Giulio Fabbri
È indubbio che l'aspetto di maggior ri-lievo e caratterizzante, sotto il profilo settoriale, la dinamica 1950-1970 delle attività manifatturiere piemontesi è da individuarsi nella continua crescita del-le quote di occupati e valore aggiunto spettanti alle più tipiche produzioni re-gionali (autoveicoli, cuscinetti a rotola-mento, pneumatici, macchine per ufficio) e quindi nel progressivo aumento del pe-so esercitato da tali produzioni sulla struttura dell'industria locale.
Da qui l'obiettivo della diversificazione produttiva invocato come prioritario per sottrarre il sistema agli effetti troppo estesi e deleteri di eventuali crisi nei settori motori o comunque di una so-stanziale perdita del loro ruolo di indu-strie traenti: leit-motif ricorrente nei più autorevoli documenti di politica econo-mica apparsi negli ultimi dieci-quindici anni in Piemonte.
I risultati del censimento 1971, attesi con impazienza per operare una verifica circa una possibile attenuazione della ca-ratteristica specializzazione piemontese, non hanno messo in luce fenomeni nuo-vi o mutamenti di indirizzo nei confronti della situazione precedente. Al contrario, il quadro che ne è scaturito è stato quel-lo di un ulteriore rafforzamento delle ti-piche attività produttive, soprattutto dei mezzi di trasporto.
Ciononostante è errato ritenere apriori-sticamente che il meccanismo di svilup-po già sperimentato sia oggi ancora in atto o addirittura che esso sia destinato a persistere all'infinito. Le profonde tra-sformazioni economiche e sociali cui ab-biamo assistito e stiamo assistendo nel decennio in corso sono di tale portata che non possono non avere in qualche misura inciso sul tessuto industriale del nostro Paese ed in particolare, per quel che più interessa in questa sede, della regione piemontese.
Si impone pertanto una nuova verifica la quale, è bene precisarlo subito, è in grado di approdare a diagnosi attendibili solo se condotta sulla scorta di elementi conoscitivi precisi e completi come quel-li ritraibiquel-li dal censimento delle attività economiche.
Non resterebbe a questo punto che rin-viare l'esame alla prossima rilevazione censuaria, peraltro ancora lontana nel
tempo. Qualche indicazione, di larga massima e da utilizzare con le dovute cautele, è tuttavia possibile ricavare da alcune statistiche concernenti fenomeni particolarmente significativi, quali l'oc-cupazione, il prodotto lordo e i consumi energetici. Si allude alla nuova serie di dati (1970-1976) sugli occupati presen-ti, ripartiti per ramo e branca di attività economica secondo la classificazione SEC, ai risultati (1970-1975) dell'indagi-ne sul prodotto lordo dell'industria con-dotta nelle imprese con venti ed oltre addetti e ai dati (1970-1975) relativi ai consumi industriali di fonti di energia negli stabilimenti con almeno dieci di-pendenti
Dei predetti tre indicatori, il più impor-tante ai fini della nostra ricerca, e sul quale ci soffermeremo maggiormente, è quello attinente agli occupati. Gli altri infatti escludono le piccole imprese, si riferiscono all'area allargata Piemonte-Valle d'Aosta e si arrestano al 1975. Ab-biamo però ritenuto ugualmente utile esplorarli, se non altro per accertarne le eventuali analogie con il primo. A tale scopo si è proceduto ad una ricomposi-zione della loro originaria articolaricomposi-zione settoriale per accostarla il più possibile a quella SEC. Da segnalare infine che i dati sui consumi di energia, disponibili per tipo di fonte energetica (carbone, olio combustibile, metano, elettricità, ecc.) sono stati tradotti in tonnellate equivalenti di petrolio (tep) mediante gli
appositi coefficienti di ragguaglio.
Per quanto concerne l'occupazione, i dati e le relative elaborazioni sono rac-colti nelle tavole 1, 2 e 3. In merito si possono esporre le seguenti conside-razioni:
a) tra il 1970 e il 1976 il Piemonte
re-gistra una flessione di addetti nel totale dell'industria dei prodotti della trasfor-mazione (— 6%) e in quattro dei nove settori in cui quest'ultima si articola. Trattasi in particolare dei minerali e prodotti a base di minerali non metal-liferi (— 8,0%), dei chimici e farmaceu-tici (— 3,1%), dei mezzi di trasporto (— 6,4%) e dei prodotti tessili, dell'ab-bigliamento, pelli, cuoio e calzature (— 14,9%). Nei restanti cinque settori l'occupazione si rivela per contro in
au-T a v o l a t . Occupati dell'industria dei prodotti della trasformazione
(media annua in migliaia)
Anni Minerali e metalli ferrosi e non ferrosi Minerali e prodotti a base di minerali non metalliferi Prodotti chimici e farmaceutici Prodotti in metallo, macchine, materiale e forniture elettriche Mezzi di trasporto Prodotti alimentari, bevande e tabacchi lavorati Prodotti tessili e del- l'abbiglia-mento, pelli, cuoio e calzature Carta, pro-dotti carto-tecnici, della stampa ed editorie Altri prodotti industriali 1970 33,6 29,9 31,9 217,3 1971 33,7 28,8 31,5 211,1 1972 33,9 27,5 31,1 210,7 1973 35,3 27,4 31,6 215,7 1974 37,9 27,7 32,4 229,3 1975 39,6 27,7 31,2 229,7 1976 39,6 27,5 30,9 228,8 PIEMONTE 150.8 150,1 150.1 153.9 147,9 138.2 141,1 35,8 35.1 35,0 35.8 37,5 37.2 37.9 ITALIA 1970 241,1 427,8 282,2 1.187,2 333,6 475,7 1.539,2 241,4 1971 242,1 420,1 291,4 1.203,8 340,3 466,6 1.505,5 243,9 1972 250,0 404,3 291,2 1.201,1 348,9 462,7 1.448,7 250,9 1973 258,2 407,5 293,4 1.239,0 370,2 465,3 1.449,8 255,1 1974 275,5 414,5 306,6 1.308,5 377,6 470,4 1.438,3 260,5 1975 280,7 414,1 307,9 1.311,0 368,0 469,2 1.430,4 260,4 1976 284,7 419,4 305,7 1.318,6 374,1 465,7 1.432,0 261,2 756,1 771,1 764,1 771,9 786,9 784,6 784,9 Totale 156,9 31,2 82,1 769,5 153,1 30,6 88,9 762,9 136,1 30,5 89,0 743,9 135,7 30,8 91,0 757,2 137,2 31,7 95,0 776,6 133,7 31,6 94,4 763,3 133,5 31,5 93,9 764,7 5.484.3 5.584.8 5.421.9 5.510.4 5.638,8 5.626.3 5.646,3 Fonte: ISTAT.
T a v o l a 2. Occupati dell'industria dei prodotti della trasformazione
(composizione percentuale) Anni Minerali e metalli ferrosi e non ferrosi Minerali e prodotti a base di minerali non metalliferi Prodotti chimici e farmaceutici Prodotti in metallo, macchine, materiale e forniture elettriche Mezzi di trasporto Prodotti alimentari, bevande e tabacchi lavorati Prodotti tessili e del- l'abbiglia-mento, pelli, cuoio e calzature Carta, pro-dotti carto-tecnici, della stampa ed editorie Altri prodotti industriali Totale PIEMONTE 1970 4,37 3,89 4,15 28,24 19,60 4,65 20,39 4,04 10,67 1971 4,42 3,78 4,13 27,67 19,67 4,60 20,07 4,01 11,65 1972 4,56 3,70 4,18 28,32 20,18 4,70 18,30 4,10 11,96 1973 4,66 3,62 4,17 28,49 20,32 4,73 17,92 4,07 12,02 1974 4,88 3,57 4,17 29,53 19,04 4,83 17,67 4,08 12,23 1975 5,19 3,63 4,09 30,09 18,11 4,87 17,52 4,14 12,36 1976 5,18 3,60 4,04 29,92 18,45 4,96 17,46 4,12 12,27 ITALIA 1970 4,40 7,80 5,15 21,65 6,08 8,67 28,07 4,40 13,78 1971 4,41 7,66 5,31 21,95 6,20 8,51 27,45 4,45 14,06 1972 4,61 7,46 5,37 22,15 6,44 8,53 26,72 4,63 14,09 1973 4,69 7,40 5,32 22,48 6,72 8,44 26,31 4,63 14,01 1974 4,89 7,35 5,44 23,21 6,70 8,34 25,50 4,62 13,95 1975 4,99 7,36 5,47 23,30 6,54 8,34 25,42 4,63 13,95 1976 5,04 7,43 5,41 23,35 6,63 8,25 25,36 4,63 13,90
Tavola 3. Occupati dell'industria dei prodotti della trasformazione
(incidenze percentuali Piemonte/Italia e quozienti di localizzazione del Piemonte)
Anni Minerali e metalli ferrosi e non ferrosi Minerali e prodotti a base di minerali non metalliferi Prodotti chimici e farmaceutici Prodotti in metallo, macchine, materiale e forniture elettriche Mezzi di trasporto Prodotti alimentari, bevande e tabacchi lavorati Prodotti tessili e del- l'abbiglia-mento, pelli, cuoio e calzature Carta, pro-dotti carto-tecnici, della stampa ed editorie Altri prodotti industriali INCIDENZE PERCENTUALI 1970 13,94 6,99 11,30 18,30 45,20 7,53 10,19 12,92 10,86 1971 13,92 6,86 10,81 17,54 44,11 7,52 10,17 12,55 11,52 1972 13,56 6,80 10,68 17,54 43,02 7,56 9,39 12,16 11,65 1973 13,67 6,72 10,77 17,41 41,57 7,69 9,36 12,07 11,79 1974 13,75 6,68 10,57 17,52 39,17 7,97 9,54 12,17 12,07 1975 14,10 6,69 10,13 17,52 37,55 7,93 9,35 12,14 12,03 1976 13,90 6,56 10,11 17,35 37,72 8,14 9,32 12,06 11,96 QUOZIENTI DI LOCALIZZAZIONE 1970 0,9932 0,4987 0,8058 1,3233 3,2237 0,5363 1 9 ?1 1,0023 0,4935 0,7778 1,2606 3,1726 0,5405 1972 0,9892 0,4960 0,7784 1,2785 3,1335 0,5510 1973 0,9936 0,4892 0,7838 1,2673 3,0238 0,5604 1974 0,9979 0,4857 0,7665 1,2723 2,8418 0,5791 1975 1,0401 0,4932 0,7623 1,2914 2,7691 0,5839 1976 1,0278 0,4845 0,7468 1,2814 2,7828 0,6012 0,7'!b4 0.1311 r ,6849 0,6811 0,6929 0,6892 0,6885 0,9182 0,9011 0,8855 0,8790 0,8831 0,8942 0,8898 0,7743 0,8286 0,8488 0,8579 0,8767 0,8860 0,8827 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 Totale 14,03 13,91 13,72 13,74 13,77 13,57 13,54 1,0000 1,0000 1,0000 1,0000 1,0000 1,0000 1,0000
: mento: minerali e metalli ferrosi e non
ferrosi ( + 17,9%), prodotti in metallo, macchine, materiale e forniture elettri-che ( + 5,3%), alimentari e tabacco ( + 5,9%), carta, cartotecnica, stampa ed editoria ( + 1,0%) e altri prodotti in-dustriali ( + 14,4%). Già questo primo approccio offre un'idea dell'importanza dei mutamenti in corso. Colpisce soprat-tutto il calo subito dal comparto dei mezzi di trasporto, specie se raffrontato con la sensibile ascesa del settore dei minerali e metalli ferrosi e non ferrosi e di quello della meccanica;
b) l'analisi delle incidenze percentuali Piemonte/Italia evidenzia una pressoché generalizzata perdita di terreno nei con-fronti del complesso nazionale. Gli unici ampliamenti di quota riguardano i pro-dotti alimentari e gli « altri » propro-dotti industriali. Da notare soprattutto il ridi-mensionamento dell'industria dei mezzi di trasporto: dal 45,20% del 1970 al 37,72% del 1976. In ordine alla dimi-nuita importanza del Piemonte nel con-testo italiano il giudizio non può che es-sere positivo nella misura in cui il feno-meno esprima una riallocazione di risor-se a favore delle aree meno dotate del Paese, ma negativo ove significhi una lesione delle capacità produttive di una tra le regioni più sviluppate, pregiudi-zievole per le virtualità di crescita del-l'intero sistema nazionale e per la stes-sa economia meridionale;
c) l'esame della distribuzione delle quo-te appannaggio delle varie industrie pie-montesi depone a favore di un certo qual rimodellamento della struttura pro-duttiva regionale. Preme innanzitutto sottolineare la perdita di peso del set-tore dei mezzi di trasporto, la cui occu-pazione scende dal 19,60% del 1970 al
18,45% del 1976. Il secondo aspetto di rilievo è il guadagno di punti segnato dai prodotti in metallo, macchine, mate-riale e forniture elettriche (dal 28,24% al 29,92%) e del comparto a monte dei minerali e metalli ferrosi e non ferrosi (dal 4,37% al 5,18%). Per ciò che at-tiene segnatamente alla meccanica, l'in-sufficiente disaggregazione dei dati non consente di verificare l'ipotesi, che qui si formula, di un regresso relativo dei prodotti destinati all'industria
automobi-Ustica (ad esempio cuscinetti a sfera), più che compensato da un avanzamento dei beni strumentali, come non permette di esprimere alcun giudizio nei confron-ti dell'altro settore traente, quello delle macchine per ufficio,
in merito ai restanti comparti si osser-vano flessioni di aliquote per i minerali e prodotti a base di minerali non metal-liferi (dal 3,89% al 3,60%), i chimici e farmaceutici (dal 4,15% al 4,04%) e — in misura considerevole — per i pro-dotti tessili, dell'abbigliamento, pelli, cuoio e calzature (dal 20,39% al
17,46%). Il ridimensionamento di que-sto gruppo, a tecnologia matura, non sorprende poiché in linea con le trasfor-mazioni proprie delle aree di più intenso sviluppo economico. In ascesa infine i prodotti alimentari (dal 4,65% al 4,96%) — settore anch'esso maturo ma che in Piemonte presenta connotati par-ticolari per la posizione dominante ivi assunta dai prodotti dolciari e dalle be-vande —, la carta, cartotecnica, stampa ed editoria (dal 4,04% al 4,12%) e gli altri prodotti industriali (dal 10,67% al 12,27%).
L'andamento di quest'ultimo settore, a composizione piuttosto eterogenea (le-gno, mobili in le(le-gno, gomma, materie plastiche e prodotti non altrove classi-ficati) desta qualche perplessità. Essen-do infatti modesta in Piemonte la rile-vanza delle produzioni di legno e mo-bili e dei prodotti non altrove classifi-cati, l'incremento parrebbe da ascriversi principalmente alla gomma e alle ma-terie plastiche, industrie almeno in buo-na parte tradiziobuo-nalmente legate all'au-tomobilistica. Ciò sembrerebbe contrad-dire quanto si è venuto esponendo a proposito dell'industria dei mezzi di tra-sporto, a meno che non si supponga per le predette l'assunzione di un ruolo au-tonomo;
d) da quando Vernon ha aperto il filone
di ricerche sui rapporti fra struttura de-gli scambi con l'estero e matrice tecno-logica dei singoli paesi, spiegando la collocazione internazionale dei sistemi economici sulla base del contenuto di tecnologia dei beni prodotti e scambiati (teoria del ciclo del prodotto) si è assi-stito ad un fiorire di studi ed indagini su tale stimolante argomento in tutti i
principali paesi, Italia compresa. Riguar-do in particolare al Piemonte si può in linea di massima affermare che il suo modello di crescita, pur in presenza di talune attività « nuove » (plastica, far-maceutica, elettronica, aeronautica, ecc.), si fonda essenzialmente su produ-zioni a medio contenuto tecnologico. Cir-ca la dinamiCir-ca 1970-1976, l'aggregazio-ne dei dati è tale che il giudizio non può che essere molto approssimativo. Sembra ad ogni modo ipotizzabile che, stante il calo di peso registrato dal gruppo (con-siderato globalmente) dei settori « matu-ri » (alimentare, tessile, abbigliamento, pelli, cuoio, calzature) a beneficio del raggruppamento (sempre in globale) dei prodotti a più elevato grado di sviluppo (metallurgia, meccanica, chimica, carta, ecc.), il livello tecnologico dell'industria piemontese si sia in qualche misura in-nalzato;
e) se si effettua il rapporto tra quota
par-te degli occupati di ciascun settore in-dustriale del Piemonte e la corrispon-dente quota nazionale si ottengono i ben noti quozienti di localizzazione i quali, a seconda che assumano valori superiori 0 inferiori all'unità, denotano rispettiva-mente specializzazione o carenza regio-nale nelle attività considerate. Per l'esa-me delle serie 1970-1976 di tali quozien-ti si rinvia brevemente alla lettura della tavola 3. Si desidera qui soltanto porre in risalto il sensibile declino della spe-cializzazione del Piemonte nella costru-zione dei mezzi di trasporto: dal 1970 ai 1976 il quoziente di localizzazione è disceso da 3,2237 a 2,7828.
1 dati relativi al prodotto lordo (tavo-la 4) e ai consumi di energia (tav. 5) con-fermano abbastanza puntualmente quan-to emerso dalla breve indagine condotta sulle statistiche degli occupati. In me-rito al prodotto lordo, la dinamica della distribuzione delle quote per settori met-te in luce infatti l'arretramento dell'in-dustria dei mezzi di trasporto (dal 27,22% al 26,74%) e il progredire della metallurgia (dai 7,38% ali'8,09%) e del-la meccanica (dal 26,78% al 28,97%). Si nota una sostanziale concordanza an-che per gli alimentari e tabacchi (dal 3,90% al 4,90%), i tessili, vestiario, pel-li, cuoio e calzature (dal 12,60%
al-Tavola 4. Prodotto lordo delle imprese industriali manifatturiere (con 20 e più addetti) del
Piemonte - Valle d'Aosta. Anni 1970 e 1975 (composizione percentuale)
Settori 1970 1975
Metallurgica 7,38 8,09
Lavorazione minerali non metalliferi 2,58 2,46
Chimica, derivati del petrolio, fibre chimiche 6,32 4,95
Meccanica 26,78 28,97
Mezzi di trasporto 27,22 26,74
Alimentari e tabacchi 3,90 4,90
Tessile, vestiario, pelli e cuoio e calzature 12,60 11,04
Carta e grafica 4,36 4,07
Altri prodotti industriali 8,86 8,78
— legno e mobili 1,14 0,98
— gomma 4,29 5,08
— lavorazione della plastica e varie 3,43 2,72
Totale 100,00 100,00
Fonte: ISTAT.
Tavola 5. Consumi di energia degli stabilimenti industriali manifatturieri del Piemonte - Val
d'Aosta (con almeno dieci dipendenti) espressi in tonnellate equivalenti di petrolio. Anni 1970 e 1975
1970 1975 Settori
Valori
assoluti % assoluti Valori %
Metallurgica 1.218.713 21,54 1.229.537 21,29
Lavorazione minerali non metalliferi 732.884 12,94 742.088 12,85
Chimica, derivati del petrolio e carbone,
cellu-19,03
losa, tessile e fibre chimiche 1.052.721 18,60 1.099.157 19,03
Meccanica 489.023 8,68 770.741 13,35
— Macchine non elettriche 267.006 4,72 569.598 9,87
— Macchine elettriche 109.663 1,94 58.414 1,01
— Macchine di precisione 59.090 1,04 61.853 1,07
— Macchine varie 53.264 0,98 80.876 1,40
Mezzi di trasporto 938.651 16,59 506.907 8,78
Alimentari e tabacchi 144.803 2,55 166.063 2,88
Tessili, vestiario, abbigliamento, calzature, pelli
7,59
e cuoio 430.066 7,60 438.610 7,59
Cartaria e poligrafica 347.906 6,15 420.908 7,29
Altri prodotti industriali 302.736 5,34 400.640 6,94
— legno e mobili 44.603 0,77 72.939 1,26
— gomma 180.278 3,19 212.614 3,68
— lavorazione della plastica e varie 77.855 1,38 115.087 2,00
Totale 5.657.503 100,00 5.774.651 100,00
l'I 1,04%) e la lavorazione dei minerali non metalliferi (dal 2,58% al 2,46%). Movimenti discordanti evidenziano inve-ce il comparto della carta e grafica (dal 4,36% al 4,07%), nonché gli « altri pro-dotti industriali » (legno, mobili, gom-ma, plastica e varie), passati dall'8,86% all'8,78%.
L'andamento dei settori di quest'ultimo insieme appare piuttosto differenziato: diminuisce l'incidenza del legno e mo-bili (dall'i,14% allo 0,98%) e della pla-stica e varie (dal 3,43% al 2,72%), men-tre cresce quella della gomma (dal 4,29% al 5,08%). Ciò sembra conforta-re, limitatamente alla gomma e prescin-dendo da qualsiasi considerazione in ter-mini di divergenze imputabili alla pro-duttività, la supposizione dianzi avan-zata.
Circa i consumi energetici, evidenti ana-logie si registrano per la meccanica (dal-1*8,68% al 13,35%), i mezzi di traspor-to (dal 16,59% all'8,78%), la lavorazio-ne dei milavorazio-nerali non metalliferi (dal
12,94% al 12,85%) e gli alimentari e tabacchi (dal 2,55% al 2,88%). Si muo-vono questa volta nello stesso senso dei dati sugli occupati anche la cartaria e poligrafica (dal 6,15% al 7,29%) e gli altri prodotti industriali (dal 5,34% al 6,94%), per i quali si ha un guadagno di terreno sia nel legno e mobili (dallo 0,77% all'I ,26%), che nella gomma (dal 3,19% al 3,68%) e nella plastica e va-rie (dall'i,38% al 2,00%). Differenze sensibili e di non agevole interpretazio-ne presentano invece la metallurgia (dal 21,54% al 21,29%), la chimica (dal
18,60% al 19,03%) e i tessili, vestiario pelli ecc., la cui quota rimane pressoché invariata (dal 7,60% al 7,59%). I dati sui consumi di energia sono im-portanti soprattutto perché offrono una, sia pure modesta e non sufficiente per esprimere giudizi, disaggregazione dei valori con riferimento all'industria mec-canica. Si ha cosi modo di appurare un nettissimo spostamento dell'equilibrio verso il comparto delie macchine non elettriche (dal 4,72% al 9,87%), un marcato miglioramento per la meccanica (dallo 0,y8% all'I,40%) e un leggero progresso per la meccanica di preci-sione (dall'I,04% all'I,07%). In forte regresso per contro il settore delle
mac-chine elettriche (dall'I,94% all'I,01%). In conclusione, alla domanda se qual-cosa sta cambiando nella struttura del-l'industria piemontese pare lecito dare risposta affermativa. Più specificatamen-te, tenuto conto da un lato dell'attenua-zione del predominio del comparto au-tomobilistico e dall'altro del rafforza-mento del ruolo della meccanica, non sembra irragionevole ipotizzare l'avvio di un processo di diversificazione pro-duttiva nell'ambito di questo settore in-dustriale. Resta comunque da stabilire in quale misura il delinearsi della nuova tendenza sia stato per cosi dire « forza-to » da crisi di mercaforza-to, al di là cioè di precise scelte operate ex-ante.
N O T E
1 ISTAT, Occupati per attività economica e regio-ne 1970-1976, Collana d'informazioni, 1977, n. 3. ISTAT, Il prodotto lordo e gli investimenti delle imprese industriali nel 1970, Supplemento al « Bollettino mensile di statistica », 1972, n. 8. ISTAT, Il prodotto lordo e gli investimenti delle imprese industriali nel 1975, Supplemento al « Bollettino mensile di statistica », 1977, n. 4.
M I N I S T E R O I N D U S T R I A C O M M E R C I O E ARTIGIANATO,
« Bollettini statistici sulle fonti di energia e sulla produzione industriale», giugno 1971 e luglio 1976.