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TECNICO OMOLOGATO CORDE

Nel documento MCAI Alpinismo Roccia (pagine 55-60)

Le corde per l’alpinista e per l’arrampicatore sono realizzate per trattenere cadute in modo “dinamico”, termine che viene usato per indi-care che l’arresto del volo deve avvenire con gradualità: la corda deve sviluppare per quanto possibile bassi valori di forza durante le fasi di trattenuta di una caduta.

Per questo motivo, esse sono “elastiche” e quindi se sottoposte ad un carico si allungano. Sono dunque anche chiamate “dinamiche”, a differenza delle corde “statiche” che sono realizzate per reggere carichi con allungamenti trascurabili. Le corde statiche sono utilizzate ad esempio per l’attività speleologica o, in campo alpinistico, per la posa di corde fisse.

Vi sono tre tipi di corde dinamiche per l’alpi-nismo:

- corde “semplici” o “intere” (simbolo “1”) progettate per essere impiegate da sole in arrampicata;

- mezze corde (simbolo “½”) progettate per essere impiegate sempre in coppia con un’altra mezza corda;

- corde gemellari (simbolo “ ”) progettate per essere impiegate necessariamente ed esclu-sivamente in coppia come se si trattasse di un’unica corda semplice.

Le corde, realizzate in fibra poliammidica (nylon, perlon, ecc.), sono strutturalmente composte da due parti principali: l’anima, la parte interna (che rappresenta circa il 70% della

La corda deve sviluppare per quanto possibile bassi valori di forza durante le fasi di trattenuta di una caduta. Per questo moti-vo, esse sono “elastiche” e quindi se sottoposte ad un carico si allungano.

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corda), e la camicia (o calza) che è il rivestimen-to esterno e che costituisce il restante 30%. Si noti che sia l’anima che la camicia concorrono alla resistenza alla rottura della corda, parame-tro che peralparame-tro non è di interesse per le norme e che dipende per circa un 70% dall’anima e per un 30% dalla calza, numeri proporzionali appunto alla composizione della corda. L’anima è costituita da un insieme di trefoli,

a loro volta formati da una terna di stoppini; questi sono ottenuti da 6 fascetti più sottili cosituiti da un insieme di monofilamenti for-temente torsionati tra loro.

Il diametro dei trefoli varia da 2,5 a 3,0 mm. Il numero totale di monofilamenti, 2/3 del totale, è di circa 40.000.

La calza, a struttura tubolare, è ottenuta per

intreccio di un insieme di stoppini o "fusi" tra loro perpendicolari e disposti a circa 45° rispet-to all’asse longitudinale della corda. Il numero totale di monofilamenti è all’incirca 1/3 del totale: mediamente circa 20.000.

La calza ha la duplice funzione di contenimen-to e protezione dell’anima e di “bilanciamencontenimen-to” delle caratteristiche dinamiche della corda. A parità di diametro un numero di "fusi" elevato (che risultano quindi singolarmente di dia-metro inferiore) conferisce alla corda maggio-re allungamento esaltandone le caratteristiche dinamiche, anche se diminuiscono un po' le caratteristiche di resistenza all'abrasione. Le corde oggi in commercio hanno diametri variabili da 8 a 11 mm in funzione della loro destinazione d’uso, anche se sarebbe meglio parlare di peso per unità di lunghezza vista la poca precisione del diametro. In ogni caso,

Fig. 2.01 Anima e camicia

La calza, a struttura tubolare, è ottenuta per intreccio di un insieme di stoppini tra loro perpen-dicolari e disposti a circa 45° rispetto all’asse lon-gitudinale della corda. Il numero totale di monofilamenti è all’in-circa 1/3 del totale.

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ai fini di un loro corretto utilizzo e norma-tiva ufficiale, non è il diametro l’elemento importante da tenere in considerazione, bensì i criteri di progetto e di prova che portano ad avere i tre citati tipi di corde (semplici, mezze e gemellari).

Una corda, per essere omologata, deve superare diverse prove, per alcune della quali si utilizza il

cosiddetto “apparecchio Dodero”[4][5]. Le prove riguardano:

• la deformabilità a carico statico: applicando

staticamente un peso di 80 kg l’allungamento deve essere minore del 10% per la corda sem-plice e le corde gemellari e deve essere inferiore al 12% per la singola mezza corda;

• lo scorrimento della calza: viene misurato

uti-lizzando una apparecchiatura specifica che per-mette di evidenziare lo scorrimento della calza rispetto all’anima; lo scorrimento non deve superare i 20 mm su un campione di 2 m; • la resistenza dinamica:

a) una corda semplice deve essere in grado di resistere senza rompersi ad almeno 5 cadute con massa di 80 kg all’apparecchio Dodero, e

Fig. 2.02 Tipi di corde

Per un corretto utilizzo delle corde (normativa ufficiale), non è il diame-tro l’elemento importan-te da importan-tenere in conside-razione, bensì i criteri di progetto e di prova che portano ad avere i tre tipi di corde: semplici, mezze e gemellari.

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la forza di arresto (FA) alla prima caduta deve essere minore di 12 kN;

b) una mezza corda deve essere in grado di resi-stere senza rompersi ad almeno 5 cadute con massa di 55 kg, e la forza di arresto alla prima caduta deve essere minore di 8 kN;

c) due corde gemellari (assieme) devono essere in grado di resistere senza rompersi ad almeno 12 cadute con massa di 80 kg e la forza di arresto alla prima caduta deve essere minore di 12 kN;

• la deformabilità dinamica: viene misurata al

Dodero e non deve superare il 40% durante la prima caduta rispettivamente con massa di 80 kg per corda semplice e corde gemellari e massa di 55 kg per la singola mezza corda.

Vi sono poi altre caratteristiche delle corde, non sottoposte a norme ma importanti per il loro utilizzo, tra le quali:

• Maneggevolezza anche in condizioni ambien-tali difficili; in queste situazioni risulta vantag-gioso l’uso di corde cosiddette “everdry” (altre denominazioni: “drylonglife”, “superdry” ecc.), che hanno la particolarità di avere i filamenti, della camicia o anche dell’anima, trattati con idrorepellenti che riducono l’assorbimento di acqua. Ciò permette alla corda di mantenere buone caratteristiche di maneggevolezza anche con pioggia e gelo. Questa caratteristica può a volte dare risultati inferiori alle aspettative oltre a ridursi con l’utilizzo della corda.

• Migliore resistenza all’effetto spigolo: si tratta di una caratteristica su cui alcuni costruttori stanno lavorando. La corda sotto carico viene

Una corda semplice deve essere in grado di resi-stere senza rompersi ad almeno 5 cadute con massa di 80 kg e la FA alla prima caduta deve essere > 12 kN;

una mezza corda deve essere in grado di resi-stere senza rompersi ad almeno 5 cadute con massa di 55 kg, e la FA alla prima caduta deve essere > 8 kN;

due corde gemellari (assieme) devono esse-re in grado di esse-resisteesse-re senza rompersi ad alme-no 12 cadute con massa di 80 kg e la FA alla prima caduta deve essere > 12 kN.

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fatta passare su di uno spigolo vivo di 0,75 mm di raggio. Si sta anche pensando alla esecuzione di prove di tenuta di un volo su di uno spigolo vivo [6].

• Facilità di scorrimento nei moschettoni, comoda annodabilità e poca propensione all’at-torcigliamento.

La lunghezza delle corde utilizzate in campo alpinistico varia solitamente da 50 a 70 metri. Il peso delle corde (espresso solitamente in grammi/metro) vale:

corda semplice 58-85 g/m

mezze corde 42-55 g/m (singola)

corde gemellari 76-94 g/m (la coppia)

I produttori offrono varie gamme di corde a seconda dell’uso. Ad esempio, in arrampicata sportiva vengono privilegiate la leggerezza e la manovrabilità, in alpinismo classico la resisten-za e l’impermeabilità, in alpinismo più impe-gnativo la robustezza e la resistenza.

Gli elementi essenziali da controllare al momento dell’acquisto della corda (oltre al tipo e alla lunghezza), che vengono obbligato-riamente riportati sul tagliando attaccato alla corda stessa, sono il “numero di cadute” e la “forza di arresto” (o “di impatto”). Si consiglia di acquistare modelli che presentano un elevato numero di cadute e bassa forza di arresto. In alpinismo è molto diffuso l’uso di due mezze corde. Può non risultare conveniente l’acquisto di corde gemellari perché, dovendosi utilizzare sempre appaiate, non si può legare un compa-gno ad un solo capo, dovendosi utilizzare

sem-I produttori offrono varie gamme di corde a secon-da dell’uso. Ad esempio, in arrampicata sportiva vengono privilegiate la leggerezza e la manovra-bilità, in alpinismo classi-co la resistenza e l’imper-meabilità, in alpinismo più impegnativo la robu-stezza e la resistenza.

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pre appaiate, e quindi risultano meno versatili delle mezze corde (anche se meno pesanti). In generale non è opportuno scegliere corde (mezze o semplici) di diametro troppo piccolo perché i freni attualmente presenti in com-mercio lavorano peggio, inoltre la presa delle mani su corde sottili è più problematica. In ogni caso, corde di diametro inferiore avranno in genere una durata inferiore e quindi sarà necessario cambiarle più di frequente.

Decadimento delle prestazioni

Nel documento MCAI Alpinismo Roccia (pagine 55-60)