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3.2 Il percorso del nucleare in Iran

3.2.1 Sotto lo Scià: dal 1957 al 1978

L’azione dello Scià all’indomani del golpe contro Mossadeq del 1953 si è sviluppata in tre direzioni: armamenti, burocrazia e l’azione della famiglia Pahlavi nell’economia attraverso la Fondazione Pahlavi.151 Nel perseguire l’evoluzione in Iran in questi campi, Mohammad Reza Pahlavi sostanzialmente continuò l’azione di costruzione di uno Stato forte e centralizzato iniziata dal padre. Il primo pilastro, la Difesa, venne subito considerato il più importante. Il Ministro della Difesa ritornò ad essere chiamato Ministro della Guerra e lo Stato dovette prepararsi a investire enormi risorse nell’ammodernamento degli armamenti militari.

Oltre ad aumentare le spese destinate alla Difesa, lo Scià si impegnò a riorganizzare la struttura militare e ad elargire benefici agli ufficiali. Per scongiurare un futuro golpe diede molti incarichi militari a suoi stretti familiari e, cosa più importante, costituì una polizia segreta con l’aiuto del Mossad e dell’FBI: la SAVAK.152 Questo nuovo organo di

intelligence fu dotato di ampi mezzi e in breve tempo divenne gli occhi e le orecchie dello Scià, arrivando ad avere un collaboratore ogni 450 uomini in tutta la Persia.153 Per quanto

riguarda il nucleare è necessario citare il supporto che l’Occidente, e in particolare gli Stati Uniti, hanno concesso all’Iran per lo sviluppo di reattori nucleari, in teoria per scopi

151 La fondazione Pahlavi era il braccio non governativo attraverso il quale lo Scià e la Corte potevano

influenzare la vita sociale del Paese. Il suo principale scopo era quello della progressione del benessere sociale, ed era attiva in questo con borse di studio, sussidi al lavoro o alla salute. L’aspetto oscuro era legato al suo finanziamento, che avveniva anche grazie a fondi statali e proventi petroliferi però non rendicontati né verificati. Per approfondire cfr. G. Vercellin op. cit. p. 108.

152 E. Abrahamian, op. cit. p. 126.

61 pacifici. Il programma Atoms for Peace154 degli USA prevedeva che l’Iran potesse avvalersi di tecnologie, personale e risorse occidentali per portare avanti la costruzione di un reattore nucleare.

Le ragioni per le quali lo Scià volesse avviare un programma di ricerca nel campo dell’energia nucleare sono varie. Sicuramente tra esse possiamo inserire il desiderio di creare le basi per una futura e totale indipendenza dall’Occidente. Anche il colpo di Stato del 1953 aveva infatti contribuito a diffondere il pensiero che l’Iran non potesse condurre una esistenza autonoma al volere degli Stati occidentali. Per questo il nucleare avrebbe cessato la dipendenza e la sottomissione del Paese dall’Europa e soprattutto dagli Stati Uniti.155

L’Iran aprì il primo centro di ricerca sull’energia nucleare nell’Università di Teheran nel 1956. In seguito, iniziarono i primi contatti con gli Stati Uniti per negoziare la concessione di un reattore da 5 MW (megawatt).156 Nel 1957 venne firmato a Washington un accordo tra Stati Uniti e Iran157 che prevedeva l’assistenza tecnica americana, il prestito di alcune quantità di uranio arricchito e l’invio di un reattore nucleare. Si permettevano in questo modo i primi passi dell’Iran nella ricerca atomica.158

154 Come accennato, Atoms for Peace fu un programma americano con il preciso compito di fornire supporto

e soprattutto uranio arricchito ai Paesi alleati che non erano in grado di procurarselo da soli. Nel 2007, un’indagine del Chicago Tribune ha rivelato che al mondo c’era ancora una quantità di uranio arricchito (sufficiente alla produzione di 1,400 testate nucleari) totalmente fuori dal controllo degli USA e proveniente dalla precedente “generosità” della superpotenza. Per approfondire cfr. http://www.chicagotribune.com/news/nationworld/chi-061209atoms-day1-story-htmlstory.html, consultato in data 15.02.2018.

155 D. H. Joyner, Iran’s Nuclear Program and International Law: From Confrontation to Accord, Oxford

University Press, 2016, p. 4.

156 Ivi, p. 5.

157 Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, “Atoms for Peace Agreement with Iran”, Department

of State Bulletin 36, 15 aprile 1957, p. 629-630. Disponibile al link: https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=uc1.c109077661;view=1up;seq=121, consultato il 15.02.2018

158 L’accordo è disponibile nell’archivio delle Nazioni Unite all’indirizzo

https://treaties.un.org/doc/Publication/UNTS/Volume%20290/v290.pdf, consultato in data 08.04.2018. Nel settembre 1967 gli USA inviarono 5,54 kg di uranio arricchito, del quale 5,16 kg contenevano isotopi di uranio, che potevano essere utilizzati per la creazione di una bomba. Il Centro di Ricerca di Teheran diventerà operativo grazie a questi rifornimenti nel novembre 1967. Per approfondire cfr. M. Sahimi, “Atoms for Peace; The Long and Troubled History of Iran’s Nuclear Program”, Cairo Review, 10/2013 (b), p. 62.

62 L’accordo nel 1957 faceva parte del piano del Presidente americano Eisenowher, enunciato nel discorso per l’Atoms for peace del 1953.159 Come spiega bene Daniel Joyner

nel discorso del Presidente si colgono le basi, oltre a quelle dell’accordo con l’Iran e con altri Paesi, anche quelle per l’istituzione dell’IAEA (International Atomic Energy Agency) e per il NPT (Non-Proliferation Treaty):

President Eisenhower’s Atoms for Peace plan is essential to understanding both the IAEA and the NPT because it enunciated, for the first time together, the three principles which would come to form the core principles of the NPT, often referred to as the NPT’s three pillars. These three principles are:

1. encouragement of the peaceful uses of atomic energy; 2. prevention of proliferation of nuclear weapons; and 3. disarmament of existing stockpiles of nuclear weapons.160

Lo stesso NPT fu firmato dall’Iran il primo luglio 1968 e il Majles, il Parlamento, lo ratificò nel febbraio 1970. Il 13 marzo 1969 l’accordo con gli Stati Uniti del 1957 fu rinnovato per altri dieci anni, e il 18 dicembre 1972 il Governo annunciò la disponibilità ad avviare infrastrutture per la produzione di energia nucleare.161 La collaborazione con gli americani non fu l’unica: “At the peak of Iran’s economic development during the Shah’s reign, Iran was actively cooperating with the United States, China, Brazil, Japan, and other countries, arranging visits and exchanges.”162 I rapporti furono intensi anche con la Francia e con la Germania. La prima fu coinvolta nella costruzione del Centro di Tecnologia Nucleare di Esfahan (ENTEC) nel 1974. Lo Scià ebbe inoltre importanti accordi con l’industria tedesca, e in particolare con la Kraftwerk, che si impegnò nella costruzione di due reattori da 1,196 MW da collocare a Bushehr, lavoro che verrà in seguito subappaltato alla ThyssenKrupp AG.163

Nel 1974 l’Iran firmò un accordo aggiuntivo al NPT che permise all’IAEA di effettuare controlli sul suolo iraniano per assicurarsi che l’arricchimento dell’uranio non fosse utilizzato per scopi altri rispetto al nucleare civile e pacifico. A questo riguardo dobbiamo precisare che lo Scià sostenne in diverse occasioni e pubblicamente che non era nelle sue

159 Il discorso integrale e altri documenti relativi possono essere consultati su

https://eisenhower.archives.gov/research/online_documents/atoms_for_peace.html, ultima visita il 08.04.2018.

160 D. H. Joyner, Interpreting the nuclear non-proliferation treaty, Oxford University Press, 2011, p. 11. 161 Ivi, p. 6.

162 Ivi, p. 7. 163 Ivi, p. 8.

63 intenzioni la produzione di un arsenale nucleare. Infatti, la sua idea di nucleare è principalmente applicabile all’economia e all’industria e rappresentava un metodo per rendere l’Iran ancora più florido. Nonostante questi discorsi pubblici, però, non si può negare che perlomeno lo Scià sia rimasto turbato dai test nucleari dell’India degli anni ’70 e che questo fatto abbia rimesso in discussione addirittura la permanenza nel NPT.164 “Nevertheless, the Shah continued to state publicly that it was unnecessary for Iran to develop a nuclear bomb due to the country’s strong conventional military capabilities.”165

Anche negli anni ’70 i più grandi alleati dello Scià furono gli Stati Uniti. La guerra dello Yom Kippur e la crisi petrolifera che ne derivò fecero considerare da Washington delle proposte di più strette relazioni commerciali avanzate negli anni dallo Scià ma sempre respinte dagli USA. Attraverso la mediazione dell’Ambasciatore americano a Teheran, Richard Helms, Kissinger propose infatti un JEC (Joint Economic Commission) che si sarebbe occupato, attraverso vari comitati, di approfondire appunto le relazioni tra i due Paesi. Inoltre, tra i comitati proposti, rileva per la nostra ricerca quello di un gruppo per la produzione di energia nucleare.166 La proposta venne però rifiutata dallo Scià per paura che continuassero a diffondersi voci secondo le quali il programma nucleare iraniano fosse in realtà diretto dagli statunitensi.167

Nonostante questa proposta non sia andata in porto, le relazioni commerciali in materia nucleare continuarono: il 3 marzo 1973 i due Paesi firmarono un accordo da $15 milioni, che prevedeva l’acquisto di otto reattori con una capacità totale di ottomila MW. Nell’accordo era compreso anche il carburante, che sarebbe stato fornito dagli Stati Uniti.168

164 D. H. Joyner, op. cit. p. 9. 165 Ibidem.

166 M. Sahimi, Iran’s Nuclear Energy Program: Part V: From the United States Offering Iran Uranium

Enrichment Technology to Suggestion for Creating Catastrophic Industrial Failure, Payvand, 22.12.2004. Consultato il 09.04.2018 al seguente link: http://www.payvand.com/news/04/dec/1186.html.

167 Ibidem.

168 Questo ed altri accordi furono registrati da Kissinger in alcuni memorandum. Di particolare importanza

sono il National Security Study Memorandum 219 del 14 marzo 1975 e il National Security Decision Memorandum 292 del 22 aprile 1975. Nel primo il Presidente Ford richiede un parere per avviare una cooperazione commerciale e tecnologica con l’Iran. Nel secondo l’accordo si pone in essere e viene autorizzata la produzione di materiale nucleare negli Stati Uniti e il suo trasporto verso l’Iran; viene inoltre accettato un investimento dell’Iran per la costruzione di una struttura per l’arricchimento dell’uranio negli Stati Uniti e questi ultimi permisero inoltre all’Iran di riprocessare i combustibili nucleari esauriti, processo che permette la produzione di plutonio). Per i memorandum vedi:

64 Tralasciando altri episodi di cooperazione è necessaria la menzione dell’accordo che era in attesa di firma proprio nel periodo rivoluzionario. Infatti, si può notare come dalla bozza dell’accordo del 10 luglio 1978 i Paesi stessero per avviare una cooperazione ancora più stretta attraverso il rifornimento di più materiale fissile e di tecnologia superiore. L’accordo verrà bloccato dallo Scià che avvertì gli USA del pericolo rivoluzionario. Gli USA, tuttavia, fermarono le spedizioni di uranio arricchito solo ad inizio 1979.169 All’indomani della Rivoluzione, l’atteggiamento degli Stati Uniti cambiò radicalmente, sia verso l’Iran che verso il suo programma nucleare.