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Daisy chain

Nel documento MCAI Alpinismo Roccia (pagine 73-78)

Si tratta di una fettuccia che presenta una serie di anelli cuciti (vedi figura 2.09a).

Utilizzata alle due estremità ha un carico di

rottura di 22 kN, come specificato dalle norme, mentre se è impiegata come longe offre una resistenza minore, pari a 3-4 kN. Non biso-gna commettere il grave errore di collegare il moschettone tra due anelli perché la cucitura presenta una scarsa tenuta. Inoltre, se messo male, la rottura della cucitura potrebbe anche provocare il distacco del moschettone dalla fettuccia (vedi figura 2.09b). Le daisy chain trovano impiego in particolare nell’arrampicata artificiale e nelle big-walls. Vengono collegate

Fig. 2.09a Daisy chain

4 kN 22 kN

Fig. 2.09b Daisy chain-collegamento errato

Una caratteristica dei cordini in kevlar, dynee-ma o spectra è quella che, se sottoposti a trazione, l’anima tende a sfilarsi dalla camicia (che è realizzata in nylon). Si raccomanda per questo motivo di annodare i cordini in kevlar solamente con il nodo inglese doppio, o meglio triplo, in quanto altri nodi potrebbero di fatto sciogliersi se sottoposti a forti carichi.

A titolo di riferimento mostriamo una tabella di comparazione tra cordini in nylon e cordino in kevlar (figura 12.08).

Una caratteristica dei cor-dini in kevlar, dyneema o spectra è quella che, se sottoposti a trazione, l’anima tende a sfilarsi dalla camicia .

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da un lato direttamente all’imbraco (nodo a strozzo) e dall’altra ad un moschettone. Sono impiegate anche alle soste e nei bivacchi, per predisporre ordinatamente il materiale.

Preparati

Per quanto riguarda i rinvii preparati, chiamati anche “express”, come detto la normativa fissa per la fettuccia un carico di rottura minimo di 22 kN, mentre i moschettoni, come specificato di seguito, devono avere un carico di almeno 20 kN. In figura 2.10 è illustrata la collocazione dei moschettoni; dal punto di vista delle tenute, è equivalente porre le aperture entrambe da una parte oppure disporle ai lati opposti [29] [30]. Inoltre in alpinismo, dove è bene mantenere l’angolo della corda che passa nel moschetto-ne il più vicino possibile a 180°, in modo da ridurre gli attriti, si consiglia di usare preparati lunghi, da 16 a 25 cm, piuttosto che corti, che risultano più adatti all’arrampicata in falesia (figura 2.11).

MOSCHETTONI

L’aggancio della corda all’ancoraggio è possibile tramite il moschettone. Questo attrezzo, inven-tato nel 1912 da Otto Herzog, oggigiorno è costruito in lega leggera, ha la forma di un anel-lo schiacciato che varia alquanto secondo l’im-piego specifico dell’attrezzo. E’ apribile da un lato per mezzo di una leva azionabile manual-mente, la quale ritorna in sede per effetto di una molla. La normativa inserisce i moschettoni nei dispositivi chiamati connettori.

Nella figura 2.12 sono mostrati 6 tipi di

Fig. 2.10 Preparati equivalenti

Fig. 2.11 Preparati corti e lunghi

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moschettoni molto usati nell’alpinismo: uno di tipo B (base) con leva dritta, un altro di tipo B con leva curva, un moschettone ovale con ghiera, un moschettone a base larga tipo H dotato di ghiera per effettuare l’assicurazione con il freno mezzo barcaiolo, un moschettone a base larga tipo K dotato di leva manuale, più robusto e adatto alle vie ferrate e un moschet-tone con leva a filo.

In base alla normativa EN12275 la tipologia dei moschettoni (e più in generale i connettori) presenta 7 tipi diversi di moschettoni: B (base), H (per mezzo barcaiolo), K (per ferrata), D (direzionale), A (per ancoraggi), Q (con chiu-sura a vite - maglie rapide), X (ovale). Ciascuna di queste categorie è caratterizzata, oltre che dal tipo di impiego del moschettone, da diversi carichi di resistenza lungo gli assi dello stesso. Nei moschettoni da rinvio la leva può essere diritta, curva e a filo mentre la chiusura consi-gliata è quella di tipo KEY-LOCK.

Secondo le norme, sul corpo del moschettone devono essere riportati in modo indelebile: il tipo di moschettone, i valori della resistenza (in kN) lungo le diverse direzioni in cui può venire ad essere sollecitato, il nome o marchio del costruttore. Anche se differenziati da tipo a tipo, il carico minimo lungo l’asse maggiore a leva chiusa è stabilito in almeno 20 kN, quello

Fig. 2.12 Moschettoni principali

1 punto di impiglio 2 punti di impiglio

1 punto di impiglio KEY-LOCK

Fig. 2.13 Moschettoni-tipi di chiusura della leva

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a leva aperta in 7 kN per i moschettoni B e D e in 6 kN per il tipo H. Il carico minimo lungo l’asse maggiore è di 7 kN.

I moschettoni da rinvio possono essere di vario tipo: con leva diritta, curva o a filo, con chiusura a dente sulla leva, a dente sul corpo, key-lock. Viene consigliata la chiusura key-lock perché viene eliminato qualsiasi dente di

chiusura sia sul corpo che sulla leva: in questo modo si evita che la corda si impigli durante l’inserimento e lo sgancio.

I moschettoni a base larga dotati di ghiera pos-sono richiedere modalità diverse per l’apertura della leva. In alpinismo il moschettone più usato è dotato di ghiera manuale, che viene impiegato nelle manovre di assicurazione. Per il corretto funzionamento del moschettone con ghiera è sempre importante prima dell’uso chiudere la ghiera. Nella figura 2.15 è illustrata la procedura per l’apertura di un moschettone con ghiera automatica tipo twist lock. Invece nella figura 2.16 è illustrata la procedura per l’apertura di un moschettone con ghiera auto-matica tipo auto lock.

Una serie di prove condotte sui connettori dalla Commissione Materiali e Tecniche Lombarda, documentate anche da un video su supporto DVD [17][18], ha evidenziato che:

- sui moschettoni H a ghiera, nella versione “a

base larga” adatta all’uso con il mezzo barcaio-lo, la ghiera, pur avendo lo scopo principale di mantenere la leva in sede, contribuisce anche ad aumentare il carico di rottura del moschettone; perciò bisogna avere cura di chiudere bene la ghiera prima di usare il moschettone;

- la ghiera chiusa sul corpo del moschettone, se

Fig. 2.14 Ghiera manuale ed express ghiera manuale

ghiera automatica express

Fig. 2.15 Ghiera twist lock

Fig. 2.16 Ghiera auto lock

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soggetta ad una forza che tende a farla uscire dalla sede (test non considerato dalle norme), presenta una resistenza piuttosto bassa (poche decine di daN);

- un moschettone posto a lavorare in fles-sione offre un carico di rottura piuttosto basso

(340 daN);

- moschettone con leva (o dito) a filo: i

risul-tati hanno messo in evidenza che il filo non costituisce il punto debole perché la rottura avviene sul corpo. In prove di rottura sull’asse minore il filo non indebolisce particolarmente il moschettone: in due prove eseguite si sono misurati 1100 e 1300 daN;

- Vecchio moschettone marcato L: si fa

presente che la vecchia normativa U.I.A.A. prevedeva l’utilizzo di due tipi di moschettoni: “normale” marcato N e “leggero” marcato L. Per il tipo L era consentito un carico a dito aperto di 6 kN: si consiglia di non utilizzare questo moschettone perché tale basso valore nel rinvio, in situazioni critiche, è facilmente raggiungibile.

Fig. 2.17 Moschettoni in flessione

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IMBRACATURA

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