• Non ci sono risultati.

La dinamica degli investimenti e il ritrovato ruolo dello Stato investitore

CAPITOLO 1. ECONOMIA BRASILIANA: IL QUADRO MACROECONOMICO

1.4 La dinamica degli investimenti e il ritrovato ruolo dello Stato investitore

Nei paragrafi precedenti si è ricordato che tra il 2006 e il 2008, gli investimenti lordi hanno mostrato una dinamica molto positiva e, insieme ai consumi, sono stati la principale causa dell‘attuale ciclo di crescita economica. Tuttavia, negli anni novanta e nei primi anni duemila, gli investimenti non hanno mostrato una dinamica altrettanto positiva. In proposito, secondo Carneiro (2007) la bassa dinamicità degli investimenti in questi anni può essere ricondotta a due cause: i processi di ristrutturazione produttiva determinati dalle riforme economiche e la riduzione degli investimenti pubblici in infrastruttura.

Per quanto riguarda l‘impatto delle riforme sul sistema produttivo, che sarà analizzato nel prossimo capitolo, le politiche di liberalizzazione commerciale hanno indotto profonde ristrutturazioni all‘interno dei settori produttivi. In particolare, negli anni novanta l‘industria brasiliana ha attuato investimenti in modernizzazione e ristrutturazione dei processi produttivi ma non ha investito nell‘espansione della capacità produttiva. Inoltre, come si chiarirà nel terzo capitolo, negli anni novanta gli investimenti diretti esteri sono stati indirizzati principalmente verso il settore dei servizi ed hanno preso forma, in prevalenza, di fusioni e acquisizioni, non espandendo quindi la struttura produttiva brasiliana.

La politica di elevati tassi di interesse necessari ad attrarre capitali dall‘estero hanno determinato un aumento dei costi di investimento (IETS 2002) e fattori quali l‘elevata tassazione, la difficoltà di accesso al credito, ed i timori per la stabilità macroeconomica (World Bank 2005) non hanno consentito un‘immediata ripresa degli investimenti dopo le riforme degli anni novanta.

Dal 2004, tuttavia, il tasso di crescita degli investimenti si è mantenuto superiore a quello del PIL per il periodo più lungo da quando sono disponibili dati comparabili (ABDI 2009). In proposito, la dinamica degli investimenti e quella del Pil sono confrontate nella figura 1.8 che mostra come tra il 2004 al settembre 2008, quanto gli effetti negativi della crisi finanziaria si sono abbattuti sull‘economia brasiliana, il tasso di crescita degli investimenti ha sempre mantenuto valori superiori a quelli del Pil. La crisi finanziaria ha poi frenato la dinamica degli investimenti che, pur tuttavia, hanno iniziato di nuovo a crescere nell‘ultimo trimestre del 2009 e, nel 2010, presentano un tasso di crescita superiore a quello del PIL.

25

Figura 1.8. Dinamica degli Investimenti lordi e del PIL a confronto, 1997-2010 (%, variazione trimestrale reale)

Fonte: nostre elaborazioni su dati IBGE-SCN (2011)

La prima fase di espansione degli investimenti è stata trainata dai settori esportatori (in particolare di commodities, favorite dai prezzi sui mercati internazionali e dall‘elevata domanda da parte della Cina) e dal settore delle costruzioni. In una seconda fase, l‘accumulazione del capitale è stata trainata dagli investimenti pubblici e, in minor parte, dagli investimenti nei settori industriali orientati al mercato interno (a loro volta stimolati dall‘incremento dei consumi di cui si è detto in precedenza). La crisi ha frenato gli investimenti, in particolar modo nei settori esportatori, che tuttavia hanno ripreso a crescere nel 2010 (Puga et al 2009a). Nel prossimo capitolo, quando sarà analizzata la dinamica degli investimenti industriali settoriali, si chiarirà che tra il 2004 e il 2008 i settori orientati all‘esportazione e quelli che negli anni più recenti hanno mostrato una dinamica comparativamente migliore, come ad esempio ―alimenti e bevande‖ e le attività estrattive, sono anche i settori che presentato tassi di investimento, e una quota degli investimenti sul totale, superiore alla media del settore industriale.

L‘attuale fase di espansione degli investimenti è stata, tuttavia, indotta anche dagli investimenti pubblici nelle infrastrutture. In proposito, Carneiro (2007) ricorda che, oltre all‘effetto diretto sulla crescita del PIL, gli investimenti infrastrutturali hanno anche due effetti indiretti connessi, da un lato, alla riduzione dell‘incertezza sulle decisioni di

26

investimento delle imprese, poiché assicurano al sistema economico la disponibilità di beni di uso generale, come l‘energia elettrica e le strade. D‘altro lato, gli investimenti in infrastruttura aumentano la competitività del sistema economico e consentono di aumentare il ritorno degli investimenti privati riducendo i costi di produzione. Tuttavia, negli anni novanta, per via delle politiche restrittive che avevano come obiettivo l‘eliminazione dell‘inflazione, gli investimenti pubblici in infrastruttura sono stati ridotti.

Gli investimenti statali nelle infrastrutture hanno giocato un ruolo chiave nel processo di industrializzazione del paese, dal secondo dopoguerra fino alla fine degli anni 70. Tuttavia, in seguito al cambiamento del paradigma di politica economica degli anni 80 e 90, il controllo dei conti pubblici ed il raggiungimento del pareggio di bilancio sono stati visti come un obiettivo imprescindibile per mantenere la credibilità e per garantire un percorso di crescita sostenuto nel lungo periodo (Giambiagi 2008). Di conseguenza, come già ricordato, lo Stato non ha più avuto il ruolo di catalizzatore degli investimenti (Ferreira e Arujo 2006 ).

La mancanza di investimenti pubblici può essere considerata tra le cause delle scarse performance di crescita che il paese ha sperimentato durante gli anni 80 e 90 (Afonso et al 2007).

Nell‘attuale ciclo di crescita dell‘economia, tuttavia, il governo ha lanciato due programmi, in particolare, che si propongono di espandere gli investimenti nelle infrastrutture e aumentare il tasso di investimento dell‘economia :

- Il Programa de Aceleração do Crescimento (PAC), lanciato nel 2007 e che prevede investimenti nelle infrastrutture logistiche, energetiche, e nell‘infrastruttura urbana e sociale (BRASIL 2010b);

- La Politica de Desenvolvimento Produtivo (PDP)17, lanciata nel 2008, che si pone gli

obiettivi specifici di aumentare il tasso di investimento nell‘economia, ampliare la quota delle esportazioni brasiliane nel commercio mondiale, aumentare la spesa privata in ricerca e sviluppo, e aumentare il numero delle PMI esportatrici.

Nella figura 1.9 è riportato il rapporto tra investimenti pubblici e PIL che, come si può vedere, mostra un continuo aumento dal 2006, quando assumeva il valore dell'1,62%. Tra il 2007 e il 2010, gli investimenti pubblici in rapporto al Pil sono passati dall'1,84% al 3,27%.

17 Nel quarto capitolo saranno descritti e valutati i programmi di politica industriale attuati in Brasile dal 2003, di

27

Figura 1.9 Investimenti pubblici in rapporto al PIL, 2003-2010 (%)

Fonte: nostre elaborazioni su dati MF (2011)

E‘ opportuno evidenziare che l‘aumento degli investimenti pubblici (figura 1.9) è avvenuto in un contesto di stabilità fiscale. Il rapporto tra debito pubblico e PIL ad esempio, che nel 2002 era pari a 79,8%, ha mostrato una continua riduzione, arrivando al 63,6% nel 2008. Dopo l‘impatto della crisi finanziaria e per causa delle politiche anticicliche governative, il rapporto debito pubblico/PIL ha mostrato un aumento ed è arrivato al 68,1% e, tuttavia, nel 2010 è tornato a scendere per raggiungere il valore del 66,8%18.

Il settore petrolifero ha dato un contributo alla crescita degli investimenti pubblici, in

particolare a seguito della scoperta di nuove riserve petrolifere, il Pre-sal19 (BRASIL 2010c),

la cui estrazione è prevista per il 2013, e che consentirà al Brasile di giocare un ruolo da leader nel mercato energetico. Dal 2005, l‘impresa nazionale del settore, la Petrobras, ha aumentato considerevolmente i propri investimenti20.

I processi ora descritti hanno portato a un aumento del tasso di investimento per l‘economia nel suo complesso, che tuttavia rimane basso se paragonato ad altri paesi emergenti e diretti concorrenti dell‘economia brasiliana. In proposito, nella tabella 1.2 sono riportati i tassi di investimento (Investimenti lordi/PIL) del Brasile e di alcune economie selezionale dell‘America Latina e dell‘Asia. Il tasso di investimento del Brasile mostra un aumento tra il

18

Nostre elaborazioni su dati IMF (2011)

19 Si tratta di riserve petrolifere a 5-7 km sotto il livello del mare.

20 In termini reali, dal 2000 al 2004, gli investimenti totali della Petrobas sono aumentati del 63,4% , mentre dal

2005 al 2009 hanno fatto registrare una aumento di circa il 205%. I dati sono nostre elaborazioni su Petrobras (2010)

1,11 1,02 1,01 0,98 1,12 1,43 1,85 2,02 0,31 0,47 0,48 0,64 0,72 0,87 1,02 1,25 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

28

2000 e il 2008, essendo passato dal 16,8% al 19,1% che tuttavia è il valore più basso tra quelli delle economie selezionale21. In particolare, nel 2008 Cina e India presentato un valore del tasso di investimento espressivamente superiore a quello delle altre economie, pari al 40,8% e al 32,9% rispettivamente.

Tabella 1.2. Tasso di investimento - Brasile e paesi selezionati (anni diversi) (%)

Fonte: nostre elaborazioni su dati World Bank-WDI (2011)

Puga e Borça (2009), tuttavia, evidenziano che la causa del differenziale tra i tassi d‘investimento internazionali è da rintracciarsi nella dinamica dell‘accumulazione di capitale. In particolare, analizzando le componenti degli investimenti lordi dell‘economia, riportate in figura 1.10, si può vedere che negli anni recenti in Brasile la quota relativa a ―macchine e attrezzature‖, che rappresenta gli investimenti in espansione della capacità produttiva dell‘economia, ha sperimentato una crescita costante, passando dal 46,8% del 2003 al 56,7% del 2008, a fronte di una marcata riduzione della componente ―costruzioni‖, che nello stesso periodo si è ridotta dal 44,2% al 36,3%.

21

E‘ opportuno inoltre ricordare che il valore del tasso di investimento brasiliano nel 2008, pari a 19,1%, è anche più basso di quelli che l‘economia presentava negli anni settanta e ottanta. In particolare, tra il 1975 e il 1979, il tasso (medio) di investimento è pari al 22,5%, valore che nel tempo mostra una continua riduzione, e tra il 1990 e il 1994 è pari al 18,6%.

Gli elevati tassi di investimento nella seconda metà degli anni settanta possono essere attribuiti alle politiche industriali di sostegno al settore manifatturiero e alle politiche per le infrastrutture (Bielschowsky 2003), che saranno analizzate nel capitolo quarto del presente lavoro.

29

Figura 1.10. Brasile: componenti degli investimenti lordi, 2000-2010

Fonte: nostre elaborazioni su dati IBGE-SCN (2011)

Confrontando il tasso d‘investimento dell‘economia brasiliana a livello internazionale, e considerando solo la componente ―macchine e attrezzature‖, si può vedere che il Brasile presenta una tasso più simile a quello delle altre economie. Ad esempio, in base ai dati riportati nella figura 1.11, per la media dei paesi BRICS, le macchine e attrezzature rappresentano il 9,5% del tasso di investimento, un punto percentuale superiore a quella del Brasile (8,5%). Inoltre, paragonando il dato del Brasile con quello della Cina, si può vedere che il divario presentato in precedenza nella tabella 1.2 si riduce, poiché nel paese asiatico la quota di macchine e attrezzature sul tasso di investimento è del 9,9% e la maggiore differenza con il Brasile risiede nelle costruzioni che in Cina rappresentato il 26% dell‘investimento, mentre nel paese sud americano solo il 6,6%. Si può infine notare che nelle macchine e attrezzature, il Brasile presenta una quota superiore di 0,9 punti percentuali alla media mondiale.

30

Figura 1.11. Tasso di investimento – Brasile e paesi selezionati, 2006 (%)

Fonte: Puga e Borça (2009, grafico 1)

Secondo Puga e Borça (2009) la bassa quota delle costruzioni sul tasso di investimento del Brasile relativamente agli altri paesi può essere ricondotta, in primo luogo, ai limitati investimenti nell‘edilizia civile: gli investimenti in nuove abitazioni sono ancora vincolati alla scarsa disponibilità di credito diretto al settore. In secondo luogo, l‘autore osserva che gli investimenti in infrastruttura sono ancora relativamente bassi se paragonati ad altri paesi, in particolare quelli asiatici. Tuttavia, l‘incremento della quota concernente gli investimenti in macchine e attrezzature registrata negli anni recenti è segno che il tasso di crescita del PIL può ancora espandersi nei prossimi anni.