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DIFFERENZE NELL’INSORGENZA DI CANCRO DEL COLON NEI VARI PAES

CAPITOLO II: ALIMENTAZIONE, CARNE ROSSA E CANCRO

2.7 DIFFERENZE NELL’INSORGENZA DI CANCRO DEL COLON NEI VARI PAES

Partendo dall‟ipotesi di numerosi studi che hanno dimostrato il coinvolgimento, nell‟insorgenza del tumore del colon, degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e di altri composti cancerogeni che si sprigionano durante la cottura, è interessante notare che anche se a prima vista questa spiegazione appare convincente sull'aumento del rischio cancerogeno, alcuni rapporti interrogano questa prima interpretazione. Questo perchè procedure analoghe di cottura per la preparazione di carni "bianche", in particolare il pollame e anche il pesce, nonostante provochino comunque elevate concentrazioni di

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carcinogeni chimici paragonabili o addirittura superiori a quelli riportati per la carne rossa, tuttavia, non è stato osservato alcun rischio significativamente aumentato negli studi di coorte effettuati per le diete principalmente costituite da pollame o pesce.

L'epidemiologia geografica del cancro del colon-retto sembra corrispondere a regioni con un elevato tasso di consumo di carne bovina, risultando però maggiormente diffuso nelle regioni dove si consuma soprattutto carne derivata da una particolare specie bovina da latte, il Bue Domestico (Bos taurus), la più comune nei Paesi occidentali. Infatti i paesi arabi, che hanno un'alta assunzione di carne di montone e capra nella dieta, non rivelano livelli elevati di questa neoplasia, così come l'India, dove la carne bovina viene consumata solo da piccoli gruppi di minoranza, rivela il tasso più basso di tumori del colon a livello globale. In Cina il consumo di carni rosse è aumentato sostanzialmente negli ultimi decenni, però nonostante ciò, i tassi d‟incidenza del cancro al colon sono relativamente bassi; infatti circa l'80% della carne rossa consumata è carne di maiale, mentre quasi il 20% proviene da incroci di razze Zebu, Yak, bufali e solo una percentuale limitata deriva dai bovini da latte. In Giappone e Corea del Sud, i tassi del cancro del colon aumentarono notevolmente 20 anni dopo la seconda guerra mondiale (in Giappone) e anche dopo la Guerra di Corea; in quel periodo infatti il consumo di carne bovina e anche di carne di maiale è notevolmente aumentato, in gran parte a causa dell'aumento delle importazioni di tali carni dagli Stati Uniti.

Un interessante dato epidemiologico, è che tra le nazioni a più bassa incidenza di tumore del colon c‟è la Mongolia, la quale è anche uno dei paesi con il più elevato tasso di consumo di carne rossa, essiccata o alla brace; qui però le carni più consumate sono lo yak (50%), un bovino geneticamente molto diverso dai nostri. Oltretutto in Arabia Saudita, il consumo di carni bovine è elevato ed è aumentato ulteriormente negli ultimi 30 anni, superando a quanto pare il consumo di carne bovina della Corea, tuttavia, il tasso di cancro del colon-retto è inferiore a quello della Corea, in quanto sembra esserci una grande differenza nei passaggi preparatori per il consumo. Infatti mentre gli arabi preferiscono mangiare carne ben cotta, i coreani e i giapponesi consumano spesso carne cruda o non cotta. I dati disponibili suggeriscono un ruolo dominante del consumo di carne di manzo nell‟aumentare il rischio di tumore del colon, anche se non escludono completamente il ruolo della carne di maiale, dal momento che questa è stata tradizionalmente consumata in Cina e l'incidenza relativamente bassa sembra sottolineare un ruolo importante della carne bovina.

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L'epidemiologia globale della neoplasia, le abitudini di consumare manzo crudo o non cotto in Giappone e Corea e il rapido aumento d‟incidenza in questi due paesi, sostengono il postulato di un "fattore bovino specifico” con un contributo meno specifico ma probabilmente più importante dei cancerogeni chimici.32,41.

Figura 11. Relazione tra il consumo di carne pro-capite (Kg/anno) e il numero di tumori del colon-retto per

100.000 abitanti.

Un‟altra possibile spiegazione alla diversa distribuzione del tumore al colon nel mondo, tiene in considerazione anche la teoria sulla rilevanza delle interazioni tra geni e ambiente. Secondo questa teoria la diversa epidemiologia potrebbe dipendere non solo dal diverso consumo di carne, ma anche dalla diversa distribuzione di fenotipi di acetilazione nelle popolazioni di tutto il mondo, dato che come detto precedentemente, l‟enzima NAT-2 è coinvolto nella bioattivazione delle Ammine eterocicliche aromatiche (HCA). Infatti sono stati individuati più di 25 polimorfismi genetici per il NAT-2, che pertanto possono avere diversi effetti su tale attivazione. In questo senso, va osservato che la frequenza del fenotipo lento NAT-2 varia notevolmente tra le popolazioni, da circa il 5% nel Canada, al 10% nei giapponesi, al 50% negli europei e al 90% nei nord-africani. E‟ quindi interessante notare che le popolazioni con le frequenze più alte di fenotipo a rapida acetilazione (giapponesi americani), hanno anche il più alto tasso d‟incidenza di tumore del colon nel mondo, mentre le popolazioni (ad esempio nord-africana) con le frequenze più basse di fenotipo ad acetilazione rapida, hanno tassi molto bassi. Anche se il rapporto documentato tra la capacità di acetilazione, l'assunzione di carne e la neoplasia sembra essere plausibile,

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ed un certo numero di studi hanno suggerito una forte associazione tra CCR e consumo di carne rossa tra individui con il fenotipo rapido NAT-2, questi risultati non sono considerati abbastanza coerenti. Questo a causa della eterogeneità degli studi, della possibilità di errori derivanti dal presupposto che l'attività del NAT-2 dipenda direttamente dal genotipo, oppure a causa della selezione delle popolazioni di studio, delle dimensioni del campione o delle strategie di analisi impiegate in tali studi.