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Il diario di viaggio. "Luci del Nord" (1926): i paesi nordici attraverso gli occhi di Ester

2. Ester Lombardo scrittrice. Viaggi, reportage, libri

2.3 Il diario di viaggio. "Luci del Nord" (1926): i paesi nordici attraverso gli occhi di Ester

Costante in Ester Lombardo fu l'attenzione per i paesi nordici. Nella sua rivista ospitò spesso articoli riguardanti Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca e Olanda che furono da una parte tra i primi paesi in Europa a riconoscere il suffragio femminile, dall'altra videro alcune donne attive nel campo del sindacalismo operaio399. Entrambi erano motivi di curiosità e anche ammirazione da parte della giornalista che così presentava le consorelle del Nord Europa: «Briose e fresche, franche e disinvolte, con un indovinato equilibrio estetico tra la robustezza e la grazia, le Svedesi partecipano alla vita del loro Paese con un senso d'indipendenza assoluta, con un concetto elevato della propria personalità e un desiderio, anzi un bisogno istintivo di libertà ormai consacrata da una lunga tradizione»400, e ancora: «In Danimarca le donne hanno ottenuto il voto amministrativo fin dal 1908 e nel 1915 l'eguaglianza politica. Come in tutti i paesi scandinavi e forse più che nei paesi anglo-sassoni, la donna vuol lavorare, crearsi una posizione, rendersi utile, anche senza l'assillo di necessità economiche»401. Inoltre, ragioni legate alle sue inclinazioni nazionalistiche e patriottiche la spingevano a seguire con cura e con dovizia di particolari le imprese del generale Umberto Nobile, le quali la portarono inevitabilmente a volgere l'attenzione verso i paesi nordici402. «Vita femminile», infatti, seguì con entusiasmo, spirito celebrativo e infine apprensione i viaggi del Norge nel 1926 e dell'Italia nel 1928403. L'attrazione per il pack polare negli anni '20 stava coinvolgendo

399 Si vedano ad esempio M.A. Loschi, Donne ed elezioni in Svezia, in «Vita femminile», 1 gennaio 1922, pp. 3-5; M.A.

Loschi, Intervista a distanza. Per la cultura operaia in Norvegia, in «Vita femminile», 1 maggio 1922, p. 18; A.

Ahnfelt, Selma Lagerloef nella sua casa paterna al Vermland, in «Vita femminile», 1 agosto 1928, pp. 31-32; M.A.

Loschi, Donne di tutto il mondo al lavoro, in «Vita femminile», 1 gennaio 1931, pp. 19-20; M.A. Loschi, Volti e curiosità della Finlandia, in «Vita femminile», 15 novembre-15 dicembre 1934, pp. 41-43.

400 M.A. Loschi, Donne di tutto il mondo al lavoro, in «Vita femminile», 1 gennaio 1931, p. 20.

401 M.A. Loschi, Donne di tutto il mondo al lavoro, in «Vita femminile», 1 gennaio 1931, p. 19. Ester Lombardo almeno fino alla svolta del 1926 sostenne il suffragismo italiano. Sarà in seguito che rinnegherà i suoi primi orientamenti a favore del voto femminile dicendo che non lo avrebbe dato improvvisamente a tutte le donne, ma, in un primo momento, solo a coloro che lavoravano (E. Lombardo, Discorso alle donne. Professione di fede, SAIG, Roma, 1948, p. 2). Per un approfondimento sugli orientamenti suffragisti di Ester Lombardo si vedano ad esempio E.

Lombardo, A congresso finito. Il voto amministrativo femminile, in «Vita femminile», 15 giugno-15 luglio 1923, pp. 5-10; Vita femminile, Si chiude la Sessione parlamentare alla vigilia del voto amministrativo alle donne. Ancora una proroga all'applicazione della legge, in «Vita femminile», 1 dicembre 1923, p. 13; E. Fambri, Non nelle nuvole ma nella realtà, in «Vita femminile», 15 marzo 1925, pp. 7-8; Vita femminile, Chiare parole ai deputati d’Italia, in «Vita femminile», 15 febbraio 1925, p. 7; Vita femminile, Il nostro referendum sul voto, in «Vita femminile», 15 maggio 1925, p. 9; Vita femminile, Una sosta lungo il cammino, in «Vita femminile», 15 giugno 1925, p. 7; Vita femminile, Vento di fronda al Senato pel voto femminile, in «Vita femminile», luglio-agosto 1925, p. 9.

402 La giornalista scrisse: «Umberto Nobile ha sorvolato il Polo e sulla vetta del mondo ha fatto sventolare ancora una volta il vessillo tricolore, ed ha fatto sfolgorare la croce di Cristo», Vita femminile, Celebrazione trionfale, in «Vita femminile», 1 giugno 1928, p. 7. Ospitava anche l'articolo di G. Cortesani che scriveva: «Facciamo auguri ai valorosi pionieri della scienza e della civiltà che si spingono coraggiosamente alla bella impresa, degna del nome e del genio latino. Augurio che erompe spontaneo nell'apprendere la notizia che il generale Nobile con l'aeronave «Italia» ha lasciato improvvisamente Milano per iniziare il suo viaggio verso la terra polare», G. Cortesani, Mentre Nobile è in viaggio. Come l'"Italia" dalla King's Bay parlerà con Roma, in «Vita femminile», 1 maggio 1928, p. 15.

403 A. Caron, Il fascino della sfinge polare. Il volo del "Norge", il viaggio del "Neptunia", in «Vita femminile», 1 maggio 1926, pp. 10-11; Ib., La nuova impresa di Umberto Nobile. L'"Italia" al Polo, in «Vita femminile», 1 aprile

non solo scienziati in volo su moderne aeronavi in cerca di risposte, ma anche parte del ceto intellettuale e benestante che vi giungeva per turismo404 «comodamente in piroscafo coi termosifoni accesi, rischiando se mai di rimanere a contemplarlo un po' per qualche guasto dell'elica»405, proprio come avvenne ad Ester Lombardo. «Il XIX secolo – scrive a proposito Eric J. Leed – diede vita a nuove incarnazioni del partecipante a una spedizione: naturalisti e scienziati, che organizzarono spedizioni alla scoperta dell'ignoto e, più sorprendente, i turisti, gente comune, ordinaria, membri di una massa industriale che partiva in spedizione alla ricerca di mondi stranieri e premoderni»406. Anche le donne iniziarono quindi a viaggiare, rompendo una tradizione che le aveva viste per secoli come soggetti stabili, affiancate alla figura di Penelope, piuttosto che a quella di Ulisse. Se gli uomini erano stati i viaggiatori, le donne erano rimaste fino ad allora le custodi del focolare: «Il viaggio si è posto infatti, assieme per esempio alla guerra, come uno principali veicoli di determinazione del genere sessuale. L'impulso verso l'incontro con l'Alterità, la conquista di nuovi spazi, sia geografici sia conoscitivi, è stato visto come un impulso proprio degli uomini.

Soddisfacendolo, essi ponevano se stessi come depositari di una maggiore conoscenza acquisita attraverso l'incontro con gli altri, di una maggiore esperienza maturata in un Altrove e quindi di una maggiore potenzialità di auto-realizzazione»407. Quando si diffuse il turismo di tipo moderno, tale separazione del maschile e femminile venne progressivamente meno: «La meccanizzazione dei trasporti e lo sviluppo dell'industria dei viaggi – scrive ancora Eric J. Leed – hanno tolto alle mobilità la loro caratterizzazione maschile»408. Si rompeva così nel Novecento – e bene lo vediamo attraverso la figura di Ester Lombardo, agilmente in viaggio tra Tunisia, Spagna, Scandinavia e Grecia – un modo di leggere ed interpretare l'esperienza del viaggio: il viaggio non era più

1928, p. 39; G. Cortesani, Mentre Nobile è in viaggio. Come l'"Italia" dalla King's Bay parlerà con Roma, in «Vita femminile», 1 maggio 1928, pp. 14-15; Vita femminile, Celebrazione trionfale, in «Vita femminile», 1 giugno 1928, p.

7; Vita femminile, L'angosciosa attesa, in «Vita femminile», 1 luglio 1928, p. 7; Vita femminile, Il sacrifizio eroico, in

«Vita femminile», 1 agosto 1928, p. 7; Vita femminile, Vincere è necessario, in «Vita femminile», 1 settembre 1928, p.

7; s.f., La "Via Crucis" sulla banchisa polare, in «Vita femminile», 1 dicembre 1928, p. 41.

404 «Dico subito che queste crociere hanno essenzialmente scopo turistico. Saranno, cioè, delle interessanti scorrerie – con diverso itinerario – fino all'82° parallelo, ossia fino al baluardo dei ghiacci, e saranno delle vere gite di piacere, fatte senza fretta eccessiva, per dar modo ai viaggiatori sia di fissare chiaramente nella memoria il paesaggio e sia d'attuare – volendo – i più piacevoli programmi d'escursione, alle varie fermate. [...] Del resto perchè non cominciare a mutare una buona volta l'itinerario estivo e non preferire alle villeggiature montane le aperte vie del mare? Perchè non finirla con la snervante permanenza in un albergo alpino, dove nulla vale a mutare il quotidiano programma di balletti o di limitate distrazioni, e non portarsi in regioni d'alto interesse scientifico e turistico, per esempio, al Capo Nord o allo Spitzberg?

Le crociere nei mari artici – e le crociere in genere – così dense d'emozioni, così soffuse di poesia, così ricche di elementi istruttivi, sono, da un anno in qua, il passatempo estivo prediletto dell'alta società europea. [...] Son sicuro che quei lettori che, potendo, seguiranno il mio consiglio, mi saranno grati del medesimo. E avranno fatto un'opera d'alta italianità», A. Caron, Il fascino della sfinge polare. Il volo del "Norge", il viaggio del "Neptunia", in «Vita femminile», 1 maggio 1926, p. 11.

405 E. Lombardo, Luci del Nord, cit., p. 3.

406 E. J. Leed, Per mare e per terra. Viaggi, missioni, spedizioni alla scoperta del mondo, Il Mulino, Bologna, 1996, p.

18.

407 F. De Caprio, Donne, viaggio e scrittura, cit., pp. 9-10.

408 E.J. Leed, La mente del viaggiatore, cit., p. 335.

prerogativa maschile e il genere femminile non era più sinonimo di stanzialità. I viaggi di diverse donne, in primis le conferenziere409, cominciavano ad essere raccontati nelle riviste femminili e, sebbene incanalati in alvei rassicuranti – come aveva fatto Ester Lombardo con il viaggio in Tibet di Edvige Toeplitz Mrozowska – rappresentavano un segno di rottura nei confronti del secolo precedente: con il viaggio di consumo culturale ma anche con quello delle politiche e delle conferenziere, che Michelle Perrot chiama "viaggio-azione", «le donne tentano una vera uscita dai loro spazi e dalle loro funzioni»410. Delle donne in viaggio si iniziava a raccontare e, pur essendo le viaggiatrici relativamente poche rispetto ai viaggiatori, molte iniziavano anche a mettere per iscritto la propria esperienza apportando alcune novità nel panorama della letteratura odeporica411. Lo sviluppo dei trasporti ed un nuovo concetto di turismo svolse sicuramente un ruolo in questo diverso rapporto tra donne e viaggio412, ma parte importante ebbe, non bisogna dimenticarlo, una nuova visibilità femminile conquistata durante il primo conflitto mondiale413, il quale contribuì a lasciar cadere il modello dell'immobilità femminile che aveva costituito fin quasi ad allora un archetipo nella cultura dell'occidente: «Per le donne – scrive Stefania Bartoloni – la consapevolezza

409 Si possono ricordare tra le prime Anna Maria Mozzoni e Matilde Serao, poi Anna Kuliscioff, Ersilia Majno, Linda Malnati, fino alle più vicine Teresa Noce e Armida Barelli. A proposito si veda M. De Giorgio, Le italiane dall'Unità a oggi, Laterza, Roma-Bari, 1992, pp. 397-411. La piena consapevolezza che i viaggi legati alle conferenze portavano alla conoscenza di nuovi spazi fisici, ma soprattutto relazionali e di visibilità politica e culturale, è testimoniata anche da queste parole di Maria Albertina Loschi proprio sulla rivista di Ester Lombardo: «Uno dei vantaggi più notevoli di vari congressi internazionali consiste indubbiamente nella possibilità che essi offrono di conoscere persone interessanti, d'intrecciare nuove amicizie e simpatici scambi di idee, di creare una specie di internazionale del pensiero, cordiale, disinteressata, reciprocamente utile», in «Vita femminile», 1 maggio 1922, p.18.

410 M. Perrot, Uscire, in G. Fraisse, M. Perrot (a cura di), Storia delle donne. L'Ottocento, Laterza, Roma-Bari, 1991, pp. 446-482, la citazione è a p. 466. Si vedano anche M. De Giorgio, Le italiane dall'Unità a oggi, Laterza, Roma-Bari, 1992, in particolare le pp. 377-530; P. Gabrielli, Fenicotteri in volo. Donne comuniste nel ventennio fascista, Carocci, Roma, 1999; L. Passerini, Storie di donne e femministe, Rosemberg & Sellier, Torino, 1991.

411 Sul rapporto tra donne, viaggio e scrittura si vedano tra gli altri A. Arru, M.T. Chialant, Il racconto delle donne:

voci, autobiografie, figurazioni, Liguori, Napoli, 1990; M.L. Betri, D. Maldini Chiarito (a cura di), Scritture di desiderio e di ricordo. Autobiografie, diari, memorie tra Settecento e Novecento, Franco Angeli, Milano, 2002; E.

Bianchi, Geografie private. I resoconti di viaggio come letteratura del territorio, Unicopli, Milano, 1985; L. Borghi, N.

Livi Bacci, U. Treder (a cura di), Viaggio e scrittura: le straniere nell'Italia dell'Ottocento, Libreria delle donne, Firenze, 1988; A. Brilli, Il viaggio in Italia. Storia di una grande tradizione culturale dal XVI al XIX secolo, Banca Briantea, Milano, 1987; A. Brilli, Quando viaggiare era un'arte. Il romanzo del Grand Tour, Il Mulino, Bologna, 1996;

A. Brilli, Un paese di romantici e briganti. L'Italia nell'immaginario del Grand Tour, Il Mulino, Bologna, 2003; D.

Corsi (a cura di), Altrove: viaggi di donne dall'antichità al Novecento, Viella, Roma, 2006; M.E. D'Agostini (a cura di), La letteratura di viaggio. Storia e prospettive di un genere, Guerini & Associati, Milano, 1987; F. De Caprio (a cura di), Immagini di donne in viaggio per l'Italia, Sette città, Viterbo, 2011; A. De Clementi, M. Stella (a cura di), Viaggi di donne, Liguori, Napoli, 1995; P. Gabrielli, Mondi di carta Lettere, autobiografie, memorie, Protagon Editori Toscani, Siena, 2000; P. Gabrielli (a cura di), Vivere da protagoniste. Donne tra politica, cultura e controllo sociale, Carocci, Roma, 2001; P. Gabrielli (a cura di), In viaggio per una "causa", cit.; A. Iuso ( a cura di), Scritture di donne. Uno sguardo europeo, Protagon Editori Toscani, Arezzo, 1999; E.J. Leed, Per mare e per terra: viaggi, missioni, spedizioni alla scoperta del mondo, Il Mulino, Bologna, 1996; E.J. Leed, La mente del viaggiatore, cit.; R. Mazzei (a cura di), Donne in viaggio viaggi di donne: uno sguardo nel lungo periodo, Le lettere, Firenze, 2009; M.L. Silvestre, A. Valerio (a cura di), Donne in viaggio: viaggio religioso, politico, metaforico, Laterza, Roma-Bari, 1999.

412 Sul tema si vedano ancora A. Berrino, Storia del turismo in Italia, cit.; A. Jelardi, Storia del viaggio e del turismo in Italia, cit. e P. Battilani, Vacanze di pochi, vacanze di tutti. L'evoluzione del turismo europeo, Il Mulino, Bologna, 2009.

413 «Durante la Grande guerra la diffusione di attività associative e di comitati femminili a sostegno dello sforzo bellico richiede frequentemente alle organizzatrici di parlare in pubblico», M. De Giorgio, Le italiane dall'Unità a oggi, cit., p.

408.

della propria individualità fu il portato di cambiamenti già avviati dai processi di nazionalizzazione e di modernizzazione che avevano investito il Paese, ma col conflitto si verificò l'incursione in territori mai prima di allora frequentati. Il rimescolamento di ruoli e funzioni produsse una maggiore visibilità delle donne nella sfera pubblica e si riverberò nelle relazioni con gli uomini»414. Ester Lombardo aveva corredato i reportage dei suoi viaggi di fotografie che la ritraevano alla guida di un'automobile alla frontiera italiana, tra le tende dei beduini in Tunisia oppure sui ghiacci polari accanto al direttore d'orchestra Arturo Toscanini. Orgogliosa, la giornalista non esitava ad usare la propria immagine per propugnare un'indipendenza, che lei per prima, come intellettuale e come borghese, aveva raggiunto.

In questo contesto si inseriva il viaggio scandinavo di Ester Lombardo, una donna sola, non sposata, giovane, curiosa, dinamica. La giornalista si imbarcò ad Amburgo a bordo del piroscafo Neptunia415, nave adibita a crociere turistiche di lusso, il 18 luglio del 1926 e vi fece ritorno il 14 del mese successivo. Raggiunse il Circolo polare, visitò416 le Isole Far-Öer, l'Islanda, la banchisa polare, l'arcipelago dello Spitzberg, Capo Nord, i fiordi della Norvegia, la Svezia, la Finlandia e la Danimarca. A bordo vi erano altri esponenti della borghesia italiana: tra i centottanta passeggeri, provenienti da 18 diverse nazioni, si contava anche il maestro e direttore d'orchestra Arturo Toscanini417. Al ritorno Ester Lombardo pubblicò su «Vita femminile» il reportage del viaggio, ma nel 1927 iniziò anche a scrivere un diario sull'esperienza vissuta, edito da Bemporad nell'autunno del 1928, Luci del Nord418: «È il racconto – si leggeva sul «Corriere della Sera» – piano e leggiero delle vicende di una crociera nordica, che dalla Norvegia si spinge fino all'Islanda, affronta la banchisa, supera il circolo polare e tocca gli 80°12' per ridiscendere alle Svalbard, al Capo Nord, alle cittadine minuscole della Norvegia, alla Svezia civilissima, con un volo in Finlandia e una sosta in Danimarca. Anche questo è un libro che, se non è fatto di lettere, è scritto come una serie di

414 S. Bartoloni, Introduzione, in S. Bartoloni (a cura di), La Grande Guerra delle italiane. Mobilitazioni, diritti, trasformazioni, Viella, Roma, 2016, pp. 7-19, la citazione è alle pp. 9-10.

415 Il piroscafo era di proprietà della SITMAR (Lloyd triestino). Il Neptunia era un solido piroscafo da crociera, piccolo in confronto ad un transatlantico e non molto veloce (in media 14 miglia all’ora). Era il primo piroscafo turista italiano che, oltrepassando la Norvergia, arrivava alle Isole Färoer e all’Islanda. Aveva già compiuto una prima crociera simile ma era arrivato fino allo Spitzberg e alla Banchisa. Numerose sono le pubblicità al piroscafo e alla società di navigazione triestina in «Vita femminile», si vedano ad esempio «Vita femminile», 1 maggio 1926, p. 22; «Vita femminile», 1 giugno 1926, p. 22: «Vita femminile», 1 gennaio 1928, p.4; «Vita femminile», 1 aprile 1930, p. 2. Sul Neptunia si veda anche U. Tegani, Le crociere turistiche d'una nave italiana, in «Le vie d'Italia», giugno 1926, pp. 579-588.

416 Alcuni tragitti furono compiuti in automobile; altri, come quello da Milano ad Amburgo e viceversa o da Bergen ad Oslo, in treno; altri ancora in idrovolante, come quello da Stoccolma ad Helsinki.

417 Le notizie sono ricavate dagli articoli di reportage pubblicati in «Vita femminile». Si vedano in particolare E.

Lombardo, Verso il sole che non tramonta. Il fascino del Nord, in «Vita femminile», 1 ottobre 1926, pp. 12-16; E.

Lombardo, Verso il sole che non tramonta. Il fascino del Nord, in «Vita femminile», 1 dicembre 1926, pp. 12-13.

418 E. Lombardo, Luci del Nord, Firenze, Bemporad, 1928.

lettere a casa e ha il tono di chi racconta senza sussiego quel che vede, sente, pensa, ascolta e dice»419.

Le numerosissime recensioni al libro Luci del Nord, pubblicate in «Vita Femminile» o anche infondo al volume L'Ellade nella Grecia moderna, sono un'ottima lente di ingrandimento per guardare come il diario del viaggio polare di Ester Lombardo venne accolto dall'opinione pubblica ma anche di grande aiuto – provenendo dallo sguardo di diverse persone – per notare tratti dello stile che potrebbero sfuggire. «La Stampa» di Torino offrì, tra i primi, un breve quadro dell'opera:

Il principale merito di Ester Lombardo è che per la prima volta, per merito suo, appare nella letteratura femminile d'Italia una viaggiatrice. E si tratta d'una viaggiatrice giovanissima e ardente: ansiosa quindi di conoscere e di esplorare. Questo suo volume di viaggi sulle terre nordiche, «Luci del Nord», è quindi uno squillo che ridesta nell'assonnata e borghese accademia femminile italiana un senso più vero e più moderno della vita. Non sempre la forma della nostra viaggiatrice è curata e pesata, ma bisogna tener conto, oltre che degli anni (beata lei!), delle novità delle impressioni, giacché il viaggio, spintosi fino ai ghiacciati confini del Nord, è stato lungo, rapido e faticoso420.

Anche la «Rassegna Nazionale» sottolineava la peculiarità di un diario al femminile:

È poi significativo che un libro di questo genere porti il nome di una donna. Ester Lombardo volle raggiungere quel «pack» dal quale il «Norge» prima levò il volo per la sua trasvolata, e l'«Italia» poi, per le sue volate di esplorazione. Ed oggi ne fa testimonianza con questo libro. Sull'incanto dei fiordi norvegesi, sugli originali usi e costumi dei Lapponi, sulle desolate praterie dell'Islanda noi avevamo già letto altri libri specie stranieri, ma questo che di donna italiana ci seduce perché per la prima volta possiamo sorprendere un'anima femminile che interpreta, con la sua particolare voce, la pigra vita dei luoghi, la mesta poesia delle solitudini; un'anima femminile che si commuove agli spettacoli meravigliosi che la natura le offre sotto un cielo iperbolico, e confronta terre a terre, genti a genti, anime ad anime421.

In effetti, seppure soprattutto in età moderna e contemporanea le donne "diedero forma al silenzio"422 anche attraverso la letteratura, l'Italia non vantava una consolidata letteratura di viaggio femminile423 ed Ester Lombardo si inseriva in uno spazio che si era costruito principalmente su voci maschili e al quale si erano dedicati in maniera particolare in Italia alcuni giornalisti: «Il sogno di una professione letteraria che conceda soddisfazioni economiche e riconoscimento sociale – scrive infatti Michela De Giorgio – è difficile da realizzare per le aspiranti italiane. [...] L'apparizione sul mercato editoriale di romanzi scritti da donne per le donne, è più tardiva rispetto a Francia,

419 Recensione pubblicata in «Vita femminile», 1 febbraio 1929, p. 39.

420 Recensione pubblicata in «Vita femminile», 1 aprile 1929, p. 38.

421 Recensione pubblicata in «Vita femminile», 1 aprile 1929, p. 38.

422 L'espressione, di Anna Rossi-Doria, è il filo conduttore del suo libro Dare forma al silenzio. Scritti di storia politica delle donne, Viella, Roma, 2007: «Il silenzio delle donne, malgrado i secolari stereotipi sul loro troppo parlare, è antico, profondo, tenace, per certi versi più ancora in età contemporanea che in età moderna, con una sola, grande, eccezione:

la letteratura», p. IX.

423 Per un quadro sulla letteratura di viaggio femminile si vedano tra gli altri E. Bianchi, Geografie private, cit.; L.

Borghi, N. Livi Bacci, U. Treder (a cura di), Viaggio e scrittura, cit.; A. Brilli, Quando viaggiare era un'arte, cit.; D.

Corsi (a cura di), Altrove: viaggi di donne dall'antichità al Novecento, cit.; M.E. D'Agostini (a cura di), La letteratura di viaggio, cit.; F. De Caprio (a cura di), Immagini di donne in viaggio per l'Italia, cit.; A. De Clementi, M. Stella (a cura di), Viaggi di donne, cit.; E.J. Leed, La mente del viaggiatore, cit.; R. Mazzei (a cura di), Donne in viaggio viaggi di donne, cit.; M.L. Silvestre, A. Valerio (a cura di), Donne in viaggio, cit.

Germania e Inghilterra. Anche se non mancano tentativi di trapiantare anche da noi, oltre che quell'inusitato genere letterario, l'inaudito tipo sociale della scrittrice»424. Nel caso dei viaggi nei paesi nordici, sono diversi i racconti e i libri al maschile, ad esempio è già del 1899 l'opera di Mario Borsa425, Verso il sole di mezzanotte. Note scandinave426. Per diversi anni "redattore viaggiante" del

Germania e Inghilterra. Anche se non mancano tentativi di trapiantare anche da noi, oltre che quell'inusitato genere letterario, l'inaudito tipo sociale della scrittrice»424. Nel caso dei viaggi nei paesi nordici, sono diversi i racconti e i libri al maschile, ad esempio è già del 1899 l'opera di Mario Borsa425, Verso il sole di mezzanotte. Note scandinave426. Per diversi anni "redattore viaggiante" del