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6.1 FACOLTÁ DI GEOLOGIA

6.2.6 Crisi del modello di cooperazione (anni Novanta)

La formula, che aveva permesso di proseguire per vari anni le attività di formazione dei nuovi agronomi mozambicani, entrò in crisi negli anni Novanta, in relazione alle nuove esigenze della Facoltà nel settore della ricerca.

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Relazione della missione di valutazione 1991, scheda di finanziamento.

Nel 1995, inoltre, la cooperazione universitaria tra l’Italia e la Facoltà di Agronomia della UEM passò attraverso un periodo di grave crisi a causa dell’intensa frizione tra i vertici della Facoltà e la Cooperazione italiana. I contrasti vedevano la dirigenza della Facoltà di Agronomia della UEM attaccare i docenti italiani accusati di inadempienze che venivano sempre meno sopportate, col passare del tempo, dalla controparte mozambicana. A causa di ragioni burocratiche, i professori italiani non potevano rimanere a Maputo per tutto il semestre e dovevano concentrare le loro lezioni in uno spazio di tempo inferiore di circa due settimane rispetto a quello programmato, né potevano assistere agli esami finali né seguire le tesi degli studenti. Ai professori italiani si imputava, inoltre, di non dedicare abbastanza tempo alla ricerca, anche se i docenti, da parte loro, riportavano la cosa da un punto di vista completamente diverso. Già nel 1988, nella sua relazione di fine missione, il coordinatore italiano, prof. Lorenzo Raffi dichiarava: «Tuttavia, nella fase attuale, la Facoltà spesso non è in grado né di inserire i docenti italiani in progetti di ricerca esistenti (peraltro scarsi), né di indicare loro temi specifici di ricerca»25. In realtà, l’arrivo in ritardo rispetto all’inizio del semestre si verificava in tutte le facoltà interessate dalla cooperazione e dipendeva da difficoltà sia da parte delle istituzioni universitarie di provenienza sia da parte del ministero degli Affari Esteri. Altrove, il problema venne affrontato dalla controparte mozambicana con una buona dose di pragmatismo ed elasticità e non si giunse mai a uno scontro aperto. In quelle facoltà dove le relazioni interpersonali furono portate avanti su un piano di egualitarismo, rispetto, quando non addirittura amicizia26, i rapporti di cooperazione poterono svilupparsi più proficuamente. Alla Facoltà di Agronomia i docenti italiani si scontrarono, invece, con un atteggiamento molto rigido. Tra i principali motivi di attrito vi era il fatto che, nonostante le promesse e gli impegni presi, la concessione di borse di studio per corsi di specializzazione, master e dottorati in Italia era quasi

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Relazione di fine missione del prof. L. Raffi, 12 luglio 1988, AMUTLM.

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Questo dipendeva dalle leggi italiane che non permettevano ai docenti di allontanarsi dal loro insegnamento per periodi troppo lunghi, pena un rallentamento nell’avanzamento di carriera, insieme con i costi eccessivi nelle indennità degli stessi se fossero rimasti in Mozambico più di un certo numero di mesi.

inesistente27. Lo stesso direttore della Facoltà, formatosi nell’ambito della Cooperazione italiana, aveva richiesto una borsa di dottorato che non gli era mai stata concessa, finendo poi per completare la sua formazione negli Stati Uniti. Probabilmente, proprio in conseguenza di questa situazione, l’interesse dei giovani docenti mozambicani a partecipare a corsi di alta formazione in Italia divenne, col passare degli anni, sempre più scarsa. A riprova di ciò, durante il periodo di attuazione del successivo programma 2001-2004, la Facoltà di Agronomia realizzò 14 corsi di dottorato e 9 di master, uno solo dei quali nell’ambito del programma italiano28.

Tra le ulteriori inadempienze ascritte alla cooperazione italiana vi erano la venuta meno istituzione dell’azienda agro-zootecnica della Facoltà, e il mancato sostegno operativo per il suo trasferimento a Boane (Pequenos Libombos). La realizzazione dell’opera era stata richiesta e concordata già nel 1984-1985, per cui furono fatti studi preparatori durati anni. Nonostante i continui solleciti dei mozambicani e le continue rassicurazioni degli italiani, le due iniziative non si concretizzarono mai29.

La crisi culminò con la richiesta da parte della direzione della Facoltà di interrompere la cooperazione con l’Italia nell’ambito della docenza perché non aveva sortito risultati positivi, con grave smacco della controparte italiana: «A faculdade cocluíu que a assistência técnica á

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A quanto risulta, l’unica persona che abbia mai conseguito un dottorato in Italia, proveniente dalla Facoltà di Agronomia è la Dott.ssa Ivone Moucha, che ottenne il suo titolo in Biotecnologie Molecolari presso l’Università di Pisa (Scuola Bios) con uno studio sul miglioramento genetico della vigna unguiculata, conosciuto in Mozambico come feijao nhemba. La dottoressa Moucha, però, ci ha confermato di non aver beneficiato di una borsa di studio della Cooperazione italiana, avendo partecipato, nel 2004, a titolo personale al concorso per la scuola di dottorato della Università di Pisa ed essendo risultata vincitrice di una borsa di studio dell’università stessa.

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R. Tatasciore, op. cit.,

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La prima volta che appare la richiesta della costituzione di una azienda agro- zootecnica è in documento del 1984 reperito preso l’Archivio Stato di Maputo, Fondo UEM, cartella 128: «è muito sentida a necessidade de se constituir uma impresa Agro-

Pecuária…» Memorandum UEM 3 gennaio 1984. In quanto alla costruzione della

nuova sede della Facoltà, rimandiamo agli atti della IV sessione della Commissione Mista Italia-Mozambico (1985): «A Comissão Mista aprovou as solecitações da UEM

no que se refere… Construção da Faculdade de Ciências Agrária, junto a Barragem dos Pequenos Libombos», ASM, fondo UEM, cartella 115.

docencia nos moldes actuais deve ser teminada porque não tem surtido resultados positivos»30.

L’aspro contrasto venne risolto grazie alla intermediazione del rettore, prof Brazão Mazula e, seppure ridimensionato, il programma di assistenza tecnica alla docenza continuò, anche se sempre maggiore importanza veniva attribuita alla ricerca 31.