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Dice egli poco di sotto parlando del modo da conoscere la terra spessa

dalla rara.

Or è da dir com’uom conoscer possa ciascuna terra, se d’intender brama s’ella s’è rara, o sovra modo spessa, perché questa a formenti, a Bacco quella meglio risponde, a Cerere la spessa piu amica, e la rarissima a Lieo550.

Avete anco a sapere che ogni terra dove nascono spine o si allievano albe- ri è ottima per le vigne. Il terreno arenoso551 o di rovina minuta552 è molto atto alle viti. È bono il terreno ch’è grasso e leggiero: ancor che di sopra sia molto debole, pur che da basso sia sostanzioso non importa, perché il basso mantie- ne la pianta. Il terreno che di state s’apre553 è cattivo per le vigne percioché

548 GeorGica, II, c. 43v, che traduce i vv. 217-220. 549 GeorGica, II, cc. 42r-42v, che traduce i vv. 184-191. 550 GeorGica, II, cc. 43v-44r, che traduce i vv. 226-229. 551 arenoso: sabbioso.

552 di rovina minuta: composto di detriti. 553 s’apre: si crepa.

per quelle aperture entrando il sole e il caldo fin alle radici le secca. Il terreno negro e di buon sapore è perfetto per le viti; nel terreno cretoso difficilmente pigliano554 le viti e quando la necessità vi constringa a piantarvi dentro vigne, fate che nelle fosse si getti letame molto putrido e onesta quantità di buona terra. I terreni che nella superficie hanno gesso e creta rossa dura sono pes- simi per le viti percioché di verno poca acqua gli fa troppo umidi e di state il caldo gli indurisce fuor di modo. Il terren ghiaroso555 è buono, ma quello che nella superficie ha gran quantità di pietre è cattivo perché la natura della pietra è di ricevere gran caldo l’estate e molto freddo il verno, onde spesse volte ne deriva la morte della vite. Ben è vero che alcuni prattichi agricol- tori vogliono che di sopra, a’ piè della vite, si pongano alcuni sassi che non eccedano cinque lire l’uno, accioché il troppo umore o il soverchio calore non le nuoca, ma quanto s’appartiene alla radici delle viti, è bene che nelle fosse si mettano conche marine556, calcoli557 e ciottoli, di quei sassolini dico che si trovano nell’arida rena in riva de’ fiumi o torrenti, perché tra questi minuti sassi e cotali scorze di chiocciole558 et ostreghe scorrono l’acque e v’entra per strette rime559 l’aria vitale, per cagion della quale le viti prendono nutrimento e vigore. E in testimonio di questo eccovi il nostro Vergilio là dove dice:

Piccioli sassi e bevetrici pietre

v’infondi, o scorze di squallenti conche perch’ivi dentro caggion l’acque e v’entra per strette rime il tenue fiato, donde rendon le cose seminate forza. Già vidi alcun che con un sasso sopra, o con di rotto vaso un pezzo grave, lo chiuse, e circondò d’intorno: questo è gran riparo contra le gran pioggie e contra ’l caldo, allor che ’l Cane estivo il mondo tutto ardendo il terren fende560.

Palladio e Crescenzio dicono che il suolo ove si dee por la vigna non debbe esser

554 pigliano: attecchiscono. 555 ghiaroso: ghiaioso. 556 conche marine: conchiglie. 557 calcoli: sassolini.

558 scorze di chiocciole: gusci di lumache. 559 per strette rime: per strette fessure.

né troppo spesso o stretto, né anco polveroso e risoluto fuor di modo561, né ma-

gro, né anco grassissimo, ma più tosto grasso che magro, né campestre e al tut- to piano, né dirupato562, né pendente, ma più tosto in luogo rilevato, né troppo

asciuto né troppo umido, ma temperatamente sugoso, né salso563 né amaro per-

ché questi sapori corrompono i vini. I campi per pastinare564 si debbono eleg-

gere più tosto rozzi e specialmente salvatichi che altrimenti. Il peggior luogo è quello dove sono state altre vigne, ma se pur bisognasse pastinare o ripiantare in quel luogo faremo prima ararlo più volte, accioché, spente le radici delle prime viti, e levatane ogni vecchiezza e ogni magagna, si possa più sicuramente por- vi la vite novella. Le vigne si fanno belle ne’ tuffi565 e negli altri luoghi più duri,

che per lo freddo e per lo sole hanno prode566, percioché nel tempo di state le ra-

dici retengono567 lo umido e il fresco. La ghiaia, il campo petroso e le pietre mo-

bili, se però saranno mescolate, e il selce, il quale sia coperto di terra, per esser freddo e tenace di umore non patisce altrimenti che le radici nel tempo della sta- te abbian sete. Ne’ luoghi parimente ne’ quali cade la terra da luogo alto, e nelle valli che s’ingrassano per la raccolta della belletta568, e spezialmente ove non si

sente freddo e non si vede nebbia le vigne hanno fresco. La terra cretosa e tena- ce è molto buona, ma la creta semplice è molto cattiva, e i luoghi che producon poveri e meschini569 arbuscelli, essendo umidi, salsi, amari, aridi e secchi son ri-

fiutati; il sabbion nero e il rosso è molto utile, ma quello specialmente ch’è me- scolato con terra. La terra che tien del carbone, se non si stercora570, rende le vi-

gne magre. Nella rossa le vigne non s’appigliano571, quantunque sian ben nutri-

te, ma così fatta generazione di terra è inimica dell’opere572, percioché per pic-

ciola pioggia si bagna troppo e poco sole l’indura troppo. E però è grandemente utile il terreno c’ha tra tutti gli estremi mezzana temperatura, e c’ha ha più tosto del raro e risoluto che del spesso e tenace573.

B. Or circa l’aere e sito che si convengono alle vigne che dottrina ci date Voi?