• Non ci sono risultati.

Esportazioni valore

Nel documento Cronache Economiche. N.003-004, Anno 1978 (pagine 69-79)

giunte le misure di politica economica intese a fronteggiare di volta in volta i principali problemi dell'economia fran-cese. Nel 1974 e nella prima metà del 1975 l'obiettivo fondamentale è stato quello di contenere l'inflazione e di ri-durre il deficit della bilancia commer-ciale. Nella seconda metà del 1975 e du-rante tutto il 1976 l'obiettivo è stato invece quello di sostenere l'attività pro-duttiva per ridurre la disoccupazione. Nell'autunno del 1976 per fronteggiare l'aggravarsi della pressione inflazionisti-ca è stata di nuovo inflazionisti-cambiata la politiinflazionisti-ca economica con un programma di stabi-lizzazione basato sul blocco provvisorio dei prezzi, sulla restrizione della spesa pubblica e su nuovi indirizzi di politica monetaria.

Gli effetti combinati dei cambiamenti strutturali e della politica congiunturale hanno dato un quadro alterno all'anda-mento dell'economia francese: espansio-ne espansio-nel 1973 e espansio-nella prima metà del '74; una recessione profonda (senza prece-denti dopo la seconda guerra mon-diale) nel secondo semestre del 1974 e nel primo semestre del 1975; forte ri-presa negli ultimi mesi del 1975 e nei primi mesi del 1976; nuovo rallenta-mento nel corso del 1977. In quest'ulti-mo anno lo sviluppo del prodotto inter-no lordo è stimato intorinter-no al 3 % , men-tre nel corso del 1976 era stato del 5,2%.

Esaminiamo ora l'andamento dei prin-cipali indicatori economici: domanda, produzione, costo del lavoro e occupa-zione, prezzi e redditi disponibili. Per quanto riguarda i consumi privati, dopo una leggera ripresa nel corso del 1976, gli indici hanno nuovamente se-gnato un rallentamento nel corso del 1977. Ciò è dovuto principalmente ad una riduzione dei redditi reali disponi-bili a sua volta conseguenza di un ral-lentamento nella crescita dei salari, del-la riduzione degli occupati e dell'aumen-to dei prezzi al consumo. Nel corso de-gli ultimi mesi del 1977 i consumi del-le famiglie hanno ripreso ad aumentare. Molto debole è stata invece la ripresa degli investimenti produttivi nel corso del 1977, dopo una brusca caduta che durava dagli inizi del 1976. Incertezza politica, forte disponibilità di capacità

produttiva inutilizzata e prospettive ne-gative della domanda sono state le cau-se principali di questo quadro recessi-vo degli investimenti. Anche gli investi-menti pubblici, che nel 1975 e nel 1976 avevano dato un impulso alla domanda globale di investimento, hanno segnato il passo nel corso del 1977.

Per quanto riguarda la produzione indu-striale, il suo andamento, dopo varie oscillazioni tende ad adeguarsi a quello della domanda, come confermano i son-daggi di opinione dell'INSEE e i dati congiunturali più recenti. Gli ordini so-no al di sotto dei livelli so-normali e nel complesso l'indice della produzione in-dustriale è aumentato del 3,5% nel cor-so del 1977 contro un aumento del-l'8,7% nel corso del 1976. L'andamen-to è staL'andamen-to però ovviamente diverso nei vari settori: leggermente recessivo quel-lo della produzione di energia; stagnan-te quello dei beni instagnan-termedi; pure sta-gnante quello della produzione dei beni di consumo dopo la forte ripresa del se-condo semestre 1976; in forte ripresa nel primo trimestre del 1977 con una successiva fase di stabilizzazione quello dei beni strumentali; in fase recèssiva la costruzione edilizia. Il quadro dell'oc-cupazione si è costantemente aggravato nel corso degli ultimi tre anni. Dal luglio

1974 all'ottobre del 1975 il numero dei disoccupati è raddoppiato raggiungendo le 933 mila unità (dato depurato dagli effetti stagionali). Dopo essere rimasto praticamente costante nel corso del 1976, il numero dei disoccupati ha co-minciato a crescere rapidamente dagli inizi del 1977 e negli ultimi mesi del-l'anno ha raggiunto 1.216.000 unità pari al 5,5% della produzione attiva. L'aumento della disoccupazione è la ri-sultante di una serie di fattori. Mentre la diminuzione del numero dei lavorato-ri stranielavorato-ri e la stabilizzazione del tasso di attività (domande di impiego) degli uomini con più di sessant'anni ha eser-citato un effetto moderatore, la crescen-te richiesta di impiego da parcrescen-te delle donne con età compresa tra i 25 e i 54 anni ha sortito l'effetto opposto. A ciò si aggiunge poi una differenza di strut-tura tra l'offerta e la domanda di lavoro. L'aumento del livello di istruzione dei giovani ha fatto crescere le loro

aspira-zioni in materia di impiego e di livello dei salari restringendo cosi la gamma dei lavori che sono disposti ad accetta-re. Le donne giovani dal canto loro hanno una predilezione per l'impiego nel settore terziario. Di fronte a questo andamento dell'offerta le imprese trova-no difficoltà nel coprire determinati ruo-li. In altre parole le specializzazioni richieste dalle imprese sono talvolta di-verse da quelle offerte dal mercato. Dopo essere aumentati del 13,7% nel corso del 1974, i prezzi al consumo so-no cresciuti in misura di poco inferio-re nei tinferio-re anni seguenti senza scendeinferio-re mai sotto il livello del 9%. Questa co-stante pressione inflazionistica ha costi-tuito un'autentica spina nel fianco alla politica economica francese. Non basta-no a spiegare questa tendenza l'aumento dei prezzi del petrolio, l'aumento dei prezzi delle materie prime e le condizio-ni climatiche sfavorevoli soprattutto nel corso del 1976. Infatti i prezzi in Lran-cia hanno continuato a crescere anche quando i prezzi delle materie prime so-no diminuiti, quando il franco francese si è rivalutato rendendo meno costose le importazioni e anche quando i salari, come è avvenuto all'inizio del 1977, hanno rallentato il loro ritmo di aumen-to. All'origine di questa tendenza stanno dunque situazioni strutturali dell'econo-mia francese che sarà diffìcile rimuovere a breve scadenza. L'andamento dei prez-zi al consumo e all'ingrosso è riassunto nella tabella 4.

Prodotti e servizi forniti dal settore pub-blico (gas, elettricità, carbone, benzina, ecc.) e prodotti alimentari sono cresciuti nel corso del 1977 ad un ritmo supe-riore a quello del 1975 mentre gli altri prodotti hanno invece rallentato il loro ritmo di aumento. Per quanto riguarda i prezzi all'ingrosso, i prodotti industria-li semilavorati e le materie prime indu-striali hanno avuto nel corso del 1977 una sensibile accelerazione del loro rit-mo di aumento rispetto al 1965. Mentre nel corso del 1976 l'aumento dei salari è stato molto forte ( + 15,1%), nel corso del 1977 questa tendenza è rallentata per effetto delle misure di mo-derazione dei salari introdotte dal Go-verno nel settore pubblico e per effetto anche del rallentamento dell'attività

pro-T a b e l l a 2. Impieghi del prodotto nazionale lordo (ai prezzi di mercato)

1963 1976

miliardi % del miliardi % del di franchi totale di franchi totale Consumi privati 254,6 61,8 1.020,0 61,6 Consumi pubblici 53,4 13,0 243,9 14,7 Formazione lorda di capitale 91,6 22,2 382,5 23,1 Variazione delle scorte 10,3 2,5 10,8 0,7 Esportazione di merci e servizi 56,3 13,7 326,4 19,7 ( — ) Importazioni di merci e servizi — 54,4 — 13,2 — 327,3 — 19,8

Prodotto Nazionale Lordo 411,8 100,0 1.656,3 100,0 Fonte: IMF, International Financial Statistics.

T a b e l l a 3. Le prime dieci imprese francesi nel 1967 e nel 1976

1967 1976 Fatturato Fatturato % di aumento

in milioni in milioni a prezzi di franchi di franchi correnti

Renault 7.600 Frangaise des Petroles 46.000 600

Frangaise des Petroles 6.635 Renault 44.639 470

Pechiney 5.505 Peugeot-Citròen 35.066 580 Rhòne-Poulenc 5.248 ELF-Aquitaine 34.000 620 Peugeot 5.149 Saint-Gobain-Pont-à-Mousson 28.539 790 Ugine-Kuhlmann 4.703 Pechiney-Ugine-Kuhlmann 22.255 380 ELF-Erap 4.700 Rhòne-Poulenc 21.736 320 CGE 4.536 CGE 20.400 350 Citroen 4.423 Thomson 16.865 460 Saint-Gobain 3.166 Michelin 15.000 360 Fonte: L'Expansion.

duttiva. Nel corso del primo semestre del 1977 l'aumento dei salari su base annuale è stato dell'I 1,6% e si stima che nel corso dell'intero 1977 l'aumento dovrebbe essere dell'ordine del 12,7% a confronto con il 1976. Ciò comporta un aumento di circa il 3% in termini reali che risulta inferiore a quello dei tre anni precedenti nel corso dei quali era stato del 5% in media all'anno. La tabella 5 indica l'andamento dei sa-lari negli ultimi tre anni a confronto con la media 1972-73.

Per quanto riguarda i redditi diversi dai salari, quelli delle imprese individuali sono aumentati dell'I 1,5% in valore (pari all'I,8% in termini reali) nel cor-so del 1977. Ciò costituisce un rallen-tamento rispetto alla forte crescita che avevano segnato nel corso del 1976. La causa principale del rallentamento è do-vuta ad una flessione nei redditi delle imprese non agricole.

Infine, per quanto riguarda i trasferi-menti sociali (pensioni, assegni familiari, ecc.) nel corso del 1977 l'aumento è stato in termini di valore del 17% pari ad una crescita in termini di potere di acquisto dell'ordine del 7% (nel cor-so del 1975 l'aumento in valore era sta-to del 26,8% e nel 1976 del 17,4%). La rivista L'Expansion ha formulato per i principali settori dell'economia france-se una france-serie di previsioni sul corso del 1978. Queste previsioni sono riportate di seguito cominciando dai settori per i quali si prevede il più forte sviluppo per passare via via a quelli che attraverse-ranno una fase recessiva.

Aeronautica. — Il comparto delle

costru-zioni civili attraverserà un periodo di difficoltà (delle quali l'arresto della fab-bricazione del Concorde e la produzione limitata dell'Air-Bus sono le più eviden-ti). Il comparto militare ha invece ot-tenuto commesse per 20 miliardi e per-ciò il 1978 si annuncia con prospettive favorevoli. Si prevede che la produzione aumenterà del 13% in volume.

Distribuzione. - Il commercio al

detta-gli dovrebbe aumentare nel corso del 1978 nella stessa misura del 1977, cioè in una percentuale compresa tra il 2 e il 2,5% (in termini reali). Nel caso di una vittoria delle sinistre, il rilancio dei

consumi popolari mediante l'aumento dei salari dovrebbe provocare nel bre-ve periodo un rilancio degli acquisti.

Costruzioni elettriche. - Si prevede una

espansione del 6-7% nel corso del 1978. Un rilancio dei consumi nel caso di una vittoria delle sinistre non viene consi-derato però di sicuro efletto. È vero in-fatti che gli acquisti di alcuni beni di consumo potrebbero aumentare, ma i settori interessati rappresentano soltan-to un quinsoltan-to del complesso. I rimanen-ti quattro quinrimanen-ti non ne sarebbero in-fluenzati.

Agricoltura. - Il volume della

produzio-ne dovrebbe crescere tra il 5 e il 6% nel eroso del 1978, ripartendosi egual-mente tra la produzione animale e la produzione vegetale. Gli investimenti non dovrebbero però aumentare in mi-sura proporzionale. Si ritiene che gli acquisti di macchinari riguarderanno so-prattutto il rinnovamento delle attrez-zature piuttosto che l'allargamento del parco esistente. Si prevede un aumento dei prezzi intorno al 7 % .

Tessile. - Il nuovo accordo Multifibre e

il livello molto basso delle scorte accu-mulate nel corso del 1977 dovrebbero rilanciare la produzione intorno al 3% nel corso del 1978. La situazione del-l'industria cotoniera continuerà a resta-re presta-reoccupante anche se gli accordi Multifibre consentiranno a molte impre-se di riequilibrare la situazione attuale. Nel caso di un aumento dei consumi po-polari a seguito di un innalzamento dei salari, si ritiene che le condizioni del settore tessile non potrebbero migliora-re sensibilmente poiché la maggior parte dei consumi si indirizzerebbe verso pro-dotti di basso prezzo e quindi favorireb-be le importazioni.

Chimica. - Dopo il rallentamento del

1977 si ritiene che il 1978 sarà caratte-rizzato da una stagnazione generale del settore. Ciò vale particolarmente per i coloranti e la chimica organica dove le eccedenze di capacità produttiva a livel-lo mondiale continuano a pesare negati-vamente sui prezzi. Si prevede a medio termine una crescita dell'industria chi-mica non superiore al 5% e quindi a livelli molto più bassi di quelli passati.

Nei comparti delle fibre e della plastica si prevede una chiusura di impianti, con i conseguenti problemi di occupazione.

Carta e cartone. - Le prospettive non

sono buone soprattutto per il primo tri-mestre del 1978. Successivamente la si-tuazione dovrebbe migliorare e nel com-plesso la crescita del settore potrebbe essere intorno al 4 % , cioè superiore a quella del 1977 ma inferiore alla media degli anni precedenti. Domanda interna debole, concorrenza estera agguerrita, forte indebitamento e bassa redditività dell'impresa sono alla base di queste prospettive non favorevoli.

Trasporti. - Nel corso del 1978

dovreb-be continuare la ripresa iniziata negli ultimi mesi del 1977. Le previsioni sono per una crescita del 6 % . "È da notare però che i trasporti su rotaia e via acqua continueranno ad avvertire gli effetti ne-gativi della recessione che stanno attra-versando i loro principali clienti (indu-stria pesante, siderurgia, costruzioni, ecc.). Migliori sono le prospettive per il trasporto su strada.

Energia. - Non si prevedono

cambia-menti di rilievo rispetto al 1977, ma la domanda dovrebbe essere nel complesso più ampia. Oltre all'andamento dei prez-zi del petrolio e all'andamento del fran-co rispetto al dollaro, influirà anche la politica del Governo in materia di prezzi dell'energia.

Meccanica. - Una modesta ripresa sul

mercato interno e nella domanda prove-niente dall'estero fanno prevedere un ri-lancio dei volumi di produzione dell'or-dine del 3-4% (contro il + 1% del

1977). Le speranze sono appuntate so-prattutto sui paesi petroliferi e sulla ri-presa delle importazioni da parte degli Stati Uniti.

Anche il settore delle macchine utensili che l'anno scorso ha avuto una caduta in volume del 15-20% dovrebbe segna-re una ripsegna-resa del 4-6%.

Automobile. - Nel corso del 1978 la

produzione dovrebbe stabilizzarsi intor-no ai valori del 1977, cioè circa 3 mi-lioni di autovetture e circa 400 mila veicoli industriali. I costruttori di auto prevedono però una forte concorrenza

T a b e l l a 4. Andamento dei prezzi

Prezzi

Percentuale di varia-zione a confronto con

l'anno precedente 1975 1976 1977

Al consumo nel complesso 11,7 9,6 9,6

Prodotti alimentari 11,2 10,7 13,3 Prodotti manifatturati del

settore privato 12,7 6,9 5,9 Servizi del settore

pri-vato 13,5 12,8 10,4 Tempo libero e spese

sanitarie 11,2 9,8 8,9 Prodotti e servizi

pub-blici 7,3 10,3 11,8

All'ingrosso nel complesso

Energia 12,2 9,9 11,7 Prodotti industriali

semi-lavorati — 1,1 5,6 5,7 Materie prime industriali — 17,7 13,0 10,9 di cui:

Materie prime industriali

importate — 26,8 19,6 14,0

Costruzioni navali. - La crisi mondiale

non mancherà di propagarsi anche ai cantieri navali francesi. Verso il 1980 si prevede un ritorno all'equilibrio tra l'offerta e la domanda (quest'ultima è diminuita del 40% nel 1976 e nel 1977), il che significa ristrutturazione dei can-tieri francesi e soprattutto riduzione nel numero degli occupati. Poiché i prezzi sul mercato internazionale sono diminui-ti dal 30 al 40% tra il 1974 e il 1977 non è possibile prevedere l'ammontare delle perdite che i cantieri francesi do-vranno sostenere allo scopo di mantene-re un livello di produzione accettabile fino al 1980.

RELAZIONI C O N L'ESTERO

proveniente dall'estero e prevedono an-che la possibilità an-che la domanda inter-na sia stimolata dal lancio di nuovi mo-delli. Le difficoltà in cui versa attual-mente il settore dei veicoli industriali dovrebbero continuare. Nel complesso, nonostante la buona tenuta della doman-da, si prevede che i risultati in termini di profitti saranno meno soddisfacenti di quelli del 1977.

Costruzioni e lavori pubblici. - Non si

prevedono miglioramenti per il 1978, continuando così la crisi che dura or-mai da quattro anni. Si prevede che nel caso di vittoria delle sinistre alle pros-sime elezioni la riduzione del volume di attività dovrebbe essere dell'ordine dell'I%, con il mantenimento però de-gli attuali livelli di occupazione. In caso di conferma della maggioranza attuale la riduzione dovrebbe essere superiore (intorno al 2%) e con una contrazione dell'occupazione (— 1/2). Anche nel

1978 le possibilità di mantenere i livelli di produzione sono legate alle vendite di grandi progetti di costruzione nei pae-si petroliferi e in quelli in via di svi-luppo.

Metalli non ferrosi. - Data la crisi degli

investimenti, gli unici spunti di ripresa possono venire dagli acquisti di metalli inclusi nei beni di consumo. In questo settore l'andamento delle elezioni legisla-tive non dovrebbe influire molto poiché la crisi è di carattere mondiale. È da notare inoltre che la fluttuazione delle monete può ulteriormente mettere in dif-ficoltà alcuni settori come quello del nickel.

Siderurgia. - Dopo quattro anni di crisi

la situazione agli inizi del 1978 è dram-matica: capacità produttiva utilizzata al 60%, prezzi non rimunerativi, volume di produzione allo stesso livello della fine degli anni '60, un indebitamento su-periore al fatturato e perdite calcolate nell'ordine di miliardi di franchi.

Per il 1978 la situazione potrebbe esse-re ancora peggioesse-re sia a causa delle im-portazioni « selvagge » sia perché i clien-ti tradizionali della siderurgia attraver-seranno un periodo di stagnazione (au-tomobile) o di contrazione della attività (costruzioni pubbliche e cantieri navali).

La s t r u t t u r a d e l l e i m p o r t a z i o n i f r a n c e s i

Dopo la costituzione del Mercato Comu-ne le relazioni commerciali con l'estero della Francia si sono gradualmente spo-state dalla zona del franco (cioè dai mer-cati protetti dell'Africa ex-francese) ver-so quella dei principali paesi industria-lizzati. Nel 1969 la svalutazione del fran-co ha segnato il culmine di un lungo periodo di deficit della bilancia commer-ciale. Nello spazio di pochi anni la bi-lancia tornò però in attivo, grazie soprat-tutto alla rivalutazione del franco ri-spetto alle principali monete europee. Dal 1973 la tendenza di fondo nelle re-lazioni con l'estero è però nuovamente peggiorata sia a causa dell'aumento dei prezzi del petrolio nel 1974 (che rappre-senta il 22% delle importazioni france-si) sia a causa dell'andamento sfavore-vole dei prezzi delle materie prime di cui la Francia è forte esportatrice (20% del totale).

Dopo un breve periodo del 1975 du-rante il quale le importazioni sono state inferiori alle esportazioni, la bilancia commerciale francese è saldamente in deficit soprattutto se si considera l'in-dice dei volumi.

Per quanto riguarda le importazioni, in generale il loro andamento ha seguito le tendenze dell'attività interna francese.

millardi dl lire BILANCIA COMMERCIALE ITALIA-FRANCIA

Dopo una forte espansione nel primo se-mestre del 1974, le importazioni sono rallentate fino alla primavera del 1975 in conseguenza della debolezza della do-manda interna e dell'utilizzazione di scorte preesistenti. La ripresa della do-manda nel corso del 1976 ha fatto nuo-vamente crescere le importazioni cosi co-me il successivo rallentaco-mento nel 1977 le ha fatte di nuovo diminuire. Nel com-plesso, nel corso del 1976 l'indice delle importazioni ha segnato un progresso dell'I ,5%. Per quanto riguarda le com-ponenti delle esportazioni, si è notata negli ultimi anni una diminuzione nelle importazioni di prodotti petroliferi men-tre invece si è avuto un aumento nelle importazioni di beni di consumo e di beni strumentali.

La tabella 6 illustra l'evoluzione della struttura delle importazioni francesi. Co-me si vede sono diminuite in termini percentuali le importazioni di prodotti alimentari, di beni intermedi e di beni strumentali mentre sono aumentate le importazioni di prodotti petroliferi e di beni di consumo.

La tabella 7 indica invece la composi-zione delle importazioni francesi per grandi categorie di prodotti.

Il principale fornitore della Lrancia è la Germania con il 19% del totale delle importazioni francesi, seguita dai Paesi dell'OPEC (18%), dal Belgio e Lussem-burgo (9,6%) e dall'Italia (8,8%) (ta-bella 8).

Per quanto riguarda la posizione compe-titiva dell'Italia nei diversi settori, co-me indica la tab. 9 la nostra posizione è

di preminenza sia nel settore dell'abbi-gliamento sia nel settore delle calzature dove siamo al primo posto nelle impor-tazioni francesi, rispettivamente con il 31% e il 57,6% del totale.

Più modesta è invece la nostra quota nel settore delle apparecchiature elettriche e dei macchinari, dei prodotti alimentari, della chimica e nel settore siderurgico.

La p o s i z i o n e d e l l ' I t a l i a

Le importazioni francesi dall'Italia han-no rappresentato l'8,9% del totale di tutte le esportazioni francesi (nel 1975 la quota era del 9,4%),

Tabella 5. Andamento dei salari (percentuale annuale di variazione a rapporto con il

periodo precedente)

Indici

Tasso di aumento dei salari orari Aumento del tasso dei salari orari

nell'in-dustria manufatturiera Salari orari minimi Costo della manodopera

Industria meccanica ed elettrica Industria tessile media 1962-73 1974 1975 1976 9,1 19,1 17,3 14,9 9,1 9,5 19,4 23,2 17,3 19,2 14.6 14.7 9,0 9,6 21.1 19,2 20.3 18.4 16,5 15,3

Fonte: INSEE e OCDE.

Tabella 6. Evoluzione della struttura delle

importazioni T a b e l l a 7. Struttura delle importazioni per prodotti (1975)

Prodotti Evoluzione della struttura in valore percentuale 1970 1973 Voci Importazioni (milioni di dollari) % 1976

Prodotti agricoli e

ali-mentari 18,1 17,3 14,1

Prodotti petroliferi 12,0 12,7 22,3

Prodotti intermedi 31,3 29,6 26,0

Beni strumentali 23,4 23,0 20,4

Prodotti di consumo 14,6 16,8 16,9

Beni durevoli domestici (1,8) (2,1) (2,3)

Automobili (2,3) (2,8) (2,9)

Altri (10,5) (11,9) (11,7)

Vari 0,6 0,6 0,3

100,0 100,0 100,0

Materiali grezzi e combu-stibili Apparecchiature elettriche e macchinari Alimentari e bevande Chimica Mezzi di trasporto Siderurgico Tessile Manufatti metallici Vetro e cemento Abbigliamento Manufatti di gomma Calzature Altre Totale 16.240- 30,3 8.617 16,2 6.095 11,4 4.337 8,1 3.320 5,9 2.794 5,3 1.880 3,5 1.083 2,0 902 1,7 897 1,6 401 0,7 290 0,5 6.775 12,8 53.611 100,0

Fonte: Ministero dell'economia e delle finanze. Fonte: OCDE.

Come dimostra la tabella 10 la bilancia commerciale italiana nei confronti della Francia è stata costantemente in deficit negli ultimi anni. Questo deficit è stato

Nel documento Cronache Economiche. N.003-004, Anno 1978 (pagine 69-79)