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La sostenibilità dei debiti pubblic

3.3. Debito pubblico vs debito privato

Gli elevati livelli di indebitamento rendono tutti gli attori – famiglie, imprese e governi – più sensibili alle variazioni fra tasso di interesse e tasso di crescita che sollevano dubbi sulla sostenibilità dei conti pubblici nel medio-lungo periodo.

Tuttavia, il sovra-indebitamento non è un fenomeno nuovo successivo alla recente crisi finanziaria, ma piuttosto è la continuazione di un trend che era già in corso negli ultimi tre decenni.

Se si osserva il grafico (figura n. 36), è possibile notare che il debito pubblico dei principali paesi europei risulta costantemente crescente dai primi anni ‘70 fino alla metà degli anni ’90. Questa stabile crescita del debito pubblico si accompagna ad un basso livello del debito privato117, dato che fra le due categorie di debiti esiste una correlazione negativa, che attribuisce rilevanza ad una visione ricardiana dell’economia nella quale le famiglie incrementano i loro risparmi e/o ripagano i loro debiti con il valore attuale delle future tasse necessarie a

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Per debito privato si intende il debito del settore non finanziario privato, misurato come somma dei prestiti totali erogati a famiglie, enti non profit ed imprese più lo stock di titoli diversi dalle azioni emessi da enti ed imprese.

111 rimborsare il debito pubblico (Barro, 1994, cit. da M. S. Mohanty e P. Turner, 2011, p. 3)118.

Figura n. 36 – Evoluzione del debito pubblico in Europa119, 1970-2010

Fonti: Elaborazioni su European Commission, Statistical Annex of European Economy, Spring 2002; Eurostat, Statistics, Database, Government deficit/surplus, debt and associated data.

Pertanto, i paesi europei che hanno un elevato debito pubblico presentano corrispondentemente un basso debito privato (Pasinetti, 1998, p. 8). In quest’ottica, occorre tener presente che il debito pubblico, pur essendo una passività per lo Stato, rappresenta al contempo un insieme di attività finanziarie per gli individui o le istituzioni che lo detengono (Pasinetti, 1998, p. 7). Di conseguenza, poiché il debito pubblico dei principali paesi europei è detenuto per

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È possibile applicare un ragionamento simile al debito aziendale, poiché gli individui considerano il debito delle imprese a cui appartengono come proprie passività (David and Scadding, 1974, cit. da M. S. Mohanty e P. Turner, 2011, p. 3).

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112 circa l’80% dai residenti, ciò implica che il debito privato è più basso in quei paesi.

Tuttavia, nel periodo pre-crisi compreso tra il 1995 ed il 2007, il debito pubblico comincia a ridursi a fronte di un brusco incremento del debito del privato: a questo incremento il debito delle famiglie contribuisce per il 30,5% del Pil, mentre il debito delle imprese per il 31,7%120 (figura n. 37).

Figura n. 37 – Andamento del debito pubblico e privato, 1995-2010

Fonti: Elaborazione su European Commission, Statistical Annex of European Economy, Spring 2002; Eurostat, Statistics, Database, Government deficit/surplus, debt and associated data; OECD, Statistics, Database, Private sector debt and debt of non-financial corporations.

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Tali cifre confermano la crescente detenzione del debito pubblico da parte dei non residenti, che appare imputabile alla maggiore integrazione dei mercati finanziari nell’Ue. Ad oggi, si pensi che poco più della metà del debito pubblico europeo è detenuto da non residenti nel paese di emissione, sebbene via siano delle differenze significative tra i paesi: in alcuni come Malta e Lussemburgo, il debito pubblico è detenuto prevalentemente da residenti, mentre in altri, come Irlanda, Grecia, Portogallo e Finlandia, i principali detentori sono i non residenti.

113 Sebbene l’aumento del debito privato riguardi l’intera Europa, la misura di tale aumento si differenzia fra i singoli paesi: il debito delle famiglie aumenta per circa il 50% del Pil in Portogallo e nei Paesi Bassi, mentre il debito delle imprese per oltre il 70% in Portogallo, Spagna e Belgio. Al contrario, il debito pubblico si riduce in tutti i paesi europei eccetto che in Francia e Germania (figura n. 38).

Tabella n. 38 – Variazione dei debiti in % del Pil, 1995-2007

Fonti: Elaborazione su European Commission, Statistical Annex of European Economy, Spring 2002; Eurostat, Statistics, Database, Government deficit/surplus, debt and associated data; OECD, Statistics, Database, Private sector debt and Debt of non-financial corporations121.

A partire dal 2007 si ha un’inversione di tendenza dell’andamento del debito pubblico e privato che può essere giustificata da tre distinte ragioni. La prima è che “il comportamento del settore privato è non-ricardiano. A sostegno di questa

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114 tesi vi è la teoria fiscale dell’inflazione, secondo la quale l’effetto ricchezza positivo del debito pubblico è determinante nel causare inflazione (Cochrane, 2011). Nella misura in cui le famiglie considerano il debito pubblico ed aziendale come una ricchezza netta, esse incrementano il loro indebitamento per finanziare un più elevato livello di consumo” (Mohanty e Turner, 2011, p. 4).

La seconda ragione risiede nello sviluppo dei mercati del credito. La totale rimozione dei vincoli sull’attività creditizia dei mercati offre maggiori opportunità di investimento privato. In questo contesto, la liberalizzazione finanziaria, associata all’uso delle nuove tecnologie informatiche favorisce altresì lo sviluppo dell’innovazione finanziaria, indebolendo ulteriormente la correlazione negativa esistente fra debito pubblico e privato.

La terza – e forse più plausibile ragione – è riconducibile alla progressiva banalizzazione del finanziamento del debito. Un più elevato indebitamento riceve impulso dalla caduta dei tassi di interesse a lungo termine iniziata nella metà del 1990. I bassi livelli dei tassi di interesse sono una conseguenza dei seguenti cambiamenti strutturali: il repentino aumento del risparmio nelle economie emergenti122, la preferenza delle banche centrali di paesi ad alto risparmio ed altri investitori ufficiali/gestori di grandi stock di attività estere; l’entrata in vigore di norme contabili che impongono ai fondi pensione ed altri investitori di valutare le loro passività usando i tassi di interesse a lungo termine come fattore di sconto; e

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Esso è dovuto a diversi fattori, tra cui sono compresi: la scarsa rete di sicurezza sociale, le necessità di pensionamento per l’invecchiamento demografico ed il desiderio di assicurarsi dopo la crisi asiatica del 1990 (Cecchetti, Mohanty e Zampolli, 2010, p. 8).

115 nuove disposizioni che inducono le banche e le compagnie assicurative ad incrementare la detenzione di titoli pubblici (Mohanty e Turner, 2011, p. 6).

Ecco che a seguito della crisi finanziaria il debito pubblico aumenta per il 40% del Pil in Irlanda e Grecia, ma per oltre il 20% in Regno Unito, Portogallo e Spagna. Al contrario, l’Italia, pur avendo storici problemi di debito pubblico, ne registra solo un lieve aumento dall’inizio della crisi (figura n. 39).

Tabella n. 39 – Variazione dei debiti in % del Pil, 2007-2010

Fonti: Elaborazione su European Commission, Statistical Annex of European Economy, Spring 2002; Eurostat, Statistics, Database, Government deficit/surplus, debt and associated data; OECD, Statistics, Database, Private sector debt.

Vaciago (1993) e Pasinetti (1998) mettono in evidenza che “nei diversi paesi la quota dell’una o dell’altra categoria di debiti presenta differenze decisamente maggiori di quelle osservabili, in ciascun paese, nel caso della somma delle due

116 quote” (Sylos, 2003, p. 277). La tabella che segue chiarisce il punto di vista degli autori, prendendo a riferimento i dati relativi all’anno 2010 (tabella n. 7).

Tabella n. 7 – Debito totale non-finanziario in % del Pil, 2010

Paesi Debito Pubblico Debito Privato Debito Totale Irlanda 92,1 399,6 491,7 Portogallo 94 325,2 419,2 Spagna 61,5 284,6 346,1 Belgio 95,5 240,2 335,7 Paesi Bassi 63,1 253,9 317,0 Svezia 39,4 275,4 314,8 Danimarca 42,7 266,2 308,9 Italia 119,3 188,6 307,9 Regno Unito 79,4 223,3 302,7 Francia 82,4 218,6 301,0 Grecia 148,3 138,5 286,8 Finlandia 48,6 215,7 264,3 Germania 82,4 170,1 252,5 Austria 72 178,1 250,1

Fonti: Elaborazione su Eurostat, Statistics, Database, Government deficit/surplus debt and associated data; OECD, Statistics, Database, Private sector debt, as a percentage of GDP.

La posizione debitoria dei vari paesi appare, dunque, molto meno divergente quando si considera il debito complessivo, anziché quando si focalizza l’attenzione solo sull’indebitamento pubblico. Pertanto, si può presumere che l’elevato rapporto debito pubblico sul Pil riveli semplicemente uno squilibrio fra indebitamento pubblico e privato, ma ciò non esclude che, per garantire la sostenibilità dei conti pubblici, sia necessario imprimere una battuta d’arresto all’indebitamento pubblico.

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3.4. Analisi di sostenibilità del debito pubblico secondo lo