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SANTIAGO APOSTOLO E LA VERGINE DEL PILAR: ALLA RICERCA DELLA SACRALIZZAZIONE DEL “CAUDILLO”

2.1 La ofrenda all’ Apostolo Santiago

2.2.1 Dalla guerra civile al primo franchismo con l’Apostolo

Il 25 luglio 1936, festa dell’Apostolo Santiago – una settimana dopo l’ini- zio della ribellione –, si tenne nella Piazza del Castillo a Pamplona una messa di campagna per i volontari di Navarra che andavano in guerra. Fu una signifi- cativa dimostrazione della metamorfosi che per l'impulso del clima popolare e in

202 ALDEA VAQUERO Quintin, MARÍN MARTÍNEZ Tomás, VIVES GATELL José, TIV (S-Z),

pochi giorni, sperimentò la ribellione: da colpo di stato militare in crociata203.

Prima della restaurazione ufficiale del culto, con la guerra civile in corso, le invocazioni erano già iniziate nell’area “nazionale”. Una di esse fu l’esortazio- ne pastorale sul mese del Rosario nel bollettino ecclesiastico del vescovado di Mondoñedo il 20 settembre 1936. Le parole del vescovo Arriba y Castro potreb- bero perfettamente descrivere ciò che la Chiesa pensava da Franco: “[...] Caudillo invicto [...] elegido [...] insigne caballero del Ideal hispano”204. Con-

temporaneamente alla trasformazione della guerra in crociata, l’immagine del Santo conferiva legittimità al “caudillo”. Quest’operazione di legittimazione reli- giosa intendeva realizzare una compenetrazione completa con i valori religiosi fino ai minimi dettagli. Si ritenne opportuno che Santiago “cavalcasse” con Franco fino ad arrivare ad una immedesimazione fra i “due santi”. Il bollettino ecclesiastico ufficiale del vescovado di Pamplona, il 1° dicembre 1936 pubblicò le parole di pace scritte dal vescovo locale, Marcelino Olaechea:

Debemos aprovechar la feliz y providencial coincidencia de que sea el año próximo de 1937, año jubilar en la Basílica de Santiago para postradas ante el sepulcro del Apóstol en piadosa peregrinación diocesana si las circunstancia lo consienten, visitar su santo cuerpo y pedir desde ahora todos que el Año jubilar sea el año de la paz definitiva de España que se gloria en reconocerle como Patrono y de restauración integral de la Patria basada en la Fe y vida cristianas que él sembró con sus predicación205

Nel novembre del 1936, nelle trincee della Città Universitaria di Madrid e della Casa de Campo si evidenziò che la guerra non sarebbe stata un “fulmine” ma che sarebbe durata anche nel 1937: di conseguenza il clero decise di incre- mentare i livelli di sacralizzazioni al “caudillo” approfittando della coincidenza che l’anno 1937 era l’anno giubilare del guerriero patrono della Riconquista. Dalla devozione all’Apostolo e dal suo coinvolgimento nella guerra attraverso la

203 RAGUER Hilari, La pólvora y el incienso... op.cit. p.205. Anche MORO Renato e

MENOZZI Daniele (a cura di), Cattolicesimo e totalitarismo. Chiese e culture religiose tra due

guerre mondiali (Italia, Spagna, Francia), Morcelliana, Brescia, 2004.

204 Arriba y Castro Ob. Boletín Oficial Eclesiástico de Mondoñedo (20-IX-1936) cit. in

FERNÁNDEZ GARCÍA, Antonio, La Iglesia española y la guerra civil, (pp.37-74-), Studia Histórica, núm.3, 1985 p.57. Si chiese a Caro Baroja quali erano stati i personaggi storici spa- gnoli più gonfiati e sfalsati della realtà. La sua risposta è stata molto chiara e concisa: Tutti colo- ro che hanno subito una mistificazione poetica, sono personaggi che per qualche motivo, o semplicemente per la situazione in cui sono nati, hanno avuto la fortuna di essere ingranditi. El Cid non era così importante come Alfonso VI di Castiglia, nonostante il primo sia stato conside - rato un eroe. In CARO BAROJA Julio e TEMPRANO Emilio, Disquisiciones antropológicas, Itsmo, Madrid, 1985, p.72.

figura di Franco si aprì uno spazio simbolico saturo di eroismo patriottico e me- moria tradizionale206.

L’interpretazione della guerra e poi della pace cominciava ad essere vista in modo quasi mistico, ritenendo che Santiago veramente era tornato dalla tom- ba per combattere la guerra santa, la più importante di tutte. Quindi, Franco venne rapidamente innalzato a uno status simile, e per molti versi superiore a quello di Santiago. Il giornale La Gaceta del Norte menzionò l’esistenza di una “renovación espiritual” molto importante per stabilire un “legame” tra Franco, il Santo e la guerra. Mediante il decreto 324 si riconobbe Santiago patrono della Spagna, dichiarandosi festa nazionale il 25 luglio di ogni anno207.

Quella di Santiago, insieme alla festa della Vergine del Pilar, furono le fe- ste cattoliche più importanti e non passarono inosservate alla Falange che cer- cò di disputare il primato della celebrazione alla Chiesa o, almeno, la messa in scena per ricavare tutto il reddito “sacro” possibile. Questa celebrazione facilitò la sacralizzazione del “caudillo” in chiave cattolica, cioè, una sovrapposizione tra le due figure, Santiago e Franco. Nel frattempo la Falange minimizzò l’im- portanza al culto del Santo e, accostando la sua figura a quella del “caudillo” lo considerò parte del progetto di sacralizzazione in cui Franco, lo Stato e la guer- ra erano divinizzati all’interno di un cerchio “sacro”.

Le tensioni con la Chiesa erano ormai molto chiare. Entrambi esaltavano Franco, ma l’obiettivo finale era assai diverso: uno religioso, l’altro pagano. Tutti furono d’accordo che ogni vittoria dei “nacionales” era dovuta a Dio per la divina e apostolica intercessione di Santiago che guidava la mano del “caudillo”. In questo modo si travasò la “divinità” del Santo su Franco “nuovo signore della guerra”. La Chiesa lo battezzò come crociato; la Falange come santo della raz- za, espressione stessa dell’Hispanidad208. Ciò creò un ambiente in cui il confine

206 ÁLVAREZ BOLADO Alfonso, Para ganar la guerra... op.cit. p.111. 207 Santiago, Fiesta Nacional, (25-VII-1937), La Gaceta del Norte, p.1.

208 Secondo Wilhelm Pöll, anche nella propria esistenza terrena gli uomini possono essere

portatori di potere divino e, come tale, soggetti a timore religioso e venerazione. Appartengono a questo gruppo coloro che guariscono i malati (non in qualità di stregoni), i sacerdoti e profeti, i consacrati al culto di Dio, i re e gli uomini di grande autorità. Oltre alla santità assoluta e origina- le, esiste una santità derivata o acquisita, il portatore può averla in due modi: per la sua dipen- denza funzionale dell'essere originali e assolutamente santo o per trasmissione o concessione, come quella rilasciata dalla consacrazione, benedizione o delega di diritti. PÖLL Wilhelm,

tra RP e cattolicesimo in chiave NC si sovrapposero in una zona “grigia”.

Una volta ripristinata la tradizionale offerta a Santiago nel 1937, fu nomi- nato il generale degli eserciti del Nord Dávila, in rappresentanza di Franco. Dopo la messa fu il turno dell’invocazione. Dávila sottolineò il profondo signifi- cato dell’offerta all’Apostolo notando che nella sua benedizione si basava l’unità religiosa degli spagnoli. Aggiunse che l’unità politica della razza ispanica non si era rotta grazie all’enorme sforzo di coloro che generosamente avevano dato il loro sangue sul campo di battaglia. Perciò, la Spagna trionfale andava a Santia- go per testimoniare i propri ringraziamenti.

Dávila disse che la figura martire dell’Apostolo era paragonabile con la Spagna che versò il suo sangue per fertilizzare la terra e far rinascere una nuo- va Patria, continuò dicendo che l’azione dell’Apostolo era stata un’impresa im- mortale di riconquista che aveva innalzato il paese sopra tutte le nazioni della cristianità. Aggiunse poi che, interrotte le tradizioni religiose e indeboliti i legami di fede l’unità spagnola si era spaccata a causa della congiura di forze rivoluzio- narie. Una volta completata la descrizione storica Dávila concluse il suo discor- so sostenendo che per difendere la fede e la Patria si erano formate legioni, reggimenti e falangi di crociati “guerrieri invincibili” e che era stato in quel mo- mento di disordini e irrequietezze che si era prodotto il miracolo, grazie ad una mano divina che aveva aiutato le piccole unità di combattimento a diventare un potente esercito salvatore. In tal modo l’opera di evangelizzazione si era riaffer- mata per garantire i principi di unità sul quale si era stabilita la grandezza della Spagna.

In risposta, il cardinale Gomá segnalò che l’offerta doveva avere il senso di una preghiera per la giusta pace, solida e gloriosa, bene essenziale dei popo- li: “Israel, vivía en paz, cada cual a la sombra de su higuera y de su parral”; mentre la preghiera del capo dello Stato: “no haya en España un hogar sin lum- bre y sin pan209. E continuò:

Al sentido de plegaria por la paz hay que añadir a la ofrenda de este año la expresión externa de un anhelo del alma española: el anhelo de restauración integral de la vida española según las exigencias de nuestro carácter nacional y de nuestra historia […] No

209 La ''ofrenda'' a Santiago en la Basílica Compostelana, (25-VII-1937), La Gaceta del Norte,

bastará la reconquista del territorio español; será preciso hallar de nuevo nuestra alma. Los pueblos no cambian con una revolución; prueba de ello es que después de cinco años de deformación del alma nacional, ésta ha roto el molde político y legal que sometía a tortura el cuerpo de España, y ha salido entera, con su energía secular, para destruir en los campos de batalla la máquina con que se la quiso aherrojar. Pero tampoco cambian los pueblos con el éxito material de una contrarrevolución, si ésta no es capaz de reentrar la vida nacional en los cauces de su historia210

Dávila utilizzò un simbolo religioso strumentalmente, Gomá ripropone l’i- dea che solo nel cattolicesimo la Spagna ritroverà la propria strada. È da notare che Franco cominciò ad essere paragonato con la Spagna e l'offerente compa- rò l'Apostolo con la Spagna. Ciò portò a canalizzare la devozione e le virtù, o parte di esse, dell’Apostolo in Franco: religioso, guerriero, sovrumano. Egli ap- profittò di tutte le occasioni presentatesi per assorbire tutta la devozione che il popolo – e la Chiesa – gli dispensarono. Lo scopo della tradizionale celebrazio- ne religiosa fu cambiato radicalmente facendo emergere altre dinamiche: culto al leader, alla guerra, esecrazione degli “anti-Dio”, ecc. Il giornale El Eco de Santiago esprimeva nel seguente articolo España vuelve hacia Santiago tali concetti:

España renueva su devoción al Apóstol, FRANCO el invicto, el glorioso, el caudillo, elegido por Dios para salvación de la Patria, ciñe en su fervido abrazo a nuestro Celeste Capitán y, con este abrazo cordial, Compostela vuelve a poner en el escudo de España la voluntad tajante de su roja espada, y el ansia etérea de su estrellado camino sideral [...] Loemos a Dios, adoremos a Santiago y obedezcamos a Franco, hombre excepcional, ungido ya por la Divina dilección, y alzemos hoy sobre el pavés de nuestros corazones a este GRAN CAPITAN DE ESPAÑA, que viene, desde los campos de batalla, a reanimar la llama sagrada del culto hispánico que encendió, en el dorado Camarín apostólico, Gonzalo de Córdoba […] Compostela siente en sus entrañas de cuarzo, el taladro fulmíneo de la nueva luz de la Patria, y vibran los cánticos y las campanas con un sentido hispano y triunfal, nunca escuchado desde que se apago el eco de los dorados siglos [...]”

¡ARRIBA ESPAÑA! ¡VIVA FRANCO!

¡GLORIA A SANTIAGO!211

In questo articolo si compara Franco e Santiago “confondendoli”, provo- cando la sensazione di continuità e sovrapposizione dei due personaggi. Come si potrebbe allora sfidare un essere provvidenziale? Santiago fu considerato una delle più pure essenze del cattolicesimo. I nuovi crociati vennero da lui per affrontare la minaccia comunista. Si noti la fine dell’articolo, l’ordine dei saluti è

210 REDONDO Gonzalo, op.cit. p.322.

chiaro: Spagna, Franco, Santo.

La sacralizzazione si verificò anche in questi piccoli dettagli in cui il “cau- dillo” intermediario tra la Spagna e l’Apostolo o tra il cielo e la terra acquistava un rango superiore rispetto a quelli “non scelti da Dio”. La benedizione apostoli- ca ricevuta dopo l’offerta giustificava ed incoraggiava ancora di più la crociata contro una civiltà ritenuta decadente e in favore della spiritualità mondiale. Do- mínguez Berrueta scrisse un articolo nel giornale El Adelanto il 25 luglio 1937, osservando:

La historia se repite. Hoy parece que asistimos a la grande cruzada del final de los tiempos apocalípticos: “Al cabo de los mil años será suelto Satanás [...] y engañará a las naciones [...] y las juntará para dar batalla”. Es el Anti-Cristo colectivo, encarnado en el comunismo [...] Y ha aparecido también la apostasía implícita de gentes tituladas católicas, en placentera camaradería con los ateos internacionalistas. Y surgió la cruzada. Guerra y romería, la espada y la cruz, o la cruz que el espada de Santiago [...] “¡Santiago, y cierra España! el pueblo español ha perdido la significación de este grito de milicias tradicionales. “Cierra”, en el sentido de “acometer”, no se refiere a Santiago, sino a España. Es como un “¡Arriba España!]212.

Sacralizzare la guerra come “crociata” era in un certo modo benedire i “nazionali”, quelli che difendevano con la spada la croce, e contemporanea- mente condannare il nemico. Senza menzionare Franco la sua figura si eviden- ziava sopra di tutti, come una luce illuminata dall’alto, come un nuovo apostolo di fede.

Infine si può notare come la tradizionale frase santiaguista venne para- gonata a quella falangista. Infatti Falange volle collegare la storia nazionale a quella del Movimento per creare un senso di continuità. E Franco, come nuovo apostolo della Patria, crociato e liberatore di una Spagna apostata. Su questa li- nea storica, sacra e imperiale si dimostra nel seguente articolo di El Eco del Santiago l'intenzionale confusione che si cercava di creare tra Franco e il “cele- ste caudillo”:

Norma y espíritu del nuevo Imperio, marca tu mano la gloria del patrio destino. Pensamiento excelso y ánimo valeroso mueven tu sagrada empresa, y las aurirrojas banderas del triunfo alegran el cielo de España, como en los días felices cuando aún no se ponía el Sol. Para que nada falte en tu enaltecedora misión de restaurador de España, rindes hoy tu espada ante el Celeste Caudillo de nuestras nacionales victorias: ¡que Él os bendiga a tí y a la Patria! y que por su celeste camino de estrellas llegue a todos los ámbitos del Mundo el clamor triunfal de la nueva Era Hispánica”213.

Va notato che in questa prima celebrazione “ufficiale” del Santo Patrono il processo di unificazione dei partiti era ormai un fatto compiuto. Ciò nonostan- te, si apprezza un ardire ancora più impulsivo, arrogante e anche violentemente retorico da parte della Falange per incentivare la divinizzazione del “caudillo”. L’opzione era creare lo spazio “sacro” dove poter sviluppare questo culto paral- lelo; per di più, quando Falange perse quella libertà quasi anarchica e arrogante esercitata nei primi mesi di guerra per essere assorbita dallo Stato, le sacraliz- zazioni si incrementarono.

Quindi la Falange incanalò la totalità delle sue speranze verso Franco, suo capo vivente a cui si rivolsero i desideri: di creare uno Stato nazional-sinda- calista, separato dalla Chiesa, impiegando una forte retorica imperialista e il cul- to della violenza. L’Unificazione frenò l’eccessiva ambizione di potere della Fa- lange, ciononostante al suo interno non pochi pensarono che attraverso un Franco sacralizzato la via del potere non sarebbe stata preclusa. La lotta si ri- volse - oltre alla guerra - contro la Chiesa e il suo tentativo di “totalizzazione di- vina”.

Nel bollettino ecclesiastico del vescovato di Pamplona di gennaio 1938 si pubblicò una notizia proveniente della Santa Sede la quale estese l’anno giubi- lare di Compostela. Così il Papa entrava nel “gioco spagnolo” rafforzando la po- sizione della Chiesa, e questa a sua volta quella di Franco. La decisione si pre- se tenendo conto del fatto che sarebbe stato un modo per tutti gli spagnoli che non avevano visitato il Santo di chiedergli le grazie spirituali desiderate e che a causa della guerra non avevano avuto214. La Falange, giorni prima dell’offerta

del 1938 iniziò a preparare il “terreno mistico”, insistendo nel rapporto diretto tra il “caudillo” e il Santo che, secondo il giornale di falangista El Alcázar “se alzó de su sepulcro, blandió la espada ganando pueblos y ciudades”215. In un altro

articolo sullo stesso giornale si ribadiva la presenza tangibile dell’Apostolo: en todas las Cruzadas de la fe, presidió la obra de la Reconquista, cabalgó entre nuestros guerreros tremolando el estandarte de la Cruz [...] En esta nueva y gloriosa Cruzada,

213 Número extraordinario de El Eco de Santiago, (25-VII-1937), p.1. 214 Boletín Oficial Eclesiástico del Obispado de Pamplona, (1-I-1938), p.4. 215 ¡Santiago y cierra España!, (24-VII-1938), El Alcázar, p.1.

Santiago, tutelar de las grandezas de España, ha montado en su caballo blanco y ha llevado a las tropas de Franco la victoria. Por eso Espana se rinde agradecida ante sus plantas y le hace entrega de su ofrenda216

Si può capire la differenza di approccio quando lo si confronta con il bol- lettino parrocchiale di San Pablo del 24 luglio 1938 nell’articolo Ayudemos a ter- minar la guerra.

Descontando el triunfo definitivo de las armas nacionales, por la oración de todos los buenos españoles y por la pericia y valor de nuestras milicias, dirigida por el Generalísimo Franco, hemos de cooperar con los mismos medios para que ese final glorioso venga pronto [...] Vamos todos, en el día de nuestro apóstol y patrón de España, Santiago, a pedir al Señor por intercesión de la Santísima Virgen, que veamos pronto el suspirado día de nuestra resurrección hispana, después de la pasión tan dolorosa que sufrimos217

Il giornale cattolico Signo, organo dell’Azione Cattolica, intervenne con diversi articoli lo stesso giorno della celebrazione, esaltando misticamente Fran- co. Il primo articolo si intitola A Franco e possiede più toni poetici-religiosi che informativi:

Donación generosa de Dios, decímosle hoy en nuestra embriaguez católica e hispánica: Mira en el cielo grabado con luces de eternidad tu camino. Por él va Santiago, caballero, ensanchando los dominios de la Cristiandad. Nosotros a tu lado, en pie de guerra, con aire de misión, con voluntad de imperio”218.

Il secondo, Por Dios y por España punta ad avvicinare Franco, Santiago e la Patria, quest’ultimo come luogo comune scelto dalla Provvidenza:

Cuando por los aires de España saltó su sombra alanceada llamando por la voz del Caudillo a la Santa Cruzada, se estremecieron todos nuestros huesos y como una riada amplia, majestuosa, incontenible [...] A todos los rincones de la guerra, a todas las avanzadas del Ejército han llevado el “perfume de Cristo” […] Y sin embargo, aquí está el alma de la Cruzada. Y las supremas reservas de la Patria […] Así, los heroísmos de esta guerra de leyenda reciben una sobreexaltación, porque se ponen al servicio de un ideal altísimo. Así la guerra no pierde sentido de Cruzada [...] y España fué elegida por la Providencia para salvar al mundo de un abismo de mal. España está en cruz 219.

Il discorso offertorio compostelano nel 25 luglio 1938 – giorno dell’inizio della battaglia dell’Ebro – cadde sull’uomo forte di Falange, Serrano Súñer. A nome di Franco disse:

216 España entera, camino de Santiago, (24-VII-1938), El Alcázar, p.1.

217 Ayudemos a terminar la guerra, (24-VII-1938), Boletín Parroquial de San Pablo , p.1, 218 A Franco, (25-VII-1938), Signo, p.1.

[…] Y España es el caudillo, que a Vos recurrió en los primeros combates y cuya energía y rectitud evocan las vuestras; es el Gobierno, con cuya representación me honro; son los heroicos combatientes; es la retaguardia encuadrada en Milicias de Trabajo, presidida como antaño por sus jerarquías militares, eclesiástica y civiles […] Vuelve la España unida por la fe y por la grandeza de su idea imperial […] Vuelve la Justicia de una sociedad orgánica, y volveis Vos, porque ha vuelto el Crucifijo a las escuelas y a los estrados forenses y conduce ya toda la vida española […] De vuestra Galicia surgió el protomártir de nuestro Movimiento, José Calvo Stelo (sic). Ello engendró y formó con hálitos marinos – broncos e imperiales – y