• Non ci sono risultati.

Capitolo 3 Metodologia di Costruzione della

3.6 Possibili applicazion

3.6.2 Didattica della traduzione

Anche nell’ambito della didattica della traduzione, da tempo ormai numerosi studiosi hanno messo in luce il valore della traduzione filmica nei curricula per traduttori e interpreti, sottolineando come i dialoghi filmici rappresentino una preziosa occasione di contatto con la lingua “parlata”, soprattutto quando appartengono a determinati generi nei quali si persegue coscientemente la massima approssimazione alla realtà della comunicazione quotidiana (Heiss 2000b: 184). Partendo dai nuclei problematici principali emersi dalla ricerca sul doppiaggio, è possibile infatti utilizzare il materiale filmico e le liste dialoghi in un percorso didattico che va dalla sensibilizzazione linguistica all’arricchimento della competenza traduttiva fino, talvolta, a fornire una prima specializzazione di ricerca in un ambito ben circoscritto, quale quello della traduzione audiovisiva.51 Tale attività didattica va oltre il confronto fra versioni di dialoghi per prendere in considerazione il film come messaggio complesso da analizzare in prospettiva olistica (id. 187). L’utilizzo di materiale reale e integro in tali insegnamenti diviene pertanto un requisito imprescindibile per un corretto approccio al testo, favorendo quello che da alcuni è stato definito un metodo in vivo in opposizione al cosiddetto metodo in vitro, rappresentato dall’utilizzo delle mere trascrizioni o liste dialoghi/sottotitoli (Baldry 2004: 24). L’impiego di corpora multimediali come Forlixt 1 consente, quindi, di riallineare metodi e risorse della didattica della traduzione, in special modo audiovisiva, con quelli ormai convenzionalmente in uso nell’insegnamento della traduzione testuale, la quale, sia a livello iniziale che

51

È opportuno ricordare che, in Italia, la formazione del traduttore audiovisivo, nella misura in cui è possibile parlare di una figura professionale unica, per la molteplicità delle tecniche implicate (sottotitolazione, doppiaggio, audiodescrizione, soprattitolazione) e per l’esistenza di figure professionali parallele, come quella del dialoghista/adattatore, non è affidata normalmente a insegnamenti previsti nell’ambito di lauree triennali o specialistiche, ma a corsi professionalizzanti post-lauream di I o II livello. Fanno eccezione alcuni moduli specifici integrati in corsi di traduzione e/o lingua.

avanzato, si avvale da tempo per lo sviluppo delle diverse abilità di esercitazioni e simulazioni pratiche su materiale autentico.52

Partendo dall’impiego di una banca dati come Forlixt 1 per approfondire competenze traduttive di tipo generale e specialistico, è possibile delineare cinque abilità fondamentali che lo strumento contribuisce utilmente a sviluppare:

(1) competenza linguistica;

(2) competenza pragmatica, comunicativa e interazionale; (3) competenza paralinguistica;

(4) competenza culturale (enciclopedica); (5) competenza tecnica.

L’importanza di condurre analisi preliminari di tipo linguistico sul materiale filmico è stata, a più riprese, ribadita in Italia da organizzatori di corsi di formazione professionale e da professionisti (Paolinelli 2004). In particolare, assumono vitale importanza per la corretta trasposizione del materiale filmico le competenze linguistiche volte all’analisi di tratti sintattici del discorso orale in prospettiva contrastiva. Accanto a una necessaria competenza relativa alla varianti diamesiche, è infatti necessario che gli studenti acquisiscano conoscenze specifiche in merito alla variabilità diatopica, diastratica, diafasica e, più in generale, sociolinguistica, proprie di ciascuna lingua. Ciò significa sviluppare abilità di riconoscimento di formule convenzionali e rituali, nonché di varietà sociolettali e regionali di una lingua che, assieme alla pronuncia e alla prosodia, sono spesso utilizzate nei film per la realizzazione di effetti espressivi e comici (Heiss: 2000b).53

Benché per alcuni versi sovrapposta alla competenza linguistica, appare altresì di prominente importanza lo sviluppo nei futuri traduttori (e interpreti) di una competenza di tipo pragmatico, comunicativo e interazionale. Tale abilità trae visibilmente vantaggio dallo studio di elementi linguistici specifici, quali segnali discorsivi, nonché dall’osservazione di regole di comunicazione e aspetti

52

Per ulteriori approfondimenti sulla questione vedasi Bernardini (1999, 2000). 53

Vedasi anche Baccolini e Gavioli (1994) per un esperimento didattico relativo all’analisi di film doppiati nel curriculum di studenti di interpretazione/traduzione.

caratterizzanti la dimensione paralinguistica, cinesica e prossemica dell’interazione faccia a faccia. In quanto indicatori di diversità culturali, la loro interpretazione è, infatti, utile nella formazione generale del traduttore, visto come Kulturmittler (Heiss 2000b: 189). Con riferimento al doppiaggio, in particolare alla fase dell’adattamento, è chiaro che l’attenzione posta su tali elementi di mimica, cinesica e prossemica diventa un aspetto imprescindibile per la necessità di sincronizzare gesti, movimenti e dialoghi. Infine, l’analisi della componente culturale può effettuarsi nei film a diversi livelli: i riferimenti possono essere direttamente espressi richiamandoli con il loro nome (toponimi, cibi e bevande, persone e personaggi famosi, prodotti merceologici e culturali), contenuti nei dialoghi sotto forma di citazioni, aforismi, metafore, ecc., oppure veicolati mediante gesti e comportamenti dei personaggi o immagini che compongono l’ambientazione geografica, spaziale e temporale e gli oggetti culturali in esse rappresentati.54

Nel quadro appena delineato, il valore aggiunto rappresentato dalla banca dati multimediale è evidentemente, in primo luogo, di ordine tecnico, presentando tutti i vantaggi associati all’utilizzo di corpora bidirezionali per la traduzione, a cui si aggiungono alcuni benefici specifici derivanti dal tipo di materiale impiegato, il film (cfr. supra). Nell’ambito della didattica della traduzione, anche audiovisiva, la banca dati consente infatti ai discenti di accedere a una grande varietà di esempi mettendoli in grado di iniziare a concepire strategie per tradurre un testo complesso in vista di tecniche e modalità specifiche, quali il doppiaggio/adattamento e la sottotitolazione. Ciò è possibile attingendo alle scene e/o alle liste dialoghi originali, bloccando le possibilità di visualizzare la traduzione e consentendo solo in un secondo momento di confrontare la traduzione effettuata con le soluzioni traduttive adottate nella versione ufficiale. È altresì possibile per il docente selezionare il genere, consentendogli di passare gradualmente da film più teatrali a film che prediligono l’imitazione della conversazione spontanea, oppure da situazioni comunicative più semplici a situazioni via via più complesse. Tentando una specializzazione di determinate abilità linguistiche e pragmatiche, la struttura modulare della banca dati può

54

servire a richiamare l’attenzione del discente su una serie di formule ed espressioni linguistiche più o meno convenzionali che includono, per esempio, specifiche sequenze di atti linguistici, accompagnati da tratti paralinguistici, cinesici e prossemici tipici. Infine, Forlixt 1 può utilmente essere impiegato in fase avanzata di formazione dei professionisti, come una normale memoria traduttiva, per la ricerca di esempi di traduzione in contesto, malgrado alto sia il rischio di una cristallizzazione di routine traduttive, mentre basso sia, invece, il livello di riutilizzabilità delle stringhe tradotte o pre-tradotte, come emerso da alcuni esperimenti sulla traduzione automatica dei sottotitoli condotti presso la Dublin City University (Kenny/Flanagan 2007). Ciononostante, la disponibilità di corpora bilingui paralleli per i professionisti potrebbe costituire un’occasione per studiare alcune varianti diacroniche, oppure particolari gerghi o varietà di lingua doppiata in uso in generi specifici, contribuendo a descrivere in maniera empirica e dettagliata le caratteristiche di tale sottocodice e a porre le basi per un suo riconoscimento come varietà di lingua a sé stante.

Capitolo 4

Analisi

Sommario