• Non ci sono risultati.

PIASTRINE MULTIUSO

Nel documento MCAI Alpinismo Roccia (pagine 92-97)

Le piastrine multiuso stanno avendo una forte espansione dovuta alla praticità d’utilizzo, alla loro versatilità ed al peso molto ridotto. La pia-strina può essere impiegata in vari modi: a) come freno quando la piastrina svolge la funzione di discensore;

b) come bloccante quando la piastrina è uti-lizzata nei recuperi di uno-due secondi di cordata;

c) come bloccante nelle manovre di autosoc-corso con il grande vantaggio, rispetto ai ben noti bloccanti fatti con i cordini, di essere rigido e di non perdere tratti di corda faticosa-mente recuperata.

Non è possibile l’uso della piastrina per rea-lizzare un’assicurazione dinamica del primo di cordata.

Si fa notare che esistono in circolazione piastri-ne dotate di una costolatura in rilievo rispetto al piano e collocata da una sola parte, posta

Fig. 2.34 Cuneo e Bong

Fig. 2.35 Maniglie

cap_2_attrezz-alpinistica_OK.indd 90

91

tra le due feritoie in cui sono passate le corde, anche se nei modelli più recenti tale costolatura non è più presente.

A) Piastrina impiegata come

discen-sore

La figura 2.37 mostra la discesa in corda doppia utilizzando due corde semplici: viene inserito un moschettone a ghiera che si appoggia sul lato senza costolatura. La figura 2.38 illustra invece la discesa in corda doppia adoperando due mezze corde: in questo caso per aumen-tare l’azione frenante vengono consigliati due moschettoni sempre appoggiati sul lato piatto.

B) Piastrina utilizzata come

bloccan-te nel recupero di due secondi di

cor-data

La piastrina è molto comoda per il recupero di uno o due “secondi” di cordata. Vi è comun-que sempre da prestare molta attenzione nel suo uso a causa di alcuni fattori o situazioni critiche:

a) l’utilizzo di corde intere o mezze corde (uno o due secondi);

b) la possibilità, con corde adoperate singo-larmente specie se di diametro ridotto, che la corda si “giri” nell’asola trasformando la fun-zionalità dell’attrezzo da bloccante a freno; c) la fattibilità di controllare la corda di un secondo che sta salendo qualora l’altra corda sia sottoposta a carico, cioè gravata dal peso dell’altro secondo di cordata che risulta appeso o che addirittura sia “volato”;

d) il recupero di uno o due secondi in traversi;

Fig. 2.36 Piastrine multiuso

Fig. 2.37 Uso piastrina Corda doppia con corde semplici

Fig. 2.38 Uso piastrina Corda doppia con mezze corde

92

e) la possibilità che l’attrezzo, usato come bloc-cante e sottoposto a un carico elevato possa portare al grave danneggiamento delle corde (caso in cui il secondo di cordata è coinvolto in un volo con corda lasca o in una caduta ‘’a pendolo’’);

Per approfondimenti sull’argomento, si riman-da all’articolo “Le piastrine multifunzionali in montagna” [22].

Utilizzo di corde intere e mezze corde:

dall’analisi delle prove di laboratorio, sia stati-che (carico applicato con gradualità) stati-che dina-miche (corda lasca e volo di 4 metri), non si è mai notato un danneggiamento significativo della corda né tanto meno il taglio della stessa. Sebbene si verifichi lo scorrimento della corda dentro la piastrina, quando essa viene usata come bloccante, l’assicurazione al primo non è opportuna, anche perché i carichi misurati come freno dinamico sono molto alti (da 500

a 600 daN con corda semplice o due mezze corde) e ciò senza applicare una forza di tratte-nuta sul ramo scarico della corda.

Nel verificare, in laboratorio, il comportamen-to statico dell’attrezzo si è infatti osservato che,

in assenza di un’azione di trattenuta sul ramo di corda scarico e con carico applicato con continuità, a seconda dei modelli di piastrina, i valori con cui la corda comincia a scorrere variano da 110 a 500 daN.

Durante il recupero di un solo secondo di cordata

potrebbe capitare che la corda si giri nell’aso-la trasformando nell’aso-la piastrina da posizione di bloccante a quella di freno; questo evento può avvenire in modo aleatorio e fra i fattori che lo

Nel verificare, in labora-torio, il comportamento statico dell’attrezzo si è infatti osservato che, in assenza di un’azione di trattenuta sul ramo di corda scarico e con carico applicato con continuità, a seconda dei modelli di piastrina, i valori con cui la corda comincia a scor-rere variano da 110 a 500 daN.

cap_2_attrezz-alpinistica_OK.indd 92

93

determinano sicuramente concorre il diametro della corda e la larghezza dell’asola.

Per evitare questa involontaria trasformazio-ne, da bloccante a freno ed avere la massima sicurezza conviene agganciare il moschettone a quello di sosta in modo da impedirne la rota-zione; ciò vale specialmente con corde sottili. (Fig. 2.39).

Recupero contemporaneo di due secondi:

nel recupero di due secondi può avvenire che, se uno dei due vola mentre l’altro è appeso per qualsiasi motivo alla piastrina, la corda di chi vola non venga bloccata ma scorra se non viene trattenuta. Lo scorrimento è imputabile a vari fattori; tra questi il rapporto dei pesi gioca un ruolo importante (se chi grava è decisamente più pesante di chi cade, anche solo di 15 kg, la piastrina non blocca e viceversa). Il diametro della corda, la larghezza della feritoia ed altri fattori concorrono comunque a determinare il funzionamento dell’attrezzo.

Un caso particolare è rappresentato dal recupe-ro di uno o di due secondi di cordata in un traverso; in questa circostanza l’attrezzo, anche

se non blocca la corda in caso di volo, può generare forze elevate sugli ancoraggi e sugli alpinisti, in quanto si ha un volo con fattore di caduta 1. Sarebbe quindi più opportuno usare, in questo caso, il mezzo barcaiolo al posto della piastrina.

In conclusione: si può affermare che la piastri-na non deve essere considerata un autobloc-cante automatico in assoluto, ma va manovrata garantendo sempre l’azione di trattenimento della corda. Basta infatti una modesta forza

Fig. 2.39 Recupero di 1 corda su piastrina

Fig. 2.40 Recupero di 2 corde su piastrina

94

di trattenimento per impedire o arrestare lo scorrimento della corda in qualsiasi situazione di utilizzo come bloccante; per essere tranquilli si dovrebbe considerare la piastrina come un freno e non come un autobloccante e quindi impugnare sempre la corda!

Esistono in commercio altri attrezzi che pos-sono essere utilizzati come discensore, per il recupero di uno o due secondi di cordata ed anche anche per l’assicurazione al primo di cordata (cosa non possibile con le piastrine). Si veda il paragrafo “Freni non automatici” per una loro descrizione.

DISSIPATORI

Secondo la norma EN 958, un sistema di assor-bimento di energia, o dissipatore, è un disposi-tivo con due o più punti di collegamento usato per ridurre la forza di arresto sull’ancoraggio e sul corpo dell’alpinista durante una caduta (figura 2.41a). Esistono in commercio diversi tipi di dissipatori che vengono utilizzati con una corda singola o una mezza corda. Anche se l’uso di gran lunga più comune per i dissipatori è nelle vie ferrate, esistono circostanze in cui può rivelarsi utile anche per l’arrampicata su roccia o ghiaccio.

Per le vie ferrate, esistono in particolare in commercio i set da ferrata, sistemi costituiti da un dissipatore, corda o fettuccia di lunghezza opportuna, e due moschettoni di tipo “K” (figura 2.41b).

Questi set, definiti dalla norma EN 958, sono divenuti obbligatori per la frequentazione delle ferrate [23].

Fig. 2.41a Funzionamento di un dissipatore in arrampicata

Fig. 2.41b Set da ferrata

cap_2_attrezz-alpinistica_OK.indd 94

95

PULEGGE

Le pulegge sono soggette alla normativa EN 12278. Una carrucola è composta da una o più pulegge che possono essere usate per collegare una corda ad un moschettone, riducendo in questo modo l’attrito che la corda genera. Vengono utilizzate principalmente in opera-zioni di soccorso organizzato, anche se ovvia-mente potrebbero risultare comode anche in operazioni di autosoccorso della cordata.

MATERIALE TECNICO NON

Nel documento MCAI Alpinismo Roccia (pagine 92-97)