3.2 Il percorso del nucleare in Iran
3.2.2 Dalla Rivoluzione al “decennio delle sanzioni”
All’indomani della Rivoluzione islamica le relazioni con gli Stati Uniti e l’Occidente iniziarono a peggiorare. L’Iran passò dall’essere un alleato chiave degli americani nella regione ad attore scomodo, non più attinente ai piani statunitensi per il Medio Oriente. Con la caduta dello Scià l’Ayatollah Khomeini, che aveva guidato l’opposizione verso la Monarchia dapprima dalla Turchia, poi dall’Iraq e dalla Francia nell’ultimo periodo, riuscì a tornare nel Paese acclamato da una folla inneggiante alla Rivoluzione islamica.170 Il supporto ricevuto dalla popolazione permetterà a Khomeini di guidare il percorso rivoluzionario a discapito di altre forze che, come il clero, avevano combattuto contro lo Scià, come i democratici e la sinistra. Il cambiamento della forma di Stato e quindi la struttura stessa dello Stato ha portato ad un cambiamento, ovviamente, sia nelle politiche interne che in quelle estere. L’opera della classe religiosa, nel rivitalizzare l’insegnamento coranico, si ripercosse anche nell’altro grande attore della regione con una quota di popolazione sciita: l’Iraq. I tentativi dell’Iran di influenzare le frange sciite estremiste
https://www.fordlibrarymuseum.gov/library/document/0310/nsdm292.pdf e https://www.fordlibrarymuseum.gov/library/document/0310/nssm219.pdf. Un altro memorandum degno di nota è il National Security Decision Memorandum 324 del 20 aprile 1975. La proposta dell’amministrazione Ford consisteva nella costruzione di 23 reattori ma, in cambio, lo Scià avrebbe dovuto rinunciare ad avere impianti di riprocessamento del combustibile nucleare sul suolo nazionale. La proposta continuava con la pianificazione di un sistema di riprocessamento multilaterale e multinazionale, al quale avrebbero partecipato gli stessi Stati Uniti. Lo Scià inizialmente rifiutò, per poi però richiedere al Presidente Carter la riapertura dei negoziati. Nel gennaio 1978 Iran e Stati Uniti diedero avvio ad un accordo: l’Iran sarebbe sottostato a requisiti più stringenti di quelli imposti dal NPT, in cambio gli USA avrebbero concesso allo Stato persiano lo status di Nazione più favorita per il commercio di materiale nucleare. Vedi: https://www.fordlibrarymuseum.gov/library/document/0310/nsdm324.pdf.
169 M. Sahimi, op. cit. 2004. 170 R. Foltz, op. cit. p. 110.
65 irachene ha fornito a Saddam Hussein il pretesto per un attacco diretto all’Iran, con il benestare degli Stati Uniti.171 Ma l’evento che determinò il De Profundis nelle relazioni tra Stati Uniti e Repubblica Islamica fu la presa degli ostaggi nell’ambasciata americana a Teheran, presa d’assalto da alcuni studenti in seguito alla decisione statunitense di concedere l’asilo allo Scià. Il sostegno diretto dell’Ayatollah agli studenti convinse definitivamente il Presidente Carter che, tra le altre cose, sentenzierà la fine della collaborazione nel nucleare.172 La guerra con l’Iraq, che durerà fino al 1988, influenzerà il percorso che stiamo ricostruendo sul nucleare iraniano e contribuirà alla comprensione, al di là delle posizioni ufficialmente espresse e non, degli schieramenti degli altri attori internazionali.
Già all’indomani della Rivoluzione islamica, infatti, gli Stati Uniti e alcuni Stati europei ritirarono in modo tempestivo il loro supporto alla costruzione dei reattori precedentemente progettati ed acquistati. L’azienda tedesca Kraftwerk, che aveva in appalto la costruzione di alcuni reattori per la centrale di Bushehr, si rifiutò di adempiere ai suoi obblighi contrattuali sulla base del fatto che l’Iran dovesse ancora pagare all’azienda numerosi servizi fino a quel momento già prestati.173
Ma inizialmente questo atteggiamento non danneggiò gli interessi iraniani. Il nuovo governo rivoluzionario non aveva infatti intenzione di continuare con lo sviluppo del nucleare, progetto visto come strettamente legato allo Scià e ai suoi rapporti con l’Occidente, e quindi rigettato. Il direttore dell’Atomic Energy Organisation of Iran
171 E. Abrahamian, op. cit. p. 171. 172 A. M. Ansari, op. cit. p. 215.
173 Lecture by H.E. Dr. Ali Asghar Soltanieh presso l’Università di Vienna, Austria, del 18 aprile 2007, p.
66 AEOI),174 Fereydun Sahabi, annunciò già nell’aprile 1979 il taglio a praticamente tutti i programmi di ricerca sul nucleare, tranne che a quello situato a Bushehr.175
Con l’inizio della guerra con l’Iraq, il 22 settembre 1980, il Governo dovette ripensare alcune decisioni:
The superior firepower of Iraqi forces, and the constant threats by Saddam Hussein that if Iran did not accept his terms for a ceasefire, Iraq would unleash new weapons with “unimaginable power”, as well as reduced oil production after the revolution amid projections of a dramatic increase in domestic consumption, forced Iranian leaders to reconsider their decision to scale back the nuclear program.176
La ripresa nella produzione di energia nucleare avrebbe avuto innegabili benefici. Avrebbe infatti soddisfatto la domanda interna, diminuito l’inquinamento e avrebbe determinato un deterrente per le nazioni ostili. Il principale sostenitore della ripresa dei progetti sul nucleare fu il Primo Ministro Mir-Hossein Moussavi, personaggio importante per la storia successiva dell’Iran e protagonista politico degli ultimi anni.177
Già nel 1982 il Governo Rafsanjani chiese alla Kraftwerk di completare il progetto al centro di Bushehr, ma l’azienda rifiutò. Il Governo allora si rivolse direttamente al Governo tedesco, chiedendo che i materiali già pagati fossero consegnati all’Iran. Il Governo iraniano utilizzava come base per le sue richieste una regola stabilita
174 L’AEOI fu fondata nel 1974 a Teheran dallo Scià, in modo da poter tenere traccia dei progressi fatti sin
dagli anni ’50 nel settore e per progredire nelle ricerche. Al momento l’ente è impegnato nel perseguimento di alcuni obiettivi:
1. Design, construction and operation of the nuclear power plants; 2. Nuclear fuel cycle;
3. Construction operation of research reactors of both fission and fusion types;
4. Research activities aiming at the development of irradiation application in industries, agriculture and medical fields;
5. Monitoring of safely conducted nuclear activity in the country through the Iran Nuclear Regulatory Authority (INRA).
Per approfondire vedi www.aeoi.org.ir, consultato l’11.04.2018.
175 D. H. Joyner, op. cit. p. 11. 176 M. Sahimi, op. cit. p. 63, 2003 (a).
177 Mir-Hossein Mousavi nacque nel 1941 nella cittadina di Khameneh, stesso luogo di nascita della Guida
Suprema Khamenei (cognome che significa proprio “di Khameneh”). All’indomani della rivoluzione è un membro attivo del Partito Repubblicano Islamico, diventando il direttore politico fino al 1981 e membro del comitato centrale fino all’anno seguente. Diventa Primo Ministro in seguito alla proposta del Presidente della Repubblica Khamenei e all’approvazione della Guida Suprema Khomenei. Khamenei fece questa scelta a malincuore, non aveva infatti molta fiducia in Mousavi, che faceva parte della corrente populista e di sinistra del partito. Il Majles però confermò subito la fiducia e divenne l’ultimo Primo Ministro iraniano nell’ottobre 1981. Oltre alla rivitalizzazione del programma sul nucleare, Mousavi fu un forte oppositore alla guerra con l’Iraq, soprattutto dopo il 1982, quando l’Iran rioccupò i territori prima conquistati dall’Iraq. Per approfondire cfr. M. Sahimi, “The Political Evolution of Mousavi”, Tehran Bureau, 16 febbraio 2010.
67 dall’International Chamber of Commerce (ICC)178 secondo la quale l’azienda era
obbligata a consegnare i materiali. Ma anche la Germania, sotto la spinta del Dipartimento di Stato americano, rifiutò. L’Iran ottenne poi la condanna della Germania dell’Ovest da parte dell’ICC nell’agosto del 1996 per l’inadempienza del 1982, ma la questione è ancora aperta.179
Nel 1983 l’Iran fece formale richiesta all’IAEA per ottenere un supporto logistico e tecnologico per la struttura di Natanz con lo scopo di ottenere la produzione di UF6, un particolare tipo di uranio utilizzato per l’arricchimento. Nel 1974 lo Scià aveva fondato l’impianto di Esfahan (ENTEC; Esfahan Nuclear Technology Center), con l’aiuto del Governo francese, proprio per studiare la conversione di un tipo di uranio, l’U3O8, in un altro tipo, l’UO2, utile per la produzione di UF6.180
Secondo lo Statuto dell’IAEA i membri dell’agenzia hanno il diritto di sviluppare tutti i progetti necessari alla messa a punto di un sistema di produzione energetica nucleare. Anche l’assistenza con materiali, equipaggiamenti e strutture è contemplata nello Statuto, in particolare per gli Stati che fanno parte delle aree svantaggiante nel mondo e che possono garantire la sicurezza e il mantenimento dei suddetti materiali.181
Alcuni ufficiali dell’IAEA visitarono l’ENTEC nell’ottobre 1983. La visita ebbe risultati positivi e l’incaricato dell’ispezione, Herman Vera Ruiz, raccomandò a Mauricio Zifferero, allora direttore generale dell’ente, la formazione di personale qualificato nel
178 L’ICC è un’organizzazione internazionale che si occupa di regolare il commercio internazionale secondo
i principi del libero commercio, della condotta responsabile dello stesso e un approccio globale alla sua regolamentazione. Nasce nei primi decenni del ‘900 ma ha un ruolo attivo a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Una delle sue più importanti funzioni è la quella di arbitrato per le controversie riguardanti appunto il commercio internazionale. Ad oggi conta 6 milioni di membri afferenti a più di 100 Paesi. Dal 2016 è membro osservatore delle Nazioni Unite. Per approfondire: www.iccwbo.org.
179 M. Shaimi, “Iran’s Nuclear Program. Part I: It’s History”, Payvand, 02.10.2003,
http://www.payvand.com/news/03/oct/1015.html, consultato l’11.04.2018.
180 M. Shaimi, op. cit. 2013, p. 63.
181 Questo è quanto stabilito dall’Art. XI.A dello Statuto: “Any member or group of members of the Agency
desiring to set up any project for research on, or development or practical application of, atomic energy for peaceful purposes may request the assistance of the Agency in securing special fissionable and other materials, services, equipment, and facilities necessary for this purpose. Any such request shall be accompanied by an explanation of the purpose and extent of the project and shall be considered by the Board of Governors.” E dall’Art. XI.E.6: “Before approving a project under this article, the Board of Governors shall give due consideration to: The special needs of the under-developed areas of the world.”Vedi: https://www.iaea.org/about/statute#a1-11, consultato l’11.04.2018.
68 territorio iraniano e il sostegno al piano di costruzione di un reattore nucleare con una tecnologia di ciclo del combustibile.182
Nonostante il rapporto indicasse ciò il supporto dell’IAEA non arrivò mai, a quanto pare, per il pronto intervento degli Stati Uniti:
Therefore, as early as 1983, not only did the IAEA know Iran’s intentions for setting up a uranium enrichment program with complete transparency, the IAEA also violated both the spirit and the letter of the NPT, its own statute, and its obligations toward Iran by buckling under U.S. pressure and refusing to go forward with the recommendations of its own experts, hence being involved in an illegal endeavour.183
In seguito al rifiuto tedesco l’Iran fece una dichiarazione per l’IAEA, informandola del suo desiderio di proseguire nella ricerca ENTEC, anche con l’ausilio e il controllo della stessa agenzia. Da questo momento in poi, però, lo Stato iraniano dovette affrontare l’opposizione occidentale. Nonostante i reiterati comunicati nei quali si dichiarava l’uso delle armi chimiche, batteriologiche e nucleari come non islamici, l’Occidente non si è mai fidato completamente e dunque non ha mai permesso l’avanzamento nel settore.184 La denuncia dell’Iran verso questo tipo di armi arrivò soprattutto in seguito all’utilizzo contro l’esercito iraniano di gas mostarda (iprite) e agente nervino da parte dell’Iraq, che aveva solo questo modo per impedire la inarrestabile avanzata delle onde umane iraniane.185
I primi attacchi con l’iprite furono perpetrati nel 1983, in seguito alla riconquista iraniana dei territori prima persi e alla penetrazione dell’esercito iraniano in territorio iracheno. L’utilizzo venne subito denunciato all’ONU e all’IAEA, ma in mancanza di prove le accuse iraniane rimasero sulla carta. Gli Stati Uniti erano in possesso di prove quasi certe sia degli attacchi che dell’ubicazione dei depositi di armi chimiche irachene,
182 M. Sahimi, op. cit. p. 64, 2003 (a), 183 Ibidem.
184 Interessante è il caso della fatwa (decreto islamico) rilasciata da Khomeini prima e da Khamenei poi,
secondo la quale l’Islam rifiuta l’utilizzo delle armi di distruzione di massa. Nell’intervista ad un ex ministro iraniano, Gareth Porter ricostruisce le dinamiche che hanno portato l’Iran già negli anni ’80, durante la guerra con l’Iraq, ad esprimersi in modo contrario a questo tipo di armamenti. L’Iran si era infatti preparato ad un eventuale utilizzo delle armi chimiche, soprattutto dopo che l’Iraq aveva utilizzato queste ultime in quantità elevate sia contro l’esercito iraniano che contro la popolazione iraniana e irachena. L’unico modo per rispondere a questo tipo di attacchi sarebbe stato quello di dotarsi dello stesso armamento, ma Khomeini ha sempre proibito questa strada ed anzi ha preferito arrivare al tavolo negoziale e siglare il cessate il fuoco del 1988 pur di non concedere l’avvio della produzione di armi di distruzione di massa. Per approfondire cfr. G. Porter, When the Ayatollah Said No to Nukes, Foreign Policy, 16 ottobre 2014.
69 ma non diedero all’Iran il sostegno che gli serviva.186 Il centro di ricerca di Bushehr fu
anch’esso colpito dall’esercito iracheno, e venne bombardato diverse volte, producendo danni seri all’infrastruttura e al reattore. Anche qui, l’inazione dell’IAEA nel condannare l’Iraq contribuì a stimolare un senso di inaffidabilità del sistema di controllo occidentale, senso di inaffidabilità che gli iraniani ancora provano verso le istituzioni internazionali.187
Il caso dell’uso di armi chimiche contro l’Iran è esemplare per spiegare l’atteggiamento degli Stati Uniti all’indomani della Rivoluzione. Con l’avanzare della guerra con l’Iraq gli americani furono sempre più indirizzati al sostegno di quest’ultimo, più che verso gli iraniani o un ad atteggiamento di neutralità. Il sostegno che venne fornito andava dalla messa a disposizione di milioni di dollari al supporto logistico e tattico, soprattutto tramite il passaggio di materiale di intelligence. Il caso più eclatante fu l’appoggio, segreto, che gli USA diedero all’Iraq in un momento di difficoltà di Saddam Hussein, nel quale gli iraniani erano in preparazione di un assalto per penetrare in una breccia della difesa irachena, ed essere così in grado di espugnare Basrah. La presa di Basrah da parte dell’esercito iraniano avrebbe significato la sostanziale perdita della guerra da parte dell’Iraq. Gli americani avevano monitorato gli spostamenti degli iraniani attraverso i satelliti e, dopo l’analisi della situazione, il Presidente Reagan dichiarò al Segretario alla Difesa americano Carlucci che “an iranian victory is unacceptable”.188 Il supporto
logistico che derivò da questa considerazione aiutò gli iracheni a rispondere all’offensiva iraniana, e fu decisiva nel fornire informazioni riguardanti il movimento delle truppe, la posizione delle infrastrutture logistiche iraniane, consistenza e capacità delle forze aeree e delle difese antiaeree.189 La risposta irachena all’avanzata iraniana fu però supportata dall’uso di armi chimiche, come abbiamo detto; gli Stati Uniti sapevano che Saddam aveva intenzione di usare il gas ma non fecero niente per impedirlo e anzi lo aiutarono nell’impresa. L’uso delle armi chimiche si intensificò negli ultimi anni di guerra. Negli ultimi diciotto mesi del conflitto il quantitativo di gas utilizzato fu di due terzi del totale
186 S. Harris, M. M. Aid, “Exclusive: CIA Files Prove America Helped Saddam as He Gassed Iran”, Foreign
Policy, 26 agosto 2013.
187 D. H. Joyner, op. cit. p. 15. 188 S. Harris, M. M. Aid, op. cit. 189 Ibidem.
70 rispetto all’intero periodo bellico. “According to Francona, Washington was very pleased with the result because the Iranians never got a chance to launch their offensive.”190
Per quanto riguarda la questione del nucleare negli anni ’80 la riconsiderazione per l’energia nucleare da parte dell’Iran si palesò sia nella costruzione di nuovi impianti, come l’ENTEC citato sopra, che con l’avvio di diversi negoziati con Stati non occidentali, in modo da potersi procurare i materiali necessari al proseguo delle ricerche.191 In particolare, è interessante la cooperazione con il Pakistan con la firma di un accordo di cooperazione nel 1987: l’accordo prevedeva che alcuni scienziati iraniani potessero essere istruiti in Pakistan sull’utilizzo del nucleare. Il Governo iraniano iniziò a intessere legami anche con la Repubblica Popolare Cinese già nel 1985 e arrivarono a firmare un accordo nel 1990. Essendo un accordo di cooperazione nella ricerca, anche in questo caso si prevedeva lo scambio di scienziati e il trasferimento di alcune tecnologie, tra le quali figurò un reattore di ricerca. Un altro importante accordo fu quello con l’Argentina nel 1984, con il quale l’Iran comprò ingenti quantità di diossido di uranio tramite l’Algeria.192