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LA LOTTA PER LA SACRALIZZAZIONE DI FRANCO

1.2 Ideologia e organizzazione della propaganda dei sollevati Un rapporto della Segretaria di Stato del Vaticano scritto prima dell’inizio

1.2.2 L’organizzazione della propaganda

Pochi giorni dopo la sollevazione, il Consiglio di Difesa Nazionale di Bur- gos impose la censura su tutta la stampa attraverso il decreto del 28 luglio 1936 (BOE, 30-VII-1936), col quale si ratificò la dichiarazione dello stato di guerra su tutto il territorio controllato sino a quel momento. Nel tentativo di concretizzare un quadro istituzionale, con l’Ordine del 5 agosto (BOE 9-VIII-1936) istituì l’Uffi- cio Stampa del Consiglio di Difesa Nazionale guidato da Juan Pujol e aiutato da Joaquín Arrarás. Col successivo Ordine del 24 agosto (BOE, 25-VIII-1936) le competenze dell’Ufficio di Stampa e Propaganda furono assorbiti dalla Commis- sione di Culto, appartenente al Consiglio Tecnico dello Stato. L’Ordine del 23 dicembre (BOE, 24-XII-1936) dispose norme per prevenire e reprimere “el éxito del procedimiento elegido por los enemigos de la religión, de la civilización, de la familia y de todos los conceptos en que la sociedad descansa”. Inoltre si creò la Delegazione dello Stato per la Stampa e la Propaganda (BOE, 17-I-1937) come organismo dipendente della Segreteria Generale del Capo dello Stato, le

86 Unidad y catolicidad, (1-X-1936), Eco de Santiago, p.1. 87 Ibidem.

cui funzioni furono “coordinar el servicio de las estaciones de radio, señalar las normas a que ha de sujetarse la censura y, en general, dirigir toda la propaganda por medio del cine, radio, periódicos, folletos y conferencias”88.

Millán Astray, fino ad allora membro della macchina propagandistica uffi- ciale, andò alla Direzione Generale dei mutilati di guerra, il suo successore fu Vicente Gay Forner, il quale, a sua volta, fu sostituito all’inizio di aprile 1937, da Manuel Arias Paz, comandante del Corpo degli Ingegneri dell’Esercito89. Tale

nomina fu ratificata con risoluzione di Franco il 19 aprile in aggiunta alla carica precedente, mentre il tenente dello stesso corpo, Antonio Lage San Miguel ri- mase come aggiunto ai servizi di radiodiffusione della Delegazione conservan- do la sua posizione al Centro di Trasmissioni. Così il quartier Generale di Fran- co si assicurò una subordinazione assoluta della Delegazione di Stato per la Stampa e la Propaganda. Da aprile 1937, e soprattutto dopo la costituzione del primo governo di Franco a fine gennaio 1938, la concentrazione dei poteri in materia di stampa e propaganda avvenne a scapito dell’apparato falangista.

Questo processo fu funzionale alla fascistizzazione dello Stato franchi- sta, delineandosi così una dottrina di comunicazione con pretese totalitarie sul- l’onda dei modelli propagandistici dei regimi fascisti europei. Ad esempio si può considerare l’Ordine del 29 maggio 1937, emanato dalla Segreteria Generale del Capo dello Stato (BOE, 3-VI-1937), che produsse la centralizzazione “de la censura de libros, folletos y demás impresos” nella Delegazione dello Stato per la stampa e la propaganda (art. 1); la censura di giornali e riviste esercitata presso gli uffici provinciali e locali di tale Delegazione (art. 3); la creazione di un funzionario designato dal governatore civile di ogni provincia, il quale avrebbe dovuto sottoporre alla censura i giornali (art. 4). Le normative di depurazione fu- rono completate con l’Ordine del 16 settembre 1937 della Presidenza del Con- siglio Tecnico dello Stato (BOE, 17-IX-1937), che stabilì la “pulizia” delle biblio-

88 SEVILLANO CALERO Francisco, Propaganda y medios de comunicación en el franquismo, Publicaciones de la Universidad de Alicante, Alicante, 1998, pp.98-100.

89 Costituivano tale organismo: un delegato, che assumeva la direzione del servizio; un revi-

sore, un avvocato dello Stato; un capo o ufficiale dell'Esercito; un tesoriere e il personale tecni- co e ausiliario. Il delegato aveva il compito di guidare la stampa, coordinare il servizio delle sta- zioni di radio e dirigere tutta la propaganda attraverso film, radio, giornali, opuscoli e conferen - ze. Vedere la Gazzetta Ufficiale (BOE) (17-I-1937) n. 89 decreto 180. Sulla censura della stam - pa.

teche pubbliche e dei centri culturali (art. 1)90.

In questo modo sorse una doppia struttura: la Delegazione Nazionale della Stampa e della Propaganda de FET-JONS e la Delegazione dello Stato per la Stampa e la Propaganda; infine entrambe si fusero nel Servizio Naziona- le della Stampa e della Propaganda creato dopo la formazione del primo gover- no di Franco, nel gennaio 1938, e ascritto al Ministero dell’Interno presieduto da Serrano Súñer che dal febbraio 1938 fu responsabile della Delegazione Nazio- nale della Stampa e della Propaganda del FET-JONS91. In parallelo si istituì il

Comando di Governo, ricoperto dallo stesso Franco, con il potere di nominare i capi dei dipartimenti ministeriali, riaffermando così il suo potere assoluto con la prerogativa di emanare norme giuridiche di portata generale, previa delibera del Governo92.

La Falange mantenne una notevole autonomia nella diffusione della stampa utilizzando parte del suo potere nel tentativo di imbavagliare la stampa cattolica attraverso una legislazione soffocante. Allo stesso tempo, si promosse l’azione diretta contro tutto ciò che avrebbe potuto sfidare o danneggiare gli obiettivi dello “Stato Nuovo”; gli obiettivi falangisti si radicalizzarono mentre gli scontri con la gerarchia cattolica spagnola e infine con il Vaticano diventarono più aperti. Il 31 gennaio 1938, giorno della formazione del primo governo di Franco, il segretario nazionale di FET-JONS, Celestino Minguela, pubblicò una lettera circolare con allegata una copia dello Statuto della Stampa, consegnata previamente a Franco. L’autore affermava che la civiltà cristiana dell’Europa vi- veva una guerra di idee e che la Spagna “eterna y genuina” doveva salvare la Storia attraverso una stampa disposta a indottrinare il popolo nei nobili ideali

90 SEVILLANO CALERO Francisco, op.cit. pp. 101-103.

91 All'interno di questo servizio, Lain Entralgo assunse la guida delle edizioni e pubblicazioni.

Inoltre ci fu un Servizio nazionale di stampa diverso, il cui comando lo prese Giménez Arnau, e all'interno un settore guidato dal presbitero Tusquets, incaricato di distribuire le comunicazioni relative alla Chiesa. In questo modo, il numero delle pubblicazioni giornaliere del Movimento crebbe rapidamente, soprattutto nei primi anni del regime di Franco. Se prima dell'unificazione di aprile 1937 il Comando nazionale della Stampa e Propaganda di FE controllava 40 pubblica- zioni (17 giornali, un bisettimanale, 21 settimanali e una rivista mensile), nel 1943 la Delegazio- ne Nazionale della Stampa e Propaganda del partito unico pubblicava 57 pubblicazioni (37 gior- nali, 5 Foglie di Lunedì, 8 Settimanali e 7 riviste mensili). Cfr. ANDRÉS-GALLEGO José,

¿Fascismo o estado católico? Política, religión y censura en la España de Franco, 1937-1941,

Ediciones Encuentro, Madrid, 1997, p.136 e SEVILLANO CALERO Francisco, op.cit. p.178.

della fratellanza e del sacrificio. Definiva la dottrina programmatica dello “Stato Nuovo” indicando la FET-JONS come l’unico mezzo tramite il quale il popolo, unito e in ordine, ascendeva allo Stato che al contempo infondeva al popolo le virtù di servizio e di gerarchia in una ragionata totalità. Resta inteso che in que- sto triangolo (FET-JONS/Popolo/Stato), la Chiesa sarebbe stata solo un ele- mento di accompagnamento.

L’art. 3, punto c) stabiliva che la dottrina programmatica dello Stato spa- gnolo contenuta nei ventisei punti di FET-JONS, suggeriva la netta separazione della sfera politica da quella religiosa. Questa accettazione / diffidenza della Fa- lange verso la Chiesa fu una costante dal luglio del 1936 al 1942-1943 (dopo la sostituzione di Serrano Súñer e l’inizio della fine dell’Asse nella Seconda Guer- ra Mondiale), periodo in cui la Falange perse gran parte della sua autonomia. Il successivo art. 7, disponeva che soltanto FET-JONS poteva fondare giornali, mentre la Chiesa cattolica poteva pubblicare unicamente giornali che mirassero esclusivamente allo studio e alla propagazione della fede, della morale, della scienza e delle discipline ecclesiastiche. L’art. 9 punto d) affermava che la mis- sione del giornalismo era sostenere l’Impero, obbedire al “caudillo”, conservare lo spirito della guerra e della rivoluzione Nazional-sindacalista, educare il gusto e l’intelligenza del popolo spagnolo. Questi articoli cercavano di gettare le basi per la costruzione dello “Stato Nuovo”, più laico che religioso, permettendo una sacralizzazione assoluta del leader e la conservazione dello spirito della lotta nazionale- sindacalista. L’articolo 12, prevedeva che il Ministero della Stampa e della Propaganda revisionasse e gestisse le intestazioni, i sottotitoli, gli emblemi e i simboli di tutti i giornali. L'articolo 14 sosteneva che, nel caso se potesse pubblicare, si doveva limitare il numero di giornali in base agli abitanti e, come segnala l'articolo 15, gli organi di FET-JONS avrebbero goduto di un trattamen- to preferenziale. L’orientamento, in definitiva, avrebbe dovuto restare sempre controllato dal Movimento anche se il giornale fosse stato cattolico e, se neces- sario, si sarebbe potuto imporre una quota contributiva sugli utili dei loro bilanci, come previsto dall’art. 24, e prevedere la creazione dell’Ispettore Provinciale, dipendente del Ministero della Stampa e della Propaganda, in base all’art. 29. Come corollario, l’art. 31 stabiliva le seguenti norme:

1) en el plazo de tres meses, desde la publicación del presente Estatuto, el Ministerio de Prensa y Propaganda formará la lista de los periódicos que deben permanecer en su publicación y de los que cesan en ella...

4) El mismo Ministerio de Prensa y Propaganda procederá en cada localidad donde haya de efectuarse esta reducción, a formar un censo con todo el personal de Dirección, Redacción, Administración y Talleres que quedare sin destino, para proceder a su empleo inmediato. 5) Paralelamente a este censo se redactará un inventario y tasación para adquirir todo el material de los periódicos que cesen en su publicación por el Estado Español.

6) Se exitará a las Empresas particulares para que cedan en beneficio del Patrimonio de la Patria en la medida de sus posibilidades los derechos de propiedad de estos periódicos como un tributo a la reconstrucción nacional

7) El ministerio de Prensa y Propaganda dictará las oportunas normas para que éstas adquisiciones de material se verifiquen, si llegare el caso, dentro de los más estrictos dictados de la Justicia”93.

Il processo di concentrazione sotto il controllo statale delle informazioni trovava coronamento nella Legge sulla Stampa del 22 aprile 1938 (BOE, 1-V- 1938) con carattere provvisorio, giustificata dalla situazione di guerra, della cui redazione fu incaricato l’allora direttore generale della Stampa, il falangista Gi- ménez Arnau94. I principi generali della Legge, in vigore fino agli anni Sessanta,

portarono alle seguente conseguenze:

1) la condanna della regolazione alla stampa liberale come si era concepita, lungo il processo rivoluzionario borghese del secolo XIX. Nel preambolo della Legge di 1938 si descrivono “los daños que una libertad entendida al estilo de- mocrático había ocasionado a una masa de lectores diariamente envenenada por una Prensa sectaria y antinacional”;

2) il giornalismo divenne uno strumento della Stato; si impose uno stretto con- trollo su tutta la stampa attraverso la censura, la nomina degli amministratori da parte del Ministero dell’Interno e da altre misure. Ciò colpì gravemente la stam- pa ecclesiastica e le associazioni cattoliche;

3) la nascita del giornalista “apostolo” (come lo definì la Falange), colui che ser- ve allo Stato nell’“educazione nazionale”. Il franchismo convertì i giornalisti in autentici funzionari al servizio dello Stato, pagati dalle sue aziende, e col compi- to di educare e orientare il popolo.

93 L'articolo 31, punti 4-7 sottolineati, mentre gli articoli 12, 14, 15, 19, 20 e 23 sono contras-

segnati con una chiave a mano. In ANDRÉS-GALLEGO José e PAZOS Antón (eds.), Archivo

Gomá. Documentos de la Guerra Civil, T.IX, (doc.n°9-131), CSIC, Madrid, 2006, p.203.

94 Ispirato in gran parte dalla legge del 31 Dicembre 1925 emanata nell'Italia fascista. È stato

notato che aveva anche le sue origini ideologiche nei principi tradizionali spagnoli del conserva- torismo in SEVILLANO CALERO Francisco, op.cit. p.109.

Il 30 aprile, Serrano Súñer affermò che la legge non doveva essere appli- cata ai bollettini ecclesiastici né alla lettere pastorali95, ciononostante il regime

ritenne che non aveva senso una stampa cattolica indipendente all’interno di uno Stato cattolico, provocando anche la reazione del Vaticano. Il 3 maggio 1938 il nunzio apostolico in Spagna, Ildebrando Antoniutti (il quale era stato in- viato nel luglio di quell’anno in Spagna dal Papa Pio XI), commentò la suddetta legge, unitamente al Segretario di Stato Vaticano, Pacelli, che lamentava la “[...] tendenza accentratrice e totalitaria di questo Stato come si manifesta nella menzionata legge in una forma chiara e categorica”96. L’Ordine del 10 agosto

1938, organizzato dal Servizio Nazionale di Stampa del Ministero dell’Interno, dispose che tutto il materiale di stampa nelle città occupate (art.1) fosse messo a disposizione del Comando del Servizio Nazionale di Stampa (art. 2). La con- ferma avvenne mediante la Legge del 13 luglio 1940, in cui si stabiliva il pas- saggio del suo patrimonio alla Delegazione Nazionale della Stampa e Propa- ganda di FET-JONS (art. 1)97.

Molte competenze in materia di censura passarono al Servizio Nazionale di Propaganda; l’Ordine del 15 luglio 1939 (BOE, 30-VII-1939) concentrava tali compiti in un unico organismo con la creazione di una Sezione di Censura di- pendente dalla Sezione Nazionale di Stampa. Inoltre, il monopolio statale sulla distribuzione delle notizie, sia all’interno sia all’estero, si garantì attraverso la creazione della Agenzia EFE, nel gennaio del 1939. Ma non tutte le leggi sulla stampa e sulla propaganda furono favorevoli a FET-JONS: l’Ordine del 1 mag- gio 1941 (BOE, 4-V-1941) che esonerava dalla censura preventiva la Stampa del Movimento fu abrogato dall’Ordine del 9 maggio (BOE 10-V-1941) immedia- tamente dopo l’incidente provocato dalla pubblicazione di un articolo, apparso nel giornale Arriba intitolato Puntos sobre las íes. El hombre y el currinche che alludeva al generale monarchico Galarza, il quale il 5 maggio era stato nomina- to Ministro del Governo. Questo incidente produsse preoccupazione nel partito per la perdita del controllo della comunicazione e determinò le dimissioni dei fa-

95 Ibíd.

96 ASV., Archivo Nunciatura de Madrid, (b. 973, f. 266). Riportato anche da BOTTI Alfonso, Iglesia y totalitarismo... op.cit. p. 41.

langisti Ridruejo come direttore generale della Propaganda, e Tovar come sotto- segretario. Con la legge del 20 Maggio 1941 (BOE, 22-V-1941), si creò la Vice Segreteria di Educazione Popolare di FET-JONS, all’interno della Segreteria Generale del Movimento a cui si trasferirono tutte le competenze che fino ad al- lora appartenevano alla Sottosegretaria di Stampa e di Propaganda, rimanendo i loro servizi organizzati dall’Ordine del 10 Ottobre 1941 (BOE, 15-X-1941). Questo trasferimento di competenze obbedì principalmente al rispetto della divi- sione delle attribuzioni, nella politica culturale del franchismo, tra la Falange e la Chiesa cattolica. Nonostante ciò, la crisi si era risolta con l’allontanamento di quei falangisti che credevano nell’autonomia del partito unico e nella validità della rivoluzione nazionale-sindacalista. La Segreteria Generale del Movimento fu affidata a José Luis Arrese, il quale nominò, come Vice Segretario di Educa- zione Popolare, Gabriel Arias Salgado, entrambi falangisti moderati98.