• Non ci sono risultati.

Punto Focale e alcuni concetti base per l’insegnamento

Nel documento MCAI Alpinismo Roccia (pagine 189-196)

187

in conto, poi, che anche la sicurezza e la stabilità della progressione ne risulterebbero inevitabil-mente compromesse.

In defi nitiva, l’istruttore ha essenzialmente il compito di formare l’allievo stimolandolo ad as-sumere un ruolo attivo nel processo

d’appren-dimento. A tal fi ne egli ha il dovere di ricercare il metodo ideale d’insegnamento, il quale viene a costituire anche il miglior terreno d’incontro tra le funzioni dell’istruttore e le esigenze dell’al-lievo. Volendo ricorrere a una metafora, l’istrut-tore deve indicare la strada migliore ma l’allievo la deve percorrere e sperimentare in prima per-sona. E’ certamente possibile “portare” lungo qualche itinerario d’arrampicata un allievo sen-za avergli fornito in precedensen-za insegnamenti adeguati, ma in questo caso sarà certamente dif-fi cile renderlo autonomo e consapevole. Un istruttore che si dedica veramente all’inse-gnamento non dovrebbe prescindere da questi due aspetti.

Punto Focale e alcuni concetti base

per l’insegnamento

E’ noto che il ruolo dell’istruttore è di grande responsabilità perché infl uisce sulla formazione degli allievi. In senso lato, si può affermare che gli istruttori, anche attraverso l’insegnamento della tecnica, hanno il compito di contribuire a diffondere quei valori che storicamente sono

stati i motivi fondanti di ogni vera civiltà e dai quali chi pratica una attività sportiva non do-vrebbe prescindere, tanto più che l’attuale crisi di valori sembra rifl ettersi in modo sempre più evidente anche nello sport.

L’istruttore ha il compito di formare l’allievo stimo-landolo ad assumere un ruolo attivo nel processo d’apprendimento. A tal fine egli ha il dovere di ricercare il metodo ideale d’insegnamento che viene a costituire anche il mi-glior terreno d’incontro tra le funzioni dell’istrut-tore e le esigenze dell’al-lievo.

188

Molto spesso l’eccessiva importanza che si attri-buisce alla prestazione, alla notorietà e al guada-gno, spinge gli sportivi a usare qualsiasi mezzo pur di ottenere il risultato. Mentalità degradata che, a ben vedere, è in fondo anche alla base del-l’uso sempre più diffuso del doping. In questa ottica, si rischia di perdere di vista non solo il valore formativo dello sport (di cui si è già accen-nato), ma anche l’importanza di conciliare sport e salute, sport e sicurezza, o ancora sport e ri-spetto per gli altri e per l’ambiente naturale: tutti aspetti che invece dovrebbero essere considerati come fondamentali. Il primo obiettivo di un bravo istruttore dovrebbe quindi essere quello di acquisire consapevolezza dei valori che devono

essere alla base di un insegnamento corretto. Vi sono ancora molti arrampicatori che credono sia suffi ciente cimentarsi con diffi coltà elevate per essere dei bravi insegnanti. In realtà, la ri-cerca della prestazione fi ne a se stessa può essere molto distante dalle qualità che sono da consi-derarsi basilari per essere validi istruttori. Si è già accennato, infatti, di come il risultato e la prestazione dovrebbero essere l’effetto di un procedimento tecnico-didattico che racchiuda in sé anche i valori formativi. Pur non essendo questa la sede per affrontare tale argomento in modo esaustivo, si ritiene comunque importan-te fare alcuni accenni in merito. Ad esempio, se la motivazione ideale di un allievo (e anche di un istruttore) fosse esclusivamente la prestazio-ne, la scalata verrebbe ridotta a un numero nel suo signifi cato meramente quantitativo; qualo-ra le prestazioni qualo-raggiunte non fossero adeguate alle aspettative, l’interesse verrebbe facilmente a mancare. Laddove invece la motivazione

prin-Il primo obiettivo di un bravo istruttore dovrebbe essere quello di acquisire consapevolezza dei valori presenti alla base di un insegnamento corretto.

Se la motivazione ideale di un allievo fosse esclu-sivamente la prestazione, la scalata verrebbe ridot-ta a un numero nel suo significato meramente quantitativo; qualora le prestazioni raggiun-te non fossero adeguaraggiun-te alle aspettative, l’interes-se verrebbe facilmente a mancare.

cap_5_Tecnica individuale OK.indd 188

189

cipale è costituita dall’interesse e dal piacere di praticare l’attività in se stessa, nell’ambito di un processo formativo e migliorativo che coinvolge il praticante nella completezza della sua perso-na, gli interessi verso l’attività stessa diventano sicuramente più solidi e profondi. In questa ot-tica, tra l’altro, è spesso più facile raggiungere dei risultati anche nelle prestazioni.

Ciò premesso, diremo che, per insegnare cor-rettamente, un bravo istruttore dovrebbe essere preparato su tre livelli.

A) Innanzitutto, è importante conoscere bene la materia che insegna (nel caso specifi co la

tecnica dell’arrampicata) nella teoria, riuscendo a esporla correttamente (capacità didattica). In altri termini, dovrebbe essere capace di fornire una spiegazione semplice, effi cace ed esaustiva delle differenti tecniche.

B) In secondo luogo dovrebbe essere in grado di eseguire sul piano pratico una dimostrazione corretta delle tecniche che espone.

C) In ultimo, è importante saper intervenire per

correggere in modo adeguato eventuali errori

degli allievi.

A parte la maieutica (vedi paragrafo preceden-te), questi tre aspetti sono gli strumenti, i canali di comunicazione attraverso cui un istruttore può interagire con gli allievi. Allo stesso modo, maieutica a parte, gli allievi possono imparare attraverso questi stessi “canali”.

Alcuni di loro potrebbero avere più sviluppato l’aspetto “intellettuale” e quindi benefi ciare par-ticolarmente di approfondite spiegazioni teori-che; altri invece imparano di più osservando le dimostrazioni pratiche dell’insegnante; per altri ancora è determinante la fase della correzione.

Un bravo istruttore do-vrebbe essere preparato su tre livelli.

• Conoscere bene la mate-ria che insegna nella teo-ria, riuscendo a esporla correttamente fornendo spiegazioni semplici, ef-ficaci ed esaustive delle differenti tecniche. • Essere in grado di ese-guire sul piano pratico una dimostrazione cor-retta delle tecniche che espone.

• Saper intervenire per correggere in modo aguato eventuali errori de-gli allievi.

190

Resta il fatto che un istruttore padrone di tutti e tre gli aspetti sopraindicati può comunicare meglio con qualunque tipo di allievo.

Bisogna considerare, a questo fi ne, che la cono-scenza completa e reale della materia si ha sol-tanto quando la teoria va di pari passo con la pratica. Sono sicuramente in molti a essere in

grado di spiegare suffi cientemente un argomen-to ma spesso non sono in grado di eseguire una dimostrazione pratica, così come sono in molti a superare diffi coltà elevate senza avere la capacità di spiegare e dimostrare le differenti tecniche. Ne consegue che per un bravo istruttore la ca-pacità di essere coerente nell’insegnamento

di-venta una qualità determinante che lo contrad-distingue da un qualsiasi praticante. Egli sarà infatti in grado di dire ciò che fa e di fare ciò che dice. Questo non signifi ca che l’istruttore

deve necessariamente conoscere tutto lo scibile della disciplina in questione, così come non è necessario che possa superare alti gradi di dif-fi coltà, ma piuttosto deve conoscere bene gli aspetti della materia che insegna all’interno

del piano didattico prefi ssato. In altri termini, un bravo istruttore, quando insegna, dovrebbe cercare di non commettere errori. E’ meglio, infatti, insegnare le poche cose di cui si è certi piuttosto che “sbilanciarsi” asserendo qualcosa di impreciso o sbagliato. Si potrebbe affermare che questa è una delle caratteristiche più impor-tanti che evidenziano il livello dell’istruttore. Diventa quindi fondamentale, per chi insegna, capire come fare per ridurre al minimo i propri errori, considerando che sarebbero soprattutto gli allievi a farne le spese. La capacità di insegna-re coeinsegna-rentemente e di uniinsegna-re la teoria alla pratica

La conoscenza completa e reale della materia si ha soltanto quando la teoria va di pari passo con la pratica.

L’istruttore non deve ne-cessariamente conosce-re tutto lo scibile della disciplina in questione, così come non è neces-sario che possa superare alti gradi di difficoltà, ma piuttosto deve co-noscere bene gli aspetti della materia che insegna all’interno del piano di-dattico prefissato.

cap_5_Tecnica individuale OK.indd 190

191

dà vita a una metodologia estremamente inci-siva sul piano formativo, tanto da poter essere considerata da parte dell’istruttore obiettivo di primaria importanza. Diffi cilmente faremo errori se conosciamo la teoria di ciò che inse-gniamo, se sappiamo dimostrarla praticamente attraverso il movimento e se, correggendo gli allievi, siamo in grado di aiutarli a raggiungere il risultato voluto. Si consiglia quindi di evitare argomenti o tecniche complicate fi ntanto che non si sia raggiunta l’opportuna padronanza dei concetti di base.

Venendo ora ad uno degli aspetti più complica-ti della presente trattazione, diremo che per un istruttore, la capacità di apportare la correzione più adeguata è senza dubbio la più diffi cile da raggiungere. La conoscenza del Punto Focale

è determinante per sviluppare questa capacità. Tale concetto (che si ritiene essere una vera e propria tecnica, tra le più evolute e complesse) è stato descritto per la prima volta nella secon-da edizione de “L’arte di arrampicare”, cui si ri-manda per eventuali approfondimenti, in quan-to se ne possono tracciare qui solo gli elementi principali.

Il Punto Focale, che per semplicità chiameremo PF, è l’aspetto principale del movimento che stiamo eseguendo, il quale ci permette anche di evidenziare il problema primario che risulta di impedimento all’obiettivo che ci siamo propo-sti. In pratica, il PF è l’elemento chiave che ci può consentire di portare a termine un de-terminato passaggio nel modo adeguato. La

capacità di individuare il PF, di conseguenza, consente di intervenire con precisione sulla cau-sa che è all’origine degli eventuali errori relativi

Difficilmente faremo er-rori se conosciamo la teo-ria di ciò che insegniamo, se sappiamo dimostrarla praticamente attraverso il movimento e se, cor-reggendo gli allievi, sia-mo in grado di aiutarli a raggiungere il risultato voluto.

Il Punto Focale è l’aspetto principale del movimen-to che stiamo eseguen-do, il quale ci permette anche di evidenziare il problema primario che risulta di impedimento all’obiettivo che ci siamo proposti.

192

all’esecuzione dei differenti movimenti. Tale causa può dipendere da una lacuna tecnica o coordinativa, può riguardare le capacità condi-zionali, la respirazione, la concentrazione ma anche la sfera psicologica.

L’abilità di individuare il PF è senza dubbio il traguardo di un lungo processo di training. Essa necessita di una grande esperienza per poter es-sere applicata, oltre a una grande elasticità men-tale e capacità autocritica da parte dell’istrut-tore, ed è conseguente alla conoscenza delle tecniche del movimento. Senza una giusta dote di umiltà, l’istruttore è portato più facilmente a cadere in errore e a trascurare gli aspetti a lui meno congeniali. Si consiglia quindi di evitare improvvisazioni e di affrontare innanzitutto gli aspetti più semplici e concreti della tecnica. Nell’esecuzione di un esercizio ci possono esse-re uno o più aspetti da miglioraesse-re. Nel caso si tratti di un solo aspetto, il compito si presenta facilitato in quanto individuare il PF equivale a identifi care quell’unico elemento che impedisce un’esecuzione ottimale del movimento. Spesso, però, sono presenti contemporaneamente di-versi errori o imperfezioni e, a loro volta, questi assumono generalmente livelli d’importanza differenti. Per fare in modo che si possa ottene-re un miglioramento sostanziale dovottene-remo allora riconoscere l’errore principale, che non sempre si presenta come il più evidente. In pratica, se andiamo a correggere o modifi care aspetti mar-ginali, il risultato che si otterrà sarà poco signi-fi cativo o nullo.

Il procedimento per individuare il PF è a grandi linee il seguente: l’istruttore deve osservare

in-La capacità di individua-re il Punto Focale con-sente di intervenire con precisione sulla causa che è all’origine degli errori relativi all’esecuzione dei differenti movimenti.

Nell’esecuzione di un esercizio ci possono es-sere uno o più aspetti da migliorare. Nel caso si tratti di un solo aspetto, il compito si presenta facilitato in quanto in-dividuare il Punto Focale equivale a identificare quell’unico elemento che impedisce un’esecuzione ottimale del movimento.

cap_5_Tecnica individuale OK.indd 192

193

nanzitutto il movimento dell’allievo nella sua globalità, grazie a una valutazione d’insieme

che gli consente di capire l’aspetto che più di ogni altro ostacola l’esecuzione corretta del mo-vimento; quindi, dovrà mettere a fuoco quel particolare aspetto per identifi care la causa

dell’errore o dell’imprecisione che contiene in sé. Dopo aver eseguito la correzione o un even-tuale approfondimento del movimento in que-stione, l’istruttore tornerà a una valutazione globale osservando nuovamente il movimento

dell’allievo nel suo insieme. Se si è individua-to il PF e se l’allievo riesce a modifi care il suo movimento sulla base della correzione sugge-rita dall’istruttore, l’esecuzione della sequenza o del singolo passaggio miglioreranno istanta-neamente. Quando questo avviene, si realizza un’esperienza molto interessante sul piano di-dattico perché si è potuto trovare il canale di comunicazione giusto con l’allievo e le sue pro-blematiche. Qualora accada che l’allievo non riesca a modifi care e a correggere il movimento anche quando il PF è stato individuato corret-tamente dall’istruttore, è necessario cambiare il terreno in modo da far sperimentare la stessa sequenza su una minore diffi coltà.

Se si è individuato il Punto Focale e se l’allie-vo riesce a modificare il suo movimento sulla base della correzione suggerita dall’istruttore, l’esecuzio-ne della sequenza o del singolo passaggio miglio-reranno istantaneamente.

Se l’allievo non riesce a modificare e a corregge-re il movimento anche quando il Punto Focale è stato individuato corret-tamente dall’istruttore, è necessario cambiare il terreno in modo da far sperimentare la stessa sequenza su una minore difficoltà.

194

Nel documento MCAI Alpinismo Roccia (pagine 189-196)