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Dinamiche demografiche e insediative agli orizzonti di piano

4 Costruzione degli scenari

4.2 Dinamiche demografiche e insediative agli orizzonti di piano

Al fine di ricostruire la domanda di mobilità all’orizzonte temporale di medio-lungo periodo (2025-2030) è stato predisposto lo scenario di evoluzione temporale della popolazione residente e del sistema produttivo, quest’ultimo in riferimento al numero di addetti dislocati sul territorio.

Riprendendo i dati in serie storica della popolazione già illustrati nel volume 1, nella figura seguente è riportato il trend osservato nel periodo 2009-2010 e la stima (secondo un trend necessariamente lineare) a 10 anni della popolazione all’orizzonte temporale di medio-lungo periodo (fissato convenzionalmente al 2027).

Figura 4-1 Serie storica della popolazione residente del comune di Roma - periodo 2009-2017 (linea blu) e previsioni all’orizzonte di medio-lungo periodo (linea rossa)

Dopo essere stata interessata da una crescita demografica di poco superiore al 4% (in 8 anni), le previsioni indicano un rallentamento della crescita che potrebbe portare la popolazione della città dagli attuali 2.87 mln di abitanti ai previsti 2.91 mln di abitanti.

Si può senz’altro affermare che la popolazione è sostanzialmente stabile, in quanto interessata da un incremento di popolazione atteso al 2027 di poco meno di 40mila abitanti in 10 anni. Da un tasso medio annuale del 5.8 per mille nel periodo di osservazione (2009-2017), si passa ad un tasso medio annuale dell’1.4 per mille, un tasso che in via cautelativa è pari ad un quarto di quello osservato.

Occorre sottolineare che le previsioni predisposte per Roma sono in linea con le previsioni demografiche elaborate dall’ISTAT su scala nazionale. L’ISTAT ha pubblicato, con la collaborazione

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di un panel di esperti, i risultati di uno studio1F2 di evoluzione demografica della popolazione residente nel nostro paese, nel quale è stato fissato quale orizzonte temporale più lontano il 2065.

È stato ricostruito il quadro previsionale di evoluzione della popolazione per macro-regioni del paese ed è stata indagata e ricostruita l’evoluzione dei singoli segmenti di popolazione per fasce di età. Dal confronto delle ipotesi ISTAT che riguardano in particolare il Centro Italia, e lo scenario di espansione della popolazione predisposto per Roma, scaturisce la figura di seguito riportata.

Figura 4-2 Scenari di evoluzione demografica ISTAT per il Centro Italia

In ordinata è riportato il numero indice della popolazione di previsione, avendo fissato quali valori base (100) i valori di popolazione dello scenario attuale (2016). La linea rossa rappresenta lo scenario evolutivo della popolazione del Centro Italia proposto dall’ISTAT, le due linee di colore verde e azzurro rispettivamente gli estremi dell’intervallo di stima.

Il cerchio di colore rosso rappresenta lo scenario demografico predisposto, nell’ambito degli studi PUMS, per la città di Roma. Come si può osservare Roma appare pressoché centrato nell’intervallo di stima all’orizzonte temporale di piano del 2027 e quindi la previsione si può ritenere in linea con quanto indicato dall’ISTAT.

Per quel che riguarda, invece, il sistema produttivo è previsto nel medio periodo un innalzamento, seppur lieve, dei livelli di occupazione che porta il totale degli addetti, nel settore pubblico e privato, a 1.292 mln di unità, a fronte dei 1.238 mln di unità attuali.

2 ISTAT: l futuro demografico del paese – previsioni regionali della popolazione residente al 2065

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È quindi previsto un incremento, all’orizzonte temporale di piano, di poco più di 54mila unità che corrisponde ad un incremento relativo del 4.4%.

A fronte dei dati complessivi di popolazione e addetti ora esposti, è lecito considerare sostanzialmente stazionaria l’evoluzione della popolazione e, degli addetti che compongono il sistema produttivo, visto che sono attesi incrementi relativi di pochi punti percentuali.

Più interessante, invece, appare la distribuzione territoriale di previsione dei due segmenti di popolazione (residenti e attivi) che da una lettura dei dati appaiono entrambi contrassegnati da un movimento sostanzialmente centrifugo verso le zone più periferiche della città.

Occorre sottolineare che in questa sede sono descritti solo gli effetti netti che, derivano per la popolazione, dalla sovrapposizione tra gli ingressi e le uscite per la popolazione (trasferimenti da e per le singole zone, più i saldi naturali), e per gli addetti dalla sovrapposizione tra attivazioni/cessazioni di nuove attività commerciali/economiche.

Sta di fatto che si conferma all’orizzonte temporale di piano il trend, ormai consolidato degli ultimi vent’anni, di progressiva riduzione/espulsione dei residenti/addetti nelle/dalle aree centrali e contestuale aumento delle concentrazioni insediative nelle aree a ridosso del Grande Raccordo.

Prosegue cioè, seppur ad una velocità più modesta quel fenomeno che in geografia urbana viene contraddistinto con il termine anglosassone di sprawl (diffusione a macchia d’olio nelle corone periferiche dell’area metropolitana). La situazione è illustrata nelle tre tabelle di seguito riportate.

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Tabella 4-1 Variazioni attese degli stock di popolazione/addetti all’orizzonte di piano

Le variazioni sono state espresse in termini relativi (tabella in alto), assoluti (tabella al centro) e in termini di numeri indice con valore base relativo allo scenario attuale (tabella in basso).

Nei riguardi delle variazioni attese la città può essere suddivisa in due grandi aree: la macro-area più centrale, comprendente le prime tre zone PGTU, nella quale il segno della variazione è in tutti i casi (sia per la popolazione, sia per gli addetti) negativo. La corona più esterna comprendente la quarta zona PGTU (ancora interna al GRA) e le due zone PGTU esterne la quinta e la sesta (Ostia) nella quale il segno della variazione è positivo.

In particolare, nel caso della popolazione le riduzione nelle tre zone più centrali non superano il 2%

della popolazione attuale. In totale nelle tre zone PGTU centrali è attesa una riduzione di popolazione di circa 15mila unità. Viceversa nelle tre zone più esterne l’incremento atteso raggiunge quasi le 60mila unità, concentrate per due/terzi nella corona extra-GRA che costituisce la quinta zona PGTU.

Nella stessa quinta zona PGTU è atteso un incremento relativo di popolazione di quasi il 7%

Variazioni di popolazione/addetti (in %)

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Per gli addetti il contrasto tra i segni delle variazioni è ancora più accentuato: riduzione di 31mila addetti nelle tre zone centrali, incremento di 85mila unità nelle tre zone più esterne con un picco di poco più di 40mila unità nella sesta zona PGTU (la zona di Ostia) per una variazione relativa (rispetto all’attuale) del 45%.

Nelle due figure che seguono è riportato il dettaglio territoriale delle variazioni (ottenute per confronto tra l’attuale e l’orizzonte di piano) relative della popolazione residente e degli addetti.

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Figura 4-3 Variazioni relative della popolazione residente nelle zone censuarie

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Figura 4-4 Variazioni relative dello stock di addetti nelle zone censuarie

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