NEL CAMMINO DI FORMAZIONE DELL’IDENTITÀ CARISMATICA
2. Criteri di spiritualità mariana
Se “spiritualità” è esperienza piena e riuscita di vita cristiana nello Spirito del Signore risorto, “spiritualità mariana” è vita nello Spirito santo secondo l’esempio e con l’aiuto materno di Maria.15
Spiritualità mariana non è frutto di un arbitrario e sorpassato devo-zionalismo cattolico, né aspetto facoltativo e del tutto marginale della vita battesimale, ma rappresenta invece una dimensione costitutiva del-l’esistenza cristiana con solidissime radici bibliche ed ecclesiali.
Fin dall’inizio la chiesa ha vissuto questo suo “tono” mariano, ve-dendo in lei la madre pronta a soccorrere e aiutare (cf nozze di Cana), la madre a cui Gesù affida i discepoli (cf Calvario), la madre raccolta in preghiera con gli apostoli in attesa dello Spirito santo (cf At 1,14).
Partendo dalla Scrittura e dall’esperienza bimillenaria della chiesa, si possono ridurre a quattro le caratteristiche fondamentali di un’au-tentica spiritualità mariana, che, se messe in pratica, conducono a una pienissima vita battesimale in Dio Trinità. Per cui paradossalmente la realizzazione di una genuina spiritualità mariana tende a dissolversi e a scomparire come esistenza mariana in quanto tale, per emergere, in-vece, come una luminosa testimonianza di vita cristocentrica.
La spiritualità mariana è caratterizzata da una quadruplice dimen-sione: trinitaria, ecclesiale, antropologica, prassiologica.
Queste note costituiscono anche altrettanti criteri di discernimento e di valutazione della sua autenticità.
2.1. Esperienza trinitaria: vita di comunione con Dio
Dalla S. Scrittura emerge la profonda relazione della Trinità nei confronti della beata Vergine, la piena di grazia, l’ancella del Signore,
15 Cf CASTELLANO CERVERA Jesús, Le grandi linee della spiritualità mariana della chiesa alla luce dell’enciclica “Redemptoris Mater”, in AA.VV., La spiritualità ma-riana della chiesa alla luce dell’Enciclica “Redemptoris Mater” = Fiamma viva 29, Roma, Teresianum 1988, 173-195; DE FIORES Stefano, Maria nella teologia contempo-ranea = Serie pastorale e di studio 2, Roma, Centro di cultura mariana “Mater Eccle-siae” 1987, 289-336; GOFFI Tullo, Spiritualità, in DE FIORES Stefano - MEO Salvatore [ed.], Nuovo Dizionario di Mariologia, Cinisello Balsamo (Milano), Paoline 1985, 1362-1378 (si abbrevierà: NDM).
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colei che ha creduto, la madre di Gesù. Maria è una creatura “plasmata dalla Trinità” e “rivestita di Trinità”. Essa è la figlia prediletta del Pa-dre, la madre del Figlio, il sacrario dello Spirito santo:16 «Nel mistero di Cristo ella [Maria] è presente già “prima della creazione del mon-do”, come colei che il Padre “ha scelto” come Madre del suo Figlio nell’incarnazione – ed insieme al Padre l’ha scelta il Figlio, affidandola eternamente allo Spirito di santità».17
2.1.1. Obbedienza al Padre
Questa essenziale struttura trinitaria dell’esistenza e del pellegri-naggio terreno di Maria forma la base della spiritualità mariana cattoli-ca, che è anzitutto profonda esperienza di vita trinitaria.18
E, come tale, essa comporta pieno abbandono nella fede alla volontà del Padre. Per questo Maria diventa nostra madre nella fede.19 L’obbe-dienza filiale al Padre rappresenta per il cristiano l’inizio del suo itine-rario verso Dio, il suo cammino di fede verso il Padre, che costituisce la sua vera meta. L’obbedienza al Padre è dialogo tra chiamata di Dio e risposta della persona umana, tra elezione e fedeltà, tra grazia e libertà.
Spiritualità mariana è quindi abbandono fiducioso nell’abbraccio del Padre nell’obbedienza della fede. Come il fiat di Maria, il fiat al Padre di ogni cristiano significa affidarsi filialmente al Padre, mettere nelle sue mani il proprio futuro tutto da vivere in questo orizzonte di provvidenza divina.
In questa condizione di abbandono filiale nel seno del Padre, la vita diventa un viaggio sicuro verso la mèta: che importa allora se il mare è tempestoso, se la terra trema, se il cielo è nuvoloso, se la notte è oscura e fredda, se noi non comprendiamo tutto, se gli altri non ci amano, se ci sentiamo soli?
La fede ci dice che siamo avvolti dall’amore del Padre. L’abbando-no a Dio significa che dove siamo L’abbando-noi lì è Dio che ci comprende e ci ama. Per cui non viviamo mai in terra straniera, anche quando non sap-piamo parlare e scrivere la lingua di un popolo. La nostra patria in real-tà è Dio Padre – Pater noster et patria nostra –, ricco di misericordia, che ci parla con la lingua dell’amore e della misericordia.
16 Cf Lumen Gentium 53.
17 RM 8.
18 Cf ivi 7-11.
19 Cf ivi 12-19.
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Spiritualità mariana è quindi vivere, come Maria e con l’aiuto di Maria, questa realtà di amore filiale in Dio, Padre nostro.
2.1.2. Comunione col Figlio
Spiritualità mariana è convivere con Gesù. È vivere, come Maria, nel mistero di incarnazione e di redenzione del Figlio del Padre. Per lei questa convivenza non fu solo una meravigliosa esperienza materna di gioia e di tenerezza. Fu anche un quotidiano e faticoso conoscere il Fi-glio del Padre e suo nella fede: «Maria, la Madre, è in contatto con la verità del suo Figlio solo nella fede e mediante la fede».20
Nonostante le contrarietà, le incomprensioni, le disillusioni ella cre-de ogni giorno nel suo Figlio. Tutto ciò le comportò «una particolare fatica del cuore, unita a una sorta di “notte della fede” – per usare le parole di san Giovanni della Croce –, quasi un “velo” attraverso il qua-le bisogna accostarsi all’Invisibiqua-le e vivere nell’intimità col mistero».21
Maria viveva col Figlio e nel Figlio non nella limpidezza luminosa di una conoscenza solare, ma soprattutto nella fede: «Persino colei, alla quale era stato rivelato più a fondo il mistero della filiazione divina, la madre, viveva nell’intimità con questo mistero solo mediante la fede!
Trovandosi a fianco del Figlio, sotto lo stesso tetto e “serbando fe-delmente la sua unione col Figlio”, ella “avanzava nella peregrinazione della fede”».22 Maria è madre del Figlio, ma è soprattutto sua discepo-la: dall’annunciazione al calvario è un continuo apprendere dal Figlio e comprendere il Figlio. La vicinanza fisica rendeva più acuta per Maria la difficoltà di attingere nella sua profondità il mistero del suo Figlio.
Non la comprensione ma la fede era pari al suo amore di madre.
Come Maria, anche per il consacrato la vita col Figlio è vita di fede, che comporta sempre una particolare fatica del cuore nel riconoscere negli eventi e nelle persone il disegno di Dio e il volto del suo Figlio.
Per comprendere e riconoscere Gesù bisogna nella fede rimuovere con-tinuamente il velo della storia e lo schermo della creatura. La vita cri-stiana non è quindi inerzia ma una dinamica avventura di scoperta del volto del Figlio nella storia e nel mondo.
Questa peregrinatio fidei,23 però, non è senza un adeguato aiuto
20 Ivi 17.
21 l. cit.
22 l. cit.
23 Lumen Gentium 58.
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ferto da Gesù stesso. Essa è sostenuta dalla unione e dalla comunione eucaristica, il grande mysterium fidei, che costituisce il modo con cui Gesù resta con noi fino alla fine del mondo e quindi il nostro modo ter-reno, storico ed ecclesiale di vivere e di convivere nel Figlio e col Fi-glio. Per cui autentica spiritualità mariana è anche esperienza eucaristi-ca e sacramentale.
2.1.3. Corrispondenza allo Spirito santo
Il Concilio Vaticano II chiama Maria «sacrario dello Spirito santo»24 e poi aggiunge: «Maria è stata plasmata dallo Spirito santo, che l’ha re-sa una nuova creatura».25
In realtà la S. Scrittura e la tradizione della chiesa hanno sviluppato moltissimo questo aspetto pneumatico di Maria, la prima creatura che ha vissuto pienamento nello Spirito e secondo lo Spirito dal primo i-stante della sua esistenza terrena fino alla sua gloriosa assunzione al cielo.
Maria è la creatura “spirituale” per eccellenza. È la creatura con una straordinaria dote pneumatica, resa tuttasanta dal Tuttosanto. Lo Spiri-to l’ha talmente intrisa dei suoi doni da farla diventare sua icona.
Spiritualità mariana è quindi vita nello Spirito; vita non secondo la carne, ma secondo lo Spirito: esistenza ripiena dei doni dello Spirito santo. Spiritualità mariana è essere dimora dello Spirito santo, ostenso-rio della sua carità divina, portatori dei frutti dello Spirito (cf Gal 5,23): «Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, be-nevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé [...]. Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito» (Gal 5,22.24-25).
Spiritualità mariana è vita di santità nello Spirito, è esistenza pente-costale non chiusa ma aperta all’universalità, alla comprensione dei va-lori degli altri, alla decifrazione della presenza dello Spirito nel cosmo.
Obbedienza al Padre, comunione col Figlio, corrispondenza ai doni di grazia dello Spirito costituiscono la struttura trinitaria della spiritua-lità vissuta da Maria e della spirituaspiritua-lità vissuta dai consacrati, sul-l’esempio e con l’aiuto di Maria.
24 Ivi 53.
25 Ivi 56.
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2.2. Vissuto ecclesiale: l’esperienza della celebrazione
Questa esperienza di comunione trinitaria è vissuta concretamente nella comunità religiosa o ecclesiale. La vita di fede che inizia col bat-tesimo si sviluppa, si rafforza, si perfeziona nella chiesa mediante la celebrazione e la partecipazione ai sacramenti.
Spiritualità mariana è quindi attingere come Maria alle sorgenti del-la grazia. Celebrazione di Maria – ad esempio nelle feste mariane o nei pii esercizi dell’Angelus e del rosario26 – non è solo esaltazione e lode alla Vergine Madre, ma è anche canto di gloria delle grandi cose che il Signore opera nelle creature e presa di coscienza della nostra continua chiamata alla grazia e alla santità. Celebrazione di Maria è celebrazione della grazia di Cristo in lei, in tutti i cristiani e nell’umanità intera.
Sono stati molteplici, lungo la storia della chiesa, i modi, i luoghi e i tempi della celebrazione di Maria. Si va dalla preghiera personale e in-tima alla celebrazione liturgica ufficiale (ufficio delle ore, sacrificio eucaristico); dal rosario alla processione; dalla meditazione spirituale e teologica all’affidamento e al pellegrinaggio ai santuari;27 dalla pre-ghiera davanti all’immagine della beata Vergine ai tridui, novene, mesi mariani, peregrinatio Mariae.
Nel postconcilio, oltre a un rinnovamento pastorale delle forme ce-lebrative tradizionali, se ne sono “create” nuove, come, ad esempio, le celebrazioni mariane della parola, i gruppi di preghiera, l’uso degli au-diovisivi.28
Una autentica spiritualità mariana, che intenda contemplare e imita-re Maria nella sua conformazione a Cristo, deve trovaimita-re una sua par-ticolare attuazione nelle feste e solennità di Maria e nelle numerosissi-me cappelle, chiese e santuari mariani, che possono diventare fonte di rinnovamento della vita cristiana. In questo contesto, si deve porre una diligente valorizzazione della religiosità popolare, che necessita di una continua rievangelizzazione e che costituisce l’humus della vita
26 cf MC 41-55.
27 Per il significato dei santuari mariani come uno dei più efficaci media salutis del popolo di Dio, per l’attiva presenza materna di Maria, cf SOCIETÀ MARIOLOGICA S PA-GNOLA, Chi è la Vergine Maria?, Leumann (Torino), Elle Di Ci 1984, 35-41; BESUTTI
Giuseppe, Santuari, in NDM 1253-1272.
28 Cf BARTOLINI Bartolino, Parlare di Maria con l’audiovisivo, in AA.VV., Come celebrare Maria. Principi e proposte = “Mater Ecclesiae”. Serie pastorale 7, Roma, Centro di cultura mariana “Mater Ecclesiae” 1981, 101-113.
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na (e cattolica) in tutti i continenti.
Una spiritualità mariana giovanile è chiamata a sottolineare tre a-spetti particolarmente congeniali ai giovani nelle celebrazioni mariane:
la creatività, come novità di espressione celebrativa; il protagonismo, come esigenza di partecipazione attiva alla celebrazione; la gratuità, come devozione disinteressata e laudativa della memoria di Maria nella gioia della grazia per i mirabilia Dei operati da Dio nella beata Vergine e nei battezzati.
La celebrazione mariana non può essere considerata fine a se stessa.
La sua finalità è l’orientamento a Cristo, unico mediatore, e alla chiesa, suo sacramento di salvezza. Il ricorrere fiducioso alla protezione e al-l’intercessione materna di Maria ha una sua intrinseca e fondamentale dimensione cristologica ed ecclesiale.
Deve essere questa la costante di ogni spiritualità mariana: essenzia-le relazione di Maria al mistero di Cristo e della chiesa. Un’autentica celebrazione mariana porta, infatti, alla celebrazione e alla realizzazio-ne della salvezza dell’umanità e del cosmo realizzazio-nel mistero di Cristo e della chiesa.
Si deve evidenziare e realizzare questo intimo nesso cristologico (trinitario) ed ecclesiale delle celebrazioni mariane soprattutto nel-l’utilizzazione dei sacramenti della riconciliazione e dell’eucaristia. Per provvidenza divina, Maria è l’Odighitria, colei che chiama i battezzati alla chiesa e li guida a Gesù. La celebrazione mariana ha la sua esplici-tazione nella dimensione sacramentale della salvezza. È di fonda-mentale importanza il nesso tra devozione mariana e partecipazione al-la vita ecclesiale e sacramentale; tra pietà mariana e vita di grazia. An-zi, è questo il criterio di discernimento dell’autenticità di ogni celebra-zione mariana.
2.3. Il ricupero dell’umanità autentica: l’esperienza del cuore nuovo Spiritualità mariana è esperienza di rifacimento dell’autentica im-magine dell’uomo e della donna, ri-creati dalla grazia divina. È ricupe-ro degli abiti virtuosi continuamente debilitati o distrutti dal peccato. È esperienza di vivere non più con il cuore di pietra, ma con il cuore nuovo, con il cuore di carne (cf Ez 36,26-27), con il cuore stesso di Ge-sù. Spiritualità mariana è esperienza di umanità nuova in Cristo “nuovo Adamo” sull’esempio di Maria “nuova Eva”. La comunione trinitaria
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vissuta e sperimentata nella celebrazione sacramentale non può non fa-vorire questo metabolismo spirituale. Il cristiano si nutre sulla terra del pane di vita eterna, restituendo alle fibre del suo cuore la robustezza e la limpidezza della grazia.
Spiritualità mariana è entrare nella legge dell’amore trinitario per restituire all’umanità un orizzonte di amore. Dio è carità (1Gv 4,8.16).
E per amore il Padre manda il Figlio: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16). L’amore del Padre si trasmette all’umanità per mezzo del Figlio: «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi» (Gv 15,9). E tale amore di Gesù raggiunge il vertice nell’obbedienza al Padre sulla croce: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13). Gesù amò i suoi discepoli «sino alla fine» (Gv 13,1): «Cristo mi ha amato e ha da-to se stesso per me» (Gal 2,20).
Il cuore di Dio è un cuore di amore. Ed è l’amore il nuovo coman-damento, la legge del cuore nuovo. Incarnazione di Cristo è incarna-zione dell’amore di Dio. Partecipaincarna-zione col battesimo al mistero di Cri-sto è immersione nell’amore, è rifacimento del cuore, è vivere con il cuore nuovo: «La carità è stata diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5).
Maria è stata la prima creatura a vivere con questo cuore nuovo, in-teramente ricreato dalla grazia divina trinitaria. Anche i santi fanno l’esperienza del cuore nuovo. Di S. Caterina da Siena si narra l’episo-dio dello scambio dei cuori. Così ce lo descrive il suo biografo, Rai-mondo da Capua: «Un giorno, mentre Caterina pregava con più fervore Dio di concederle un cuore puro e di toglierle il suo cuore e la sua vo-lontà, le parve che il Signore Gesù le avesse portato via il cuore. Dopo un certo tempo, egli le riapparve con in mano un cuore umano rosso splendente, le aprì il petto, ve lo introdusse, e disse: “Carissima figliuo-la, come l’altro giorno presi il tuo cuore, ecco che ora ti dò il mio, col quale sempre vivrai”. In segno del miracolo rimase in quel punto una cicatrice. Da quel momento ella non potè più dire: “Signore, ti racco-mando il mio cuore”, ma diceva: “Ti raccoracco-mando il tuo cuore”».29
Spiritualità mariana è spiritualità del cuore nuovo, spiritualità della civiltà dell’amore di Dio, spiritualità di esperienza e di evangelizzazio-ne della carità.
29 S. Caterina da Siena. Vita scritta dal Beato RAIMONDODA CAPUA, confessore della Santa, Siena, Cantagalli 1988, 179-180; S. CATERINADA SIENA, Dialogo della Divina Provvidenza, Bologna, Studio Domenicano 1989, 514.
La presenza di Maria nel cammino di formazione. Aspetto teologico 203
Spiritualità mariana non è sterile sentimentalismo e devozionalismo, ma esistenza di amore cristiano maturo e autentico. Sull’esempio di Maria, “donna spirituale”, “esperta nella vita di grazia”, “donna dal cuore nuovo”, i cristiani sono chiamati a fare l’esperienza di una vita di amore non alienante, ma altamente umanizzante, che faccia gustare il pieno valore della loro umanità.
Gli elementi essenziali di questa spiritualità mariana del cuore pos-sono essere così sintetizzati:
1. avere gli stessi sentimenti del cuore di Gesù: e cioè una grande passione di amore per la vita, senza distinzione e senza preferenze di nessun tipo;
2. impegnarsi per ciò per cui si impegnò Gesù: annuncio del regno, sua anticipazione mediante i “segni” concreti, la legge dell’amore uni-versale, l’atteggiamento dell’accoglienza e della misericordia;
3. essere disposti a soffrire ciò che soffrì Gesù: consegna obbedien-te al Padre, passione innocenobbedien-te e redentrice, morobbedien-te, risurrezione;30
4. vivere come visse Gesù, nel celibato per il regno: che significa vi-ta di amore universale e realizzazione di maternità e paternità spiritua-le, sull’esempio anche di Maria.
Si tratta di una proposta spirituale profetica e utopica, particolar-mente suggestiva per i giovani biologicaparticolar-mente e culturalparticolar-mente aperti all’utopia cristiana realizzata e verificata nella loro personale esperien-za e azione quotidiana.
In questo quadro di riscoperta del valore autentico dell’amore uma-no, si dovrebbe inserire anche la valorizzazione della donna, della sua vocazione e della sua dignità: «La dignità della donna si collega inti-mamente con l’amore che ella riceve a motivo stesso della sua femmi-nilità ed altresì con l’amore che a sua volta dona. Viene così con-fermata la verità sulla persona e sull’amore».31
2.4. Spiritualità mariana: un’esperienza di autentica prassi cristiana La spiritualità mariana ha anche un risvolto di vita apostolica e di
30 Cf GALLO Luis, Elementi di spiritualità mariana per i giovani d’oggi, in A-A.VV., Come annunciare ai giovani Maria. Principi e proposte = “Mater Ecclesiae”.
Serie pastorale 12, Roma, Centro di cultura mariana “Mater Ecclesiae” 1986, 160-176.
31 MD 30.