• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 4. LA POLITICA INDUSTRIALE, SCIENTIFICA E TECNOLOGICA

4.6 L’innovazione nelle imprese

4.6.1 La relazione università-imprese

In base ai dati della PINTEC (IBGE 2010), per sviluppare le innovazioni (di prodotto e/o processo) solo una bassa percentuale delle imprese industriali ricorre alla cooperazione con altre imprese o università e centri di ricerca. In particolare, nel periodo compreso tra il 2006 e il 2008, nell‘industria estrattiva e manifatturiera solo il 7,8% delle imprese ha collaborato con un‘altra istituzione per sviluppare un‘innovazione di prodotto e l‘84,2% delle imprese ha sviluppato l‘innovazione internamente. D‘altra parte, nel settore dei servizi la percentuale delle imprese che ha cooperato con un‘altra organizzazione per la realizzazione di

un‘innovazione di prodotto è pari al 5,8%107

. Questi dati sembrano essere in contraddizione

107

La letteratura teorica ed empirica ha evidenziato i possibili vantaggi derivanti dall‘interazione tra università e tessuto produttivo. Come ricordato da Valentin (2002), che compie un‘ampia revisione della letteratura sul tema dagli inizi degli anni ottanta, il crescente ruolo dell‘innovazione tecnologica nei processi produttivi ha indotto un aumento delle attività di cooperazione tra università e imprese poiché quest‘ultime non erano più in grado di ottenere internamente tutte le tecnologie di cui necessitavano. Più recentemente, le ricerche nell‘ambito delle

167

con l‘esperienza brasiliana che ha visto nell‘interazione tra università e impresa il motore di sviluppo di alcuni settori. Secondo Suzigan e Albuquerque (2011, p 4), infatti, ―per ogni successo economico o sociale in Brasile, c‘è un istituto di ricerca pubblico e/o un‘università nel ruolo di supporto‖. La relazione tra centri di ricerca e/o università e tessuto produttivo è stata costruita nel tempo ed essa è alla base del consolidamento dei settori in cui oggi il Brasile gode di un vantaggio competitivo sui mercati internazionali. In proposito, Suzigan e Albuquerque (2008), analizzando le relazioni tra università e impresa in Brasile in una prospettiva storica, identificano alcuni casi di successo come quello nel settore dell‘agricoltura e dell‘agroindustria, e nel settore aeronautico. In particolare, lo sviluppo del settore agroindustriale ha potuto beneficiare dell‘intensa attività di ricerca svolta dall‘EMBRAPA - Empresa Brasileira de Pesquisa Agropecuária, un istituto di ricerca creato negli anni settanta proprio con lo scopo di condurre attività di R&S e attività di trasferimento tecnologico verso il settore produttivo. Nel tempo l‘impresa, che oggi occupa più di 3000 ricercatori, ha creato una rete estesa su tutto il territorio nazionale di centri di ricerca ed ha sviluppato specifiche conoscenze in attività quali la scienza del suolo, il miglioramento genetico, le risorse forestali, la salute, la riproduzione e nutrizione degli animali. ―In pratica tutta la produzione agricola brasiliana ha beneficiato, nelle ultime tre decadi, dei risultati delle ricerche dell‘EMBRAPA‖ trasferiti, tra gli altri, ai produttori di cereali, di cotone, di latte, di frutta e agli allevamenti di animali (Suzigan e Albuquerque 2008, p 20).

Oltre a quello agricolo e agroindustriale, un altro settore che ha beneficiato dei legami tra università e impresa è quello aeronautico. Il Brasile possiede la Embraer, impresa a controllo pubblico, leader nel settore degli aeromobili insieme alla Boeing, alla Airbus e alla Bombardier. Come già ricordato, la Embraer è stata fondata nel 1969 ma, tuttavia, l‘idea di creare un‘industria aeronautica nel paese risale alla seconda guerra mondiale quando, a seguito della fondazione del Ministero dell‘Aeronautica negli anni quaranta, prima ancora di iniziare la produzione di aeromobili, furono istituiti corsi di ingegneria aeronautica (Instituto Tecnologico de Aeronautica – ITA) e un centro ricerche (Centro Tecnologico de Aeronautica – CTA) con lo scopo di dominare la tecnologica aeronautica. In altre parole, la formazione di ingegneri e tecnici ha preceduto la fondazione dell‘impresa e, quindi, la produzioni di

scienze regionali si sono occupate della rilevanza della prossimità geografica nel favorire la cooperazione tra centri di ricerca e mondo delle imprese (Boschma 2005), chiarendo che la prossimità geografica può essere una condizione necessaria ma non sufficiente per garantire l‘interazione, potendo altri fattori, quali la qualità della ricerca universitaria, incentivare le imprese a collaborare con le università (D‘Este e Iammarino 2010).

Alcuni lavori hanno inoltre chiarito che i vantaggi derivanti dall‘interazione tra università e impresa non sono confinati alla ricerca scientifica e tecnologica ma possono avere effetti positivi sul tessuto produttivo anche nei cosiddetti settori a bassa o media-bassa tecnologia (Rapini 2009, Lins 2010).

168

aeroplani. Secondo Suzigan e Albuquerque (2008) la storia della Embraer non solo mostra che dall‘attività di ricerca scientifica può concretizzarsi un‘attività produttiva di successo ma, soprattutto, che lo sviluppo di capacità tecnologiche endogene richiede un tempo relativamente lungo (dal concepimento dell‘ITA e del CTA nel 1945 al volo del primo prototipo nel 1968 sono passati ventitre anni). Gli autori inoltre puntualizzano che nell‘economia brasiliana i casi di successo, come i due descritti, sono localizzati solo in alcuni settori e hanno avuto difficoltà ad essere replicati. In altre parole, il tessuto produttivo brasiliano sembra non avere una domanda di innovazione, che si può spiegare, da un lato, con la tarda creazione delle istituzioni che compongono il SNI e il sistema universitario brasiliano108 e, dall‘altro lato, alla mancanza di adeguate politiche pubbliche di supporto alla scienza e alla tecnologia, in particolare a partire dagli anni ottanta. Come già ricordato, negli anni ottanta il focus delle politiche governative è stato il raggiungimento dell‘equilibrio macroeconomico, interno ed esterno. Di conseguenza, anche le risorse destinate al finanziamento della ricerca tecnologica sono state drasticamente ridotte109.

Un importate sviluppo legislativo degli anni recenti che contempla gli incubatori di impresa e, in generale, la cooperazione tra imprese e università e centri di ricerca è la Lei de Inovação (Lei n° 10.973) del 2004 (MCT 2004). La legge si compone di tre capitoli:

1. ―Costituzione di un ambiente favorevole alle collaborazioni strategiche tra università, istituti tecnologici e imprese‖. Sono contemplati diversi meccanismi di appoggio per progetti di cooperazione tra istituti di ricerca e imprese tra i quali: costituzione di reti e progetti internazionali di ricerca tecnologica; azioni per favorire l‘imprenditorialità nel settore tecnologico; la creazione di incubatori e parchi tecnologici; la possibilità per le istituzioni pubbliche che operano nel campo della scienza e tecnologia (ICT) di mettere a disposizione, mediante remunerazioni, i propri laboratori, i ricercatori e altre infrastrutture alle imprese che ne facciano richiesta;

108 Il sistema universitario brasiliano sarà analizzato nel prossimo paragrafo.

109 Baldini e Borgonhoni (2007), ricostruendo la storia delle attività di cooperazione tra università e impresa in

Brasile, ricordano il ruolo degli incubatori di impresa. In proposito, il SEBRAE – Serviço Brasileiro de Apoio às Micro e Pequenas Empresa, un ente pubblico che si occupa dell‘assistenza tecnica e la formazione di piccoli imprenditori, ha un progetto specifico per il supporto degli incubatori, che nel suo portale definisce come ―un meccanismo che stimola la creazione e lo sviluppo di micro e piccole imprese (industriali, di prestazione di servizi, con base tecnologica o manifattura leggera), offrendo supporto tecnico, gestionale e formazione complementare all‘imprenditore‖ (www.sebrae.com.br). Sebbene alcuni incubatori di impresa siano stati dei successi, con importanti impatti positivi sullo sviluppo della economia locale (si veda, ad esempio, Diniz e Oliveira (2010) su un caso studio nello Stato di Minas Gerais), l‘esperienza degli incubatori di impresa trova in Brasile forti difficoltà di implementazione. Secondo Baldini e Borgonhoni (2007), tra i problemi strutturali si possono ricordare: le difficoltà di accesso al credito per le PMI, l‘inesistenza di fonti di capitali di rischio, e l‘assenza di alleanze strategiche con grandi imprese.

169

2. ―Stimolo alla partecipazione di istituzioni di scienza e tecnologia nel processo di innovazione‖. La legge offre la possibilità alle istituzioni pubbliche operanti nel settore ICT di stipulare contratti di consulenza con le imprese operanti nel settore. Inoltre, i ricercatori vincolati con le istituzioni pubbliche, quando coinvolti in attività imprenditoriali per conto della loro istituzione di appartenenza, potranno beneficiare dei risultati finanziari del servizio prestato, indipendentemente dalla remunerazione prevista dal contratto che li ha originariamente vincolati all‘istituzione.

3. ―Incentivo all‘innovazione nell‘impresa‖. I dispositivi di questo capitolo hanno l‘obiettivo di stimolare il contributo del settore produttivo relativamente all‘allocazione delle risorse finanziarie per la promozione dell‘innovazione. In particolare, sono previste sovvenzioni finanziare, che possono assumere la forma di partecipazioni societarie, da parte di istituzioni pubbliche in imprese che realizzano attività di ricerca e sviluppo al proprio interno.

Come ricordato nei paragrafi precedenti, la Lei de Inovação è stata accolta positivamente anche dagli economisti meno favorevoli alle politiche industriali, in particolare agli interventi settoriali.

Un nodo cruciale del sistema nazionale di innovazione brasiliano risiede tuttavia nel suo sistema scolastico. Per fare innovazione, in particolare tecnologica, è richiesta un‘elevata qualificazione del capitale umano. Come si vedrà nel prossimo paragrafo, il sistema universitario e scolastico brasiliano presenta forti problemi strutturali che possono limitare lo sviluppo del paese.