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3. Ester Lombardo nella vita politica: dalla caduta del fascismo all'Italia repubblicana

3.2 Con il Fronte dell'Uomo qualunque

Terminate le pubblicazioni di "Vita Femminile" nel 1943, Ester Lombardo lasciò il giornalismo.

La guerra era entrata solo molto marginalmente nelle riviste di moda e così anche in "Vita Femminile" che già dal 1934 dedicava intere rubriche all'argomento e che in seguito era diventata una delle voci dell'Ente Nazionale della Moda. Malgrado la drammaticità della guerra e nonostante la moda fosse preoccupazione di ben poca parte della popolazione italiana – le donne si rifacevano un abito nuovo con due vecchi, i tailleur con i cappotti rivoltati e le mutande con le vecchie camicie – la rivista manteneva lo sguardo su una vita femminile serena, talvolta ricca di piaceri e doveri fascisti, dove le rinunce in nome dell'autarchia diventavano banco di prova per l'ingegno femminile558. La guerra però c'era e, nonostante la vita filtrata dalle pagine di un rotocalco, aveva toccato anche lo stile di vita borghese di Ester Lombardo.

Tra 1943 e 1945 la giornalista visse un periodo di silenzio, non scrisse articoli, né, come molte delle donne che poi si candidarono o furono elette alla Costituente o parteciparono alla vita politica nei diversi partiti, ebbe un ruolo attivo nella guerra di liberazione.

La ritroviamo solo nel 1946, a guerra finita, a liberazione ultimata, in un'Italia tutta da ricostruire economicamente, materialmente e moralmente. Si ripresentò sulla scena pubblica, ma questa volta impegnata in campo politico, un campo che per le donne tra il '45 e il '46 aveva conosciuto svolte fondamentali. Il 1° febbraio 1945, infatti, con il decreto legislativo luogotenenziale n.23

"Estensione alle donne del diritto di voto", si era realizzato in Italia il suffragio universale e, con il decreto n.74 del 10 marzo 1946, le donne furono rese eleggibili oltre che elettrici. Così 226 furono le donne candidate alle elezioni del 1946, le prime dopo la caduta del fascismo, che avrebbero deciso la composizione dell'Assemblea Costituente – cui sarebbe stato affidato il compito di redigere la Costituzione – e alle quali era affiancato il referendum istituzionale per la scelta fra Monarchia e Repubblica. Ester Lombardo era una di loro, candidata con il Fronte dell'Uomo qualunque. Era il 18 aprile del 1946 quando il Fronte dell'uomo qualunque, costituitosi in partito appena due mesi prima559, presentava le liste dei suoi candidati politici in 26 circoscrizioni su 32 collegi regionali esistenti: «È un grande successo – dichiara il giornale del partito – che va meditato

558 Per un esempio su tale situazione si veda E. Lombardo, “Durare” verbo dell’industria della moda e della produzione di lusso, in «Vita femminile», dicembre 1941-gennaio 1942, p. 21 (in questo articolo sono contenuti i paragrafi Utilizziamo le pellicce usate, Utilizzare la vecchia lana, Da un vecchio abito della mamma). Sull'argomento si vedano N. Aspesi, Il lusso e l'autarchia. Storia dell'eleganza italiana 1930-1944, Rizzoli, Milano, 1982; C. Chiarelli (a cura di), Moda femminile tra le due guerre, Sillabe, Livorno, 2000; A. Gigli Marchetti, Dalla crinolina alla minigonna.

La donna, l'abito e la società dal XVIII al XX secolo, Clueb, Bologna, 1995, pp.175-239; S. Gnoli, La donna, l'eleganza, il fascismo. La moda italiana dalle origini all'Ente Nazionale della Moda, Edizioni del Prisma, Roma, 2000;

S. Grandi, A.Vaccari, Vestire il ventennio. Moda e cultura artistica in Italia tra le due guerre, Bononia University Press, Bologna, 2004; E. Scarpellini, L'Italia dei consumi. Dalla belle époque al nuovo millennio, Laterza, Roma-Bari, 2008, pp. 87-128.

559 Sulla costituzione del partito si veda «L'Uomo Qualunque», 20 febbraio 1946, pp. 1-2.

e considerato. [...] L'essere riusciti a presentare 26 liste piene su 32, più quattro liste concordate, per cui le circoscrizioni nelle quali siamo assenti si riducono a due, costituisce un primo e grande successo»560. Ester Lombardo si candidava per l'Assemblea Costituente nella lista del Fronte per tre diverse circoscrizioni: quella di Roma, Viterbo, Latina e Frosinone561, dove prese 2613 voti; quella di Benevento e Campobasso, dove probabilmente non prese voti; quella di Napoli e Caserta, dove ne prese 8368562. Il suo nome era anche nella lista nazionale dell'Uomo qualunque, unica donna su ben trenta candidati563.

I neonati Centro italiano femminile (Cif) e Unione donne italiane (Udi) e sopratutto i partiti furono i protagonisti nei mesi che seguirono la liberazione: l'intensa propaganda di dirigenti e militanti fece di loro gli attori principali nella società italiana. Ogni partito aveva il proprio programma e punto di vista, ma comune a socialisti, comunisti e democristiani era la consapevolezza dell'importanza dell'esercizio del diritto di voto, concesso di nuovo o per la prima volta dopo la parentesi del regime564: «Le elezioni, indette dopo vari rinvii per il 2 giugno 1946, – scrive Nicola Tranfaglia – rivelarono (come era inevitabile) molte incertezze teoriche e contrasti, anche tra forze politiche affini, sul progetto di repubblica cui dar vita; segnarono una spaccatura innegabile tra un Sud prevalentemente monarchico e un Centro-Nord repubblicano. In compenso, diedero alla scelta repubblicana il carattere di un chiaro voto popolare, e in questo senso fornirono ai lavori dell'Assemblea Costituente il miglior viatico per disegnare la nuova Carta fondamentale»565. Probabilmente intuendo che, in modo particolare in quel 1946, la politica sarebbe salita sul palcoscenico e le donne avrebbero conquistato una nuova visibilità nella sfera pubblica, una donna esuberante ed ambiziosa come Ester Lombardo tentò di nuovo di far carriera, questa volta nella politica attiva. In nessuna circoscrizione ebbe abbastanza voti per essere eletta alla Costituente ma in tutte quelle in cui si candidò risultò essere la donna che ne prese il maggior numero566.

560 Fine del primo tempo, in «L'Uomo Qualunque», 24 aprile 1946, p. 1.

561 La lista per questa circoscrizione viene pubblicata in «L'Uomo Qualunque», 24 aprile 1946, p. 5.

562 I voti ottenuti portano Ester Lombardo alla settima posizione nella lista della circoscrizione comprendente Roma e alla ottava posizione nella lista della circoscrizione di Napoli e Caserta. Per i dati si faccia riferimento a http://elezionistorico.interno.it. Per un quadro specifico sulle elezioni in Campania e a Napoli si veda G. D'Agostino, A.

Pucci, P. Russo, Il triplice voto del 1946 in Campania e a Napoli, in G. D'Agostino (a cura di), Il triplice voto del 1946.

Agli esordi della storia elettorale dell'Italia repubblicana, Liguori Editore, Napoli, 1989, pp. 25-108.

563 La lista nazionale dell'Uomo Qualunque viene pubblicata in «L'Uomo Qualunque», 8 maggio 1946, p. 3.

564 Si faccia riferimento a A. Rossi Doria, Diventare cittadine. Il voto alle donne in Italia, Giunti, Firenze, 1996; P.

Gabrielli, Il 1946, le donne, la Repubblica, Donzelli, Roma, 2009, in particolare pp. 3-41.

565 M. Ridolfi, N. Tranfaglia, 1946. La nascita della Repubblica, Laterza, Roma-Bari, 1996, p. 19.

566 Per il Fronte dell'uomo qualunque l'unica donna che venne eletta alla Costituente fu Ottavia Penna Buscemi, candidata nella circoscrizione di Catania, Messina, Siracusa, Ragusa e Enna. Su di lei si vedano P. Gabrielli, Il primo voto: elettrici ed elette, Castelvecchi, Roma, 2016, pp. 141-143; E. Pelleriti, Una donna qualunque alla costituente:

Ottavia penna Buscemi, in Atti dell'Accademia Peloritana dei pericolanti, classe di Scienze giuridiche, economiche e politiche, LXXVII, 2008, pp. 117-138.

«Le città cambiano volto – scrive Patrizia Gabrielli – manifesti di varie dimensioni sono affissi sui muri e richiamano l'attenzione dei passanti, suggeriscono diverse parole d'ordine e si affidano a diverse rappresentazioni. Nelle piazze si consuma lo spettacolo della mobilitazione con il tricolore e con i colori delle singole famiglie politiche»567. Anche l'Uomo qualunque incitava i suoi militanti e le sue militanti alla propaganda: «Ciascuno si faccia propagandista, oratore, organizzatore, sollecitatore; ciascuno si adoperi per farci avere notizie, denaro, mezzi, gente. Discutete dovunque, con chiunque, perché non potete che vincere voi»568. La campagna propagandistica di Ester Lombardo fu tenace in particolare a Roma e a Napoli, dove tenne alcuni comizi in vista delle elezioni istituzionali569. Interessante fu il discorso che ella proclamò al teatro "San Carlo" di Napoli570. A prevalere fu il tono demagogico volto a conquistare la folla, deviando dai temi del dibattito e confondendo riguardo le reali posizioni del Fronte dell'uomo qualunque. Il discorso, che iniziava esaltando la sofferenza di madri e spose che hanno dato i loro uomini per combattere la guerra ed esprimeva loro gratitudine, toccò poi diversi punti: posizionò il Fronte tra i partiti sinceramente democratici discendenti «dal grande albero dei liberali», dichiarò il partito «a favore delle classi lavoratrici dei partiti di sinistra», espresse il desiderio di «un'ampia partecipazione femminile nelle Amministrazioni municipali»:

Forse in un primo tempo non sapremo orientarci se troveremo delle cattive abitudini; ma più tardi, si.

Chi va al mercato a far la spesa saprà additarci gli inconvenienti annonari assai meglio dell'assessore che non conosce i prezzi delle derrate, se non dai listini ufficiali. E così dicasi per tutti i servizi – dai trasporti a quelli igienici e scolastici571.

Fin qui il discorso si rivela populistico, lontano dal porsi appunto contro i liberali o le sinistre, ma volto a catturare più consensi possibile. Diversa, invece, la seconda parte del comizio con il riferimento alle donne del Parlamento inglese, che lottarono perché gli assegni familiari fossero pagati alla madre e non al capo famiglia, e sopratutto quello a Madame Marthe Richard, che, membro del Consiglio municipale di Parigi, aveva promosso e ottenuto in Francia la chiusura delle

567 P. Gabrielli, Il primo voto, cit., p. 38. Si rimanda anche a P.L. Ballini, Le "regole del gioco": dai banchetti elettorali alle campagne disciplinate, in P.L. Ballini, M. Ridolfi (a cura di), Storia delle campagne elettorali in Italia, Mondadori, Milano, 2002, pp. 1-64, si faccia riferimento in particolare alle pp. 14-21; S. Cavazza, Comunicazione di massa e simbologia politica nelle campagne elettorali del secondo dopoguerra, in P.L. Ballini, M. Ridolfi (a cura di), Storia delle campagne elettorali in Italia, cit., pp. 193-237, sulle elezioni del 1946 si vedano le pp. 193-204; M. Ridolfi, Italia a colori. Storia delle passioni politiche dalla caduta del fascismo ad oggi, Le Monnier, Firenze, 2015, in particolare pp.

41-57.

568 G., Collaborazione attiva, in «L'Uomo Qualunque», 27 marzo 1946, p. 1.

569 Si veda La donna nell'ora presente in un discorso di Ester Lombardo a Napoli e Comizio di Ester Lombardo al cinema "Rex" di Roma, in «L'Uomo Qualunque», 29 maggio 1946, p. 3. Ester Lombardo, dopo le elezioni amministrative, terrà altri comizi nei teatri di Lecce e Taranto, si veda a proposito «L'Uomo Qualunque», 20 novembre 1946, p. 2.

570 La donna nell'ora presente in un discorso di Ester Lombardo a Napoli, in «L'Uomo Qualunque», 29 maggio 1946, p.

3, ultimo numero prima del referendum istituzionale.

571 La donna nell'ora presente, cit., p. 3.

case di tolleranza, con una legge approvata il 13 aprile 1946. Ester Lombardo la citava per auspicare anche in Italia lo stesso provvedimento che si rivelava «coraggiosissimo e difficilissimo a realizzarsi»572. Un lungo percorso che intraprenderà poi la senatrice Angelina Merlin quando, il 6 agosto 1948, all'inizio della prima legislatura repubblicana, presentò la legge che avrebbe aperto le case chiuse, approvata definitivamente solo il 20 febbraio 1958573.

Per il referendum del 2 giugno Ester Lombardo scrisse anche il "Manifesto alle donne d'Italia"574: lo stile è diretto, semplice, esplicitamente indirizzato alle elettrici. Ulteriori sono i punti che vengono messi in luce. Alcuni sono trasversali a tutti i partiti come la necessità di partecipare alla vita della Nazione votando e di votare secondo la propria coscienza; altri come il dovere di porsi contro ogni violenza in nome della libertà – e si faceva riferimento alla violenza della

«dittatura del Cln»575 – sono temi cari al Fronte dell'uomo qualunque: «Il governo attuale è notoriamente il governo dell'esarchia, il governo dei C.L.N., vale a dire quel tale governo che, essendosi violentemente impadronito del potere, ha soltanto sostituito il fascismo per continuare ad aggravarlo»576.

La paura dell'astensionismo femminile era diffusa e si faceva più evidente con l'avvicinarsi delle elezioni: «Bisognava darsi da fare – scrive ancora Patrizia Gabrielli – non dimenticare l'estraneità di settori non insignificanti di cittadine per le quali la politica restava lontana, estranea alle vive quotidiane preoccupazioni. [...] Per fasce consistenti di italiane la politica era un territorio per soli uomini»577. Così i mesi che precedettero il Referendum furono percorsi da un'opera di pedagogia politica e di intensa propaganda tesa a sconfiggere l'idea e la realtà della timidezza delle donne, della loro ignoranza, indifferenza, apatia, sfiducia in se stesse578:

572 Ibidem. Ester Lombardo aveva da tempo dedicato attenzione all'argomento attraverso le pagine di «Vita femminile», si veda ad esempio A. Schiavoni Bosio, Le donne moderne e una questione antica, «Vita femminile», 1 marzo 1922, pp.

5-6.

573 Sul tema si vedano S. Bellassai, La legge del desiderio. Il progetto Merlin e l'Italia degli anni Cinquanta, Carocci, Roma, 2006; G. Tamburrano, Lina Merlin e le "case chiuse", Nuova Iniziativa Editoriale, Roma, 2008. Per un profilo biografico di Lina Merlin si veda G. Gabrielli, Il primo voto, cit., pp. 99-105; C. Galimberti, Un cuore pensante. Lina Merlin, in AA.VV., Donne della Repubblica, Il Mulino, Bologna, 2016, pp. 113-128; V. Serafini, Lina Merlin: dalle donne in politica alla politica delle donne, in D. Gagliani (a cura di), Guerra, Resistenza, politica. Storie di donne, Aliberti editore, Reggio Emilia, 2006, pp. 322-328; A.M. Zanetti (a cura di), La Senatrice. Lina Merlin, un "pensiero operante", Marsilio, Venezia, 2006.

574 Il manifesto venne pubblicato ne «L'Uomo Qualunque» nel fascicolo successivo all'emanazione delle liste del partito e gli venne dedicata un'intera pagina, 24 aprile 1946, p. 3.

575 Il Cln era composto da Democrazia cristiana, Partito comunista, Partito socialista, Partito liberale, Giustizia e Libertà e Partito d'Azione.

576 Un governo per le elezioni, in «L'Uomo Qualunque», 6 marzo 1946, p. 1.

577 P. Gabrielli, Il primo voto, cit., p. 38.

578 Si faccia riferimento a P. Gabrielli, Il primo voto, cit., pp. 28-44; Ead., Diritti, modelli, rappresentazioni: le associazioni politiche delle donne, in L. Cigognetti, P. Gabrielli, M. Zancan, Madri della Repubblica. Storie, immagini, memorie, Carocci, Roma, 2007, pp. 9-86; Ead., Educare alla democrazia: donne alla prova del voto, in P. Genovesi, G.

Papagno (a cura di), Educazione e politica in Italia (1945-2008), vol. I, Identità e legittimazione politica, Franco Angeli, Milano, 2009, pp. 87-104. Si veda anche C. Brezzi, P. Gabrielli, M. Palla (a cura di) 2 giugno:la storia e la memoria, «Storia e problemi contemporanei», 2006, n. 41.

Oggi – scriveva Ester Lombardo – siamo chiamate dalla gravità della situazione carica di incognite, perché le leggi della futura Costituente possano essere emanate nello spirito della più alta obiettività, serenità, giustizia. In quest'ora solenne si domanda la collaborazione della donna, del suo buon senso, del suo disinteresse, del suo istintivo amore alla giustizia, all'ordine, alla felicità del mondo umano la cui condizione prima è la donna579.

Anche il timore che le donne non votassero secondo la propria coscienza continuava ed essere vivo nel dopoguerra, le elettrici stando al parere di molti erano da una parte soggette al clero e dall'altra a padri, mariti, fratelli maggiori, prive di ogni autonomia decisionale: «Circolava con insistenza la tesi sull'immaturità femminile che vedeva sostanzialmente due diverse declinazioni: se nella sinistra si rispolverava il vecchio concetto della donna succube del clero, in altre formazioni circolava la convinzione che lo fosse rispetto ai familiari»580. Anche per questo Ester Lombardo non tardava ad ammonire:

Non date il vostro voto sotto la pressione di influenze, né per accontentare altri che non sia la vostra coscienza.

Sarebbe come dare una scatola di fiammiferi al vostro bimbo per farlo divertire. Fede, equilibrio, previdenza, umanità, comprensione sono qualità istintive in noi. [...] Questi ideali saranno imposti nella lotta politica nella quale la donna entra con idee chiare e proprie581.

La candidatura di Ester Lombardo nel Fronte dell'uomo qualunque, pur essendo una novità, in quanto fino al 1946 non aveva partecipato attivamente alla vita politica, risulta essere in linea con le sue inclinazioni di donna emancipata e borghese che, pur mantenendo uno spirito critico – come si nota in «Vita femminile» –, mai aveva manifestato aperto dissenso verso il regime fascista, né mai, una volta caduto, aveva rinnegato le proprie posizioni, semmai aveva preso le distanze da ciò in cui aveva creduto da ragazza, in particolare dai suoi orientamenti suffragisti582, tanto da affermare:

«Così, all'improvviso, la radio ci apprese di essere elettrici ed eleggibili e la cosa non ci procurò nessuna gioia, nemmeno a quelle, come me, che, giovanissime, avevano svolto favorevole attività a pro del voto»583. In un momento politico che vedeva l'unità dei sei partiti antifascisti nel Comitato

579 E. Lombardo, Manifesto alle donne d'Italia, volantino politico, in «L'Uomo Qualunque», 24 aprile 1946, p. 3.

580 P. Gabrielli, Il 1946, cit., p. 139. Si veda anche P. Gabrielli, Le donne, il voto e un nuovo modello di cittadinanza, in F. Colombo, A. Padellaro, Italia 1943-1946. Guerra di liberazione e nascita della Repubblica, Nuova Iniziativa Editoriale, Torino, 2002, pp. 157-166.

581 E. Lombardo, Manifesto alle donne d'Italia, cit.

582 Per un approfondimento sugli orientamenti suffragisti di Ester Lombardo si vedano ad esempio E. Lombardo, A congresso finito. Il voto amministrativo femminile, in «Vita femminile», 15 giugno-15 luglio 1923, pp. 5-10; Vita femminile, Si chiude la Sessione parlamentare alla vigilia del voto amministrativo alle donne. Ancora una proroga all'applicazione della legge, in «Vita femminile», 1 dicembre 1923, p. 13; E. Fambri, Non nelle nuvole ma nella realtà, in «Vita femminile», 15 marzo 1925, pp. 7-8; Vita femminile, Chiare parole ai deputati d’Italia, in «Vita femminile», 15 febbraio 1925, p. 7; Vita femminile, Il nostro referendum sul voto, in «Vita femminile», 15 maggio 1925, p. 9; Vita femminile, Una sosta lungo il cammino, in «Vita femminile», 15 giugno 1925, p. 7; Vita femminile, Vento di fronda al Senato pel voto femminile, in «Vita femminile», luglio-agosto 1925, p. 9.

583 La citazione prosegue: "Non avremmo dato il voto, di colpo, a tutte le donne. Avremmo volentieri cominciato con le donne che lavorano: professioniste, impiegate ed operaie per poi giungere alla madre di famiglia ed al suffragio universale anche per il nostro sesso", E. Lombardo, Discorso alle donne. Professione di fede, SAIG, Roma, 1948, p. 2.

Questo fascicolo politico, che non riporta la data di edizione, in Opac Sbn è datato 1946. Tale datazione è errata in quanto nel 1946 Ester Lombardo non militava con il Partito nazionale monarchico (nato nel giugno 1946), da cui è edito

di Liberazione Nazionale, legati nello sforzo della lotta comune al nazifascismo, Ester Lombardo, come altri già fascisti appartenenti ai ceti medi, si schierò con il partito di Guglielmo Giannini, drammaturgo, che faceva del contrasto ai "politici di professione" e soprattutto dell'anti-antifascismo le sue bandiere584: «L'enorme, fulmineo successo dell'U.Q. – scrive Guglielmo Giannini – si fondò e si fonda tuttora sulla decisa presa di posizione contro il professionismo politico di ogni colore e tendenza che il Qualunquismo indica come responsabile della tragedia italiana»585. L'abitudine ad individuare un pericoloso nemico interno lasciava ancora coalizzare uomini e sviluppare idee politiche nel timore di una rivoluzione dei sovversivi, ora gli antifascisti, ai quali i qualunquisti contestavano di essere al potere e di condurre l'epurazione senza essere stati voluti dal popolo italiano e accusavano di aver messo in atto una nuova dittatura: «Il nemico da battere – scrive Simona Colarizi – sono i partiti della sinistra antifascista che risuscitano l'antico timore di un sovvertimento sociale; [...] spaventa la minaccia del comunismo, che sembra emerso dal ventennio fascista e dal conflitto mondiale più potente di prima»586. In questa cornice Ester Lombardo scrisse nel Manifesto alle donne d'Italia:

Noi donne vogliamo la pace. Non soltanto fra i popoli, ma negli animi e nelle coscienze, nelle famiglie e nella vita civile. Vogliamo che finiscano gli odi e le persecuzioni e che venga abolita per sempre la violenza nella difesa dell'idea. L'idea, se è vera, se è giusta, vive della sua intima forza e si diffonde in modo semplice e naturale come l'aria nei polmoni. La violenza è una invenzione degli impazienti di vedere realizzata un'idea attraverso la loro persona e il loro potere587.

Ripudio della violenza, fiducia nelle libere elezioni, esasperato inno alla libertà dell'individuo in campo etico ed economico erano altri dei capisaldi del partito che esprimeva – come scrive Sandro Setta – «La fondamentale esigenza, comune anche agli altri partiti, di una restaurazione delle

l'opuscolo, bensì con il Fronte dell'uomo qualunque. Inoltre i riferimenti alle discussioni sul trattato di pace e sui diritti dei figli legittimi e illegittimi risultano temi prematuri per quell'anno, così come il riferimento all'eccidio di Mogadiscio avvenuto nel gennaio del 1948. Ritengo dunque che Discorso alle donne. Professione di fede sia edito per le elezioni politiche del 18 aprile 1948, a chiara conferma di ciò si veda Andrei (P. Pennisi), P.N.M. alla "Bussola". Professione di fede di Ester Lombardo, in «Italia monarchica», 21 febbraio 1948, p. 3 dal quale si evince chiaramente che il fascicolo è il testo del discorso che Ester Lombardo tenne il 16 febbraio 1948 presso la Sezione Romana del P.N.M.

584 Sul partito del Fronte dell'uomo qualunque si vedano S. Setta, L'Uomo Qualunque, 1944-1948, Laterza, Roma-Bari,

584 Sul partito del Fronte dell'uomo qualunque si vedano S. Setta, L'Uomo Qualunque, 1944-1948, Laterza, Roma-Bari,