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Maria, sintesi del progetto salvifico divino e paradigma della vocazione umana

NEL CAMMINO DI FORMAZIONE DELL’IDENTITÀ CARISMATICA

1. Maria, sintesi del progetto salvifico divino e paradigma della vocazione umana

1.1. Maria, sintesi del progetto salvifico divino

Con il capitolo VIII della Lumen Gentium, che ha inserito Maria

«nel mistero di Cristo e della Chiesa», il Concilio Vaticano II ha segna-to una svolta decisiva e irreversibile nella mariologia: la svolta ssegna-torico- storico-salvifica. Si è infatti convinti che, per approfondire la figura e la mis-sione di Maria, occorre partire dalla sua posizione all’interno di tutto il progetto divino rivelato nella storia della salvezza.

Quest’opzione del Vaticano II ha condotto i mariologi a leggere la Bibbia con un’ottica nuova e il risultato che ne deriva è splendido. Ri-flettendo sulla logica portante dell’agire divino rivelato nella Bibbia, non è difficile scorgere come esso converga sulla persona di Maria. La Lumen Gentium non esita ad affermare che Maria, «per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza, riunisce per così dire e river-bera i massimi dati della fede».3 Anche la Redemptoris Mater presenta Maria «come uno “specchio”, in cui si riflettono nel modo più profon-do e più limpiprofon-do “le grandi opere di Dio”».4

Dalla contemplazione di Maria inserita nella storia della salvezza si

3 Lumen Gentium 65.

4 GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris Mater. La Beata Vergine Maria nella vita della Chiesa in cammino, in Enchiridion Vaticanum, 10. Documenti ufficiali della Santa Se-de (1986-1987), Bologna, Dehoniane 1989, 25 (si citerà: RM seguìto dal paragrafo).

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arriva così a contemplare la storia della salvezza concentrata in Maria.

Il mariologo Stefano de Fiores descrive Maria quale «microstoria della salvezza», «raccordo, concentrazione e sintesi delle vie storico-salvi-fiche».5 «Le vie divine infatti passano da lei, che diviene come un in-crocio stradale dove è possibile discernere e trovare riuniti i modi di agire di Dio nella storia».6

Ad analoghe conclusioni giunge Bruno Forte, dopo lo studio della testimonianza del Nuovo Testamento su Maria: «Nella sobrietà di quanto Maria è, si densifica la totalità della storia della salvezza e dei molteplici rapporti che la intessono: si potrebbe perciò compendiare il messaggio della Scrittura intorno alla Vergine Maria dicendo che ella è l’icona dell’intero mistero cristiano [...]. Maria nella Scrittura [...] ma-nifesta la Scrittura in Maria; la totalità del disegno salvifico di Dio si offre nel frammento della donna di Nazaret, scelta dall’Eterno come madre del Figlio venuto fra noi».7

Già nel VII secolo Giovanni Damasceno arriva a simile intuizione quando scrive: «Il nome della Madre di Dio contiene tutta la storia del-l’economia divina in questo mondo».8

In Maria, epifania dell’economia divina, traspare con particolare chiarezza l’inizio, il compimento e la svolta decisiva della storia della salvezza.

1.1.1. Maria all’inizio e al compimento della storia della salvezza

«Dalla Genesi all’Apocalisse [Maria] accompagna la rivelazione del disegno salvifico di Dio nei riguardi dell’umanità», afferma la Redemp-toris Mater.9 Inserita in Cristo, «l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine» (Ap 22,13), e la «ricapitolazione di tutte le cose»

(Ef 1,10), Maria partecipa anche a questa pienezza di presenza nel pro-getto salvifico.

La rivelazione biblica allude a questo attraverso il “segno della don-na” che appare al principio e alla fine della storia. Nella Genesi, nel

5 DE FIORES Stefano, Maria microstoria della salvezza. Verso un nuovo statuto epi-stemologico della mariologia, in Theotokos 1 (1992) 0, 8.

6 ID., Maria Madre di Gesù. Sintesi storico-salvifica = Corso di teologia sistematica 6, Bologna, Dehoniane 1992, 47.

7 FORTE Bruno, Maria, la donna icona del mistero. Saggio di mariologia simboli-co-narrativa, Cinisello Balsamo (Milano), Paoline 1989, 103.

8 GIOVANNI DAMASCENO, De Fide Orthodoxa, III 12, in PG 94,1029.

9 RM 47.

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brano chiamato dalla tradizione il “protovangelo”, Dio, dopo il peccato degli uomini, pronuncia la sentenza sul serpente: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu la insidierai al calcagno» (Gn 3,15). Nel cap. 12 del-l’Apocalisse la storia viene presentata nella visione di una lotta accani-ta tra due segni emblematici. Da una parte c’è la donna, vestiaccani-ta di sole, incinta e in preda alle doglie del parto (Ap 12,1-2), dall’altra parte ap-pare il drago distruttore, che tenta di divorare il bambino nascente (Ap 12,3-4) e che alla fine è sconfitto.

Tra l’inizio e il compimento, la storia si svolge in una trama movi-mentata, in una lotta incessante tra il regno di Dio e le forze avverse.

Ma la vittoria di Dio è sicura, perché egli l’ha promesso fin dall’inizio.

Dio è fedele e mantiene sempre la sua parola. «Io dal principio annun-cio la fine [...]. Il mio progetto resta valido, io compirò ogni mia volon-tà» (Is 46,10).

La promessa è annunciata e realizzata dalla donna e dalla sua di-scendenza. Chi sono? La tradizione patristica ed ecclesiale li identifica senza dubbio in Maria e Gesù. Anche se l’esegesi storico-critica non permette di farlo in modo irriflesso e immediato, rimane comunque in-negabile che la realtà di Maria, la donna che è la madre del Messia, il-lumina “il segno della donna” e ne esprime il senso più pieno.

Come donna dell’inizio, Maria è segno di speranza, portatrice della promessa salvifica. Come donna del compimento, ella è segno della vit-toria definitiva di Dio su satana, del bene sul male, della luce sulle te-nebre, dell’amore sull’odio, della speranza sull’angoscia, della gioia sulla tristezza, della vita sulla morte. Dalla donna dell’inizio alla donna del compimento, dall’aurora che precede il sole alla donna vestita di sole, la direzione della storia è chiaramente segnata dalla speranza.

1.1.2. Maria, donna della pienezza del tempo

Maria non segna solo il “punto alfa” e il “punto omega” della storia, ma anche la sua svolta, il suo centro, il “punto chiave”10 da dove scatta la vera novità. Lo attesta il passo mariano più antico del Nuovo Testa-mento, divenuto poi riferimento-base del cap. VIII della Lumen

10 Cf GIOVANNI PAOLO II, Mulieris dignitatem. Dignità e vocazione della donna, in Enchiridion Vaticanum, 11. Documenti ufficiali della Santa Sede (1988-1989), Bolo-gna, Dehoniane 1991, 3 (si citerà: MD seguìto dal paragrafo).

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tium e dei documenti mariani del magistero pontificio post-conciliare:11

«Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna...» (Gal 4,4).

«Se tutto l’Antico Testamento gravita su Cristo come al centro della storia salvifica e alla sua finalità definitiva, questa dinamica investe anche la Madre di Cristo, che partecipa con lui alla “pienezza del tem-po”».12 Nel testo paolino, Maria non viene presentata con il suo nome proprio, ma nella sua identità di “donna”, alludendo alle parole del pro-tovangelo: «Proprio quella “donna” è presente nell’evento centrale sal-vifico, che decide della “pienezza del tempo”: questo evento si realizza in lei e per mezzo di lei».13 Da questa donna è nato il Figlio di Dio, il quale, consustanziale con il Padre e con lo Spirito, si fa consustanziale con una donna, e tramite lei, con tutta l’umanità. Dopo aver parlato «in molte tappe e in molti modi» (Eb 1,1) nella storia plurisecolare, Dio parla ora in un modo nuovo per mezzo del suo Figlio “nato da donna”.

Maria è resa così “luogo” in cui Dio s’incontra con l’uomo in modo nuovo e definitivo.

L’irrompere del nuovo nella storia della salvezza segna un cambia-mento d’epoca, una svolta nel destino di tutta l’umanità. Con l’incarnazione del Figlio di Dio il tempo raggiunge la sua pienezza, la storia il suo culmine. E Maria si trova protagonista di questo momento unico e decisivo, un momento tanto atteso e denso di mistero. «Con lei, eccelsa Figlia di Sion, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura una “nuova economia”».14 Mentre riassume e personalizza il passato, Maria diventa inizio del nuovo che nasce. In lei avviene il passaggio dal tempo dell’attesa al tempo della realtà. In que-sto senso, il teologo medioevale Ruperto di Deutz scrive: «Il Verbo di Dio nell’Antico Testamento prendeva corpo e voce nella bocca del pro-feta in attesa di prendere carne nel seno di Maria».15 La più grande no-vità di Dio giunge all’uomo attraverso questa umile donna. Indicando Maria, Dio potrebbe ripetere quello che ha detto a Israele tramite il profeta Isaia: «Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?» (Is 43,19).

11 Cf RM 9; MD 3.

12 DE FIORES, Maria Madre di Gesù 47.

13 RM 3.

14 Lumen Gentium 56.

15 RUPERTODI DEUTZ, In Joannem XII, in PL 169,734B.

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1.2. Maria, paradigma della vocazione umana

Oltre ad essere un riflesso di ciò che Dio fa per l’uomo, Maria è an-che la più chiara manifestazione di ciò an-che l’uomo può diventare se ac-cetta di collaborare con Dio. «Benedetto sia Dio, padre del Signore no-stro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità» (Ef 1,3-4). La Redemptoris Mater vede opportunamente condensata in queste parole la sublime vocazione dell’uomo in Cristo. Si tratta d’una benedizione per tutti gli uomini. «A Maria, però, questa benedizione si riferisce in misura speciale ed eccezionale», perché «è in modo eccezionale unita a Cristo».16

1.2.1. Maria, simbolo del cammino umano dall’origine al compimento Tutta la vita di Maria, dall’Immacolata Concezione all’Assunzione in cielo, è posta sotto il segno della benedizione e della grazia. Nel mi-stero dell’Immacolata, Maria si presenta come pura gratuità pienamen-te accolta. In lei tutta la creazione viene ricondotta alle sue origini, alla sua iniziale bellezza e innocenza. In particolare per l’uomo, l’Immacolata manifesta la dignità e la vocazione umana pensata da Dio fin dalla creazione. Ciò che Adamo e Eva avrebbero dovuto realizzare ora rifulge in Maria in pieno splendore.

L’Assunzione di Maria è la conseguenza della sua unione perfetta col Figlio, che ha promesso a tutti coloro che lo amano: «Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io» (Gv 14,3). Allo stesso tempo Ma-ria Assunta è la primizia e l’anticipazione dell’umanità salvata dalla morte e perfettamente configurata con la risurrezione di Cristo. Guar-dando a Maria si comprende a quale speranza l’uomo è chiamato, quali tesori di gloria Dio gli riserva (cf Ef 1,18). Ben lungi da essere un’ec-cezione dell’umano, Maria ne è l’esemplare.17 Ella ricorda come

16 RM 8.

17 La Chiesa in America Latina ribadisce con particolare enfasi questa esemplarità di Maria e scopre in lei una via per la riconquista della dignità umana. «L’Immacolata Concezione ci offre in Maria il volto dell’uomo nuovo redento da Cristo, nel quale Dio rinnova, “in modo ancora più mirabile”, il progetto del paradiso. Nell’Assunzione ci si manifesta il senso e il destino del corpo santificato dalla grazia. [...] Queste verità e mi-steri illuminano un continente dove la profanazione dell’uomo è un fatto costante e

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va essere l’uomo, se fosse stato fedele a Dio, e profetizza come può di-ventare e dove può arrivare se accetta di camminare nella sequela di Cristo.

Però il passaggio tra l’Immacolata Concezione e l’Assunzione in cielo non è immediato né automatico; in mezzo c’è tutta una vita intes-suta di gioia e di dolore, un cammino non facile, una «peregrinazione nella fede»18 non esente da smarrimento, incomprensione, esilio, «notte della fede» e «fatica di cuore»;19 ma in questa peregrinazione Maria a-vanzò sempre con fiducia e «serbò fedelmente la sua unione col Fi-glio».20

1.2.2. Maria, la donna nuova

«Quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo» (Rm 8,29). Chi più di Maria è conforme all’immagine del Figlio di Dio e Figlio suo? Anche il poeta Dante vede in lei «la faccia che a Cristo più si somiglia».21

Se Cristo è il principio di una nuova umanità, l’uomo nuovo,22 Ma-ria è la donna nuova, primizia della nuova creazione, «il volto del-l’uomo redento da Cristo».23 Così afferma Paolo VI nella Marialis Cul-tus: «[Maria,] la donna nuova, è accanto a Cristo, l’uomo nuovo, nel cui mistero solamente trova vera luce il mistero dell’uomo, e vi è come pegno e garanzia che in una pura creatura, cioè in lei, si è già avverato il progetto di Dio, per la salvezza di tutto l’uomo».24

Maria è la donna che ben esprime la suprema vocazione dell’uomo:

aprirsi al mistero di Cristo accogliendo la novità assoluta di Dio nella nostra storia. La sua fede nell’annunciazione «segna l’inizio della

ve molti si ripiegano in un passivo fatalismo» (CONFERENZA EPISCOPALE L

ATINO-AMERICANA, Documento di Puebla. L’evangelizzazione nel presente e nel futuro del-l’America Latina, Bologna, EMI 1979, 298).

18 Lumen Gentium 58.

19 Cf RM 17.

20 Lumen Gentium 58.

21 DANTE ALIGHIERI, Paradiso XXXII,85.

22 1Cor 15,20-22; 1Cor 15,45-49; Rm 5,12-21 sono i passi biblici fondamentali per comprendere questo tema. Si legga anche Gaudium et Spes 22.

23 Puebla 298.

24 PAOLO VI, Marialis Cultus. Il culto mariano, in Enchiridion Vaticanum, 5. Do-cumenti ufficiali della Santa Sede (1974-1976), Bologna, Dehoniane 1979, 57 (si cite-rà: MC seguìto dal paragrafo).

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va ed eterna alleanza di Dio con l’umanità in Gesù Cristo».25 Con il suo fiat ella ricapitola tutta la schiera degli obbedienti nella fede e inaugura il nuovo popolo pronto ad ascoltare la voce di Dio che parla nel suo Fi-glio. Quale madre dell’Emmanuele ella è la nuova Gerusalemme, ossia la città santa, la dimora di Dio. Andando in fretta verso Ain Karim ella si pone come capofila dei missionari e degli annunciatori della novità gioiosa di Dio. Proclamando il suo Magnificat Maria intona il canto nuovo dell’umanità redenta, il canto in cui «confluisce l’esultanza del-l’antico e del nuovo Israele».26 Nelle nozze di Cana è lei che prepara il vino nuovo per la Chiesa, il suo comando ai servi condensa la nuova legge dei discepoli di Gesù scaturita dal cuore nuovo. Sotto la croce el-la diviene Madre delel-la nuova umanità nata dal mistero pasquale. Al ce-nacolo Maria accompagna la Chiesa nell’accogliere lo Spirito che gui-derà tutti a camminare in novità di vita. Assunta in cielo è segno di spe-ranza e sicura garanzia della promessa dei cieli nuovi e della terra nuo-va.

Guardare a Maria sotto la prospettiva della donna nuova significa quindi riconoscere la sua particolare unione con Cristo e in Lui con o-gni uomo. Per questo Maria si presenta, accanto a Cristo, come il pro-getto dell’uomo nuovo, «l’archetipo dato da Dio all’umanità che lotta per la creazione della nuova persona umana in Cristo e nella sua Chie-sa».27 In lei si scoprono «i grandi lineamenti della vera immagine del-l’uomo e della donna»,28 a lei si ispirano itinerari di fede e di santità, su di lei si fondano progetti efficaci e pluriformi per promuovere la vita umana in una società complessa e in continuo cambiamento.

1.3. Maria, modello e guida nella formazione

Da quanto abbiamo riflettuto fin qui possiamo ricavare due convin-zioni fondamentali:

• Maria è il luogo per scoprire l’agire di Dio nella storia della sal-vezza. In lei è condensato tutto il disegno di Dio sull’umanità. E se la formazione si fonda su questo disegno, rivolgersi a Maria è allora im-prescindibile.

25 RM 27.

26 Ivi 18.

27 NISSIOTIS Nikos, Maria nella teologia ortodossa, in Concilium 19 (1983) 8, 66-91.

28 Puebla 334.

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• Maria è anche il luogo per scoprire la vocazione dell’uomo in Cri-sto. E se la formazione ha come scopo la configurazione a Cristo, Ma-ria offre allora un efficace e polivalente punto di riferimento per ogni processo formativo.

A queste due convinzioni ne va aggiunta una terza importantissima.

Nel processo formativo Maria non è solo esemplare, ma aiuto attivo, madre. La Chiesa crede fermamente che Maria, dopo aver ricevuto dal suo Figlio Gesù l’affidamento di tutta l’umanità, non ha mai cessato di adempiere il suo ruolo di madre. Ella «collabora con amore di madre alla rigenerazione e formazione dei fedeli».29 Nelle Direttive sulla Formazione negli Istituti Religiosi, pubblicate dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica nel 1990, Maria viene considerata tra gli «attori di formazione», dopo lo Spirito Santo. Il documento dice espressamente: «Il religioso incontra Maria non solo a titolo esemplare, ma anche a titolo materno».30 Ana-logamente affermano le Costituzioni FMA: «La formazione è anzitutto opera dello Spirito [...]. Modello e guida [...] è Maria Santissima, Ma-dre ed Educatrice di ogni vocazione salesiana. In lei troviamo una pre-senza viva e l’aiuto per orientare decisamente la nostra vita a Cristo e rendere sempre più autentico il nostro rapporto personale con lui».31