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6.5 FACOLTÁ DI ARCHITETTURA E PIANIFICAZIONE FISICA

6.5.6 Primo programma a gestione locale: 2000-2005

Il nuovo programma di cooperazione universitaria che iniziò nel 2000/1, finanziariamente gestito direttamente dalla UEM tramite il consorzio interuniversitario CICUPE, interessava, come detto sopra, anche le Facoltà di Agronomia e Medicina. Gli obiettivi direttamente relazionati alla Facoltà di Architettura erano:

 il proseguimento della formazione dei quadri docenti mozambicani attraverso un’attività di ricerca operativa incentrata sulle priorità di sviluppo del paese;

 lo sviluppo dell’autonomia didattica del personale della Facoltà;  l’espansione della ricerca nelle aree della progettazione,

tecnologia dell’architettura, pianificazione urbanistica, rappre-

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sentazione e disegno, analisi ambientale e valutazione degli impatti sugli insediamenti.

Il programma puntava alla sensibilizzazione verso i problemi urbani e la tutela delle risorse ambientali, ad accrescere il ruolo della Facoltà nella progettazione e nella gestione degli interventi a sostegno delle istituzioni mozambicane e a diminuire la dipendenza dalla cooperazione internazionale86.

Mentre proseguiva la formazione degli insegnanti locali del corso di laurea, furono anche previsti corsi di aggiornamento per docenti, aperti ai tecnici della pubblica amministrazione, e borse di studio per l’Europa o altri paesi dell’Africa australe.

La ricerca di base e operativa sviluppata in ambito della Facoltà portò avanti il suo appoggio tecnico-scientifico alla pubblica amministrazione nei processi di trasformazione del territorio, favorendo anche la sensibilizzare sui problemi della gestione della città e dell’ambiente e sulla tutela delle risorse primarie. A questo fine, si scelse di focalizzare l’attenzione sulle aree periferiche del paese. Ci si preoccupò, inoltre, che l’attività di ricerca integrasse e avesse una ricaduta positiva sull’attività didattica.

Nel dettaglio, le attività di ricerca portate avanti nel periodo di attuazione del programma riguardarono :

 I processi di pianificazione e la gestione sostenibile degli insediamenti: lo studio dei processi di crescita delle città e l’analisi del processo di crescita degli insediamenti informali costituiti dalle periferie che si espandevano senza nessun controllo, (si cercava di mettere le basi per poter intervenire in una loro trasformazione integrata nel disegno urbano).

 L’analisi della produzione edilizia per il mercato formale e informale: lo scopo era quello di individuare metodi di costruzione che fossero allo stesso tempo compatibili con le

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R. Tatasciore Quadro logico per il progetto di Architettura, in op cit,

capacità economiche dei cittadini e rispettosi dell’ambiente e studiare quali materiali potessero avere migliori prestazioni in relazione al clima del paese. Si procedette alla raccolta di dati relativi alla produzione e la commercializzazione dei materiali da costruzione allo scopo di legalizzare progressivamente il mercato informale.

 La catalogazione dei beni architettonici: la ricerca partiva dal reperimento delle fonti storiche sulle quali ricostruire l’origine e lo sviluppo dell’insediamento mozambicano, proseguiva con il rilievo e la classificazione dei complessi urbani e degli edifici significativi e l’elaborazione grafica dei materiali raccolti allo scopo di avviarne una catalogazione che portasse alla loro conservazione e valorizzazione.

 L’individuazione di metodi e tecniche per il recupero del patrimonio edilizio e abitativo. La ricerca prevedeva il rilevamento e lo studio di insediamenti storici, quartieri informali, edifici realizzati con tecniche tradizionali e edifici moderni in condizioni di degrado da salvaguardare. Altro obiettivo era sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di conservare e restaurare il patrimonio architettonico del paese. Questo aspetto era particolarmente delicato, non esistendo, in Mozambico, una cultura della conservazione del passato, ma piuttosto l’idea di rompere con esso, non valorizzandolo o anche demolendo ciò che era semplicemente considerato “vecchio”.  Il potenziamento del settore informatico come mezzo di

sistematizzazione dei dati sia storico-architettonici sia relativi alle attività di progettazione e costruzione esistenti, allo scopo di proporre norme standard per il settore edilizio.

I risultati cui si pervenne alla fine del programma furono:

 la formazione di quadri universitari per la ricerca di base e operativa nell’architettura e nella pianificazione fisica del territorio;

 l’adeguamento dei modelli operativi europei alle condizioni culturali e ambientali del Mozambico.

Al suo termine il programma fu prolungato con una fase ponte.

6.5.7 Programma Ponte: 2006 - 2009

La funzione principale del Programma Ponte fu quella di dare continuità al programma precedente, concludendo le attività che non erano state portate a termine presso le Facoltà di Architettura, Agronomia e Medicina, concentrando, allo stesso tempo, l’azione sul sostegno ai centri di ricerca delle stesse, nella fattispecie il Centro de Estudos para o Desenvolvimento do Habitat.

Il sub-programma relativo alla Facoltà di Architettura era, infatti, denominato: Supporto al CEDH-FAPF nell’offerta di servizi per la gestione delle trasformazioni urbane nei Municipi mozambicani.

Focalizzare l’intervento su un numero limitato di azioni avrebbe consentito di ottenere risultati migliori e, soprattutto, favorito l’inte- razione con le istituzioni pubbliche a livello nazionale e locale e con altri soggetti sociali e economici, anche per reperire risorse finanziarie aggiuntive. In questo suo approccio, la nuova strategia rifletteva l’esigenza di estendere l’attività della ricerca agli interventi operativi sul territorio. Il sostegno della cooperazione italiana rispondeva alla necessità di un aggiornamento permanente nel settore della ricerca che, per sua natura, necessita di attualizzare continuamente i suoi contenuti e mantenere contatti con le realtà regionali e internazionali.

A questo proposito si incrementò la partecipazione del personale accademico in progetti operativi nell’ambito della gestione dei servizi e dell’amministrazione a livello locale, ampliando, allo stesso tempo, il raggio di azione territoriale dei possibili interventi dell’università.

Si introduceva, inoltre, per la prima volta, il tema della parità di genere verso la quale tendevano azioni specifiche, visto che la Facoltà di Architettura ha sempre registrato una presenza femminile molto bassa:

del 7,6% a fronte del 24% della Università Eduardo Mondlane nel suo complesso87.

L’attività di ricerca ebbe un notevole sviluppo con l’avvio alle attività del settore di un gruppo di giovani laureati e l’istituzione di corsi specifici per i docenti impegnati nel centro di ricerca della Facoltà. Anche l’offerta di servizi ebbe un incremento e l’integrazione con la realtà lavorativa della pubblica amministrazione nel settore migliorò con l’inserimento di tecnici e funzionari nelle attività del progetto88.