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CAPITOLO 4. LA POLITICA INDUSTRIALE, SCIENTIFICA E TECNOLOGICA

4.5 La produzione scientifica: Ricerca & Sviluppo e brevetti

Nel rapporto della Royal Society (2011), ―Knowledge Networks and Nations: Global Scietific

Collaboration in the 21st Century‖, nel quale si analizzano le collaborazioni a livello

internazionale nelle pubblicazioni scientifiche, si rileva che quello della produzione scientifica è divenuto un mondo ―multipolare‖. Sebbene la più alta percentuale di lavori scientifici sia ancora prodotta negli Stati Uniti, in Europa e Giappone, gli anni recenti hanno visto affermarsi nuovi paesi quali la Cina, l‘India e il Brasile, definiti come ―new emergent

scientific nations‖.

Negli anni recenti, il Brasile ha sperimentato significativi avanzamenti in termini di performance scientifica e tecnologica. Nel 1990, la quota della produzione scientifica brasiliana, misurata dal numero di articoli indicizzati, rappresentava lo 0,62% di quella mondiale. Nel 2009, tale quota ha raggiunto il valore del 2,71%97, che fa del Brasile il 13° paese produttore di scienza al mondo98. Nel 2009, i settori scientifici nei quali la performance brasiliana è stata relativamente migliore sono: le scienze agrarie (9,89%); le scienze degli animali e delle piante (7,04%); la farmacologia e la tossicologia (3,96%); la microbiologia

(3,32%); l‘immunologia (2,29%), le scienze sociali generali (3,31%)99

.

Borges (2011), tuttavia, evidenzia che il Brasile possiede ancora dei problemi strutturali, specie se si considerano la spesa in ricerca e sviluppo (R&S) e l‘attività di brevetto.

La spesa in R&S in rapporto al PIL è uno degli indicatori più usasi a livello internazionale per misurare gli investimenti di un‘economia nel generare nuova conoscenza (OECD 2011). Nella figura seguente, la performance del Brasile è confrontata con la media dei paesi OCSE e la media della regione latino americana, con gli altri BRIC e con al Corea del Sud.

97 Dati: Indicatori del Ministeiro Cienca tecnologia e Inovaçao

98 Borges (2011)

99

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Figura 4.19. Spesa in ricerca e sviluppo sul Pil: paesi e regioni selezionati, 2000 e 2007

Fonte: nostre elaborazioni su dati World Bank - WDI (2011)

Tra il 200 e il 2007, per il Brasile il rapporto R&S sul Pil è passato da 1,02% a 1,12%, essendo esso più alto della media dei paesi dell‘America Latina (0,68%). Tuttavia, nel 2007, il Brasile presenta un rapporto R&S sul PIL inferiore alla media dei paesi OECD, sebbene paesi come Italia (1,18%), Portogallo (1,25%) e Spagna (1,26%) presentino rapporti con valori simili quello dell‘economia brasiliana100

. La Cina, oltre ad avere raggiunto un valore superiore a quello del Brasile, è stata in grado di espandere gli investimenti in ricerca e sviluppo in modo relativamente rapido. Tra il 2000 e il 2007, il rapporto R&S sul PIL è passato da 0,90% a 1,44%.

Riguardo la struttura della spesa in R&S, a differenza di molti dei paesi industrializzati, in Brasile essa è sostenuta per il 51,6% dall‘operatore pubblico piuttosto che dalle imprese101 (Tabella 4.2).

100

Dati World Bank-WDI (2011)

101 E‘ opportuno precisare che in Brasile la spesa in R&S soffre di un elevato grado di concentrazione. In

particolare, nel settore privato è influenzata dalle imprese con sede nello Stato di San Paolo. In questo Stato, nel 2008, il rapporto tra la spesa in R&S e il PIL statale ha raggiunto il valore dell‘1,52%, quindi più alto dei valori presentati dalla Cina e da alcuni paesi OCSE nel 2007 e ricordati in precedenza. Inoltre, nello stesso anno, la quota di spesa sostenuta dalle imprese è stata pari al 63% del totale (FAPESP 2011). In altre parole, nello Stato di San Paolo, le imprese sostengono la spesa in R&S con tassi paragonabili ai paesi industrializzati come gli Stati Uniti e la Germania (Tabella 4.3).

Per quanto concerne le imprese, nel ranking 2008 delle 1250 imprese multinazionali che investono maggiormente in attività di ricerca e sviluppo, redatto dal Department for Innovation, Universities and Skills (DIUS) del Regno Unito, figurano cinque imprese brasiliane. Tra queste, la Petrobras (impresa pubblica) si colloca al secondo posto tra le imprese del settore ―petrolio e gas‖ e la Vale (la maggiore impresa privata del paese) al primo posto nel settore ―minerario‖. Inoltre, la Embraer (impresa a controllo pubblico) si posiziona al

3,21 2,33 1,44 1,12 1,10 0,80 0,68 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 Corea del Sud

OECD Cina Russia Brasile India AMERICA

LATINA

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Tabella 4.24. Spesa in R&S- governo e imprese, paesi selezionati 2010

( anno più recente, %)

Fonte: nostre elaborazioni su dati MCT (2011)

Seguendo Cavalcante (2009), un altro aspetto interessante della spesa governativa investita in attività di ricerca e sviluppo concerne i settori verso cui è diretta. Nella tabella seguente, sono riportate le percentuali di spesa pubblica in R&S per obiettivo socioeconomico.

Tabella 4.25. Brasile: Spesa pubblica in ricerca e sviluppo, per obiettivo socioeconomico, 2000-2009 (%)

Note: (a) comprende ricerche non nelle altre categorie

Fonte: nostre elaborazioni su dati MCT (2011)

Come mostrato in tabella 4.3, una alta percentuale dei fondi pubblici è diretta verso le istituzioni di insegnamento (ad esempio, Università) e comprende anche i fondi destinati al finanziamento dei corsi di istruzione superiore, quali i dottorati di ricerca. In proposito, Cavalcante (2009) sostiene che lo Stato brasiliano ha difficoltà ad indirizzare le proprie

16° posto tra le imprese del settore ―aerospaziale e difesa‖ (il rapporto DIUS è citato in FAPESP 2011, capitolo 3).

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risorse verso il settore produttivo, concentrandosi prevalentemente nel finanziamento di attività di ricerca di livello universitario. Secondo Viotti (2008) questo contrasta con una moderna politica industriale, scientifica e tecnologica che vede nelle imprese il suo fulcro. Per quando concerne la commercializzazione della conoscenza scientifica, i brevetti, la figura seguente mostra il numero medio annuo di brevetti registrati presso ufficio brevetti degli Stati Uniti (United States Patent and Trademark Office – USPTO) per i sette principali paesi dell‘America Latina (LAC-7) tra il 2003 e il 2007 (Figura 4.4)

Figura 4.20. LAC-7: Brevetti depositati presso l’USPTO, 2003-2007

Fonte: World Bank-KAM (2009)

Come mostrato in figura 4.4, il Brasile si posiziona meglio degli altri paesi dell‘America Latina. Tuttavia, negli ultimi trenta anni, la sua posizione nel ranking dei paesi che hanno brevetti registrati presso lo USPTO si è mantenuta pressoché constante. In particolare, nel 1974, il Brasile occupava la 28° posizione, per poi passare alla 27° nel 1990. Nel 1998, il Brasile registrava la 29° posizione cui è rimasto fino al 2006. Contrariamente, paesi come la Cina, l‘India e la Corea del Sud, che nel 1974 si posizionavano dietro il Brasile, sono riuscite a superarlo (FAPESP 2011). 141 93,6 49,8 17,2 17 8,8 3,6 0 20 40 60 80 100 120 140 160

Brasile Messico Argentina Cile venezuela Colombia Perù

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Un altro interessante indicatore consiste nell‘analizzare i brevetti depositati presso l‘ufficio brevetti brasiliano (Instituto Nacional de Propriedade Industrial – INPI) e considerare i sub domini tecnologici nei quali possiedono vantaggi i residenti e i non-residenti. Questo consente di comprendere la capacità tecnologiche nazionali rispetto a quelle dei non-residenti. (Tabella 4.4)

Tabella 4.26. Brevetti registrati presso l’Inpi – residenti e non-residenti, 2000-2005 (%)

Fonte: IPEA (2009)

Come mostrato in tabella 4.4, vi sono dei sub domini tecnologici nei quali i non-residenti possiedono un forte vantaggio rispetto ai residenti, detenendo più dell‘80% dei brevetti depositati. Tra questi, solo il sub dominio ―chimica di base‖ non è relazionato alle tecnologie emergenti, quelle legate alle tecnologie delle informazione e delle comunicazioni (TIC) e della salute. Tra gli altri sub domini, chimica organica, farmaceutico-cosmetico, chimica macromolecolare, e biotecnologia sono relazionati alla scienza della salute. D‘altra parte, telecomunicazioni, informatica e semiconduttori sono legate alle TIC. Il forte predominio dei brevetti da parte dei non residenti nelle aree connesse alle tecnologie emergenti può rappresentare un limite all‘entrata per le imprese brasiliane nelle aree decisive del progresso tecnologico (IPEA 2009)

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