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Rivista bimestrale dell’ Unione Italiana della Cultura Popolare

SO M M A RIO del N . S - 1964 Mario Melino, S i g n i f i c a t o d e l l e a t t i v i t à l a v o r a t i v e e d i t e m p o U b e r o p e r g li a n z ia n i p e n s i o ­ n a ti --- , R e l a z i o n e s u l l o s v o l g i m e n t o d e i c o r s i d i e d u c a z i o n e d e g l i a d u lt i p r e s s o i c i r c o li c o o p e ­ r a t i v i d i M i l a n o e P r o v i n c i a Filippo M. De Santis, S f i d a a S i l v e r C i t y ( S c h e d a filmo­ grafie« a d u s o d e g l i a n i m a t o r i) Rassegna della Stampa: E d u c a ­

z i o n e s e s s u a l e - A p o c a l i t t i c i e i n t e g r a t i - I l r u o l o d e l l a d i ­ v u l g a z i o n e

Notiziario Segnalazioni

Documenti

I primi due anni di attività del « P r o ­ getto Avigliano»

I) Lavoro svolto nel 1963-6U II Progetto Avigliano è iniziato nel gennaio 1963, facendo seguito ad una attività di istruzione professio­ nale e assistenza sociale svolta dalla ESSO Standard Italiana in Lucania attraverso corsi per trattoristi (1959-60) e un Centro di Assistenza Contadina a S. Cataldo (1961-62).

La scelta della località di A vi­ gliano (Potenza) fu dovuta alla op­ portunità di continuare ad operare

in una zona ove l’interesse della ESSO per i problemi sociali era già noto, e al suggerimento del prof. Rossi Doria che fornì l’idea base per questa iniziativa.

Il lavoro dei primi due anni ha portato : a) alla costituzione di una équipe di tecnici ad alto livello, ormai affiatati nel lavoro di gruppo, che risiedono stabilmente nella zona dall’estate 1963; b) ad una buona conoscenza della situazione attuale della zona di Avigliano e delle sue prospettive di sviluppo, attraverso la rilevazione di dati e la elabora­ zione di uno studio che sarà prossi­ mamente pubblicato come numero speciale di « Centro Sociale) ; c) alla

definizione di una ipotesi di lavoro per l’attività futura del Progetto, che è condivisa dai membri della équipe e dalle amministrazioni lo­ cali, enti tecnici e direzioni dei Ministeri coi quali si è entrati in contatto ; d) all’inizio di una serie di attività, attualmente in corso di svolgimento, particolarmente nel settore dell’agricoltura e delle atti­ vità extra-agricole.

II) Struttura, attuale del Progetto Il Progetto si articola in tre settori, ed è diretto da un Comitato del quale fanno parte, oltre ai respon­ sabili dei tre settori, la ESSO

(dr. Spantigati) e il CEPAS (dr. Angela Zucconi).

Il Progetto è assistito dall’Osser­ vatorio di Economia Agraria di Portici, in particolare attraverso la partecipazione del prof. Rossi Doria a periodiche discussioni sui pro­ grammi del Progetto.

I settori di intervento, le persone che ne sono responsabili e l’attuale impostazione di lavoro sono :

A) Agricoltura. — E ’ stato co­

stituito un Gruppo di Lavoro che comprende tutti gli enti agricoli

che operano in una zona di sei Comuni (tra i quali è Avigliano) :

— Comuni: Avigliano, Filia- no, Bella, Baragiano, Ruoti, Atella.

— Enti : Ente di Riform a Pu­ glie e Lucania, Ente Irrigazione, Ispettorato Agrario, Ispettorato Forestale, Istituto Zootecnico per la Lucania (Bella), Istituto Pro­ fessionale di Stato per l’Agricoltura

(Sezioni di Atella e Lagopesole). Il Gruppo di Lavoro coordina le attività dei tecnici agricoli dei vari enti e si è proposto di operare su due direttive: a) problemi della zootecnia e delle foraggere; 6) d if­ fusione della meccanizzazione agri­ cola attraverso form e cooperative

(limitatamente a quelle zone del territorio suscettibili di meccaniz­ zazione).

Il ruolo del Progetto nel Gruppo di Lavoro è di collegamento, assi­ stenza tecnica, propulsione, coordi­ namento.

Azioni concrete sono state già realizzate per:

-— prove di erbai e di forag­ gere (due serie di prove, effettuate nella primavera 1964 e nell’autun­ no 1964);

— assistenza tecnica a coope­ rative di meccanizzazione;

— realizzazione di un pro­ gramma di assistenza alla economia domestica rurale organizzato dal- l’AN IM I (sono attualmente nella zona quattro istruttrici di economia domestica rurale operanti nei co­ muni di Avigliano, Bella, Atella).

Responsabile del settore agricolo del Progetto è il dr. Guida, prove­ niente dal Corso di specializzazione in Economia A graria di Portici, che ha precedentemente collaborato col prof. Barbero e col Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno.

B) A ttività extra-agricole. — In

questo settore il lavoro del Progetto si è proposto di:

— riattivare le tradizioni del- l’artigianato artistico nella zona ;

— assistere le piccole imprese esistenti perché raggiungano livelli efficienti di produttività e organiz­ zazione ;

— stimolare il sorgere di nuo­ ve attività produttive sotto forma di cooperativa o di piccola impresa.

a) L’azione per l’artigianato ar­

tistico ha già portato a buoni ri­ sultati :

1) alcune botteghe di artigiani aviglianesi hanno raggiunto, su di­ segni di oggetti e secondo tecniche suggerite dal Progetto, produzioni qualitativamente ed economicamen­ te soddisfacenti;

2) nel maggio 1964 è stata or­ ganizzata a Potenza, con la collabo- razione dell’Ente Provinciale per il Turismo, una Mostra dell’arti- gianato lucano che ha avuto un ottimo successo di pubblico, di stampa e di vendite;

3) sono stati stabiliti contatti commerciali con negozi di prodotti artigianali ad alto livello a Firenze, Roma e Milano;

4) è iniziato l’addestramento di nuovi apprendisti artigiani pres­ so alcune botteghe esistenti.

L ’azione del Progetto in questo campo ha ottenuto l’appoggio del- l’EN API e delle Camere di Com­ mercio, Enti Provinciali del Turi­ smo, Commissioni Artigianato del­ le Provincie di Potenza e Matera. Dal settembre 1964 l’E N A PI ha distaccato, a metà tempo, presso il Progetto un suo borsista.

6) L ’azione del Progetto per le piccole imprese esistenti ha por­ tato:

1) alla realizzazione di un nuo­ vo modello di telaio per tessitura da parte di una impresa di produ­ zione di infissi metallici di A vi­ gliano, telaio che è stato tra l’altro presentato, grazie all’assistenza dell’Istituto per il Commercio Este- ro, alla Fiera di Tunisi dell’otto­ bre 1964 ;

2) all’assistenza dello IA SM a due aziende per il taglio della pie­ tra, di cui deve ora essere studiata la riorganizzazione;

3) ad azioni di assistenza tec­ nica fornita a due imprese di fale­ gnameria, una fornace, un impren­ ditore che ha in corso di allesti­ mento una locanda, ecc.

c) Per la creazione di nuove im­ prese sono stati individuati come settori suscettibili di sviluppo:

1) la creazione di una impresa che utilizzi la mano d’opera fem ­ minile per la produzione di tappeti;

2) la creazione di una impresa per la produzione di giocattoli;

3) la possibilità di realizzare una impresa per il taglio delle pie­ tre dure (successivamente scartata per difficoltà nel trovare un im­ prenditore idoneo).

Il settore attività extra-agricole è affidato al dr. Massei che ha la­ vorato per quattro anni nello stesso settore del Progetto OECE-Sarde- gna. Dati i risultati già ottenuti e le possibilità che si vengono apren­ do, l’attività a pieno ritmo del Pro­ getto nel 1965 richiederebbe in questo settore l’inserimento di un’altra persona.

C) Settore socio-educativo. — Il

settore socio-educativo è stato cu­ rato nel 1964 dal prof. Camillo Bo- nanni, esperto dell’UNESCO che aveva diretto dal 1954 al 1959 due progetti di sviluppo comunitario in Somalia, e, in particolare per le attività di addestramento pro­ fessionale, dal sig. La Capra. L ’at­ tività di questo settore si è con­ centrata nella preparazione dello studio sulla situazione attuale e le prospettive di sviluppo di A viglia­ no, e nei contatti con le autorità locali ai vari livelli.

Nel corso del 1964 il settore ha realizzato :

1) un corso di addestramento professionale a S. Cataldo, con par­ ticolare cura per la metodologia didattica, dal gennaio al mag­ gio 1964;

2) un convegno sulla educazio­ ne degli adulti, in collaborazione col Centro per l’Educazione Popo­ lare di Potenza e con la partecipa­ zione dei futuri docenti della zona, nel settembre 1964;

3) una serie di azioni di assi­ stenza tecnica ad associazioni avi- glianesi (Società Operaia, Centri UNLA, gruppi di giovani) ;

4) la progettazione di un Cen­ tro Addestramento Professionale nel casale di Frusci (Avigliano), per il quale l’Ente di Riform a ha posto a disposizione i locali del Centro Servizi.

In questo settore il programma del Progetto nel 1965 prevede l’ini­ zio di una serie di attività a livel­ lo comunitario, basandosi sulla col­ laborazione di tre assistenti sociali e la supervisione della dr. Zucconi del CEPAS. Due delle assistenti sociali dovrebbero collaborare con il Progetto in quanto assegnate alla zona dalla Amministrazione Aiuti Internazionali, nel quadro del programma di assistenza tecnica agli enti locali nel Mezzogiorno svolto da tale ente.

¡[I) p rospettive di continuazione

dell’azione

L ’ipotesi di lavoro assunta dal Pro­ getto è stata di dimostrare, quale esperienza pilota, la validità di una politica di programmazione e assi­ stenza tecnica globale e « zonale »

(per comprensori di comuni) nelle

regioni della montagna povera del Mezzogiorno.

L ’azione del Progetto è stata impostata sulla organizzazione e attività, in una zona di più co­ muni e per più anni, di un gruppo di tecnici esperti dei vari proble­ mi coinvolti nello sviluppo della zona, che operino quale centro di studi sulla situazione esistente, di programmazione per gli interventi di sviluppo, e di assistenza tecnica alla realizzazione dei programmi.

Nella ipotesi di lavoro questa équipe interdisciplinare deve por­ si come tramite di collegamento fra i numerosi enti che operano a carattere settoriale in questo tipo di zone del Mezzogiorno, e rivolgendo particolare attenzione agli aspetti comunitari dello svi­ luppo stabilire il migliore collega­ mento tra i loro programmi di in­ tervento e la popolazione della zona.

L ’azione del Progetto, a seconda delle possibilità di collaborazione con enti già esistenti, deve quindi assumere carattere più o meno in­ diretto ; per l’agricoltura, ad esem­ pio, essa si è già concretata in form e di collaborazione e collega­ mento con gli enti del settore, mentre per l’artigianato artistico e le piccole imprese si è sviluppata con iniziative dirette. Essa comun­ que non deve porsi con carattere sostitutivo delle attività e compiti istituzionali degli enti già esi­ stenti, ma costituire una integra­ zione e contribuire alla loro mi­ gliore realizzazione.

I risultati del Progetto a suo tempo dovranno essere valutati, in questa prospettiva, sia in termini quantitativi, di sviluppo economico, sia in termini qualitativi, di svi­ luppo comunitario.

II ruolo assunto dalla ESSO Standard Italiana nel promuovere la costituzione del Progetto ed i suoi primi due anni di attività non appare proprio di una società pri­ vata, sia pure modernamente con­ sapevole e partecipe dei problemi di sviluppo del Paese ove opera, quanto piuttosto di un organismo pubblico a finalità generali.

Una società privata è infatti, per sua natura, organismo a ca­ ratteristiche e finalità limitate, mentre il problema che il Progetto si propone di affrontare ha tipi­ camente carattere globale e di in­ teresse pubblico.

La prosecuzione di questa espe­ rienza pilota nella forma che ab­ biamo delineata è quindi affidata alla possibilità di reperire un or­ ganismo pubblico che, per finalità già esistenti o di nuova creazione, possa assumere la direzione, la responsabilità ed il patrocinio del­ l’iniziativa.

La ESSO Standard Italiana sa­ rebbe in tal caso lieta di trasmet­ tere i risultati della prima fase

di lavoro, e di continuare ad ap­ poggiare l’iniziativa con un con­ tributo finanziario e la partecipa­ zione dei suoi tecnici.

Le dimensioni finanziarie del Progetto sono da stimare, sulla base della esperienza dei due primi anni, fra i 25 e i 30 milioni al­ l’anno per i prossimi due o tre anni.

I risultati finora raggiunti ed i consensi che hanno accompagnato l’inizio del Progetto fanno rite­ nere che la sua prosecuzione ha le migliori prospettive di un successo finale, e che ne venga, quindi, un contributo importante per la ela­ borazione di una politica futura di intervento nelle zone della mon­ tagna povera del Mezzogiorno.

Qualora non fosse possibile as­ sicurare questa prosecuzione del Progetto attraverso l’interessa­ mento e la direzione di un orga­ nismo pubblico, il tipo di attività che la ESSO sarebbe probabil­ mente qualificata a svolgere do­ vrebbe essere di carattere setto­ riale, e potrebbe in particolare ri­ guardare la continuazione e l’ap­ profondimento dello studio, pro­ grammazione e assistenza tecnica allo sviluppo delle attività artigia­ nali ed extra-agricole della zona che è già felicemente in corso.

COMUNITÀ

RIVISTA MENSILE DI CULTURA E INFORMAZIONE

F o n d a ta d a A D R IA N O O L IV E T T I D ir e tto re re s p o n s a b ile : R E N Z O Z O R Z I

SOMMARIO del n. 122

G i a m p a o l o C a l c h i N o v a t i L’India dopo Nehru A r t u r o C o l o m b o

Democrazia, classe politica e parlamento in Italia

G i a c o m o F e s t a Sviluppo dell’IRI R e n a t o B o n e t t i

La mostra delle opere miche­ langiolesche

L u i g i C a r i u c c i o

Le partecipazioni straniere al­ la Biennale di Venezia P a o l o M o r e t t o

Storia edilizia e programma­ zione urbanistica

G i u s e p p e A . R o g g e r o

McCarthy dieci anni dopo S e r g i o D e S a n t is

H. A. Murena, americano ri­ luttante

H. A . M u r e n a

Il primato del quotidiano M a r c e l l o D e l l ’O m o d a r m e

Libri politici C e s a r e M a n n u c c i

Aria dell’epoca P a o l o S a n t a r c a n g e l i

Il volto del maligno A d r i a n o B e l l o t t o

Il dibattito sulla televisione Giormi S t a t e r à

Per una logica delle classi sociali

G u i d o A r i s t a r c o