• Non ci sono risultati.

3. L A MANIFESTAZIONE DEL PENSIERO NELL ’ AMBIENTE TEC NOLOGICO E VIRTUALE

3.5. L E DINAMICHE DI GRUPPO NELLA R ETE

Nonostante la fragilità di molti siti, gruppi di discussione e forum, su Internet sembra comunque esistere un senso di appartenenza al gruppo forte e costante. I gruppi che si formano nel ciberspazio, così come quelli della vita reale, sono oramai piuttosto vari e diversificati. Alcuni, specialmente quelli che caratterizzavano le origini di Internet e i primi approcci dei social network, sono essenzialmente composti da individui che si conoscono e che sfruttano la Rete per tenersi in contatto e comunicare tra loro. Altri, invece, raccolgono persone che condividono interessi comuni, pur senza conoscersi nella realtà quotidiana.

È proprio in questo secondo ordine di gruppi che il senso di appartenenza può emergere solamente attraverso le dinamiche della comunicazione online. Le persone che interagiscono su Internet – così come avviene in ogni ambiente sociale umano – si influenzano a vicenda attraverso processi che si estrinsecano diversamente rispetto alla vita reale, primo fra tutti il conformismo.

162 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/01006504.pdf (ultima visita, 30.05.2017). 163 Fra tutte, si veda l’opinione critica di SCORZA, Guido. 2017. “Fake news: il disegno di legge è pericoloso, inattuabile e inutile”. In Il Fatto Quotidiano, 21.02.2017. http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/21/fake-news-il-disegno-di-legge-e-pericoloso-inattuabile-e- inutile/3404824/ (ultima visita, 30.05.2017).

LA MANIFESTAZIONE DEL PENSIERO NELL’AMBIENTE TECNOLOGICO E VIRTUALE

53

Studi hanno evidenziato come l’ambiente mediato dal computer diminuisca la tendenza di ciascun membro a conformarsi al gruppo di appartenenza, grazie, in particolare, all’assenza di presenza fisica e alla possibilità di mantenere un sia pur superficiale anonimato164. Nella Rete, poi, spesso non si conoscono approfonditamente gli interlocutori

e non si dispone di elementi che consentano di riconoscerli come “propri simili”.

Complice l’impellente necessità di conformismo, però, i gruppi del ciberspazio si sono organizzati in modo tale da far fronte a tali criticità, ad esempio creando vere e proprie regole di accesso, netiquette che tutti i membri sono tenuti a rispettare, a pena di subire sanzioni che vanno dal semplice rimprovero all’espulsione definitiva. Questo ha consentito, unitamente alla tendenza naturale degli esseri umani a conformarsi alle norme di gruppo, una continua prosperazione delle comunità cibernetiche165.

In questo contesto cibernetico, complice anche la maggiore credibilità attribuita ai contenuti pubblicati, la dinamica dei gruppi è stata ed è caratterizzata dalla cosiddetta polarizzazione166. Quando persone con opinioni simili si incontrano e si riuniscono,

scoprono che anche altri individui condividono le loro visioni del mondo e, conseguentemente, aumenta la fiducia in loro stessi e in quello in cui credono. Solitamente, ciò porta al raggiungimento di posizioni estreme in linea con le tendenze di partenza167.

Secondo il punto di vista di Cass Sunstein, la conferma genera fiducia, e la fiducia genera estremismo168. Chi non ha sicurezza in quello in cui pensa propende a moderare le opinioni,

evitando posizioni estreme169. Se però altre persone sembrerebbero condividere le stesse

idee, i primi tendono a diventare più sicuri sulla loro correttezza e probabilmente a muoversi verso posizioni più estreme. È stato riscontrato, in un’ampia varietà di contesti sperimentali, che le opinioni delle persone diventano più estreme grazie semplicemente alla

164 SMILOWITZ, Michael, COMPTON, D. Chad, FLINT, Lyle. 1988. “The effects of computer mediated communication on an individual's judgement: A study based on the methods of Asch's social influence experiment”. In Computers in Human Behavior, 4: 311- 321.

165 WALLACE, Patricia. op cit., 86-96.

166 WALLACE, Patricia. op cit., 106; SUNSTEIN, Cass R. 2002. “The Law of Group Polarization”. In Journal

of Political Philosophy, 10, 2: 175-195.

167 SUNSTEIN, Cass R. “Believing False Rumors”. op. cit., 96 ss; BROWN, Roger. 1947. Social Psychology: The

Second Edition. New York, NY: Holt.

168 SUNSTEIN, Cass R. “Believing False Rumors”. op. cit., 100.

169 KELMAN, Mark, ROTTENSTREICH, Yuval, TVERSKY, Amos. 1996. “Context-Dependence in Legal Decision Making”. In Journal of Legal Studies, 25: 287-288.

corroborazione della posizione iniziale e perché aumenta la fiducia e la sicurezza dopo l’apprendimento dei coincidenti punti di vista altrui 170.

In questa sede, Internet assume un ruolo tanto importante quanto dirompente: chiunque può ricevere numerose comunicazioni da molti altri individui, credendo, per i motivi anzivisti, al relativo contenuto. I siti web, e soprattutto i social network, possono indurre la polarizzazione poiché aiutano a fornire conferme alle idee e alle opinioni, amplificandone altresì la portata.

Ciò può rappresentare un fattore vantaggioso per quei gruppi di individui (minoranze, dissidenti, ecc.) che si trovano in contesti avversi e che necessitano, oltre dell’anonimato, anche di una maggior forza numerica e organizzativa per garantirsi l’incolumità, l’impunità e la possibilità di proseguire con le proprie azioni. Dall’altro lato, però, elevando il proprio grado di sicurezza nelle idee, le persone possono giungere ad abbracciare punti di vista radicali ed estremi.

I gruppi di odio online manifestano (e hanno manifestato) proprio questa tendenza alla polarizzazione verso gli estremi, laddove i singoli membri sembrano impegnarsi in una sorta di competizione degenerante, dedita al danneggiamento delle vittime designate. Da tempo, oramai, le espressioni di odio non si limitano ad essere semplicemente tollerate nel contesto del web, ma vengono addirittura apprezzate, se non osannate ed emulate. Si è passati da comuni insulti, magari individualizzati, a gravi incitamenti al suicidio, alla violenza, anche sessuale, e allo sterminio, basati su futili motivi, quali la razza, il sesso, l’orientamento sessuale, l’appartenenza politica. Gli stessi motivi, d’altronde, che l’essere umano ha sempre posto a fondamento dei propri pregiudizi e delle connesse condotte antisociali anche nella realtà offline.

170 BARON, Robert, HOPPE, Sieg, FENG KAO, Chuan, BRUNSMAN, Bethany, LINNEWEH, Barbara, ROGERS, Diane. 1996. “Social Corroboration and Opinion Extremity”. In Journal of Experimental Social

4. L

E PRINCIPALI FORME DI MANIFESTAZIONE DI ODIO IN

R

E-