalle preoccupazioni quotidiane, regaliamo spensieratezza, divertimento, benessere mentale e fisico.

Vi sembra da sottovalutare? Ognuno di noi, in questo periodo di inattività, si sta reinventando, riorganizzando, studiando, aggiornando, investendo gli ultimi risparmi per essere sul pezzo il giorno che potremo nuovamente lavorare

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Source: Brindisireport.it Country: Italy Media: Internet

Author: Paola Bari Date: 2021/04/10 Pages:

-Web source: https://www.brindisireport.it/attualita/pandemia-rischio-chiusura-operatori-spettacolo-san-pietro-vernotico.html

e guadagnare. Ma senza aiuti economici stiamo soffrendo ed esaurendo ogni nostra ultima risorsa nonostante ci chiedete di continuare a pagare affitti, bollette, assicurazioni, commercialisti, consulenti del lavoro, contributi Inps…

non sono solo migliaia e migliaia di Partite iva ad essere messe in ginocchio, ma sono migliaia, migliaia e ancora migliaia di famiglie che a loro volta devono continuare a pagare le loro bollette, i loro affitti, le loro tasse, le loro assicurazioni, le loro spese alimentari e le loro spese di prima necessità. Siamo pronti ad incontrarvi personalmente per essere ascoltati…chiediamo di non essere dimenticati

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Source: Libero Country: Italy Media: Printed

Author: LAURA PAROLIN*

Date: 2021/04/10 Pages: 4

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