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In situazioni di interdipendenza in cui le persone hanno la possibilità di attuare un comportamento cooperativo associato a un vantaggio collettivo e a un costo per chi lo attua:

1. la mutua cooperazione garantisce il massimo vantaggio collettivo; 2. la mutua non-cooperazione comporta il minimo vantaggio collettivo;

3. la cooperazione comporta il minimo vantaggio individuale indipendentemente da ciò che fa (o ci si aspetta che faccia) l’altro;

4. perseguire l’interesse individuale comporta un vantaggio individuale minore del vantaggio individuale associato alla mutua cooperazione.

Dilemmi sociali nel mondo reale

Nella sua forma più semplice, il dilemma sociale si crea allorquando due agenti possono scambiarsi dei beni, materiali e non, che hanno un valore maggiore per chi li riceve che per chi li offre.2 Un attento ragionamento ci porta a inferire che un gran nu- mero di attività sociali presenta il requisito del mutuo altruismo: scambi di informazio- ni, di capacità tecniche e di abilità particolari, di cibo di diversa varietà condividono la caratteristica di interscambio di beni di maggior valore per chi li riceve che per chi li ha già.

Lo studio dei dilemmi sociali ha avuto una grande eco durante la guerra fredda, in quanto offriva un modello semplice della situazione bellica tra le due grandi potenze – USA e Unione Sovietica -.3 Ovviamente, il disarmo unilaterale comportava anche una debolezza militare e politica da parte del disarmante, garantendo il massimo vantaggio individuale alla nazione che disarmava per ultima. Essendo la situazione simmetrica, per entrambe le nazioni il massimo vantaggio era garantito dal non disarmare per prima, indipendentemente da cosa facesse l’altra e ciò comportava un esito di gran lunga peg- giore che un disarmo bilaterale. La storia ha poi dimostrato che una parte del disarmo

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M.A. Nowack, K. Sigmund, Evolution of Indirect Reciprocity by Image Scoring, in “Nature”, CCCXCIII, 1998, pp. 573-7.

3

H. Raiffa, The Art and Science of Negotiation, Belknap Press of Harvard University Press, Cambridge (MA) 1982.

avvenne grazie a una soluzione cooperativa del dilemma, e un’altra parte in conseguen- za della caduta dell’Unione Sovietica, di fatto rompendo l’interdipendenza della situa- zione.

Il problema degli armamenti (incluso il loro uso) è tuttora tristemente vivo, come testimoniano le molte crisi internazionali odierne. Un’osservazione generale che si può trarre dai principi di cooperazione è che una gran parte delle situazioni di confronto ar- mato tra nazioni o popoli ancora in atto può essere risolta senza intervento esterno solo attraverso la mutua collaborazione fra i partecipanti. Il fatto stesso che tale possibilità renda la non-cooperazione più vantaggiosa per lo stretto interesse di una parte ci fa ca- pire le incredibili difficoltà inerenti a tutti i processi di pacificazione, spesso indipen- dentemente dalle intenzioni dei soggetti coinvolti nel processo.

I dilemmi sociali si configurano anche in un’altra particolare situazione chiamata in letteratura beni pubblici.

Una forma di bene pubblico di vitale importanza e crescente attualità sono le ri- sorse ambientali. Lo studio dello sfruttamento delle risorse ambientali ha rappresentato una delle prime applicazioni della logica dei dilemmi sociali in campi non bellici. Esi- stono centinaia di esempi di beni pubblici, inquadrabili in diverse tipologie, equivalenti dal punto di vista dei principi sottostanti ma differenti nella struttura degli incentivi e nelle forme comportamentali che implicano. Possiamo per esempio distinguere tra di- lemmi di costruzione di un bene pubblico e di salvaguardia del bene pubblico. La coo- perazione si identifica con la collaborazione alla costruzione del bene pubblico. Esempi di costruzione sono il finanziamento della ricerca scientifica, delle radio e televisioni pubbliche. I dilemmi di salvaguardia del bene pubblico implicano l’esistenza di un bene pubblico, come le risorse ambientali, le opere d’arte, il servizio sanitario nazionale. La cooperazione si identifica nel non sovrautilizzate il bene pubblico. In lingua inglese sin usa definirli rispettivamente: give-some dilemma e take-some dilemma.

Un altro tipo di dilemma sociale è il dilemma a soglia (step-level public good), u- tile per studiare la costruzione e la salvaguardia di beni pubblici la cui esistenza dipende dal superamento di un certo livello di cooperazione. La caratteristica di questo tipo di dilemma sociale è che il vantaggio collettivo associato alla cooperazione non è diretta-

mente proporzionale all’ammontare di cooperazione, in quanto potrebbe risultare nullo allorquando la soglia necessaria per produrre il bene pubblico non sia superata.

La cooperazione non deve necessariamente essere un comportamento “tutto o nul- la”. In molti casi, infatti, essa si può esplicare con diversi gradi di intensità, ovvero con comportamenti graduali.

Un’importante caratteristica dei dilemmi sociali è il tempo con cui si dispiegano. Quando il dilemma si presenta alle stesse persone come singolo evento, parleremo di di- lemma non ripetuto (one shot). Quando si presenta alle stesse persone ripetutamente nel tempo, avremo un dilemma ripetuto.

Oltre alla dimensione della durata, il tempo differenzia i dilemmi anche a seconda di quando le scelte vegono fatte. Distinguiamo i dilemmi simultanei, tali che le persone coinvolte scelgono come comportarsi senza sapere come si sta per comportare l’altro, da quelli sequenziali. Vedremo che la tempistica dei dilemmi, soprattutto se ripetuti, svolge un importante ruolo nella loro soluzione.

Vi sono però anche dilemmi sociali dove la cooperazione tra individui è disfun- zionale per la società intera: per esempio la mafia o i casi di trusts tra aziende sul mer- cato.

Diciamo che in generale è importante considerare che la cooperazione all’interno di un gruppo non necessariamente rappresenta un vantaggio per coloro che non fanno parte di tale gruppo. Terremo dunque a mente che lo studio della cooperazione, sebbene volto a capire come facilitare questo comportamento, è utile anche nei casi in cui la co- operazione non sia generalmente benefica o auspicabile. Se sappiamo come aumentarla, sapremo verosimilmente anche come diminuirla.