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CAPITOLO  I:   NASCITA E ASPETTI DEFINITORI DEL MICROCREDITO 7

1.3   Profili definitori 25

1.3.2   Critiche e punti di debolezza del microcredito 30

Non tutti gli economisti sono a favore del microcredito; soffermandoci sulle maggiori critiche avanzate a questo strumento, hanno riguardato soprattutto l’applicazione di tassi di interesse troppo alti e, fin dagli anni ’70, i banchieri

che lo hanno utilizzato sono stati accusati di essere usurai. In particolare, nel 2007, gli interessi applicati da un’istituzione messicana hanno raggiunto le vette dell’85% del capitale a prestito e l'istutuzione fatturava ogni anno enormi profitti. Di fronte a questi dati ci si è chiesti se la condotta dell'istituzione medesima rappresentasse un'eccezione o se quei comportamenti fossero frequenti nel settore.

Nel 2009 sono stati fatti degli studi su 555 MFI provenienti da 98 paesi; è emerso che solo l'1% di queste applicavano tassi alti quanto quelli dell'istituto messicano.

Il tasso di interesse richiesto dagli istituti di microcredito, sebbene diminuito in valore nel corso degli anni, è comunque superiore a quello richiesto dalle

banche tradizionali14. Il motivo per il quale ciò avviene è perché queste ultime

possono sostenere costi inferiori rispetto agli istituti di microcredito.

Concedere una grande quantità di prestiti di modesto importo comporta costi maggiori rispetto ad un prestito di ammontare complessivo identico, ma concesso ad un unico cliente. Gestire un’attività di microcredito è in media più costoso di un’attività di credito tradizionale: serve uno staff più numeroso per creare un rapporto personale ed un clima di fiducia con i destinatari dei prestiti, un maggior numero di informazioni sulla clientela, senza contare che alcuni istituti (come la Grameen Bank) inviano i funzionari direttamente nelle case dei potenziali clienti. Tali costi si riflettono inevitabilmente nei tassi di interesse, che devono essere alti abbastanza per coprire tutte le spese e rendere l’istituto autonomo.

In generale, quattro sono i componenti inclusi nel calcolo del tasso di interesse: il costo del capitale di debito, gli accantonamenti per le perdite sui crediti, le spese operative e il profitto.

La componente che maggiormente incide sul costo del debito per i clienti delle MFI, sono i costi operativi: si stima, infatti, che costituiscano il 60% dei costi

                                                                                                               

14  Gli  interessi  richiesti  dalla  banca  sono  interessi  semplici.  Inoltre,  il  totale  degli   interessi  pagati  non  può  mai  superare  il  valore  della  somma  prestata.  

totali. In ogni caso non è possibile generalizzare tale affermazione poichè i

costi amministrativi variano da sede a sede15.

Per quanto riguarda il costo del capitale di debito e gli accantonamenti per le perdite sui crediti, questi sono meno significativi per la definizione del costo del debito. Più esattamente, è difficile agire su di essi al fine di diminuirli. Un ultimo elemento, che potrebbe contribuire alla diminuzione dei tassi di interesse, è la competizione tra MFI, ma il mercato non è ancora abbastanza sviluppato per poter fare considerazioni di questo genere, supportate da prove empiriche.

Nella prospettiva di portare alla luce i fattori di insuccesso delle pratiche di microcredito è infine opportuno verificare la presunta incapacità di questo meccanismo nell'emancipare i soggetti coinvolti dalla povertà. Sebbene in numerosi studi venga affermato che il microcredito è efficace nell'apportare benefici alle popolazioni coinvolte, è crescente il numero degli analisti che sostiene che in realtà si riveli meno attraente rispetto alle promesse. Alcuni studi suggeriscono che esso possa finanche esercitare un impatto negativo sulla povertà, partendo dal presupposto che l'ulteriore aggravio monetario derivante dal debito contratto tenderebbe a peggiorare la condizione di povertà nella quale versano, per definizione i beneficiari.

Generalmente, i poveri che accedono al credito divengono piccolissimi imprenditori che hanno a propria disposizione competenze scarsamente specializzate e che operano su scala molto piccola in mercati privi di barriere all'entrata, ovvero in ambienti caratterizzati da un'elevatissima competizione. La pressione al ribasso dei prezzi dei beni prodotti derivante dall'aspra competitività del mercato all'interno del quale le microimprese operano indebolisce i beneficiari del credito, rendendo più difficile la restituzione dello stesso. A ciò si aggiunga che, in presenza di un basso livello di produttività,

                                                                                                               

15  I   fattori   che   influenzano   i   costi   amministrativi   sono:   il   livello   dei   salari,   la   localizzaizione  dei  clienti,  le  modalità  di  prestito,  la  qualità  delle  infrastutture,  la   localizzazione  dell'area  ecc.  Sono  elementi  che  variano,  da  paese  a  paese.  

l'attività imprenditoriale conduce a guadagni piuttosto esigui che non sono in grado di emancipare il soggetto dalla propria condizione di povertà.

Ad ogni modo, sebbene gli attuali progetti di microcredito abbiano un'efficacia senza dubbio maggiore nel raggiungere la popolazione povera rispetto ai primi programmi implementati, la letteratura conferma il fatto che essi tendano frequentemente a non raggiungere le fasce più povere della popolazione, ma soltanto coloro che si trovano al di sopra della soglia di povertà. Nei villaggi più poveri, la popolazione indigente e vulnerabile risulta peraltro esclusa dalle iniziative di microcredito.

Al fine di poter valutare l'impatto del microcredito in termini di riduzione della povertà, peraltro, non si può tralasciare di analizzare gli effetti sul piano della distribuzione del reddito. Infatti, una delle motivazioni che sono alla base del successo del microcredito è la cosiddetta elasticità della riduzione della povertà. Con tale espressione si indica il rapporto tra la variazione percentuale della povertà e la variazione percentuale della crescita. Va da sè che, perchè la povertà si riduca, occorre che il processo di crescita economica non sia accompagnato da uno speculare processo di incremento della disuguaglianza. A tal proposito, dobbiamo osservare che il pregiudizio positivo che viene associato al meccanismo del microcredito vuole che, poichè il microcredito può migliorare l'accesso al credito da parte delle famiglie povere, contribuendo a ridurrre una delle distorsioni del mercato, allora esso può anche esercitare un effetto positivo in termini di riduzione della sperequazione del reddito.

Alcuni studi, al contrario, sostengono che il microcredito possa determinare una polarizzazione del reddito.

In ragione delle criticità sinora evidenziate, alcuni autori suggeriscono che il microcredito apporti benefici di natura non economica, ma che non sia in grado di alleviare la povertà in misura significativa. Non v'è dubbio che l'idea di fornire l'accesso al credito ai soggetti più poveri sia divenuta molto popolare e venga riconosciuta come un'opportunità di sviluppo. Al contempo, però, per molti dei beneficiari, che sono per la maggior parte donne, la struttura del

contesto sociale all'interno del quale esse operano si rivela talmente costrittiva da incidere anche sulla produttività della loro attività imprenditoriale, inficiandone la riuscita e determinando una perdita di reddito che si traduce in un peggioramento delle condizioni familiari. In sostanza, il costo derivante dalla partecipazione al progetto di microcredito è superiore ai guadagni conseguiti grazie all'attività intrapresa.

CAPITOLO  II:  IL  MICROCREDITO  IN  EUROPA:  ANALISI