POSTE ALL’IDENTITÀ RELIGIOSA OGGI
1. Le sfide del contesto socio-culturale
Per esporre i punti nodali relativi al contesto, tenendo conto delle pubblicazioni sull’argomento, prendo in esame le risposte date in pro-posito tramite la “Scheda per la Maestra”.1
1 In preparazione al “Corso per Maestre delle Novizie” il Centro internazionale per
24 Enrica Rosanna
DOMANDA: Evidenzia le difficoltà o i problemi che trovi nella col-laborazione alla formazione.
RISPOSTA: Tra le risposte si rilevano difficoltà legate al salto gene-razionale (diversità di età, mentalità, formazione, criteri formativi, ecc.) e difficoltà legate alla vita comunitaria (eccesso di lavoro, tipo di rela-zioni, ecc.), cioè difficoltà legate all’aspetto strumentale (riguardanti i compiti) e a quello espressivo (riguardanti le relazioni).
DOMANDA: Prendendo in considerazione la vita religiosa femminile nel tuo contesto, evidenzia le tendenze, le problematiche, le prospet-tive.
RISPOSTE riguardanti le TENDENZE
Viene indicata un’ampia gamma di tendenze dentro la quale si no-tano alcune sottolineature particolari.
Ottiene la maggioranza delle frequenze l’opzione preferenziale per i poveri (20),2 a cui seguono: una maggior incarnazione delle opere in ri-spondenza ai bisogni del contesto (11) e conseguentemente la ricerca di una spiritualità per tale incarnazione e inculturazione (9), una spiritua-lità sostenuta anche da una rilettura del carisma alla luce della Parola e della missione (5).
Ben evidenziata è la linea di un maggior inserimento nella Chiesa locale (13). In proposito, sembra di notare – da questa e da altre rispo-ste – una reciprocità di comportamento: all’interno dell’Istituto nei ri-guardi della Chiesa e di quest’ultima nei riri-guardi della vita religiosa.
Si segnala anche la tendenza a rinnovare la vita comunitaria (15) e a privilegiare la formazione (7).
Non mancano le voci che segnalano che la vita religiosa è ancora tradizionale (4) e quelle che indicano la tendenza a criticare la moder-nità nei suoi aspetti negativi e a fare di conseguenza proposte
la Formazione nell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice aveva inviato alle parteci-panti al Corso una “scheda” che proponeva delle domande, con lo scopo di offrire l’occasione per riflettere sull’esperienza vissuta in quanto formatrici e su alcuni con-tenuti che sarebbero poi stati ripresi gradualmente durante il Corso. Le risposte perve-nute sono state 50, provenienti da formatrici dei cinque continenti (24 dell’America; 10 dell’Asia; 5 dell’Africa; 10 dell’Europa; 1 dell’Australia). Nel contesto di queste pagi-ne si farà riferimento solo alle domande che riguardano l’argomento in questiopagi-ne.
2 In parentesi vengono indicate volta per volta – secondo l’opportunità – le fre-quenze delle risposte.
Le nuove sfide poste all’identità religiosa oggi 25
tive (5).
Tra le tendenze meritano anche di essere sottolineate la ricerca del primato dell’esperienza di Dio (10) e la valorizzazione della donna consacrata nella società e nella Chiesa (7).
Si sottolinea, infine, l’apertura a livello intercongregazionale (5) e la formazione in piccole comunità inserite (5).
RISPOSTE riguardanti le PROBLEMATICHE
Anche per quanto riguarda le problematiche, le risposte presentano un’ampia gamma di difficoltà, che vanno da quelle legate alla società (secolarizzazione, consumismo, influsso dei media, ecc.) (13) a quelle legate al rapporto con la Chiesa, di cui si denuncia la fatica a dialogare, anche per un maschilismo ancora dominante (11).
Più segnalati sono però i problemi e le difficoltà interni agli Istituti religiosi, che vanno dalla crisi dell’identità vocazionale (7), al calo del-le vocazioni (8), alla carenza di formatori (3), ad esperienze inadeguate di formazione (7), alla formazione inadeguata per l’oggi (7), alla dimi-nuzione dello spirito di fede (3), a una vita religiosa troppo strutturata (4).
Si segnalano anche problematiche relative alla fragilità e immaturità delle nuove generazioni (9), alla politicizzazione della vita religiosa (5), alla formazione in comunità inserite (5).
RISPOSTE riguardanti le PROSPETTIVE
Le prospettive indicate riguardano preferibilmente la vita religiosa al suo interno e sono orientate nella direzione di una vita religiosa più aperta e più credibile (6), dell’assunzione di una più chiara identità ca-rismatica (9), della ricerca di una nuova spiritualità (4), dell’impegno di inculturazione (4). Non mancano prospettive riguardanti la revisione delle strutture e il rinnovamento della formazione (4).
Altre prospettive riguardano la risposta che la vita religiosa vuol da-re ai segni dei tempi (9), la maggior valorizzazione della donna anche a livello ecclesiale (4), il risveglio di una nuova coscienza di Chiesa (3).
Per l’àmbito specifico della formazione, si segnalano: il discerni-mento e l’accompagnadiscerni-mento più accurato delle vocazioni (3), una for-mazione più attenta alle sfide socio-culturali (2), il rinnovamento della formazione (2).
DOMANDA: Presenta i punti su cui insisti maggiormente nella for-mazione delle novizie perché arrivino a comprendere e ad acquistare
26 Enrica Rosanna
una chiara identità di Figlie di Maria Ausiliatrice.
RISPOSTE: Dai dati sembra che due preoccupazioni emergano rispet-to alle altre: quella di puntare sull’unificazione personale (27) e paral-lelamente sull’unità vocazionale dell’identità carismatica (16) e quella di presentare e far vivere i valori tipici della vocazione salesiana (carità pastorale, amore per i giovani più poveri, sistema preventivo, spirito di famiglia, spirito di Mornese) (65).
Si rileva anche che si punta sulla dimensione mariana della voca-zione (17), sulla centralità di Cristo e sulla imprescindibilità di fare una forte esperienza di Dio (15), sulla dimensione comunitaria ed ecclesiale della vocazione (12), sulla dimensione missionaria ed evangelizzatrice del carisma (9). Non si trascura il carisma nella sua storia (5) e si rileva anche che vengono presentati i voti (3).
Di fronte a queste risposte, ma tenendo anche conto della totalità delle risposte alle domande, si possono fare alcune osservazioni. Emer-gono infatti dei nodi problematici e delle sfide su cui merita porre l’attenzione.
1. La presa di coscienza che la società contemporanea, soprattutto nelle sue caratteristiche negative, ha lasciato un “segno” nella vita reli-giosa, un segno che va preso in considerazione attraverso un rinnovato impegno di inculturazione. Occorre inculturare la vita religiosa, cioè far penetrare i valori di cui essa è portatrice, la missione che la caratte-rizza, nelle diverse culture e assumere i valori delle culture “redimen-doli” nel confronto con il Vangelo.
La risposta “nell’oggi di ogni tempo” esige questa incarnazione co-raggiosa nelle culture, questo “sentirsi a casa” nella situazione in cui siamo chiamate ad operare. Teniamo presente che le giovani che inten-dono abbracciare la vita religiosa sono “figlie” del nostro tempo e si preparano per essere le religiose degli anni 2000.
Questa inculturazione significa molte cose simultaneamente. Esige perciò un discernimento oculato e in prospettiva di futuro. Può voler dire ridimensionamento delle opere, qualità diversa delle opere esisten-ti, preparazione del personale, ecc.
La testimonianza della propria identità carismatica deve essere in-fatti valida per gli uomini e le donne del nostro tempo e del concreto contesto socio-culturale in cui siamo chiamati a operare. Come dice il Documento della Congregazione dei religiosi sulla formazione: «La no-ta carismatica propria di qualsiasi Istituto esige [...] una continua
veri-Le nuove sfide poste all’identità religiosa oggi 27
fica della fedeltà verso il Signore, della docilità verso il suo spirito, del-l’attenzione intelligente alle circostanze e della visione cautamente ri-volta ai segni dei tempi [...]. Il nostro tempo [...] esige dai religiosi quella stessa genuinità carismatica, vivace e ingegnosa nelle sue inven-tive, che spiccatamente eccelle nei Fondatori».3
Qualche suggerimento può dare spunti per migliorare l’incultura-zione:
– conoscere le esigenze e i problemi del territorio;
– offrire il dono di una testimonianza individuale e comunitaria in-culturata, la quale chiede: una continua reinterpretazione della vita re-ligiosa; una consapevolezza forte, limpida, aggiornata della propria i-dentità; una solida formazione integrale; un modo di essere e di vivere che sia messaggio leggibile, convincente, attraente della propria scelta di vita;
– avere la passione per la storia dell’uomo e per il suo servizio nel nome del Signore, a partire dagli ultimi;
– inserirsi nel proprio contesto con l’atteggiamento del buon sama-ritano e con lo stile dei discepoli di Emmaus;
– rendere le proprie strutture flessibili e adattabili all’accoglienza, all’ospitalità, alla solidarietà;
– offrire la testimonianza di una povertà esistenziale che sia segno di contraddizione davanti alla mentalità consumistica;
– vivere l’attenzione ai giovani lontani, in particolare a coloro per cui il Vangelo non rappresenta più la Buona Notizia.
2. Un altro aspetto che emerge dalle risposte è quello della rinnova-ta presa di coscienza della vocazione e missione della virinnova-ta religiosa nella Chiesa. Vocazione e missione di servizio, ma innanzitutto di te-stimonianza della radicalità evangelica dell’amore. La società secola-rizzata non potrà infatti ritrovare e riconoscere Dio senza lo spirito del-le beatitudini e dei consigli evangelici.
La vita religiosa, tornando con rinnovata fedeltà al carisma dei Fon-datori per incarnarlo con discernimento profetico nella situazione pre-sente, vivifica la Chiesa con i doni di cui lo Spirito l’ha arricchita lungo i secoli, manifestando la giovinezza del Vangelo, la sua ricchezza, il suo esigente e liberante invito alla santità nella sequela di Cristo.
Nelle risposte sembra però anche di notare la richiesta che da parte
3 CONGREGAZIONEPERGLI ISTITUTIDI VITA CONSACRATAELE SOCIETÀDI VITA A POSTO-LICA, Potissimum Institutioni. Direttive sulla formazione negli Istituti religiosi. Città del Vaticano, Tip. Poliglotta Vaticana 1990, 67 (si citerà PI seguìto dal paragrafo).
28 Enrica Rosanna
delle diverse Chiese locali ci sia una valorizzazione della vita religiosa per la realizzazione della comunione ecclesiale. Per questo si chiede che le comunità diocesane e parrocchiali favoriscano una più profonda conoscenza, stima e accoglienza dei diversi carismi.
Schematizzando, si può affermare che sono emerse le seguenti esi-genze:
– rinvigorire la propria coscienza ecclesiale;
– testimoniare l’effettiva e cordiale appartenenza alla famiglia dio-cesana, accrescendo la sensibilità per i problemi della Chiesa locale;
– coinvolgersi e lasciarsi coinvolgere nella partecipazione organica alla vita della Diocesi;
– sviluppare la comunione tra i vari Istituti presenti nella Diocesi e nel territorio;
– avviare un rinnovamento pastorale aggiornato e adatto al contesto;
– coinvolgere il laicato nello stile della responsabilità.
3. Una terza linea che sembra emergere è l’attenzione per la promo-zione della dignità e vocapromo-zione della donna. Il Capitolo Generale XIX delle FMA – di cui abbiamo gli Atti – ha detto molto in proposito.4 In questo contesto merita tuttavia sottolineare che sono ancora da valoriz-zare in tutta la loro pregnanza la Mulieris Dignitatem e la Christifideles Laici per integrare la tradizionale visione della complementarità dei sessi con quella della reciprocità, secondo le indicazioni di questi due documenti. Le religiose hanno un compito tutt’altro che marginale in questo cammino, anzi – in quanto donne – sono chiamate a portare il loro contributo originale all’«arricchimento della comunione ecclesiale e al dinamismo apostolico del popolo di Dio».5
4. L’ultimo rilievo che emerge, e che riguarda in un certo senso an-che i tre precedenti, è quello relativo alla formazione. I problemi della formazione sono visti soprattutto in rapporto alla qualità della me-desima, che è richiesta non solo dal mondo contemporaneo complesso e in continuo cambiamento, ma da una vita religiosa che, rivisitando le proprie radici alla luce del Vaticano II, ha approfondito e riespresso in novità – patendo la fatica di un cammino di cambiamento – la propria identità nella Chiesa. Non sono però assenti problemi di “modalità” di
4 Cf ISTITUTO FIGLIEDI MARIA AUSILIATRICE, Atti del Capitolo Generale XIX, Roma, Istituto FMA 1991 (si citerà: CG XIX seguìto dalla pagina).
5 Christifideles Laici. Vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo 31, in Enchiridion Vaticanum, 11: Documenti ufficiali della Santa Sede (1988-1989), Bo-logna, Dehoniane 1991 (si citerà: ChL seguìto dal paragrafo).
Le nuove sfide poste all’identità religiosa oggi 29
formazione, di tempi, di luoghi e di persone. Trattare di questi proble-mi sarà compito di tutto il corso, desidero però anticiparne alcuni che – a mio avviso – meritano una trattazione sociologica puntuale. Essi ri-guardano due sfide legate al problema dell’identità: quella del-l’appartenenza religiosa e quella del rinnovamento comunitario.