DELLA FIGLIA DI MARIA AUSILIATRICE
2. La dimensione mariana del carisma della FMA
L’espressione «con l’intervento materno di Maria», collocata non
14 Cf MARTINI Carlo M., Dio educa il suo popolo, Milano, Centro Ambrosiano 1987.
15 Cf GROPPO Giuseppe, Teologia dell’educazione. Origine, identità, compiti = En-ciclopedia delle scienze dell’educazione 7, Roma, LAS 1991, 194.
16 MARTINI, Dio educa 52.
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come una frase poetica, ma come un’affermazione teologica che per-mea sia l’identità dell’Istituto (toccando direttamente la sua natura e la sua missione) sia la vocazione della FMA (nel suo essere profondo e nella sua azione tra le giovani) esige un approfondimento teologico nel-la linea del carisma. Innanzitutto bisogna dire che, sebbene questa af-fermazione sia collocata immediatamente dopo la dichiarazione della natura carismatica dell’Istituto («per un dono dello Spirito Santo»: art.
1), essa comporta un valore e un significato singolare.
Abbiamo già esplicitato come ogni carisma sia, per natura sua, un’azione trinitaria. L’azione di Maria, pur di natura teologica, è di un ordine differente. Non è un intervento in se stesso divino, come quello dello Spirito (assieme al Padre e al Figlio), ma è un’azione subordinata all’intervento divino, come mediazione tra Dio e l’Istituto.
Si dice, invece, che è un intervento diretto di Maria in quanto ella è vincolata in modo peculiare (le Costituzioni lo chiamano «ispirazione») alla genesi dell’Istituto. Considerare Maria nel piano della salvezza dell’umanità (àmbito specifico del suo intervento, per volontà imper-scrutabile di Dio) significa considerarla come persona intelligente, li-bera, totalmente disponibile all’azione divina senza limitazioni di sorta.
«Nel disegno generoso dei suoi doni di salvezza, Dio ha collocato la Vergine come persona, cioè, come soggetto vivo d’una sua propria ini-ziativa e capace di efficacia propria, dandole uno spazio attivo d’amore da vivere. [...] La cooperazione di Maria all’impresa di Dio Trinità è, dunque, germogliante nella volontà stessa di Lui e si è configurata co-me azione responsabile [...] donata con piena consapevolezza [...] e perciò efficace – derivante dall’efficacia divina – nei suoi interventi propri».17
Nell’agire materno di Maria, aiuto (nel senso più autentico) di Dio nella storia della salvezza, si riscontra una doppia polarità: la Trinità che Ella ama e nella quale vive ed agisce e l’umanità bisognosa di aiu-to. Nel tempo della Chiesa, dalla Pentecoste fino alla parusia, e nei di-versi tempi della storia della Chiesa, ella interviene presso Dio e presso l’umanità. Questi suoi interventi dicono lo specifico rapporto con lo Spirito Santo che in lei intervenne in modo singolare fin dall’in-carnazione del Verbo. Per questo Maria è particolarmente vincolata al-l’operatività dello Spirito nel tessuto della storia umana.
Ne deriva che la Vergine Madre partecipa alla fecondità attiva dello Spirito nella Chiesa, promuovendo la vita, cooperando con Lui nella
17 POLLANO Giuseppe, Maria l’Aiuto, Leumann (Torino), LDC 1978, 48-49.
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nascita e nella crescita dei cristiani, prendendosi cura dei fratelli nel lo-ro pellegrinaggio terreno.
Maria intervenne attivamente nel gestire la “prima struttura visibile”
dell’incarnazione del Verbo che fu la casa di Nazareth; intervenne atti-vamente anche nella “prima struttura visibile” della Chiesa a Geru-salemme. Può, allora, intervenire direttamente presso quelle “strutture visibili” che nella Chiesa sorgono per “un dono dello Spirito”. Così fu ed è per la “struttura visibile” dell’Istituto fondato da Don Bosco come memoria o monumento perenne di riconoscenza a Maria: l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.18 Maria interviene, però, non solo a livello di “struttura visibile”, ma soprattutto animando la realtà interiore del-l’Istituto, sia per quanto riguarda la sua realtà globale, sia per quanto si riferisce alla vocazione di ogni FMA.
La vocazione cristiana prospetta l’ideale massimo: diventare ciò che siamo realmente, figli di Dio. L’appartenenza all’Istituto in forza del carisma vocazionale prospetta l’ideale specifico: diventare ciò che già siamo realmente, Figlie di Maria Ausiliatrice.
Il fatto di poter diventare figli nel Figlio avvenne quando, nella pie-nezza dei tempi, con l’intervento diretto di una donna, Maria, Cristo entrò nella storia (cf Gal 4,4). Forse questo testo paolino spiega più di altri lo specifico intervento di Maria nella storia dell’umanità e pro-spetta, a livello teologico, una fondamentazione solida per una voca-zione specifica alla relavoca-zione di autentica figliolanza.19
L’identità mariana dell’Istituto, espressa nel suo “nome” e perciò nella sua natura, non è dunque da confondersi con la dimensione ma-riana che permea la sua spiritualità, né con la devozione mama-riana che deve caratterizzarlo. L’identità mariana dell’Istituto rientra così in quel dono di grazia, unico e irripetibile, concesso da Dio ai Fondatori per il bene di tutta la Chiesa.
Se il carisma dell’Istituto è l’amore educativo preveniente, nel-l’esercizio di questo amore Maria è prototipo, il più chiaro, e aiuto, il più vicino. Di questo amore che previene e aiuta la FMA è segno, non simbolo. Si tratta di una reale incarnazione nella storia dell’amore
18 Costituzioni 4; cf KO Ha Fong Maria, Monumento vivo di riconoscenza, in M A-NELLO Maria Piera [ed.], Madre ed educatrice. Contributi sull’identità mariana del-l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice = Il Prisma 8, Roma, LAS 1988, 75-109.
19 Cf SCHLIER Heinrich, Lettera ai Galati = Biblioteca di studi biblici 3, Brescia, Paideia 1966, 195-207; SERRA Aristide, Nato da donna, in Madre di Dio 48 (1981) 1,10-11; VANHOYE Albert, La Mère du Fils de Dieu selon Gal 4,4, in Marianum 40 (1978) 237-247.
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so di Dio, fatto aiuto materno. È, infatti, l’amore del Padre che agisce attraverso lo Spirito per far crescere il Cristo nel cuore dei giovani at-traverso la mediazione di una donna vergine e madre: Maria.
3. Conclusioni
Approdiamo ora ad alcune conclusioni indicative circa la pregnanza che il carisma esercita sul testo costituzionale delle FMA e sul-l’esistenza intera della consacrata FMA.
• Il rinnovamento testuale e il rinnovamento vitale si richiamano re-ciprocamente. Si può dire che le Costituzioni rinnovate, pur collocan-dosi come testo definitivo dopo il Concilio Vaticano II, non chiudono un periodo storico-spirituale per l’Istituto, ma aprono un orizzonte non ancora conquistato.
• L’approfondimento teologico del significato del carisma ci porta a considerare l’educazione non solo come un servizio o ministero, ma come un dono prezioso del Padre che si rivela come amore che educa sulla linea della preventività. Nell’esercizio di questo amore prevenien-te e sollecito, Maria SS.ma ha un ruolo che va oltre l’esemplarità. Il suo intervento diretto nella genesi dell’Istituto e nel suo cammino nel tempo della Chiesa appartiene all’identità stessa dell’Istituto e perciò incide sulla sua natura e sulla sua missione specifica.
• L’influsso del carisma dell’amore preveniente riguarda tutto il te-sto costituzionale in modo implicito o esplicito e tocca tutte le espres-sioni del vissuto vocazionale della FMA fin dalla sua prima for-mazione. Anzi, il carisma è criterio vocazionale definitivo e definitorio per l’accettazione e la realizzazione della chiamata ad essere FMA nel-la Chiesa.
• Segno evidente del carisma educativo della FMA è la gioia diffu-siva, irradiante, tra le giovani. Non si tratta di uno stato d’animo pas-seggero, provocato da una situazione felice come il successo o la grati-ficazione: è un costante stato di serenità e di equilibrio nell’esercizio di una missione alimentata dal dono dello Spirito.
Riflettendo sull’incidenza dell’educatrice presso la gioventù che ha smarrito la gioia, scrive il card. Gabriel Marie Garrone: «[La gioia] è il segno di una vita riuscita, cioè di una vita che ha trovato Cristo».20 Sul-la stessa linea del “segno” si colloca Sul-la logica dell’amore educativo in
20 GARRONE Gabriel-Marie, La gioia, frutto dello Spirito. Un tema che caratterizza la spiritualità di S. Maria Domenica Mazzarello, in: POSADA María Esther [ed.], Attua-le perché vera. Contributi su S. Maria Domenica Mazzarello = Il Prisma 6, Roma, LAS 1987, 22..
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S. Maria Domenica Mazzarello: «L’allegria [scrive la Santa] è il segno di un cuore che ama tanto il Signore».21
21 Lettere 60,5.
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