• Non ci sono risultati.

Le criticità e le proposte di soluzione

Nel documento RicercAzione Volume 8 - Numero 2 (pagine 57-60)

valore formativo, risultati e aspettative delle scuole ad un anno dall’obbligo

3. Le criticità e le proposte di soluzione

L’alternanza scuola lavoro è, evidente-mente e come chiarito dalle norme che la regolano, una vera e propria modalità didat-tica attraverso la quale, mediante situazioni di apprendimento anche in contesto lavorativo, gli istituti in sinergia con i soggetti ospitanti favoriscono la costruzione delle competenze previste dal profi lo in uscita dei diversi indi-rizzi di scuola secondaria. Il primo rischio da evitare è la riduzione dell’alternanza ad un mero periodo di tirocinio degli alunni presso i soggetti ospitanti, senza che a monte di tale presenza ci sia stato un percorso condiviso tra scuola e impresa di progettazione dell’intera attività, sia per le parti di formazione a scuola che per quelle di apprendimento in contesto lavorativo. Il corretto approccio metodologico deve essere quello nel quale, a fronte della ricognizione, eff ettuata congiuntamente da scuola e soggetto ospitante, delle compe-tenze proprie del profi lo in uscita dell’indirizzo di studi di appartenenza e di quelle realizza-bili in partnership scuola-azienda, si proceda all’individuazione di performance attese, alla defi nizione delle modalità per favorirne la re-alizzazione, dei criteri e degli strumenti con i quali valutare il possesso delle competenze previste.

Nonostante la partenza responsabile degli istituti nella direzione delineata dalla legge di

ri-forma, testimoniata dai risultati numerici prima riportati, una prima criticità apparsa evidente è la mancata attivazione di interventi preliminari di supporto formativo e di accompagnamento per i tutor, fi gure previste sia a scuola che in azienda, e per l’intero corpo docente. I tutor hanno la responsabilità di seguire in modo diretto il processo e di monitorarne e valutarne gli esiti, in modo da poter fornire ai Consigli di Classe elementi utili ad integrare i risultati di questa esperienza all’interno della valutazione del percorso curricolare nel suo complesso.

Si tratta dunque di una figura strategica per la qualità dei percorsi, che non si deve ridurre alle sole funzioni organizzative, ma deve essere in grado di esprimere spiccate capacità progettuali e di co-progettazione, insieme ad apprezzabili capacità di coinvol-gimento e responsabilizzazione dell’intera comunità scolastica. Il Piano per la forma-zione dei docenti 2016-2019, presentato al MIUR lo scorso 3 ottobre 2016, contiene opportunamente tra le priorità per il triennio una misura specifi ca, la 4.8 Scuola e Lavoro.

“La fi nalità principale di queste attività – si legge nel documento – è quella di fornire ai destinatari gli strumenti per sviluppare progetti di alternanza qualitativamente rilevanti e completi nelle fasi di processo (ideazione, innesco relazione con struttura ospitante, co-progettazione, verifi ca aderenza curricolare, inserimento nella programmazione didattica, realizzazione percorsi, certifi cazione competenze, valutazione, ecc.)”. Le attivi-tà saranno fi nalizzate a fornire alla scuola competenze sulla gestione del processo di alternanza, conoscenze tecnico-giuridiche e capacità di creare un network territoriale.

Si prevede un’informazione di base a tutto il personale scolastico, formazione specifi ca a 2800 dirigenti, 6000 unità di personale ATA, 9000 docenti, eventi su base territoriale a cura degli Uffi ci Scolastici Regionali, con il coinvolgimento delle imprese, altri soggetti ospitanti, amministratori locali e associazioni di rappresentanza, formazione di 6000 do-centi di scuola secondaria sulle tematiche dell’imprenditorialità e dello spirito di iniziativa.

Il tutto nell’ambito delle “Azioni ad indirizzo nazionale sulle priorità”, per le quali è indicato un investimento di 181 milioni di euro. Del resto, l’annuale Atto di Indirizzo concernente l’individuazione delle priorità politiche per il 2017, fi rmato dal Ministro Giannini, contiene nella “Priorità politica 3 – Potenziamento e miglioramento dell’off erta formativa attraver-so l’innovazione didattica in una dimensione internazionale” uno specifi co riferimento alla necessità di potenziare e valorizzare l’alter-nanza scuola-lavoro e l’apprendistato quali momenti essenziali nell’ottica di orientamen-to, apprendimento permanente e sviluppo dell’occupazione per gli studenti degli istituti secondari di secondo grado.

Procedendo nel bilancio dell’esperienza dopo il primo anno, l’altro errore nel quale è capitato di incorrere sovente da parte delle scuole, anche quelle più esperte di tipo tecnico e professionale, è quello della delega dell’intero processo di alternanza alla sola responsabilità del tutor, quando invece il percorso di alternanza è parte integrante del curricolo formativo dell’alunno e, come tale, sotto la responsabilità progettuale e va-lutativa dell’intero Consiglio di classe. Proprio per questo, specie riguardo alle scuole per le quali l’esperienza è nuova, ma non soltanto a quelle, un’attività formativa potrebbe essere diretta con vantaggio all’intero personale docente. È necessario, infatti, che maturi la consapevolezza del cambiamento metodolo-gico, culturale ed organizzativo che si rende necessario per l’effi cacia del processo. Si trat-ta di un’opportunità per riconoscere il valore educativo del lavoro ai fi ni della costruzione dell’identità personale e dell’individuazione delle inclinazioni professionali e per consentire ai giovani di acquisire competenze utili per la futura vita lavorativa. L’integrazione tra l’ap-prendimento in classe e quello in situazione lavorativa favorisce l’acquisizione di soft skill utili all’occupabilità quali la capacità di lavo-rare in team, di porre, analizzare e risolvere problemi, il rispetto dei compiti, degli orari e dell’organizzazione del lavoro. Si apre la strada al superamento delle antiche barriere

tra scuola e impresa e alla realizzazione di una corretta relazione tra scuola e territorio, propria di una scuola autonoma, nella quale la scuola recupera un ruolo socio-economico rilevante. Accanto al cambiamento culturale, si rende necessario un approccio organizza-tivo nel quale sia gestito in modo fl essibile il tempo nell’arco della giornata o anche della settimana o del mese; sia superato il modello della classe e i gruppi di alunni vengano riag-gregati secondo le necessità; sia valorizzato il ruolo dei Dipartimenti e dei Comitati Tecni-co Scientifi ci, nei quali si potrà realizzare la co-progettazione didattica ed organizzativa dei percorsi di alternanza scuola-lavoro. In tale modello organizzativo sarà favorita l’in-tegrazione tra le discipline, per la costruzione di competenze, e una didattica orientante attraverso la quale recuperare la motivazio-ne degli alunni e guidarli al riconoscimento delle proprie vocazioni e dei propri talenti. Le aziende, dal canto loro, potranno collaborare all’avvicinamento dei percorsi scolastici alle esigenze del mondo produttivo, per orientare i giovani verso gli indirizzi più richiesti dal mon-do del lavoro e diventare loro stesse luogo di sviluppo del progetto educativo.

L’obbligatorietà dei percorsi di alternanza scuola lavoro per gli istituti di istruzione se-condaria di secondo grado determina, come si diceva, l’esigenza di dedicare a tale attività una parte del Piano dell’offerta formativa dell’istituto non in modo separato, ma in-tegrandola in modo progressivo e graduale nell’attività formativa della scuola, sia per gli aspetti organizzativi che per quelli culturali e metodologici. Tutto ciò sarà il risultato del lavoro di co-progettazione, condotto dalla scuola in sinergia con le aziende e gli altri soggetti del territorio individuati come part-ner: dovrà essere condiviso l’approccio per competenze, in modo da porre l’accento sui processi da attivare, sugli esiti attesi di questi processi (in forma di prodotti osservabili o performance misurabili) e sul linguaggio da utilizzare, in modo che sia condiviso. In questo modo l’alternanza scuola lavoro non sarà più da considerarsi un progetto della scuola, ma

RICERCAZIONE - Vol. 8, n. 2 - December 2016 | 59

una metodologia di una scuola non più cen-trata sugli apprendimenti disciplinari, ma sulla promozione di competenze personali degli studenti che consentano loro di aff rontare in modo consapevole e attivo le responsabilità della vita adulta. L’alternanza, dunque, come forma di apprendimento effi cace inserito nella cultura della società cui l’alunno appartiene.

In tale approccio, il Piano dell’off erta formativa in alternanza potrà prevedere una gamma di-versifi cata attività: dalla formazione in aula con docenti esperti alle visite guidate e all’osser-vazione attiva in azienda, dalla realizzazione di project work commissionati dall’azienda o ente partner ai laboratori di Impresa Formati-va Simulata, fi no alla formazione in contesto lavorativo in forma vera e propria di tirocinio o stage. Un tale ventaglio di possibilità potrà essere messo in atto dalla singola scuola o da reti di scuole, sulla base di un piano formativo unitario, concordato e mirato allo sviluppo di competenze spendibili dagli alunni. Tale piano potrà anche prevedere osservazioni struttu-rate delle organizzazioni e dei loro processi di produzione di beni o servizi, interviste o lezioni con esperti, svolgimento da parte dei ragazzi di compiti di realtà in laboratorio, apprendi-mento “on the job”. Riguardo alla competenze da promuovere attraverso le esperienze di alternanza scuola lavoro, fermo restando che ciascun indirizzo di scuola curverà il proprio progetto alle specifi che esigenze derivanti dal profi lo formativo in uscita, sembra opportuno sottolineare che questa occasione può valida-mente essere colta anche per favorire l’acqui-sizione di competenze linguistiche (in modo particolare quelle in lingua inglese, con spe-cifi ca attenzione all’uso in contesto tecnico specifi co dei diversi indirizzi), di competenze digitali ormai essenziali in qualsiasi contesto di studio e di lavoro, di competenze almeno di base in ambito economico e giuridico.

Dal punto di vista organizzativo la mag-giore diffi coltà riscontrata dalle scuole nel primo anno di applicazione dell’obbligo di alternanza è stata quella di rintracciare i soggetti ospitanti, diffi coltà resa ancora mag-giore dalla tipicità del tessuto produttivo del

paese, dalla prevalenza di aziende di piccola e media dimensione, poco inclini a dedicare parte delle risorse umane in organico già in numero limitato al tutoraggio degli studenti e dalla concentrazione delle imprese in alcune specifi che zone del territorio nazionale, con maggiore svantaggio delle altre. Per facilitare il dialogo tra scuola e organizzazioni partner, favorire l’integrazione effi cace tra la forma-zione a scuola e quella nel luogo di lavoro e la valutazione dell’esperienza formativa ai fi ni del percorso scolastico dell’alunno, potranno giocare un ruolo strategico proprio le fi gure di tutoraggio. Tali fi gure, naturalmente, dovranno anche, e non secondariamente, fungere da sostegno a ciascun ragazzo durante le di-verse fasi dell’esperienza di apprendimento, conciliando le aspettative del ragazzo con quelle della scuola e quelle dell’organizzazione ospitante.

Una corretta e completa documentazione del percorso, attraverso opportuni strumenti e piattaforme di monitoraggio adottati dalla scuola, sarà utile alla valutazione della forma-zione in alternanza. Meglio se tali strumenti potranno essere condivisi da reti di scuole di uno stesso ambito territoriale o ancor più a livello nazionale, così da poter disporre di informazioni e metodi per seguire non soltan-to l’andamensoltan-to del singolo studente e il suo curricolo individuale anche in alternanza, da parte di tutto il suo corpo docente, ma anche per attivare un monitoraggio e una valutazione complessiva dell’esperienza a livello di scuola, di reti di scuole, di intero sistema dell’istruzio-ne nazionale. Gli elementi da verifi care per ciascun ragazzo sono il rispetto del percorso formativo individuale concordato, il grado di possesso delle competenze acquisite in base agli obiettivi stabiliti, lo sviluppo e con-solidamento delle competenze relazionali e cognitive, la ricaduta sul gruppo classe dell’e-sperienza condotta in ambiente di lavoro, l’au-tovalutazione dell’alunno. Appare di assoluta evidenza, anche in ragione dell’obbligatorietà di percorsi di alternanza e dell’esigenza di dare pieno valore a tale esperienza formativa, la necessità di porre mano alla revisione delle

modalità di conduzione dell’esame di stato, per il quale è prevista una specifi ca delega al Governo da parte della legge.

4. La corresponsabilità educativa

Nel documento RicercAzione Volume 8 - Numero 2 (pagine 57-60)