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Dopo la fase della docenza sostitutiva e quella della formazione del personale locale, la nuova tendenza della cooperazione è rappresentata dall’appoggio alla ricerca che si concretizza nel sostegno dato ai centri di studio della UEM, il più nuovo dei quali è il Centro di Biotecnologia42.

6.3.1 Genesi del centro

Il Programa de Assistencia Tecnica as Faculdades de Medicina, Arquitectura e Planeamento Fisico, Agronomia e Engenhearia Forestal (2000-2005), conteneva una prima indicazione relativa alla creazione di un centro di ricerche interdipartimentale. Il programma prevedeva infatti la creazione di un laboratorio di biotecnologie molecolari presso la Facoltà di Agronomia e Ingegneria forestale, il primo del genere in Mozambico, in cui dovevano confluire le eccellenze nel campo della ricerca delle Facoltà di Agronomia, Scienze, Medicina e Veterinaria. L’evoluzione del progetto portò alla creazione del Centro di Biotecnologia, la cui nascita fu formalizzata durante il periodo di vigenza del Programma Ponte. Il centro si strutturò in forma di entità a gestione e infrastrutture autonome con la funzione di sviluppare la formazione, la ricerca e la prestazione di servizi. Ciò ha consentito ai ricercatori mozam- bicani di realizzare lavori con metodologie d’avanguardia, proponendo interventi di grande impatto nella realtà socioeconomica del Paese. Le linee di ricerca sviluppate nel laboratorio hanno riguardato, infatti,

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Notizie circa la genesi del Centro ci vengono dall’intervista al Prof Luís Neves, Direttore del Centro di Biotecnologie, Direttore della Facoltà di Veterinaria, Maputo 12 ottobre 2010.

prodotti agricoli di largo consumo e di maggiore rilevanza alimentare e commerciale43.

Gli interessi scientifici prioritari del Centro sono inerenti alle problematiche della salute, della produzione vegetale e animale, insieme alle problematiche ambientali. In questo ambito furono individuate come linee principali di ricerca e di formazione il controllo e la diagnostica delle malattie genetiche umane, animali e vegetali, oltre alle attività relative alla bio-diversità e alla conservazione delle specie vegetali e animali, selvatiche e domestiche.

6.3.2 Componente propositiva autonoma mozambicana

La vera novità del Centro di Biotecnologie44 è quella di essere nato per iniziativa autonoma della Università Eduardo Mondlane, senza imposizioni o suggerimenti esterni. Il prof. Luís Neves, direttore della Facoltà di Veterinaria e anche del centro, riferisce che l’idea nacque nel momento in cui i direttori delle Facoltà di Medicina, Scienze, Agronomia e Veterinaria crearono una lobby cercando di portare avanti il loro progetto45. L’iniziativa ebbe il forte appoggio dall’allora vice rettore accademico, Lidia Brito, che in seguito divenne ministro dell’Istruzione. In un primo momento, fu richiesto un appoggio economico alla Cooperazione spagnola, ma questa non si mostrò interessata.

Il rettore della UEM, Brazão Mazula mobilizzò allora 60.000 USD dal fondo aperto per la ricerca della SAREC (cooperazione svedese), rendendoli disponibili per la creazione del centro. L’aspetto innovativo e propositivo della iniziativa attrasse l’attenzione di due professori italiani,

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Rapporto dell’Unità di Coordinamento e Controllo (UCC) alla fine del programma 2000-2005, AAUTLM.

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AID 9154 dal Comitato Direzionale per la Cooperazione allo Sviluppo giunge l’approvazione per l’iniziativa di formazione e aggiornamento dei ricercatori del centro di Biotecnologia della UEM (delibera 188 del 14 ottobre 2008) per un milione e settecentomila euro a valere sul Cap. 2182/0400 a favore del consorzio Sardegna Ricerche così diviso 424.520 E per il 2008; 342.900 E per il 2009 e 302700E per il 2010 (fonte L. Neves) L’accordo di cooperazione scientifica tra il consorzio Sardegna ricerche e il centro di Biotecnologia della UEM è del 15 dicembre 2005.

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da anni impegnati nei progetti di cooperazione presso le Facoltà di Medicina (prof. Mauro Colombo) e di Agronomia (prof. Antonio Zazzerini), i quali ottennero che una parte dei fondi disponibili nell’ambito della cooperazione italiana fossero utilizzati per appoggiare la nascita del nuovo Centro. Dalla Facoltà di Agronomia furono disponibilizzati 120.000 USD, e altri 10.000 USD da quella di Medicina. La Facoltà di Scienze, dipartimento di Biologia, offrì i 6.000 USD, originariamente destinati al miglioramento dei laboratori.

Il Centro di Biotecnologia nacque ufficialmente l’11 maggio 2005, quando il consiglio universitario approvò il suo regolamento con pubblicazione sul Bollettino della Repubblica46.

Il periodo 2003-2005 vide il consolidamento strutturale del Centro, che si attuò attraverso una serie di incontri tra i rappresentanti delle facoltà e quelli della Cooperazione italiana. Gli sforzi congiunti per superare i particolarismi e far nascere il nuovo organismo condussero alla creazione di un modello integrato di cooperazione, in cui le varie componenti si mantenevano in equilibrio tra di loro, senza che nessuna prendesse il sopravvento sulle altre. Nel 2012, a sette anni dalla sua nascita, il centro è ormai consolidato e il suo staff è passato da 2 ricercatori a 14, dei quali 8 con contratto formale dell’università e 6 a progetto. Il sostegno al centro di biotecnologia non dipende completamente dalla Cooperazione italiana. Il progetto è una integrazione, una sinergia, con una realtà già esistente. Si parte da un finanziamento autonomo della UEM cui si aggiunge la cooperazione italiana a cui si aggiungono altri appoggi.

Il Centro di Biotecnologia è sostenuto anche da altri paesi, oltre l’Italia, non con veri e propri progetti di cooperazione, ma piuttosto attraverso fondazioni, soprattutto portoghesi come l’Instituto de Investigaçâo Scientifica Tropical, l’Instituto de Igiene e Medicina Tropical o attraverso la collaborazione con altre istituzioni come il Dipartimento di Malattie Tropicali di Pretoria, Sud Africa.

Attualmente il Centro si articola in tre unità di ricerca:

 Diagnostica ed Epidemiologia Molecolare;

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 Caratterizzazione Genetica e Biodiversità;  Tossicologia molecolare.

6.3.3 Sviluppo delle attività

Nel 2011 è, infine, iniziato il primo corso di master in Biotecnologia, rivolto a un primo gruppo di 15 laureati, che hanno avuto così la possibilità di completare in patria l’intero percorso della loro specializzazione47. Il master è stato finanziato dalla Cooperazione italiana per più di 1,5 milioni di euro. Gli insegnamenti disciplinari sono impartiti da docenti provenienti dalla tre università italiane coinvolte nel progetto, Roma La Sapienza, Pisa e Sassari, coadiuvati da docenti francesi, portoghesi, svedesi, sud-africani e mozambicani.

Si tratta di un master integrato, che ha l’obiettivo di offrire una formazione teorica-sperimentale specializzata in campo biotecnologico, allo scopo di rendere disponibili per il mercato tecnici e ricercatori capaci di affrontare e risolvere problemi nell’area dell’agricoltura, dell’ambiente, della salute umana e animale e dell’industria.

6.3.4 Conclusioni

I centri di ricerca e servizi di tipo interdipartimentale o interfacoltà, come il Centro di Biotecnologia della UEM, rappresentano una tappa importante nella evoluzione verso la multidisciplinarietà, la regionalizzazione e l’utilizzo applicativo dei risultati della ricerca universitaria per la soluzione dei problemi dello sviluppo, in quanto incubatori di massa critica e produttori di soluzioni tecnico scientifiche direttamente disponibili per le realtà operanti nel territorio (ministeri e amministrazioni locali). In questa ottica il progetto del Centro è stato

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(http://www.portaldogoverno.gov.mz/noticias/educacao/fevereiro-2011 /italia- financia-mestrados-em-biotecnologia), consultato il 24 settembre 2012.

fortemente appoggiato dal ministero della Scienza e Tecnologia del Mozambico.

Il Centro incarna il nuovo modello di cooperazione universitaria che interfaccia il sistema accademico e di ricerca italiano con le istituzioni che promuovono l’innovazione tecnologica per lo sviluppo del paese partner di cooperazione.

In questo contesto la componente italiana è rappresentata dalla partecipazione della Fondazione Rita Levi Montalcini che offre borse di studio indirizzate alla componente femminile, nell’ottica di diminuire la differenza di genere nell’ambito dell’università; dall’accordo quadro con il Museo di Storia Naturale di Maputo, dal protocollo di intesa tra l’Accademia dei Lincei e l’Accademia delle Scienze del Mozambico48. Alle attività sopraddette si associano le componenti di appoggio istituzionale alle facoltà e al rettorato UEM al fine di sostenere la partecipazione dell’Università ai piani settoriali di sviluppo del paese e, soprattutto, attenuare la dipendenza scientifica dall’esterno.

I primi riscontri positivi dell’attività del centro si hanno nel numero di pubblicazione di lavori di ricerca scientifica sulle riviste del settore a livello internazionale, a detta del suo direttore, il più alto di tutto il settore in Mozambico. Le prospettive di sviluppo del Centro, ancora giovane come istituzione, a oggi molto promettenti, saranno verificabili nel prossimo futuro.

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