VALORIZZAZIONE
A Castiglion Falletto, il 4 febbraio 1978, si è svolta una conferenza stampa orga-nizzata dagli amministratori regionali per presentare ufficialmente il bilancio dell'annata vinicola piemontese per il 1977.
Nella sede della Cantina sociale dei pro-duttori di Barolo, alla presenza di Aldo Viglione, presidente della Regione Pie-monte, l'assessore all'agricoltura Bruno Ferraris ha fornito agli operatori econo-mici presenti, ai giornalisti specializzati e ai consumatori i dati reali della ven-demmia dell'annata appena trascorsa, inaugurando anche un'iniziativa che vuole diventare tradizione. Le previsio-ni pessimistiche, spesso interessate, che alla fine dell'estate inizio autunno, ave-vano turbato l'andamento del mercato vitivinicolo, sottolineando lo sfavorevole andamento climatico, non hanno trovato riscontro nella realtà, giacché nonostan-te l'elevata piovosità ed il breve periodo di insolazione, la vendemmia del '77 può considerarsi ancora soddisfacente sia per ciò che riguarda la quantità che la qualità.
Se da un lato, infatti, la quantità pro-dotta ha fatto registrare una riduzione rispetto alla campagna precedente, an-che se complessivamente la riduzione si è rivelata inferiore al 2 % , dall'altra la resa produttiva è aumentata di 6,6 q.li uva per ettaro, nonostante un calo nella superficie vitata (in coltura principale si è passati dai 97.263 ettari del '76 ai 96.290 del '77). Più rimarchevole la ri-duzione verificatasi nella prori-duzione dei vini a denominazione di origine con-trollata (DOC) che si aggira sul 12% rispetto al 1976 (numericamente: da 826.617 hi del 1976 a 721.594 hi del '77); ma questi dati sono di conforto per i consumatori e di esempio per i con-correnti stranieri, in quanto, pur di man-tenere inalterata la qualità dei loro vini, i produttori piemontesi non hanno esi-tato, anche a costo di duri sacrifici, a scartare le uve di scarso pregio per la loro produzione a DOC.
L'assessore Ferraris ha riportato il giu-dizio del Comitato vitivinicolo regionale, secondo il quale il vino della
vendem-mia 1977 in Piemonte « si presenta con ottime caratteristiche organolettiche a bassa gradazione alcoolica ». L'uva è giunta a maturazione sana dal punto di vista fitosanitario e nei suoi componenti bene equilibrata, anche se con una bas-sa gradazione zuccherina. Il vino otte-nuto ha colore ricco e armonicità otti-ma, ha buon corpo ed è di certa serbe-volezza e, soprattutto per i vini da in-vecchiamento, svilupperà un profumo intenso e gradevole per la ricchezza del-le sostanze volatili. Scongiurato il peri-colo di eventuali effetti negativi deri-vanti dalla copiosa adozione di prodotti anticrittogamici durante tutta la cam-pagna, l'elemento negativo di maggior rilievo resta la bassa gradazione che è dipesa soltanto dall'andamento climati-co particlimati-colarmente inclemente e non è certo imputabile a modificazioni nei si-stemi di coltivazione che i produttori piemontesi, sia perché ancorati alla tra-dizione sia in considerazione delle diffi-coltà oggettive che le terre destinate alla viticoltura presentano, non hanno at-tuato.
È opportuno sottolineare che i consu-matori vanno modificando in direzio-ne più giusta il giudizio sul vino, liberandosi del vecchio pregiudizio se-condo cui un vino tanto è migliore quan-to più elevaquan-to è il suo grado zuccherino. Quest'ultimo non è la sola caratteristica di un vino e non dipendono da esso soltanto i pregi del prodotto, pur se è doveroso tenerlo nel giusto conto in relazione al problema della qualità, pro-blema che, ad esempio, in molti paesi europei non ci si pone e che è neces-sario affrontare in sede comunitaria per modificare alcune, ma importanti linee nella legislazione CEE.
Prima di esaminare, per brevi cenni, l'iniziativa che la Regione Piemonte ha intrapreso per una migliore regolamen-tazione degli impianti vinicoli della Co-munità Economica Europea, è opportu-no rilevare come le maopportu-novre speculative che comportarono un ristagno del mer-cato delle uve per la vinificazione ed un abbattimento delle loro quotazioni, sia-no state vanificate dalla produzione fi-naie ottenuta.
L'INIZIATIVA PIEMONTESE NEI C O N F R O N T I DELLA CEE
L'8 febbraio come primo risultato del-l'iniziativa lanciata dalla Regione Pie-monte per trovare una linea comune nei confronti della politica comunitaria nel settore vitivinicolo, si sono riuniti a Ro-ma i rappresentanti del Piemonte, nella persona dell'assessore Ferraris, della Lombardia, Alto Adige, Calabria, Lazio, Puglia, Sicilia, Emilia Romagna, Cam-pania, Liguria, Umbria, Sardegna e To-scana; altre regioni hanno inviato me-moria scritta.
I problemi posti all'ordine del giorno in quello e nel successivo incontro del 14 febbraio, erano quelli derivanti dal-la necessità di affrontare dal-la data del primo ottobre prossimo entro la quale la CEE deve decidere l'adeguamento viti-colo europeo. Alle già note limitazioni degli impianti imposte all'Italia dal re-gime conseguente al regolamento CEE n. 1162/7'', c'è il rischio che si vengano ad aggiungere nuove limitazioni anche considerando la difficoltà di accordo dei vari stati membri.
L'iniziativa del Piemonte con questi in-contri è riuscita a precisare una mag-giore incidenza delle amministrazioni re-gionali sulle scelte del Ministero del-l'agricoltura per la programmazione de-gli impianti.
Per restare nello spazio concessoci in questa occasione proponiamo di seguito i principali punti d'accordo espressi dal-l'ultimo convegno del 14 febbraio scor-so:
a) recupero della libertà della circolazio-ne del vino circolazio-nei paesi della CEE; ciò comporta ovviamente la decadenza delle accuse che ancora oggi in modo forte-mente punitivo gravano sui nostri pro-dotti;
b) per eliminare le attuali contrastanti interpretazioni in materia di zuccherag-gio e arricchimento alcoolico del vino, conformità delle pratiche enologiche nel nostro e negli altri paesi ove a tutt'oggi si utilizzano sistemi diversi;
c) accordo sulla necessaria richiesta di un ampio piano di finanziamenti pro-grammati nel settore.
T a b e l l a 1. Produzione di vino — vendemmia 1977 — delle Cantine Sociali (Enopoli compresi) secondo le denunce presentate dalle stesse N. delle cantine e enopoli 23 34 10 3 4 1 N. dei soci Capacità HI. 75 7.559 8.522 2.424 1.604 1.000 169 897.000 1.009.000 264.000 183.000 61.000 8.000 21.278 2.422.000 Uva lavorata Q.li 507.000 563.000 158.000 86.000 23.000 3.500 1.340.500 Vino prodotto HI. 380.000 425.000 119.000 60.000 16.600 2.650 1.003.250 resa 75% di cui vino da tavola bianco 24.780 14.300 920 1.650 700 42.350 272.500 280.300 77.850 58.400 14.800 2.230 706.080 vino DOC bianco 40.700 53.200 24.250 1.050 119.200 41.800 77.900 16.100 400 136.200
T a b e l l a 2. Vini DOC anni 1976 e 1977
Denunce
(hi) sandria Ales- Asti Cuneo Novara Torino Vercelli Piemonte
1976
Dei produttori vinicoli (comprese le cantine sociali) Dei commercianti e industriali 126.352 4.853 213.065 174.062 98.530 200.846 2.774 1.250 1.366 56 3.171 292 445.258 381.359 Totale 131.205 387.127 299.376 4.024 1.422 3.463 826.617 1977
Dei produttori vinicoli (comprese le cantine sociali) Dei commercianti e industriali 127.520 8.242 202.427 106.995 116.416 155.059 147 1.155 3.215 418 450.733 270.861 Totale 135.762 309.422 271.475 147 1.155 3.633 721.594
T a b e l l a 3. Esportazione di vini del Piemonte nei primi 9 mesi del 1976
Principali
Vini Ettolitri Milioni Paesi di Ettolitri Milioni destinazione
Spumanti DOC 158.214 13.927 Francia 15.291 1.079 Germania R.F. 68.658 5.063 Regno Unito 20.909 1.712 Stati Uniti 28.492 3.154 Australia 10.562 1.177 DOC in bottiglia 14.908 1.178 Francia 1.500 77
Belgio 797 91 Germania R.F. 3.573 233 Regno Unito 2.719 189 Svizzera 2.681 188 Stati Uniti 2.124 240 DOC in recipienti 22.986 679 Svizzera 22.039 642 di più di due litri
In recipienti 21.863 485 Svizzera 16.225 356
di più di due litri Francia 3.869 71
Tabella 4. Esportazione di vini DOC del
Pie-monte nel 1975 per Paese di destinazione (esclusi gli spumanti)
Paesi Ettolitri Milioni di lire
Francia 2.708 129 Benelux 2.569 172 Germania R.F. 9.615 388 Regno Unito 2.255 189 Svizzera 26.403 851 Stati Uniti 3.502 376 Canada 650 70 Totale 50.481 2.343 Fonte: I.C.E.
In termini generali si può dire che l'ini-ziativa della Regione Piemonte è riusci-ta nell'intento di formulare con le altre regioni e in modo omogeneo, una politi-ca organipoliti-ca per l'intero settore vitivinico-lo, politica che possa incidere nell'ambi-to della legislazione comunitaria europea.
V I N I N C O N T R I
Il risultato soddisfacente della campagna vinicola dello scorso anno costituisce motivo di speranza anche per la riuscita della seconda edizione della Rassegna dei vini tipici piemontesi « Vinincon-tri ».
La Regione, in collaborazione con altri enti (in maniera massiccia e qualificata le Camere di commercio sia singolar-mente che a livello di Unione regionale) ha programmato per il periodo 22 apri-le -1° maggio, in concomitanza con il Salone internazionale dell'automobile, di concentrare in un'unica sede tutto il meglio della produzione vinicola pie-montese per offrire la possibilità al pub-blico di visitatori, nazionali e stranieri, di conoscere direttamente l'elevato livel-lo qualitativo dei prodotti regionali. In-fatti, anche allo scopo di ottenere da questa manifestazione un successo mag-giore di quello dello scorso anno, il se-condo Vinincontri sarà caratterizzato dall'accostamento tra vino e gastronomia delle varie zone piemontesi, sapendo di poter contare sulla straordinaria ricchez-za delle più genuine tradizioni delle no-stre valli.
Oltre il servizio organizzato di degusta-zione e vendita diretta del vino, che con-sentirà alle delegazioni straniere di sco-prire e apprezzare le peculiarità della nostra produzione regionale, occorre ri-cordare le ampie possibilità di incontro offerte dalle manifestazioni che si svol-geranno contemporaneamente.
Gli operatori economici, sia nazionali che internazionali, che si troveranno a Torino dal 22 aprile al 1° maggio po-tranno partecipare ad una serie di ini-ziative di dibattito tecnico e di confron-to che risulteranno di sicura utilità per verificare le possibilità di espansione del mercato internazionale dei vini piemon-tesi.