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Pur presentando un vocabolario piuttosto ampio, i cui lemmi sono organizzati e suddivisi secondo l’ordine alfabetico, è necessario riprendere il significato autentico e la vis semantica dei termini più importanti e ricorrenti nella sacra pagina come nella vasta produzione filosofica e teologica alaniana, per evidenziarne il peso concettuale nelle diverse occorrenze. Tra questi spicca certamente l’amor, definito come naturalis affectus, declinabile sia come

cupiditas che come caritas secondo il proprio fine. L’amor è però anche l’attributo divino

essenziale per eccellenza, che designa in specie l’amore eterno, scambievole e perfetto tra il Padre e il Figlio, ossia la persona dello Spirito Santo3.

Un altro concetto rilevante sul piano speculativo è quello di anima. Il maestro di Lilla

identifica sostanzialmente l’anima con le sue facoltà, dal momento che essa ricorre nelle Scritture con accezioni differenti, sia per indicare la vita corporis e l’animalis natura, cioè per designare alcune passioni carnali prodotte dalla sensualitas, come la gulositas o la voracitas, sia per additare in senso proprio lo spiritus rationalis, e dunque la componente razionale dell’uomo, potentia teoretica capace di conoscere il vero bene e di attuarlo sul piano pratico mediante l’intentio e la voluntas4

. A tal proposito è interessante osservare come nella Sacra Scrittura anche il termine cor rimandi in senso generico alle diverse facoltà dell’anima umana, dalla cogitatio della ratio fino all’attività speculativa di quella «superior animi potentia, qua contemplatur Deum et coelestia, quae variis censentur nominibus. Dicitur intellectus, intelligentia, intellectualitas»5.

Con la definizione del termine creatura, Alano evidenzia come l’uomo costituisca una sorta di microcosmo nella struttura gerarchica dell’universo, dal momento che «habet similitudinem cum omni creatura esse cum lapidibus, vivere cum herbis et arboribus, sentire cum brutis, ratiocinari cum angelis»6. Il principio di tale ordo è naturalmente Dio, il cui nome viene ripreso nelle Scritture secondo un’ampia gamma semantica, in quanto può supporre tanto la divinitas quanto la trinitas, come ciascuna delle tre persone divine; può esser usato in senso aggettivale o in senso traslato, può indicare la potestas sacerdotale o il massimo grado di perfezione conseguibile dall’uomo in virtù della grazia, o addirittura «nomine tantum et non significatione», la potenza dei demoni e gli idoli7. Nella sua trascendenza il Creatore è la forma assoluta, la «divina natura omnia formans et a nullo informata». Tra i molteplici significati ricoperti dal concetto di forma emerge quello di «sapientia divina illa scilicet

4 Cf. ibid., 699D-701A. 5 Cf. ibid., 751C-D.

6 Cf. ibid., 755A-B. In realtà l’attività propria delle schiere angeliche è quella intellettuale, ma in questo passo

Alano non la differenzia da quella razionale esclusiva dell’uomo e preferisce adoperare più impropriamente il verbo ratiocinari in senso generico al fine di mostrare come l’uomo costituisca in se stesso una perfetta sintesi di tutto il creato.

7 Cf. ibid., 765C-766B. Cf. V

praeordinatio sive praeconceptio quae fuit in mente divina ab aeterno de rebus creandis», dal momento che è nella seconda persona divina che sussistono eternamente i modelli archetipi di ogni res creata. Nel Verbo divino risiede infatti la «plenitudo gratiarum» che conferisce a ogni realtà la propria forma specifica8.

Prendendo le mosse dalla concezione dell’uomo come microcosmo, alla voce mundus Alano evidenzia la circolarità del processo gnoseologico umano verso la verità attraverso una raffinata similitudine cosmologica:

MUNDUS (...) dicitur homo, qui in multis similis est mundo: sicut in mundo maiori firmamentum movetur ab oriente in occidentem et revertitur in orientem, sic ratio in homine movetur a contemplatione orientalium, id est coelestium, primo considerando Deum et divina, consequenter descendit ad occidentalia, id est ad

considerationem terrenorum, ut per visibilia contempletur invisibilia, deinde

revertitur ad orientem iterum considerando coelestia. Et sicut planetae moventur contra firmamentum et retardant eius motum, sic quinque sensus moventur contra rationem et impediunt eius motum, ratio tamen eos fert secum et servire cogit. Et sicut in maiori mundo Deus imperat in coelestibus, angeli vero quasi eius milites discurrentes per mundum Deo subiecti homines regunt, et eis consulunt, homines vero in terra quasi in suburbio humanae civitatis habitant, sic sapientia in throno capitis locum habet, voluntas in corde, voluptas in renum suburbio9.

Come il firmamento ruota intorno alla terra da oriente a occidente, ma tendendo sempre a oriente in quanto principio e fine del suo movimento, così la ratio dell’uomo viene sospinta inizialmente dalla contemplatio dei misteri celesti, ossia della natura divina e del mondo intelligibile, a un accostamento ai fenomeni naturali adeguato alle proprie capacità e ai propri mezzi e, successivamente, viene ricondotta in maniera inversa dalla conoscenza diretta della realtà empirica alle realtà invisibili. Allo stesso modo come il moto dei pianeti può rallentare il movimento del cielo, così i cinque sensi, se sfuggono al controllo della ratio, possono ostacolare più che facilitare la conoscenza della verità. Un’ulteriore conferma di tale corrispondenza tra microcosmo e macrocosmo viene offerta dal parallelismo istituito tra i

8 Cf. DDT, 796C-D. 9 DDT, 796C-D. Cf. G.

D’ONOFRIO,Alano di Lilla e la teologia, in Alain De Lille, le Docteur Universel cit.

diversi gradi ontologici nella scala gerarchica dell’essere (Dio, angelo e uomo) e la dispositio nella creatura razionale di sapienza, volontà e sensualità.

Sulla scia dell’auctoritas boeziana Alano fa rientrare nel concetto generale di natura tutto ciò che può essere compreso razionalmente, e dunque: Dio, «causa universorum efficiens», la materia senza forma; la sostanza in generale e la sostanza corporea in particolare; il naturalis calor, ossia la potenza vitale inerente a ogni corpo vivente; il principio capace di riprodurre il simile dal simile, ma sempre ripetendo le forme esemplari eternamente presenti nella mente divina e la naturalis ratio10.

Nelle Distinctiones la ratio viene definita come «potentia animae qua anima comprehendit inhaerentiam proprietatis in subiecto, secundum quam considerat quid res,

quanta res, qualis res», ossia come facoltà che consente di individuare innanzitutto la forma

sostanziale di una determinata realtà, predicandone successivamente la quantità e le qualità. Sul piano teologico la Ragione è chiaramente il Verbo divino, il cui legame intimo ed essenziale con il Padre viene associato dal maestro di Lilla al rapporto tra l’anima e la ratio stessa11.

Un altro concetto fondamentale approfondito da Alano è quello di substantia, che traduce il termine greco usia e può designare in senso proprio tanto la natura comune alle tre persone divine, quanto una qualsiasi «res existens ab aliis rebus propria qualitate distincta»12. Alla voce Trinitas il filosofo di Lilla evidenzia piuttosto l’esigenza di mutuare dal linguaggio utilizzato per le realtà naturali un concetto aequipollens, secondo la definizione di

aequipollentia elaborata da Lanfranco di Pavia nel dibattito con Berengario di Tours, espresso

dal termine ternarius, che si adatta formalmente al mistero trinitario, anche se con una

10 Cf. DDT, 871A-D. La fonte è B

OEZIO,Contra Eutychen et Nestorium, I, PL 64, 1341B, ed. Moreschini cit.

(cap. I, nota 3), p. 209, 66-67: «Natura est earum rerum quae, cum sint, quoquo modo intellectu capi possunt». Cf. VASOLI, Dio, uomo e natura cit. (alla nota 1), in partic. pp. 382-383.

11 Cf. DDT, 922A-D. 12 Cf. ibid., 960A-C.

modalità semantica differente, ma particolarmente efficace nel designare e salvaguardare allo stesso tempo l’unità della sostanza divina e la pluralità delle persone:

TRINITAS, hoc nomen et apud naturalem philosophiam posset aequipollere huic nomini ‘ternarius’; tamen aequipollenter transumitur ad theologicam facultatem et fit nomen trium personarum. Et aequipollet huic orationi secundum quosdam ‘trium unitas’, secundum alios huic orationi ‘trina unitas’, secundum alios ‘tres unum’13

.

Tale breve ricognizione delle definitiones verborum principali contenute in quest’opera consente dunque di precisare in maniera sintetica il significato di quei concetti essenziali per un’adeguata comprensione del legame tra la filosofia e la teologia di Alano e il suo sfondo biblico e antropologico, poiché nelle Distinctiones si disvela «un universo che è pervaso, in ogni sua piega, di simboli e di cifre arcane, allusivo a segreti ma pur evidenti significati mistici, nel quale ogni creatura, oggetto, evento o aspetto familiare della vita quotidiana rivela, oltre l’esterna ‘scorza’ materiale e fisica, l’impronta eterna della ‘sapientia’ increata»14.